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Precisazioni Ho ricevuto critiche per il mio articolo sulla recente sentenza del TAR Campania che ha compensato le spese per un ricorso, parzialmente accolto aumentando le ore di sostegno, ma rigettando la richiesta di 30 ore di sostegno settimanali e l’efficacia della stessa per tutti gli anni successivi. L’accusa è di essere stato io non corretto sotto il profilo giuridico e paternalista verso i genitori che addirittura terrorizzerei sconsigliandoli a non presentare ricorsi. Sotto il profilo giuridico debbo precisare che a tutti noi avvocati è noto il principio di procedura secondo cui “le spese seguono la soccombenza”. Pertanto chi perde paga le spese di causa. Nel caso di specie il TAR ha accolto solo parzialmente il ricorso e lo ha rigettato per altri aspetti; ha quindi compensato le spese fra i genitori e l’Amministrazione, spese che sarebbero invece state tutte a carico dell’Amministrazione se i genitori si fossero limitati a chiedere solo un congruo aumento di ore e non un numero spropositato, superiore al massimo di una cattedra di sostegno, oltre che altre cose che si potevano chiedere anche successivamente. Il mio consiglio era ed è quindi di fare richieste plausibili non solo per ottenere giustizia immediata, ma anche per recuperare le alte spese che un ricorso comporta. Il criterio della compensazione delle spese è pratica costante della nostra Giurisprudenza anche in presenza di controversie di rilevante novità e quindi aver messo in guardia i genitori non mi pare che sia terroristico, ma anzi un consiglio saggio e prudente.
Salvatore Nocera |
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