Una proposta di legge regionale per non lasciare
indietro nessuno. Per consentire a tutti i ragazzi e le ragazze di
arrivare al diploma o alla qualifica professionale. Per impedire che i
giovani della nostra regione siano costretti troppo precocemente - e
definitivamente - a scegliere tra l'istruzione o la formazione
professionale, tra un percorso di istruzione e l'avvio al lavoro.
Dopo una consultazione iniziata a fine settembre - che ha visto la
partecipazione diretta ad incontri e seminari di oltre 2000 persone - il
progetto di legge regionale su scuola e formazione professionale è quasi
giunto al traguardo. I tempi dell'approvazione consentiranno
l'applicazione delle norme - o comunque una prima sperimentazione delle
stesse - già a partire dal prossimo anno scolastico 2003-2004. Il
progetto di legge che verrà presentato al consiglio regionale, dalle
prime formulazioni ad oggi, ha tenuto conto di quasi 200 tra pareri e
osservazioni raccolti nel corso delle audizioni, nonché dei numerosi
incontri che si sono tenuti nel territorio.
È stato dunque un lungo percorso, quello del progetto di legge, che ha
consentito al testo di arricchirsi, grazie ai contributi dei
protagonisti della scuola e della formazione professionale. Gli articoli
del pdl sono il frutto di un lavoro collettivo del resto non ancora
concluso: è ancora possibile emendare, migliorare. La giunta promuoverà
e parteciperà ad incontri per continuare il percorso di ascolto
che l'assessore Bastico ha voluto avviare nell'autunno scorso. "Abbiamo
voluto costruire una legge utile e realizzabile - afferma
l'assessore Bastico - che sostenga la scuola e la formazione
professionale a raggiungere l'obiettivo, per noi fondamentale, di
innalzare il livello di sapere per tutti e per tutta la vita." O,
per dirla col titolo stesso del progetto di legge, per raggiungere
"l'uguaglianza delle opportunità di accesso al sapere, per ognuno e per
tutto l'arco della vita, attraverso il rafforzamento
dell'istruzione e della formazione professionale, anche in integrazione
fra loro".
Il biennio integrato, alternativa alla scelta precoce e al doppio
canale
Il progetto di legge intende accompagnare il percorso dei ragazzi al
termine della scuola media con un biennio formativo integrato che, a
seconda dell'istituto scolastico prescelto, conterrà insegnamenti di
cultura generale, competenze trasversali e contenuti
professionalizzanti. Un positivo intreccio tra sapere e saper fare che
si basa anche su stage e tirocini, su azioni orientative e percorsi più
personalizzati. "A 13 anni - spiega l'assessore Bastico -
è impossibile fare una scelta consapevole circa il proprio futuro.
Per questo l'obiettivo del biennio integrato - prosegue l'assessore
- non è solo quello di dotare tutte le ragazze e i ragazzi di una
cultura di base che possa consentire loro l'apprendimento di saperi che
rafforzeranno la loro identità di cittadini consapevoli, ma anche quello
di permettere ai giovani di poter cambiare idea, passando dal sistema
dell'istruzione a quello della formazione o viceversa. Senza un'offerta
formativa integrata di base, chi a 13 anni inizia un percorso nella
formazione difficilmente potrà tornare sui suoi passi: troppo onerosi
sarebbero i debiti formativi da recuperare per poter rientrare nel
sistema dell'istruzione". Con tale percorso, che prevede il
reciproco riconoscimento delle competenze acquisite e dei crediti
formativi, sarà realisticamente realizzabile un meccanismo di
"passerelle " tra un sistema e l'altro. "Il biennio integrato -
spiega Bastico - eviterà inoltre la creazione di un doppio canale tra
istruzione e formazione, sfuggendo al rischio di creare una scuola di
serie A (l'istruzione, ovvero il sistema dei licei) ed una di serie B
(le scuole professionali e tecniche)".
