Relazione Pit Salute
2002-2003 sullo
stato della sanità in Italia
Pit Salute 2003:
''erosione carsica'' del servizio sanitario. In affanno le regioni del
sud
Segnala una “lenta
ma costante erosione carsica del Servizio sanitario pubblico” la settima
edizione del Pit Salute realizzato come ogni anno dal Tribunale per i
diritti del malato e presentato stamane nell’ambito dell’Assemblea
annuale della rete dell’organizzazione, in corso a Roma. La relazione
nasce dall’elaborazione delle segnalazioni e dalle richieste di
intervento dei cittadini italiani ( dal 30 settembre 2002 al 30 novembre
2003), captate dai servizi Pit sul territorio nazionale: in totale 21751
contatti nelle sedi in Italia
Il quadro che ne emerge porta il peso dall’aggravamento dei tagli alle
prestazioni già evidenziato nel 2002 e di un’ulteriore riduzione
dell’accesso alle prestazioni. Senza peraltro che vi sia stato un
miglioramento della qualità, segnala il rapporto. “Questa nuova
Relazione PiT Salute, la settima, viene pubblicata al termine di un anno
con poche idee, molte parole e un governo delle politiche sanitarie
pubbliche definitivamente demandato alle competenze di bilancio. – si
legge nel testo - Eppure avrebbe dovuto essere un anno importante, il
primo anno di applicazione effettiva dei Livelli essenziali di
assistenza e della verifica dell’avvio di un percorso per legare il
soddisfacimento dei bisogni di salute alle risorse disponibili
conferendo a questa operazione un valore strategico elevato,
collocandola, cioè, a pieno titolo, all’interno di una riflessione sullo
sistema di protezione sociale del paese, per di più in una fase
particolarmente delicata come quella che stiamo vivendo con la
transizione al federalismo”.
Cosi non è stato secondo i cittadini che concentrano il loro malcontento
intorno a quattro grandi questioni-chiave: il razionamento delle
prestazioni, le carenze del territorio, la burocrazia e gli errori dei
medici. Nel complesso il rapporto registra un ulteriore peggioramento.
Sono tornati i ticket, sui farmaci piuttosto che sulle prestazioni di
pronto soccorso, sulla diagnostica strumentale o sulla specialistica,
“all’insegna della più assoluta autoreferenzialità e del cosiddetto
federalismo” e restano lunghe le procedure per il riconoscimento di
invalidità o della indennità di accompagnamento. “Lunghi e
inaccettabili” i tempi di attesa per le principali prestazioni di
diagnostica strumentale: ecografia nel primo trimestre di gravidanza,
ecografie mammarie e mammografie al di fuori dei programmi di screening,
ecografie addominali, esami TAC o RMN. Su questo fronte Toscana, Emilia
Romagna, Veneto, Umbria, Marche e Trentino si confermano nel gruppo di
Regioni che possono vantare tempi di attesa “più ragionevoli” secondo lo
studio e “risultati più significativi nel contrasto al fenomeno”.
Positiva la situazione anche in Lombardia mentre ancora una volta le
regioni del centro-sud continuano a presentare la situazione più
critica. Aree di eccellenza si confermano ancora Trentino Alto Adige e
Friuli Venezia Giulia. Accomunano invece tutte le Regioni secondo Pit
Salute la poca trasparenza e mancanza di informazioni nei confronti dei
cittadini riguardo l’esistenza di tempi di attesa massimi per le
principali prestazioni e a possibilità di accedere a rimborsi se si è
stati costretti a pagare di tasca propria per prestazioni sostitutive di
quelle che il Servizio pubblico non è stato in grado di garantire.
Il fenomeno delle dimissioni forzate, già evidente nell’area oncologica
e delle patologie croniche, si estende a quella chirurgica; dato questo
che mostra secondo l’organizzazione quanto sia ormai indispensabile
attrezzare l’offerta di assistenza fuori dagli ospedali. Pesante la
riclassificazione di alcuni farmaci in classe C (ad esempio gli
antistaminici) per i cittadini che continuano a segnalare
l’impossibilità di ottenere dal Servizio sanitario pubblico i farmaci
per la prevenzione delle microfratture per chi soffre di osteoporosi, i
corticosteroidei per pazienti allergici e asmatici, l’adrenalina
autoiniettabile, che per alcuni pazienti è un vero e proprio salvavita,
alcuni farmaci per la terapia del morbo Parkinson, alcuni farmaci e
presidi di uso comune dei quali i malati cronici fanno un uso
particolarmente intenso. E difficoltà si registrano anche rispetto alle
prestazioni di riabilitazione che “continuano a rappresentare un buco
nero, difficili da ottenere in tempo utile a non creare altri danni e di
qualità non sempre adeguata”: Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Liguria,
Marche, Trentino e Lombardia le regioni più attrezzate.
Infine le segnalazione di errori dei medici che risultano concentrate in
quattro aree Specialistiche (chirurgia generale, ortopedia,
ostetrico-ginecologica e oncologica).
