Il Ministro Brunetta propone modifiche alla Legge 104/1992
Con un comunicato stampa il Ministro per la per la pubblica
amministrazione ha esposto gli emendamenti che dovrebbero modificare le
disposizioni previste dall'articolo 33 della Legge 104/1992 sui permessi
lavorativi. La modifica interesserebbe sia i lavoratori pubblici che
quelli privati.
http://www.handylex.org/gun/brunetta104.shtml
Il Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione ha
diffuso, ufficialmente, tramite il proprio
sito istituzionale il comunicato stampa che riportiamo integralmente
di seguito.
“19/09/2008 - Assenze per malattia e legge 104: Brunetta presenta
emendamenti al DDL 1441
Il ministro Renato Brunetta, in accordo con i ministri Ignazio La
Russa e Roberto Maroni, ha presentato oggi al ministro per i Rapporti
con il Parlamento Elio Vito alcuni emendamenti al disegno di legge 1441
in discussione alla Camera, tesi a perfezionare e chiarire le norme del
decreto legge 112 relative alle assenze per malattia nonché a modificare
la legge 104 riguardante i permessi per i diversamente abili e i loro
famigliari.
In particolare, con un emendamento si interviene per evitare la
riduzione del trattamento economico del personale del comparto sicurezza
e difesa (ivi compreso i Vigili del Fuoco) in caso di assenza per
malattia: l’obiettivo è quello di evitare che il predetto personale sia
gravato da una riduzione (oltre il quadruplo) del trattamento economico
maggiore di quella applicata agli altri dipendenti pubblici. Inoltre
sono eliminati i dubbi interpretativi per la retribuzione accessoria su
alcune tipologie di assenza, ad esempio per i donatori di sangue e per i
genitori e i parenti (se dipendenti pubblici) che assistono soggetti
portatori di handicap grave. Per quanto riguarda gli interventi sulla
104, questi riguardano la quantificazione dei permessi in 18 ore
mensili; la restrizione al coniuge, ai parenti ed agli affini entro il
secondo grado della platea di soggetti che possono fruire dei permessi
per assistere il portatore di handicap; l’introduzione della distanza
massima stradale di 100 km tra il Comune di residenza del soggetto
portatore di handicap ed il Comune di residenza del soggetto che presta
assistenza; la precisazione che all’interno del medesimo nucleo
familiare i permessi possono essere usufruiti da un solo dipendente.
Quest’ultimo non deve comunque trovarsi in situazione di handicap grave,
a meno che non si tratti di genitore con handicap grave che presti
assistenza a figlio con handicap grave.”
Le effettive intenzioni del Ministro trasparivano già nella
Circolare 5 settembre 2008, n. 8, già
commentata nel nostro sito. La Circolare era meno rigida
della precedente emessa dallo stesso Dicastero e più aderente alla
normativa vigente anche per timore di contenziosi sfavorevoli. Tuttavia,
nell’ultimo capitolo, si precisava “in previsione di un eventuale
riordino della disciplina allo scopo di
garantire un autentico ed efficace supporto sia ai dipendenti pubblici
portatori di handicap grave, sia ai dipendenti pubblici ai quali incombe
la necessità di assistere, in maniera continuativa ed esclusiva,
familiari con handicap in situazione di gravità.”
Il Ministero si è affrettato a proporre modifiche
all’articolo 33 della
Legge 104/1992 proprio per rendere più incisive, e supportate da un
dettato normativo approvato dal Parlamento, le restrizioni ai permessi
lavorativi.
Il testo dell’emendamento al Progetto di Legge 1441 non
è ancora stato diffuso. Rimandiamo, quindi, l’analisi dettagliata al
momento del deposito del testo alla Camera dei Deputati.
Peraltro, il Progetto di Legge di iniziativa governativa n. 1441
(Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la
competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la
perequazione tributaria) sta seguendo un iter piuttosto anomalo e
attualmente risulta ampiamente stralciato dall’aula. Ma queste sono
notazioni tecniche marginali.
Vediamo piuttosto il significato pratico delle intenzioni già espresse e
ora formalizzate, dal Ministro per la Funzione Pubblica, Renato
Brunetta. Attenzione: se finora la questione
interessava solo i dipendenti pubblici, nel caso
venisse modificata la Legge 104/1992 le restrizioni riguarderebbero
anche i dipendenti privati.
