Presa in carico della persona con
disabilità
I contenuti della proposta di legge elaborata dalla
Fish
Questo pomeriggio l’Anffas
organizza una giornata dedicata alla presentazione della proposta di
legge sulla presa in carico, elaborata dalla Fish e a cui l’Anffas ha
lavorato. Si tratta di una iniziativa fortemente voluta dalle
associazioni, per dare un contributo all’Anno Europeo delle Persone con
Disabilità, e, viene espressamente ribadito, per “stanare sul concreto
il Governo, cui compete il compito di rispettare gli impegni assunti
durante la II Conferenza Nazionale sull’Handicap”. Partecipano e
sostengono la legge entrambe le più importanti associazioni di secondo
livello del Terzo Settore, Forum e Summit Solidarietà. La stessa Anfaas
è socia del Summit, assieme ad Aias e Uildm che hanno pure partecipato
ai lavori di stesura della proposta.
Molte le personalità presenti al convegno (intitolato “La presa in
carico della persona con disabilità”), tra cui Vittorio Barbieri
(presidente nazionale Fish), Roberto Speziale (presidente nazionale
Anffas), Edo Patriarca (portavoce del Forum Terzo Settore), Matilde
Leonardi (Icf), il sottosegretario al Ministero della Salute Antonio
Guidi, il coordinatore degli assessori regionali alle Politiche sociali,
Antonio De Poli. Per l'opposizione, presenti le on. Livia Turco e Rosy
Bindi.
Ma cosa prevede la proposta di legge che Fish ed Anffas vanno a
presentare? Ecco, nel merito, le proposte delle associazioni.
Innanzitutto indicare, tra i compiti della Repubblica, l’obbligo di
predisporre, realizzare e verificare il “Progetto Globale Individuale
di Presa in Carico”. Quindi, in sostituzione dell’obiettivo di
accertare le condizioni di salute della persona al fine di certificarne
il grado di invalidità, si propone l’obiettivo della conoscenza delle
sue capacità funzionali, del livello delle sue restrizioni personali e
sociali e delle sue condizioni socio-economiche, “finalizzando tali
valutazioni alla descrizione dei bisogni e degli interventi necessari al
raggiungimento delle condizioni di maggiore autonomia e autosufficienza
possibile, nonché per la definizione delle azioni positive che devono
essere attivate per rimuovere le condizioni di non inclusione sociale”.
Ancora: in sostituzione delle procedure e dei criteri oggi in vigore,
calibrati, prevalentemente, per quantificare e certificare il danno
biologico e sociale, si propongono i criteri adottati dall’OMS (ICF)
rispettosi della complessità delle condizioni di salute e delle
relazioni sociali della persona; poi, in sostituzione della Commissione
di Accertamento dell’Invalidità prevista dalla Legge 295/90, si propone
il superamento del concetto stesso di commissione e di visita di
accertamento, sostituendo gli attuali apparati con una stabile Unità
Multidisciplinare di Valutazione, d’ora in poi UMV, che si configuri
come unità semplice a cui siano conferiti i compiti di valutazione dello
stato di salute e di definizione dei bisogni, in seguito ai quali fare
seguire la redazione del Progetto Globale Individuale nonché il compito
di procedere alle azioni di verifica e valutazioni di efficacia. “La
composizione delle UMV che noi proponiamo – affermano gli estensori
della proposta -tiene conto della complessità prima ricordata, mantiene
il ruolo del Medico Legale anche ai fini della concessione delle forme
di assistenza economica e di accesso alle altre forme di aiuto e
sostegno (p.e. previdenza), prevede la presenza dell’assistente sociale
del servizio sociale professionale del Comune di residenza (o perlomeno
del territorio di riferimento) e le figure specialistiche sia in ordine
agli aspetti riabilitativi sia in ordine agli aspetti psicologici ed
educativi”.
La proposta di legge prevede poi che l’attuazione del progetto globale
deve avvenire attraverso l’attivazione di progetti specifici (già
definiti dalle norme esistenti: trattamenti riabilitativi, integrazione
scolastica,inserimento lavorativo, integrazione sociale); che il Comune
di residenza della persona con disabilità deve nominare il Responsabile
del Progetto Globale, a cui la persona e chi lo rappresenta si possa
rivolgere per ottenere le risposte e gli interventi di verifica e di
sollecitazione per vedere rispettato il proprio diritto agli interventi
di cura e sostegno. “Il Responsabile è quindi responsabile delle azioni
di verifica e coordinamento del Progetto Globale – si precisa - così
come è responsabile della tenuta del Dossier Unico che deve raccogliere
e mantenere un aggiornato e completo “diario” di tutto ciò che attiene
al lo svolgimento del Progetto Globale Individuale”.