Sanità Italia (PiT03):
composizione del nucleo familiare degli over 65 per i quali siano
state segnalate al PiT dimissioni forzate, ingiustificate,
premature |
Condizione |
% |
Solo |
10,1 |
Con coniuge
invalido |
8,3 |
Con coniuge
autonomo ma non in grado di garantire assistenza |
18,0 |
Con coniuge
autonomo e in grado di garantire assistenza |
13,3 |
Vive con un
figlio |
29,9 |
Vive con altri
parenti |
9,5 |
Vive con
personale che garantisce assistenza a pagamento |
7,8 |
Altro |
3,1 |
Totale |
100,0 |
Fonte:
Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva "Relazione PiT
Salute 2002/2003"
Sanità Italia (PiT03): contatti
con il PiT riguardanti l'accesso al servizio - Anni 1999/ 2003
|
Oggetti |
2003 |
2002 |
2001 |
2000 |
1999 |
difficoltà
nella fruizione dei serv. |
24,3% |
23,6% |
23,0% |
23,4% |
22,5% |
Ostacoli nell'acquisi.
dei farmaci |
5,5% |
5,2% |
2,6% |
2,5% |
5,4% |
Problemi nell'appl.
dei DRG |
7,8% |
7,5% |
5,8% |
6,9% |
5,5% |
Totale |
37,6% |
36,3% |
31,4% |
32,,8% |
33,5% |
|
|
|
|
|
|
Contatti con il PiT riguardanti
l'accesso al servizio per Regione |
Regione |
% |
Calabria |
38,8% |
Sicilia |
38,1% |
Sardegna |
37,9% |
Campania |
37,8% |
Puglia |
37,8% |
Lazio |
37,8% |
Basilicata |
36,9% |
Abruzzo |
36,9% |
Molise |
35,9% |
Marche |
35,7% |
Piemonte |
35,7% |
Liguria |
34,9% |
Lombardia |
34,7% |
Umbria |
32,5% |
Veneto |
30,5% |
Emilia Romagna |
29,2% |
Trentino Alto
Adige |
27,3% |
Toscana |
27,1% |
Friuli V.
Giulia |
26,5% |
Fonte:
Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva "Relazione PiT
Salute 2002/2003"
Pit Salute 2003: la situazione regionale
La
restrizioni dei budget e la penuria di risorse mettono a dura prova un
po’ tutte le Regioni italiane, tuttavia il rapporto delinea l’immagine
di un paese spaccato in macro aree con diverso grado di sviluppo e
diversa capacità di risposta ai bisogni dei cittadini.
In
affanno ancora una volta le regioni del sud, sempre più chiamate a
scegliere se vendere i propri beni, a cominciare dagli ospedali, o
selezionare e ridurre le prestazioni: Puglia, Sicilia, Campania e
Calabria, in particolare, pur con talune differenze, mostrano situazioni
di complessità e la problematicità. Ma anche nel gruppo di regioni che
fa registrare i risultati migliori, si possono evidenziare differenze
certamente non irrilevanti.
Aree di eccellenza si confermano Trentino Alto Adige e Friuli Venezia
Giulia; seguono Toscana, Emilia Romagna e Veneto, i piuttosto vicine tra
loro e di ottimo livello, anche se distanti dal gruppo delle regioni di
testa. Infine un terzo gruppo costituito da Umbria, Lombardia, Liguria,
Piemonte e Marche che fanno registrare un buon risultato, ma lasciano
intravedere aree di criticità e problematicità, tanto in termini di
accesso che di adeguatezza, che secondo lo studio non possono essere
sottovalutate. Ciò vale in particolare per il Piemonte, che prosegue,
nonostante la presenza di evidenti aree di eccellenza, a non tenere il
passo con il suo passato di buona sanità recente, e per il quale si
registra una tendenza all’incremento delle segnalazioni.
''Dodici mesi di
scarsa se non nulla attenzione ai bisogni dei cittadini''
Una disattenzione
che si concretizza in cifre allarmanti: più di 60 giorni per una
ecografia addominale o una mammografia, impossibile ottenere un
ecocolordoppler in meno di 60 giorni nel 38% dei casi e possono esserne
necessari più di cinque - con punte fino a sei mesi - in 1/4 dei casi
segnalati. Le dimissione forzate sono passate dal 3,5% del ’99 ai 5,6
punti percentuali di oggi.
Tra gli interventi che il Tribunale del Malato segnala come prioritari
la necessità di riformulare le norme che regolamentano l’esercizio della
libera professione intramuraria per i medici, abbattendo “rigidità
inutili e controproducenti, come per esempio la irreversibilità della
scelta in favore della esclusività di rapporto”, ma conservando il
divieto di rivestire ruoli di massima responsabilità nella direzione
delle strutture per quei professionisti che non scelgano l’esclusività
di rapporto. Entrano nell’elenco delle “cose da fare” individuare limiti
precisi alla pratica delle dimissioni forzate, vigilare sui decreti
attuativi della nuova Agenzia per il farmaco, di prossima istituzione,
rifinanziare i capitoli di spesa per la realizzazione di nuove strutture
di tipo hospice, nuove unità di radioterapia e di almeno una unità
spinale per regione, rendere obbligatoria ai fini dell’accreditamento la
introduzione di sistemi di registrazione degli errori nella pratica
medica ed assistenziale e di prevenzione del rischio ed introdurre,
anche nel nostro paese, un fondo per il risarcimento di quanti abbiano
subito un danno in seguito ad un trattamento medico o chirurgico e
ripensare le procedure per il riconoscimento di invalidità.
