Preceduta da una manifestazione di
disobbedienza civile, consistita nella vendita - al prezzo di 9,90 euro
complessivi, pari al corrispettivo del diritto d'autore -, di un cd coi
testi elettronici dei libri finalisti al Premio Strega, si è svolta il 9
giugno scorso a Roma la conferenza sull'accessibilità dei libri
elettronici ai minorati visivi, organizzata da Paolo Pietrosanti, Carlo
Loiodice e Francesco Tranfaglia, con l'appoggio del Partito Radicale.
Vi hanno partecipato circa 60 persone; ma il numero non elevato dei
partecipanti e la promozione dei Radicali non debbono lasciar pensare ad
un'iniziativa per soli ciechi. Al contrario, i partecipanti erano di
diverse aree politiche e culturali ed i problemi affrontati, anche on
line su "listavista.it", pur incentrandosi sul diritto dei ciechi e
degli ipovedenti a poter accedere alla lettura dei libri, travalica tale
aspetto, investendo i temi della libertà di conoscere e le regole del
mercato.
Attualmente i ciechi, per leggere direttamente da soli un libro, debbono
scannerizzarlo, con una notevole fatica, e poi ascoltarlo su un computer
tramite un programma di sintesi vocale. La proposta degli organizzatori
e di quanti la condividono, me compreso, è che il libro è un bene che va
acquistato sul mercato al prezzo giusto, che per i ciechi è solo quello
del diritto di autore, bastando il formato elettronico, invece del
supporto cartaceo.
I problemi applicativi dell'interessante proposta sono tanti e vanno
dagli aspetti tecnici a quelli giuridici. Sotto un profilo tecnico non
basta disporre del formato elettronico originario del testo, per potervi
accedere facilmente, specie quando vi sono immagini, tabelle etc. Sotto
quello giuridico occorre modificare l'attuale normativa del diritto di
autore, anche a livello internazionale.
Comunque, la manifestazione comincia a dare i suoi frutti. Il Governo
sarebbe disposto a fornire le scuole dei libri di testo per gli alunni
minorati della vista, ormai integrati nelle scuole comuni al pari di
tutti i compagni. E' stato proposto che una copia informatica di tutti i
libri venga inviata alla Biblioteca nazionale, come avviene per i libri
cartacei.
Altra copia dovrebbe essere inviata dalle case editrici alla Biblioteca
nazionale per ciechi di Monza, che, coi notevoli finanziamenti ricevuti
dallo Stato, può approntare un servizio di adattamento dei testi.
A chi obiettasse che c'è il rischio che spregiudicati utilizzino i testi
elettronici per i ciechi, per duplicarli in cartaceo, ledendo il diritto
degli editori, ritengo si possa rispondere che basterebbe nascondere nel
testo elettronico utilizzato da ciascun minorato visivo un file di
riconoscimento personalizzato, che ricondurrebbe immediatamente
all'autore della violazione.
Finalmente si tratta di una manifestazione concernente le persone con
disabilità che non riguarda richieste di soldi o di agevolazioni e
privilegi, ma una rivendicazione di diritti, senza violare le leggi del
mercato e le pari opportunità di tutti. A me pare la più genuina
celebrazione dell'Anno europeo delle persone con disabilità.