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Prisma

a cura di Elena Duccillo

Prisma Meeting

 

Vorrei condividere con il lettore la mia esperienza di questi tre giorni di  Meeting Regionale dell'Anno Europeo delle Persone con Disabilità di Montegrotto ed Abano Terme. Ho ascoltato  molto e parlato poco nel week end al contrario di quello che sono abituata a fare disolito, ho preso appunti alla rinfusa per non dimenticare le cose più importanti, ho incontrato qualche persona che conoscevo e un mucchio di gente mai vista.
Una la cosa che accomunava tutti: la  voglia di uscire da questo meeting trasformando le parole in fatti.

Dice il famoso proverbio latino le parole volano via,gli scritti rimangono.

Già in chiusura della prima giornata lo scritto che rimane era sotto gli occhi di tutti: un documento di proposte e di richieste delle regioni in materia di disabilità  redatto dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome.

Che ne sarà delle parole che volano?

Di parole ne sono volate veramente tante e non solo negli interventi in sessione plenaria, tra gli stand  e negli ambienti attigui alla sala conferenze c'era un parlare molto fitto tra i convenuti: in tutti l'aspirazione di vedere realizzato almeno un obiettivo.
"Un obiettivo è un sogno che ha una scadenza" ho letto da qualche parte: nel
tirare le somme questa è la  precisazione soprattutto di coloro che vivono l'urgenza di una svolta nelle politiche per i disabili.

Si trasformeranno tutte le parole in fatti?

La risposta ve la offro così come l'ho pensata nella mia ingenuità.

Le parole al meeting sono volate esattamente come i numerosi palloncini che
"veneto sociale" il portale della Regione Veneto per le Politiche sociali ha offerto ai bambini presenti. Il soffitto bianco del pala-tenda e degli stand avevano delle note di colore: i palloncini sfuggiti dalle mani dei bambini. Paolo, mio figlio, al suo quarto palloncino aveva anche lui un obiettivo per questo meeting: non lasciarsi volare l'ennesimo palloncino.
Da solo non era riuscito.

La signorina dello stand, che si è preoccupata di aiutare Paolo a raggiungere il suo obiettivo gli ha preparato un palloncino con un filo talmente lungo da risolvere brillantemente il problema del recupero quando il palloncino volava sul soffitto.

"Verba volant": ci sarà pure un'espediente, un nastrino lungo abbastanza per recuperare quelle cose che dette  rischiamo di non realizzarsi nei fatti.

Quel nastrino per me e per quanto ho appreso sono le risorse, tutte le risorse, non solo quelle finanziarie.

E di risorse la Regione Veneto sembra averne davvero a cominciare dall' assessore regionale alle Politiche Sociali, Volontariato e Non profit Antonio De Poli al quale va il mio personale ringraziamento per tutto quanto ho vissuto in questi tre giorni. E' lui e le organizzazioni del terzo settore nonché tutti coloro che a vario titolo si sono occupati della
riuscita di questa iniziativa  la  risorsa dalla quale verranno anche i risultati a lungo termine delle tre giornate dedicate alla non discriminazione e al diritto di cittadinanza delle persone con disabilità.

Il nastrino ha un nome: "DIPENDE".  Infatti prendendo spunto dalla campagna promossa dalla regione che voi tutti conoscerete  si è tornati spesso a ripetere  questa parola utilizzandola nei suoi diversi significati ma sempre a ribadire  che siamo chiamati in prima persona  in questo rapporto di causa-effetto quando si parla di promuovere i diritti delle PERSONE con disabiltà.

Auguriamoci che il nastrino "dipende" sia lungo abbastanza da poter recuperare anche tutte le parole spese in questi giorni.

Recuperarle non può prescindere dall’eco della stampa e dalla pressione sull’opinione pubblica.

L’ultima tavola rotonda sfruttava così il termine: “Disabili? DIPENDE dall’informazione”.

Di tutti coloro che hanno fatto informazione sull'evento di Abano in questi giorni nessuno ha dimenticato di dare risonanza alla testimonianza del calciatore Centofanti tra i numerosissimi interventi di tre giorni di Meeting sulla non discriminazione e il diritto di cittadinanza delle persone con disabilità.  Di Centofanti mai sentito parlare, non so quasi nulla di calcio. Intorno a me le chiacchiere tra i convenuti mi davano opportunità di carpire in tempo utile informazioni sul personaggio di turno: di lui si vociferava che era stato tra le altre cose un calciatore dell'Inter ma nessuno si aspettava le parole che di lì a poco avrebbe rivolto all'assemblea. Il suo intervento, insieme alla partecipazione di domenica dei ragazzi dell'associazione Down di Padova, sono le due cose che mi sono costate di più emotivamente parlando di tutta l'esperienza vissuta in tre giorni.

Non si è mai abbastanza distaccati quando si condivide la medesima esperienza. "La bolletta del telefono- dice parlando - era il mio problema" riferendosi alla sua vita fino ad un anno fa.  Il secondo esempio poi lo hanno citato i giornali ( la ricerca di una bella donna ) ponendo l'accento sull'espressione colorita usata da Felice per sottolineare che nella vita  gli eventi cambiano la scala dei valori come nel suo caso. Mentre proseguiva nel racconto e con voce calma spiegava il perché della sua presenza ( è papà di una bimba cerebrolesa) ho ripensato ai miei vissuti, non potevo farne a meno. Diverse volte in questi anni sono stata coinvolta in seminari, convegni, manifestazioni ( sia pure a livello locale) a dare la mia testimonianza di genitore. E' una cosa che spesso gli organizzatori utilizzano per colpire l'assemblea. L'ho fatto sempre di buon grado, anche se costa, riapre delle ferite,  ma per un solo motivo. Io credo che c'è urgenza di fare cultura e non condivido il punto di vista espresso da Davide Cervellin quando dice che tutte le cose che si sono dette a Montegrotto si sapevano già e non c'era bisogno di fare un meeting. Bisogna che si parli, si faccia informazione. In un paese di cui si tasta il polso della cultura dal numero vertiginoso di copie vendute in due settimane del libro di barzellette su un giocatore di calcio molto noto, c'è bisogno, c'è estremo bisogno che un giocatore sacrifichi la sua privacy non per guadagni da gossip ma per dare in pasto all'opinione pubblica una notizia che avrebbe fatto volentieri a meno nella sua vita di confessare. Non ci sarà ristampa dei giornali che hanno raccontato i particolari della sua storia, non sono andati a ruba come le copie delle barzellette. Due giocatori, due storie... devo dire  anche due culture?


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