La politica non vede i disabili
La scuola non vede i disabili è uno slogan suggestivo. da La
Repubblica - edizione di Napoli
30 gennaio 2008 Che non si tratta solo di uno slogan ma di una realtà
è noto a chiunque, a vario titolo e con diverse competenze, sia
impegnato nella scuola .
La scommessa dell'integrazione scolastica, propugnata oltre 30 anni fa
da una classe politica di extraterrestri se confrontata agli attuali
parlamentari,appare irrimediabilmente perduta.
A questo risultato ha apportato un significativo contributo la pur breve
legislatura di centrosinistra con interventi che gli alunni disabili e
loro famiglie non dimenticheranno negli anni a venire.
Da queste prospettive un intervento strutturale nella scuola italiana
non potrà essere più ritardato dal futuro governo ma ancora prima
bisognerà chiedere con grande determinazione di modificare gli ultimi
provvedimenti varati dal governo Prodi per i disabili nella manovra
finanziaria di fine anno . Per una maggiore comprensione di quanto
accaduto si rimandano i lettori ad una attenta lettura del documento
elaborato dal ministero della economia e pubblicato nel mese di dicembre
dal titolo “ rapporto intermedio sulla revisione della spesa”. Da questo
è infatti possibile ricavare una idea compiuta della visione del paese e
dei suoi bisogni dei tecnici dell'ex ministro Padoa Schioppa .
La premessa culturale che sentiamo di avversare con forza è che,
contrariamente a quanto ritenuto e diffusamente ripetuto nel documento
della commissione tecnica per la finanza pubblica, la disabilità possa
avere un costo economico comprimibile .
Il costante tentativo di ridurre i costi non trova purtroppo una ragione
d'essere quando questo riguarda dei diritti costituzionali quali
istruzione e salute.
La integrazione scolastica per gli oltre 190000 alunni disabili italiani
passa per scelte chiare che interessano alcuni aspetti fondamentali.
Il primo di questi è la formazione, tema assai discusso in un paese che
ha visto precipitare ( leggasi rapporto OCSE 2007 ) la qualità dei
saperi dei nostri studenti progressivamente in ogni ordine e grado di
istruzione negli ultimi 10 anni. Alla formazione dei docenti curricolari
andrebbe dedicata una attenzione particolare quando si postula
l'abolizione delle classi differenziali . Questo aspetto è completamente
mancato mentre dall'altro lato si decideva, per ridurre la spesa
pubblica, di incrementare il numero di alunni per classe rendendo ancora
più problematica la qualità del tempo scuola per gli alunni disabili. Il
tema della non-formazione dei docenti è senza dubbio un indicatore degli
obiettivi falliti del governo di centrosinistra ; essa andrebbe resa
obbligatoria e non ulteriormente procrastinata o “camuffata”in pseudo
detrazioni fiscali come nella finanziaria .
Gli alunni disabili esigono competenze e professionalità da parte di
tutto il personale docente ma , se ci riferiamo solo ai dirigenti
scolastici, solo il 25% di essi risulta in possesso di un titolo di
specializzazione o di aver frequentato corsi di formazione ( rapporto
INVALSI 2007)al pari di una media oscillante tra il 15 ed il 30 % per i
docenti curricolari. Da questi dati si comprende come la prima emergenza
è culturale e la principale attenzione che il prossimo governo dovrà
dedicare alla disabilità nella scuola sarà rappresentata da la necessità
di distribuire saperi e competenze “obbligatorie” al personale docente.
Alla formazione del docente è collegato il tema della continuità
didattica dell'insegnante di sostegno, valore indispensabile per un
percorso di crescita armonico dell'alunno disabile. Su questo tema l'ex
ministro Fioroni aveva mostrato attenzione, ahimè solo verbale, al punto
che in finanziaria aveva promesso uno specifico intervento. Ovviamente
aveva solo promesso ed in finanziaria le tracce dalla necessità di
“ancorare” il ciclo scolastico dell'alunno all'insegnante specializzato
sono scomparse come dal prossimo anno scompariranno altri 8000
insegnanti di sostegno .
Il colpo di genio è infatti contenuto nel passaggio che fissa,
INDIPENDENTEMENTE, dall'incremento del numero di alunni disabili
,l'organico di sostegno al massimo in 94000 unità per i prossimi anni.
Questo oltraggioso tentativo di controllo delle nascite dei disabili è
reso ancora più inaccettabile dalla contemporanea scomparsa della
possibilità di avere insegnanti supplementari in presenza di patologie
gravi. La scomparsa della deroga per gravità è un punto essenziale per
considerare fallimentare l'approccio culturale, etico e politico da
parte degli ormai ex ministri Fioroni e Padoa Schioppa. La visione che è
sottesa a questo drammatico provvedimento inserito negli articoli della
finanziaria è perfettamente coerente con l'idea che la disabilità sia ,
al pari delle spese per la barberia di Montecitorio e dei biglietti del
cinema, un costo comprimibile. Le conseguenze non tarderanno a palesarsi
nel prossimo anno quando, a fronte di un incremento atteso del 5% di
alunni disabili, gli organici, già largamente insufficienti, mostreranno
l'impossibilità dei direttori scolastici regionali a rispondere ai
bisogni degli alunni e delle loro famiglie.
In questo panorama appare addirittura trascurabile il geniale ultimo
atto del governo Berlusconi che rendeva più complesse le certificazioni
per la disabilità producendo tra i genitori dei bambini disabili, perché
di disabili veri stiamo parlando, l'angoscia di trovarsi con diagnosi di
“lieve ritardo mentale” sprovvisti anche di quelle insufficienti ore di
sostegno scolastico.
Alla vigilia della ennesima campagna elettorale tra forze politiche che
parlano linguaggi incomprensibili per noi cittadini sarebbe sorprendente
scoprire in esse il valore universale della integrazione a partire
proprio dalla scuola. Potrebbe essere un segnale , per la nostra civiltà
in declino, della presenza di formidabili anticorpi al degrado nel quale
sembriamo essere precipitati.
Antonio Nocchetti |