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Legge 289/02 - Finanziaria 2003
di tutto, di più... di peggio! *
(in GU 31 Dicembre 2002)

 

Già, appena presentata dal Governo, la proposta di legge-finanziaria 2003 riuscì a compattare la nazione contro i suoi contenuti.Erano tutti scontenti non solo dall’Opposizione che vi trovava politiche socialmente involutive, ma anche dalla Maggioranza, in cui Alleanza Nazionale denunciava scarsa attenzione per il Sud, suo serbatoio di voti ed il Centro, che lamentava scarsa attenzione ai problemi sociali ed auspicava un allargamento del condono fiscale; senza parlare della Confindustria, che non trovava le richieste agevolazioni fiscali.Il Ministro Tremonti aveva interpretato in modo, forse eccessivo, i principi liberisti su cui poggia la maggioranza e cioè riduzione delle entrate e delle spese. I partiti della Maggioranza, mentre concordavano sulla riduzione delle entrate, cioè meno tasse, avanzavano crescenti richieste di aumento di spese, magari finanziate con interventi di finanza "creativa", in cui il Ministro è maestro. E così alla Camera il rigoroso disegno originario è stato fortemente compromesso con l’introduzione di circa il 50% di nuovi articoli.Ma al Senato l’assalto alla diligenza è stato incontenibile ed il numero degli articoli è raddoppiato, pervenendo a 95 con una logica clientelare senza dubbi che nulla aveva da invidiare alle caotiche sessioni di bilancio della "prima repubblica" . il 19 Dicembre,in cui il testo è stato licenziato al Senato,la confusione creata dalle caotiche richieste di emendamenti della Maggioranza era tale che il Relatore non riusciva più a seguire la discussione per dare i pareri obbligatori sugli emendamenti che avevano assunto un ritmo irrefrenabile.La confusione è stata tale che,lo stesso Presidente Casini, in apertura dei lavori il giorno dopo, lamentava che non era possibile votare in tempi strettissimi, anche perché ancora non era stato possibile coordinare tutti i nuovi emendamenti e stamparli.Alla fine per evitare un quarto ritorno del testo al Senato,col rischio di andare dopo Dicembre e quindi esercizio provvisorio, il Governo ha varato un decreto-legge che contiene le modifiche mon più possibili. Il testo originario è stato talmente stravolto che lo stesso Ministro Tremonti non si è più recato in Parlamento per difenderlo e lo stesso Berlusconi ha dichiarato che questo modo di votare la finanziaria va cambiato, perché occupa per ben quattro mesi il Parlamento con risultati del tutto insoddisfacenti per chi , come lui, ha una visione decisionista del Governo, che invece, al suo interno, ha realizzato il più alto tasso di conflitti e conseguenti accomodamenti contraddittori.