Rimane cruciale la questione dei finanziamenti per il servizio sanitario
nazionale. “Servono più risorse per finanziare il sistema nel suo
complesso, - spiegano gli osservatori - soprattutto con riferimento ai
nuovi bisogni, per esempio la tutela dalla perdita dell’autosufficienza.
Ed è necessario, inoltre, procedere al rifinanziamento, o meglio al
finanziamento effettivo, di alcuni fondi speciali, per esempio quello ex
art. 20, che in questo momento, come ha rilevato di recente anche la
Corte dei Conti, sono utilizzati impropriamente per la gestione
ordinaria. Si tratta di una questione ormai improcrastinabile, che non
può ammettere ulteriori rinvii”. Ma secondo il rapporto l’approccio alla
questione sanitaria non può essere circoscritto al problema economico.
“Il dibattito attuale sconta, soprattutto nel nostro paese, una
attenzione eccessiva nei confronti degli aspetti di carattere
economico-finanziario, che ha finito per relegare in secondo piano il
sistema delle tutele e dei diritti. – si legge nel testo - La stessa
fissazione dei livelli essenziali di assistenza è stata impostata e
gestita come una operazione per la riduzione delle prestazioni garantite
dal servizio pubblico, piuttosto che come una occasione per interrogarsi
su quali prestazioni debbano essere garantite a tutti, su tutto il
territorio nazionale”.
Contatti con PiT riguardanti
dimissioni forzate, ingiustificate premature - Anni 1999/2003 Val.
% |
1999 |
3,5% |
2000 |
3,2% |
2001 |
2,6% |
2002 |
5,3% |
2003 |
5,6% |
|
|
Suddivisione per area di
riferimento delle richieste di intervento giunte al PiT per
dimissioni forzate, ingiustificate, premature - Anno 2003 |
Area |
2003 |
Patologie
croniche |
27,3% |
Oncologia |
23,1% |
Ortopedia |
18,1% |
Medicina
generale |
|
Chirurgia
generale |
8,9% |
Psichiatria |
7,3% |
Altro |
2,3% |
Fonte:
Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva "Relazione PiT
Salute 2002/2003"
Sanità Italia (PiT03): dimissioni
forzate, ingiustificate, premature per l'area delle patologie
croniche
Per Regioni - Anno
2003 |
Regione |
% |
Lazio |
10,1 |
Sardegna |
9,7 |
Campania |
9,5 |
Sicilia |
8,9 |
Puglia |
8,8 |
Calabria |
8,3 |
Basilicata |
8,0 |
Abruzzo |
7,9 |
Marche |
7,7 |
Piemonte |
6,3 |
Molise |
5,9 |
Lombardia |
5,5 |
Umbria |
4,7 |
Liguria |
4,5 |
Trentino Alto
Adige |
3,1 |
Emilia Romagna |
3,0 |
Friuli Venezia
Giulia |
2,8 |
Toscana |
2,7 |
Veneto |
2,2 |
Fonte:
Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva "Relazione PiT
Salute 2002/2003"
''Siamo in
presenza di una vera e propria questione meridionale in sanità''
"Il Servizio
sanitario pubblico compie quest’anno venticinque anni, vorremmo essere
certi di poterci contare anche per i prossimi venticinque. Ma le
informazioni e le segnalazioni che raccogliamo da tutto il territorio
non sono, a tal proposito, incoraggianti”. “Le risorse finanziarie
inadeguate, la necessità di rispettare il patto di stabilità,
l’inadeguatezza della rete territoriale – continua Inglese - rischiano
di mettere seriamente in discussione uno dei pezzi più importanti del
nostro sistema di protezione sociale. Il ritardo strutturale delle
regioni meridionali, insieme al sottofinanziamento e alle necessità
imposte dal rispetto del patto di stabilità stanno mettendo in grande
difficoltà le regioni del centro-sud, tanto che in questo momento
possiamo dire di essere in presenza di una vera e propria questione
meridionale in sanità. Si tratta di decine di milioni di persone e del
loro diritto a ricevere un’assistenza sanitaria della stessa qualità e
negli stessi tempi di chi risiede nel Nord del paese”, ha aggiunto
Inglese commentando i dati.
“La lenta ma
costante erosione della capacità di risposta del Servizio sanitario
pubblico, la crescita della spesa sanitaria privata per prestazioni che
dovrebbero essere garantite, testimoniano – ha concluso Stefano Inglese
- della esistenza di aree di sofferenza evidente che rischiano di
mettere in discussione il rapporto di fiducia dei cittadini nei
confronti dello stesso servizio sanitario, essenziale per la sua tenuta.
Non si può consentire che ciò accada come se nulla, in realtà, stia
avvenendo e, soprattutto, senza parlarne in maniera chiara e trasparente
al Paese”.
PIT Salute 2003 |