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Lì, 25 agosto 2002

   - Alla nuova amministrazione Comune di Jesi

     E p.c.  - Ai Comuni dell’Ambito Territoriale

                                                                                     - Al Commissario Straordinario Asl 5

Di seguito formuliamo alcune proposte e richieste, riguardanti interventi e servizi per cittadini in difficoltà.

Si ringrazia per l’attenzione e si inviano cordiali saluti.

Per Gruppo Solidarietà
Fabio Ragaini


 

Proposte e richieste alla nuova amministrazione

La seguente piattaforma riprende ed amplia alcuni punti già sottoposti  ai candidati sindaci in occasione delle elezioni dello scorso maggio. Ha come riferimento i bisogni e le esigenze dei cittadini più in difficoltà così come emergono dal lavoro ventennale dell’associazione.

Con l’avvio del Piano sociale regionale, la nuova amministrazione inizia, di fatto il proprio lavoro, avendo come riferimento -  per quanto riguarda gli interventi di assistenza sociale - non solo il territorio del proprio comune ma quello dell’intero ambito nella sua qualità di Comune capofila. In attesa delle indicazioni regionali riteniamo necessario che si preveda l’avvio a livello di ambito di gestioni associate dei servizi (in analogia con quanto avviene con i servizi domiciliari e diurni per l’handicap), definendo lo strumento gestionale più appropriato. Ci auguriamo pertanto - in questo confidiamo che la regione Marche offra chiarezza di indicazioni - che l’ambito territoriale possa diventare il luogo di effettivo governo di tutti i servizi a titolarità comunale secondo la logica: un territorio , un governo.

Per quanto invece attiene ad altri settori (lavoro, casa, trasporti, tempo libero, sport, ..) si chiede di operare scelte che permettano anche alle persone più in difficoltà di fruire dei servizi rivolti a tutti i cittadini. Ciò determinerebbe sicuramente un minor ricorso agli interventi di assistenza sociale. In particolare chiediamo che ogni intervento dell’amministrazione promuova percorsi di integrazione e non di separazione. Ciò, naturalmente, riguarda tutti i settori della vita sociale: dalla scuola al lavoro, dal tempo libero ai trasporti, ecc.. . Per quanto poi riguarda gli interventi sociali si chiede di dare priorità a tutti gli interventi di sostegno alla domiciliarità al fine di ritardare e contenere il ricorso alla istituzionalizzazione. Quando questa non può evitarsi la scelta è quella di piccole comunità residenziali inserite nei normali contesti abitativi.

La programmazione dei servizi. Ribadiamo la necessità che per singoli ambiti di intervento ci si doti di personale con compiti di programmazione. Riteniamo inoltre indifferibile la definizione di accordi con la ASL 5 in tutti gli interventi e servizi nei quali interagiscono figure professionali della ASL (handicap, minori, anziani, ….). Ricordiamo la particolare situazione del nostro territorio nel quale alla titolarità degli interventi sociali da parte dei Comuni corrisponde una pressoché totale assenza di figure sociali. Tutto ciò in assenza di accordi interistituzionali.

Per tutti i servizi socio assistenziali e socio sanitari chiediamo che vengano approvati Regolamenti di funzionamento. Con chiarezza per ogni singolo servizio dovranno essere definiti i criteri di accesso, le modalità di ammissione ed eventualmente di dimissione, le attività svolte, tempi di apertura, la partecipazione degli utenti  e dei loro familiari, i criteri per l’eventuale partecipazione al costo, la definizione delle procedure per poter effettuare reclami, la predisposizione di liste di attesa ed ogni altra informazione sul funzionamento degli stessi. Adozione della Carta dei servizi sociali per tutti i servizi erogati. Tali criteri e definizioni dovranno valere a livello di ambito territoriale (assistenza domiciliare, assistenza economica, ecc…). Attivazione di un effettivo servizio di segretariato sociale (prestazione rientrante tra quelle essenziali, art. 22 legge 328).

Si chiede inoltre:

- di dare attuazione alle indicazioni contenute all’art. 2, comma 3 della legge 328/2000 nel quale si stabilisce che i soggetti in condizioni di povertà o con limitato reddito o con incapacità totale o parziale di provvedere alle proprie esigenze per inabilità di ordine fisico e psichico, con difficoltà di inserimento nella vita sociale attiva e nel mercato del lavoro, nonché i soggetti sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria che rendono necessari interventi assistenziali, accedono prioritariamente ai servizi e alle prestazioni erogati dal sistema integrato di interventi e servizi sociali.

