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Prisma

a cura di Elena Duccillo

 

Non tutte le cose hanno una logica o forse alcune ne hanno davvero troppa.

Decisioni importanti e delicate che saranno determinanti per l’anno scolastico in vista vengono discusse, contrattate o semplicemente applicate in questi giorni, giorni di grande lavoro per gli uffici scolastici regionali e per le scuole, giorni di vacanze per le famiglie.

Le famiglie vigilano molto più che in passato sul rispetto delle norme che tutelano i diritti dei propri figli, si lasciano guidare da associazioni e federazioni, mettono nero su bianco le loro richieste, si informano ed esigono ciò che gli spetta.

In questa manciata di giorni decisivi poche di loro seguiranno le sorti delle classi che accoglieranno i loro figli, quasi nessuno sarà informato tempestivamente sull’esito delle richieste di deroga presentate qualche mese fa, ancora meno sapranno notizie sull’assetto dell’assistenza che verrà fornita dall’ente locale o dalla scuola.

Alle ferie seguiranno però le amare sorprese quando i giochi saranno già fatti.

Solo allora verranno consigliati all’occasione di fare pressione sull’una o sull’altra istituzione perché le insistenze dei genitori alle volte ottengono più delle richieste formali.

Ma quando cambieranno le cose?

Chi mai darà la possibilità di pianificare e scegliere in tempi opportuni quando tutte e dico tutte le componenti potranno vedere chiaro l’iter delle scelte e non costringere le famiglie a produrre a ciclo continuo lettere cautelative o di protesta o di richiesta?

La scuola corre oltretutto un rischio non trascurabile quello di essere considerata dalla famiglia un nemico da combattere, il contrario dà gli stessi effetti: alcuni genitori divengono continua fonte di problematiche per la scuola.

Non tutti i dirigenti scolastici vedono di buon grado la partecipazione democratica dei genitori nella vita della scuola, non tutti le famiglie si rivolgono alla scuola con intenzioni di ingerenza.

Nel caso poi di un alunno in situazione di handicap c’è un aspetto che sovrasta gli altri: tu ( per dire chiunque è coinvolto davvero ) sai che hai in mano una carta sola da giocare per dare il massimo al tuo bambino.

Come potresti giocarla a caso?

Come potresti darla via senza opporre resistenza?

Come potresti rimetterla nel mazzo e rischiare di averne un’altra in mano?

E’ una partita da vincere.

Ma allora a un genitore bisogna comunicare che non deve mollare la presa nemmeno durante le vacanze estive?


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