Quali i risultati? Gli sbandierati sgravi fiscali a favore dei più poveri,si sono sommati a quelli a favore delle imprese, contraddittori con i principi della libera concorrenza; si sono contati circa 13 concordati fiscali, che, pur di far cassa, il Governo ha elargito con la motivazione fin ora inaudita che se la gente evade le imposte ciò è legittima difesa contro lo Stato vessatore;i tagli alle entrate e conseguentemente alle spese delle Regioni e degli Enti locali hanno talmente compromesso le politiche dei servizi socio-sanitari territoriali e dell’istruzione, che, anche a causa del "decreto taglia spese", che tutti i Rettori delle Università si sono dimessi e le Regioni, anche quelle governate dal Centro-destra hanno deliberato, lo stesso giorno in cui si approvava definitivamente la finanziaria, 23 Dicembre, di ricorrere ,compatte, al TAR il decreto medesimo.Di contro l’art 2 comma 7 concede milioni di contributi in Euro alle scuole private, senza neppure pretendere una progettualità selettiva, ad es. a favore delle scuole che realizzano l’integrazione degli alunni con handicap, o quelli extracomunitari o quelli a rischio dei devianza criminale; la presenza , in classi superaffollate, di questi alunni con difficoltà di apprendimento, crea un sovraccarico di lavoro per i docenti e disfunzioni , in mancanza di risorse aggiuntive. L’art 34 comma 4 che esclude dal blocco delle assunzioni pubbliche le persone con disabilità, è contraddetto dalla L.n. 236, approvata pochi giorni prima,che rinvia di un anno la piena applicazione della L.n. 68/99 sul collocamento obbligatorio "mirato" per le stesse persone. L’art 35 comma 7 su maggiori controlli relativi alle certificazioni di alunni con handicap ( di cui si è detto nel precedente n. 5 della Rivista)è contraddetto dall’art 94 comma 3 che invece prevede , solo per gli alunni Down, la dichiarazione, per legge, dell’handicap in situazione di gravità,senza bisogno di alcuna visita medica .Questa ultima norma,contrastata dalle più grandi ed accreditate associazioni , come l’Associazione Persone Down di Roma, è certamente uno degli esempi più eclatanti di manovre clientelari facilitate dalle convulsioni parlamentari dell’ultima ora. Essa creerà enormi difficoltà al Ministro Moratti ed al Governo. Infatti, se verrà emanato il decreto che restringerà i criteri di riconoscimento dell’handicap,dovranno rimanerne fuori le Persone Down, pena una sua illegittimità; ma se si escludono solo le Persone Down,altri alunni con handicap grave irreversibile, come quelli colpiti da distrofia muscolare,da cecità congenita,da lesioni midollari etc,potranno impugnare l’art 94 comma 3 per palese incostituzionalità. L’art 39commi 6 e 7 e l’art 40 concedono particolari benefici rispettivamente un aumento dell’indennità economica ai ciechi con un residuo non superiore a un ventesimo, un contributo di 5 milioni di Euro all’ANFFAS , che soffre di gravi esigenze finanziarie a causa di scorrette gestioni pregresse di qualche sua Sezione , il diritto ad accompagnatori volontari dei ciechi assoluti.E’ facile chiedersi cosa penseranno gli appartenenti ad altre associazioni o tipologie di minorazioni. L’art 46, nel normare l’esiguo fondo per le politiche sociali, invece di incrementarlo, elargisce contributi economici alle famiglie di nuova costituzione, prelevandoli dallo stesso fondo, con una manovra di redistribuzione economica dai poveri ad altri soggetti, non necessariamente poveri.Gli art 52 e seguenti introducono una serie di ticket su prestazioni sanitarie, riducendo così il diritto alla salute delle classi più deboli e, per dare qualche soldo per la ricerca scientifica,aumenta il prezzo delle sigarette, che notoriamente non giovano alla salute.Gli art 90,91,92 introducono agevolazioni fiscali, rispettivamente per le associazioni sportive dilettantistiche, per la creazione di asili-nido nei posti di lavoro, a favore di centri per anziani.Però i drastici tagli alla spesa degli Enti locali ridurrà fortemente la possibilità di attivare tali iniziative, almeno col concorso pubblico.

Ed infine l’art 27 concede agevolazioni per l’acquisto di personal computer da parte di giovani di età inferiori ai 16 anni, mentre lo stesso Governo però , col decreto taglia spese, ha bloccato tutti i fondi per l’acquisto di ausili, anche informatici, per l’integrazione scolastica degli alunni con handicap, per i quali tali ausilii debbono considerarsi non già un optional, ma quasi una protesi e, leggendo le tabelle allegate alla finanziaria, risultano non finanziate la L.n. 104/92, legge-quadro sull’handicap e le altre leggi ad essa collegate come la L.n. 13/89, la L.n. 440/97, la L.n. 162/98, la L.n. 68/99, la L.n. 169/00; dove però si raggiunge il ridicolo è sempre nell’art 40, ove si precisa che il fondo sociale nazionale verrà incrementato con l’importo dei 93 Euro mensili che ogni cieco dovrà farsi trattenere sull'indennità di accompagnamento quando si avvarrà degli obiettori di coscienza che lo stesso articolo 40 gli concede.

In conclusione le contraddizioni di questa Finanziaria sono tali che è impossibile cogliere in essa neppure il barlume dei principi " del buon governo " di cui si è tanto straparlato.

Sarebbe stata decisamente preferibile una Finanziaria più breve senza tanti piccoli benefici solo per alcuni, ma con maggior chiarezza d’impianto e scelte sociali vere.

* Articolo pubblicato sulla rivista : "L'Integrazione Scolastica e Sociale" Casa Editrice ERICKSON


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