L'integrazione tra istruzione e formazione professionale
La strategia di integrazione, finalizzata al superamento dei canali
formativi separati tra loro, è uno dei punti caratterizzanti l'intero
progetto di legge. È volta a connotare l'offerta formativa attraverso un
forte intreccio tra conoscenze teoriche e applicazioni pratiche; a
rafforzare il valore della cultura tecnico-professionale e a introdurre
metodologie di apprendimento basate su concrete esperienze e sulla
conoscenza degli ambienti e dell'organizzazione del lavoro, al fine di
rafforzare la formazione alla cittadinanza, la maturazione di scelte
consapevoli e le possibilità occupazionali delle persone. L'integrazione
è la premessa perché i crediti formativi comunque conseguiti possano
essere utilizzati anche in altro percorso formativo, senza ricominciare
da zero e senza disperdere gli sforzi compiuti. L'integrazione è
elemento presente nell'intero sistema formativo, concretizzandosi sia
nell'obbligo formativo, sia nella formazione superiore (IFTS) sia nella
formazione post-laurea (master di I° e di II° livello) sia
nell'educazione degli adulti.
La continuità della didattica
La proposta di legge regionale punta a costruire progetti di continuità
tra il nido e la materna, e tra la materna e le elementari, progetti che
siano capaci di differenziare i percorsi educativi a seconda dei ritmi
individuali di crescita. La stessa idea di continuità viene proposta
anche per sostenere i bambini nel passaggio dalle elementari alle medie.
Strumenti importati per realizzare tale continuità sono gli istituti
comprensivi, di cui si propone un'ampia diffusione sul territorio
regionale, e la progettualità didattica congiunta tra docenti. "Crescere
e imparare - commenta l'assessore Bastico - non è una gara, ma
viceversa un percorso che deve portare tutti al traguardo. Attraverso la
continuità dei cicli didattici vogliamo favorire il rispetto dei ritmi
di crescita di ogni bambino".
La scuola fuori dalla scuola
Il pdl prevede che anche fuori dalla scuola, in particolare per i
ragazzi che si trovano in difficoltà, vengano creati percorsi che li
sorreggano nell'apprendimento con il coinvolgimento dei servizi
socio-educativi del territorio, del privato sociale e degli enti di
formazione. In particolare saranno realizzati progetti di continuità
scolastica tra scuola ed ospedale; di recupero scolastico,
formativo e di orientamento per adulti in carcere; di recupero
scolastico e di reinserimento nel percorso formativo per adolescenti con
problemi di disagio sociale, mentale o collegato a dipendenze; di
recupero scolastico e formativo, oltre che di orientamento, per adulti
inseriti in comunità per tossicodipendenti. Spiega l'assessore Bastico:
"Non lasciare indietro nessuno, cioè ridurre al minimo la dispersione
scolastica e formativa, consentendo anche agli adulti percorsi di
recupero, è un obiettivo difficile. Per questo abbiamo previsto
strumenti di supporto alla scuola anche fuori dalle aule. La scuola di
questa regione ha già fatto molto in questa direzione: la dispersione
scolastica in Emilia-Romagna è intorno al 10%, 1/3 rispetto alla media
nazionale. Tuttavia bisogna continuare lungo questa strada: non è
ammissibile che ancora oggi ci siano ragazzi e ragazze senza istruzione,
senza titoli spendibili sul mercato del lavoro, abbandonati a un futuro
a rischio di sottoccupazione ed emarginazione".
L'alternanza scuola-lavoro: l'impresa formativa
Il progetto di legge riconosce, quale metodologia didattica,
l'apprendimento in ambiente lavorativo, attraverso tirocini, stage e
alternanza scuola-lavoro. Tuttavia, non tutti gli ambienti di lavoro
possono diventare luoghi di apprendimento. Perciò la Regione, in accordo
con le parti sociali, definisce i requisiti che le "imprese formative"
devono possedere. Tali requisiti sono riferiti in particolare
all'eccellenza dei risultati ottenuti nella gestione aziendale, alla
propensione al miglioramento continuo e alla valorizzazione delle
risorse umane, alla disponibilità di personale di supporto
all'apprendimento, alla dotazione di tecnologie avanzate. "Conoscere
il mondo del lavoro - commenta l'assessore - le sue relazioni, i
temi della sicurezza, argomenti su cui il sistema scolastico è assai
carente, è di straordinaria rilevanza per formare cittadini consapevoli".