- di voler dare attuazione alle indicazioni dell’art. 1, comma 6 in merito alla partecipazione, delle associazioni sociali e di tutela degli utenti nella programmazione degli interventi e servizi sociali, all’interno dello strumento del Piano di Zona.

-  il rispetto dei contenuti del d. lgs 130/2000 riguardo agli utenti (persone con handicap permanente grave di cui all’articolo 3 della legge 104/1992, nonché a soggetti ultrasessantacinquenni la cui non autosufficienza fisica o psichica sia stata accertata dalle Aziende Unità Sanitarie) per i quali si prevede la partecipazione al costo dei servizi sul solo reddito del richiedente, come recepito parzialmente dalla delibera comunale n. 10 del 18.1.2002. Ribadiamo la richiesta di impegno perché i contenuti del decreto legislativo 130/2000 nella parte sopra riportata sia applicata per tutto l’Ambito territoriale.

Per tutti i soggetti adulti e anziani malati non autosufficienti si chiede un preciso impegno nei confronti sia dell’Azienda sanitaria che della regione a garanzia del diritto alla tutela della salute, cessando l’improprio trasferimento di competenze dalla sanità all’assistenza. In particolare dopo l’emanazione del DPCM 29.11.2001, sui Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria riguardanti le prestazioni sociosanitarie si chiede una forte presa di posizione perché la Regione Marche avvii, in fase di applicazione, un processo di negoziazione con gli enti locali sui quali potranno ricadere pesanti oneri sanitari. Si chiede altresì una forte sollecitazione alla Regione perché metta fine ad una situazione di permanente illegittimità consentendo il ricovero presso strutture assistenziali (autorizzate solo per l’accoglienza di soggetti autosufficienti) anche di soggetti malati e non autosufficienti.

Per quanto riguarda specifici interventi si propone quanto segue.

Handicap. Ferma restando la prospettiva che ogni servizio ed intervento debba avere come riferimento la massima integrazione sociale e che - come già detto - occorre potenziare una politica sociale (casa, trasporti, sport, lavoro, ….) attenta ai bisogni dei soggetti con maggiore difficoltà, si sottolineano i seguenti punti.

- Servizi socio assistenziali. Garantire l’effettiva titolarità della programmazione attraverso figure professionali stabili appartenenti ai Comuni. Definire con chiarezza obiettivi, tipologia di utenza, ecc… di ogni servizio, con una chiara distinzione tra interventi e servizi, nella prospettiva della massima integrazione sociale. Urgentissimo è il rinnovo dell’accordo di programma per i servizi extrascolastici scaduto il 31.12.2000, nel quale è assolutamente necessario far assumere alla Azienda sanitaria oneri che gli competono in tutti i servizi (domiciliari, diurni, residenziali) riguardanti persone con grave disabilità. E’ inoltre necessario armonizzare le norme contenute nei Regolamenti dei Servizi, nell’Appalto e nella parte generale dell’accordo di programma scaduto il 31.12.2000.

- Residenzialità. Avviare in tempi rapidissimi la prevista comunità alloggio di Morro D’alba, prevedere la realizzazione di un’altra nel territorio di Jesi per arrivare ai necessari complessivi 12-15 posti letto per tutto l’ambito territoriale. Si segnala inoltre che la regione Marche a causa del mancato avvio di alcune delle strutture finanziate con la l. 162/98 dispone di somme non utilizzate. Tali somme, su specifica richiesta, potrebbero essere utilizzate per la struttura di Morro D’Alba.

- Centri diurni. Così come stabilito dai regolamenti in vigore prevedere che i Centri diurni ospitino soggetti che abbiano adempiuto l’obbligo scolastico e per i quali non è possibile prevedere idonee forme di integrazione lavorativa (e in questa prospettiva adeguino le attività interne). Evitare dunque inserimenti di soggetti che potrebbero beneficiare di inserimenti in luoghi di lavoro. Verifica della compatibilità tra programmazione individualizzata e di struttura. Rivalutare l’adeguatezza degli ambienti in cui sono ubicati i CD per verificarne l’appropriatezza (spazi, barriere architettoniche, ….).