Infine, per consentire un adeguato monitoraggio dell’attività delle UMV
e, più in generale, dell’andamento delle politiche sociosanitarie
condotte a livello di Azienda Sanitaria Locale, si propone la
costituzione di Comitati Consultivi a cui partecipino le Associazioni
delle Persone con disabilità, e a cui l’ASL si debba obbligatoriamente
rapportare in occasione della definizione dei programmi sociosanitari.
Quindi, la proposta individua la necessità di provvedere alla
definizione di criteri e modalità per collegare al nuovo sistema di
valutazione - oggetto della proposta di legge – il sistema
dell’assistenza economica previsto dalla Legge 328/00.
Faini (Anffas): ''L'attuale sistema di
valutazione non va. La nostra proposta valorizza le abilità e chiude con
le sperequazioni''
Alla redazione della
proposta della Fish, presentata oggi a Roma, ha contribuito fattivamente
Marco Faini, referente tecnico-giuridico dell’Anffas nazionale. Proprio
a Faini abbiano chiesto i presupposti tecnico-politici che hanno portato
alla stesura della proposta, nonché gli sviluppi possibili.
“A mio avviso si tratta della proposta in assoluto più importante.
Una proposta strategica, che le persone con disabilità attendono da
tempo. Da sempre le associazioni ritengono l’attuale meccanismo di
accertamento dell’invalidità civile inadeguato e ingiusto. Inadeguato,
perché la valutazione che le commissioni di accertamento fanno oggi
sulle condizioni di salute della persona non è finalizzata alla
redazione di un progetto di intervento ma è finalizzata a dire ‘tu sei
invalido al 30%, al 50 o al 60%’, ecc... E’ un po’ una certificazione di
tipo burocratico-amministrativo, che poi dà accesso a una serie di
servizi. Però non è quello di cui ha bisogno la persona con disabilità e
la sua famiglia. Poi l’attuale meccanismo è ingiusto perché ci sono
sperequazioni: oggi un disabile intellettivo e relazionale percepisce
un’indennità di accompagnamento inferiore a quella di una persona con
disabilità magari di ordine sensoriale (non vedente o non udente). Non
si comprende la diversità. Ma attenzione: non si tratta di categorie
diverse ma di persone con ‘bisogni’ diversi, che hanno il diritto di
essere valutati personalmente, ciascuno in relazione alla propria
abilità e non in base a ciò che manca. Soprattutto il processo di
valutazione dei bisogni tuttora vigente non mette in atto quei bisogni
che la società e le istituzioni preposte devono attivare per eliminare
le condizioni di esclusione sociale”.
Voi,
dunque, proponete il passaggio da una visione ingessata e negativa ad
una visione positiva e propulsiva...
“Esatto
– continua Faini – spostando l’attenzione ancor più che sui diritti
civili e sociali, sui diritti umani. Infatti, se io sono una persona con
disabilità, è scritto dappertutto che non devo essere oggetto di
discriminazione e di esclusione. Da qui si capisce perché la giornata di
oggi è simbolicamente centrale”.
C’è stato
confronto con il Governo su questi temi?
“Diciamo che tutto
il gioco parte oggi. La proposta non è una sorpresa: questi temi sono da
sempre all’attenzione delle associazioni e, dunque, anche della
politica. Durante la cerimonia di apertura dell’Anno europeo delle
persone con disabilità e nel corso della Conferenza di Bari, nonché nel
corso della seconda assemblea sull’Handicap, il Governo ha speso molte
dichiarazioni. Ora è il tempo di passare dalle parole ai fatti. Non a
caso all’incontro di oggi sono presenti esponenti di governo, ma anche
dell’opposizione. E questo perché in primissima battuta il desiderio,
essendo temi assolutamente trasversali, è che essi vengano accolti da
tutti e che Governo e Parlamento vadano a toccare insieme situazioni
consolidate da decenni. Sarebbe bello se maggioranza e minoranza
trovassero un accordo. E aspettiamo di sentire dal Governo se ha
intenzione di accogliere la nostra proposta. Almeno nei suoi aspetti
basilari e fondanti. Poi sui punti e sulle virgole ci si potrà
confrontare”. |