Il libretto formativo personale
Il progetto di legge stabilisce che ogni persona ha diritto ad ottenere
il riconoscimento e la certificazione delle competenze acquisite. Tale
riconoscimento può essere utilizzato per conseguire un diploma, una
qualifica o un inquadramento professionale. Per questo la Regione
promuoverà accordi tra sistema formativo e parti sociali per la
definizione di procedure comuni per il riconoscimento, la
certificazione e l'individuazione degli ambiti di utilizzazione delle
diverse competenze.
Le certificazioni che una persona ottiene nell'arco della sua vita sono
iscritte, a richiesta degli interessati, in un libretto formativo
personale rilasciato all'atto della prima iscrizione a una attività di
istruzione o di formazione professionale successiva alla terza media.
Poiché il progetto di legge persegue l'obiettivo che l'istruzione e la
formazione siano per tutti e per tutto l'arco della vita, questo nuovo
documento personale potrà contenere anche gli attestati di frequenza
relativi a percorsi di istruzione non scolastica, ovvero le competenze e
i crediti comunque acquisiti e documentati.
Non smettere mai di imparare
Dalla scuola alle università della terza età, dagli atenei ai Comuni,
dagli enti di formazione alle associazioni di volontariato: sono questi
i soggetti che concorrono a dar vita al sistema dell'educazione per
adulti, ovvero alle opportunità di istruzione e formazione per tutto
l'arco della vita (tutte iscrivibili nel libretto formativo personale) e
non solo nelle fasce di età tradizionalmente dedicate all'apprendimento.
"Creare un sistema che consenta di non smettere mai di imparare -
spiega l'assessore - significa consentire il recupero di coloro che,
da giovani, si sono dispersi. Significa aggiornare le proprie competenze
professionali o di istruzione, migliorando la propria occupabilità e la
competitività delle imprese".
Gli strumenti per realizzare la legge/1: la
valorizzazione delle risorse umane
Il progetto di legge si propone di sostenere le attività di
qualificazione del personale della formazione professionale e dei
docenti in servizio nell'istruzione. Sono istituiti assegni di studio
annuali da destinare al personale della formazione professionale e al
personale della scuola, che utilizzano un periodo di aspettativa detto
"anno sabbatico".
Gli strumenti per realizzare la legge/2: la valorizzazione
delle autonomie scolastiche
La valorizzazione delle autonomie scolastiche e dei soggetti della
formazione è strumento ed obiettivo centrale del progetto di legge. Per
questo la Regione si impegna a trasferire alle autonomie scolastiche
ogni competenza che a sua volta lo Stato le avrà trasferito in materia
curricolare e didattica. "Questa autonomia - spiega l'assessore
Bastico - che è garanzia di libertà di insegnamento, consente di
costruire percorsi formativi personalizzati e adeguati all'inserimento
nella vita sociale e nel mondo del lavoro, a livello locale, nazionale
ed europeo".
A sostegno delle autonomie vengono istituiti centri di servizi e di
consulenza (Csc) che possono essere gestiti da enti locali, e reti o
consorzi di scuole. I Csc possono avere natura plurisettoriale o
specialistica e offrono i propri servizi alle scuole, alla Regione, agli
enti locali e all'Amministrazione scolastica.
Autonomia dei soggetti non si configura, nel progetto di legge, come
isolamento o peggio competizione. Al contrario si sostengono accordi,
modalità concertative e gestioni attraverso reti di soggetti.
Gli strumenti per realizzare la legge/3:
Concertazione e partecipazione sociale
Il governo del sistema formativo si basa sulla
collaborazione istituzionale, sulla concertazione e sulla partecipazione
sociale. Per quanto riguarda la collaborazione istituzionale sono
previsti, a livello regionale e provinciale, organismi di confronto tra
Regione, autonomie scolastiche, enti locali, università e enti di
formazione professionale. La concertazione avviene in organismi
paritetici con le organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente
rappresentative. La partecipazione sociale verrà realizzata con
l'istituzione di consulte regionali - degli studenti e dei genitori -
e attraverso gruppi di lavoro per la valorizzazione delle competenze e
delle esperienze dei docenti nella definizione degli indirizzi di
programmazione regionale.
Il testo del progetto di legge sulla scuola