La quantificazione dei permessi in 18 ore mensili
Il Ministero ritorna all’ipotesi già vagheggiata nel Decreto Legge
112 (poi convertito con modificazioni dalla
Legge 133/2008).
L’intento è di tradurre i tre giorni di permesso
mensile previsti dall’articolo 33 della Legge 104/1992 in un
monte ore massimo mensile: 18 ore.
Questo perché? Per evitare che il lavoratore scelga sistematicamente
come giorni di permesso lavorativo quelli in cui l'orario è maggiore
(esempio, rientri pomeridiani lunghi) e il conteggio sia comunque pari a
3 giorni.
Un esempio. Supponiamo che in un azienda sia previsto una volta alla
settimana una giornata lavorativa di 8 ore, quindi più lunga delle
altre. Se il lavoratore fruisce dei permessi a giorni (tre) e sceglie
sempre quella giornata, alla fine del mese avrà fruito di 24 ore di
permesso. Fino ad oggi la legge glielo consente. Con la modifica
proposta dal Ministro Brunetta, non sarebbe più possibile.
Restrizione della platea dei beneficiari
L’emendamento previsto dal Ministero prevede “la restrizione al
coniuge, ai parenti ed agli affini entro il secondo grado della platea
di soggetti che possono fruire dei permessi per assistere il portatore
di handicap.”
Ad oggi i permessi lavorativi previsti dalla Legge 104/1992 sono
concessi ai parenti e affini fino al
terzo grado oltre che al coniuge.
Sono parenti di primo grado i figli e genitori. Fratelli e sorelle,
nipoti (figli dei figli) e nonni sono parenti di secondo grado.
Zii e nipoti (figli di un fratello o una sorella) sono parenti
di terzo grado. Questi ultimi verrebbero esclusi nel
caso venisse accolto l’emendamento in questione.
L’affinità, poi, è il vincolo tra un coniuge e i parenti dell’altro
coniuge. Nella linea e nel grado in cui ciascuno è parente di uno dei
due coniugi, egli è affine dell’altro coniuge. Ad esempio il suocero è
affine di primo grado, in quanto parente di primo grado della moglie.
Il Ministero propone anche “la precisazione che all’interno del
medesimo nucleo familiare i permessi possono essere usufruiti da un solo
dipendente.”
L’affermazione è ambigua e andrà verificata nel testo ufficiale. Sembra
una locuzione ripetitiva: già attualmente un solo lavoratore può fruire
dei permessi per assistere un disabile. Ma potrebbe anche significare
che nel caso ci siano due disabili in un nucleo
familiare, i permessi vengono concessi solo, ad esempio, ad uno dei due
genitori. In tal caso non è chiaro se il lavoratore può raddoppiare i
permessi.
L’ultima affermazione riguarda il caso del lavoratore disabile
che fruisce dei permessi lavorativi in proprio e li richiede anche per
assistere un familiare con handicap grave.
Il Ministero propone che il lavoratore che richiede i permessi “non
deve comunque trovarsi in situazione di handicap grave, a meno che non
si tratti di genitore con handicap grave che presti assistenza a figlio
con handicap grave.”
Quindi, ad esempio, il lavoratore disabile non può chiedere i permessi
per assistere la moglie che sia persona con handicap grave.
Distanza massima fra le abitazioni
La Legge 53/2000 aveva modificato l’articolo 33 della Legge 104/1992
abrogando l’obbligo di convivenza con la persona disabile e sostituendo
quel vincolo con la condizione di “assistenza continua ed
esclusiva”. L’individuazione operativa di questi concetti è
sempre stata piuttosto complessa ed è stata oggetto di
numerose circolari degli istituti previdenziali (INPS e INPDAP, in
particolare).
Su questo complicato aspetto il Ministero si sofferma solo sulla
distanza minima stradale fra tra il Comune di residenza del
soggetto portatore di handicap ed il Comune di residenza del soggetto
che presta assistenza, proponendo di fissare, per legge, il limite
massimo di 100 chilometri.
Si rimanda per approfondimenti alla pubblicazione del testo
dell’emendamento.
Carlo Giacobini
Responsabile del Centro per la documentazione legislativa
Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare
Direzione Nazionale
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