- Servizi domiciliari. Evitare che in particolare gli interventi di assistenza educativa per soggetti con deficit intellettivo si riducano a badanza o intrattenimento, attraverso una verifica accurata della compatibilità degli obiettivi del progetto educativo individualizzato con quello del servizio; avviare sperimentazioni del  servizio di aiuto personale (l. 104/92 e 162/98), per soggetti con esclusivo grave deficit motorio. Il servizio può essere erogato direttamente dall’ente locale oppure con l’affidamento (autogestione) all’utente del servizio attraverso l’erogazione di un contributo economico.

- Per quanto riguarda altri interventi, riteniamo che l’attività del CEM (centro educazione motoria) debba essere ridefinita e riveduta; per gli utenti dei Centri Diurni l’attività motoria deve essere ricondotta al proprio interno  e diventare in maniera chiara un servizio erogato dalla struttura, che mantiene in carico l’utente anche nei periodi in cui lo stesso fruisce di altri interventi (vedi CEM). Con chiarezza devono essere definiti gli obiettivi di altri interventi presenti o con avvio previsto a breve (Centro agricolo, Terrecotte, Mostra mercato).

- Trasporto. Garantire la possibilità di accesso a servizi di trasporto (taxi o mezzi attrezzati) anche per i soggetti incapaci di utilizzare (impossibilità di salire) mezzi pubblici.

- Integrazione lavorativa. Avvio del SIL (Servizio di integrazione lavorativa), già deliberato ed ora da rendere operativo. Ribadiamo la necessità che sia definito un percorso finalizzato al lavoro (pieno o protetto). In assenza, automaticamente anche soggetti che potrebbero essere avviati verso percorsi lavorativi finiscono nella stragrande maggioranza verso circuiti assistenziali. Ribadiamo la contrarietà a interventi che definiamo “ibridi” nei quali possono convivere attività lavorative e attività educativo assistenziali. Ci riferiamo in particolare a: Laboratorio Terrecotte e Mostra Mercato e alle attività connesse con il Centro Agricolo.

- Attività sportiva e tempo libero. Garantire l’accessibilità di tutte le strutture sportive sia per l’attività sportiva che come spettatori. Sostenere l’inserimento all’interno delle società sportive attive nel territorio anche di soggetti disabili  per la pratica dell’attività sportiva sia a livello amatoriale che agonistico.

- Informazioni sui diritti e sui servizi. Spesso gli utenti e i loro familiari non hanno sufficiente conoscenza rispetto alle possibilità di accesso ai servizi così come dei diritti di cui godono. Opportuno sarebbe al proposito la creazione di uno sportello informativo.

Adulti e anziani non autosufficienti. In particolare l’obiettivo da percorrere è quello di evitare o ritardare il ricorso alle strutture residenziali. Ciò richiede un potenziamento dei servizi domiciliari e la creazione di servizi diurni. Diventa pertanto necessaria l’attivazione di un compiuto servizio di cure domiciliari che possa effettivamente proporsi come alternativa alla istituzionalizzazione.  Indispensabile è l’immediata erogazione degli interventi di igiene alla persona all'interno dei servizi di cure a domicilio. Servizio che attualmente non viene erogato dalla azienda sanitaria.  Si chiede inoltre l’impegno perché all’interno di tutto l’Ambito Territoriale venga attivato il Servizio di assistenza domiciliare. Inoltre chiediamo: 

- l’impegno perché l’ASL assuma parte degli oneri del costo retta per tutti  gli anziani cronici non autosufficienti impropriamente (in quanto non hanno autorizzazione per ospitare malati non autosufficienti)  ricoverati presso le Case di riposo del territorio. Attualmente, ad eccezione dei posti letto convenzionati a Jesi  (quelli presso la Casa di Riposo di Cupramontana non sono stati autorizzati dalla regione Marche) , solo per alcuni soggetti (con identiche condizioni di salute) vengono  riconosciuti costi sanitari all’interno della retta;

- avviare la procedura di valutazione della condizione di non autosufficienza per tutti gli anziani che nel territorio della ASL 5 usufruiscono dei servizi domiciliari e residenziali e contestuale cessazione del ricovero presso queste strutture di soggetti  malati e non autosufficienti compresi malati mentali;            

- l’utilizzazione delle 3 RSA presenti nel territorio conformemente alla autorizzazione ricevuta (accoglienza di malati non autosufficienti stabilizzati) e attivazione da parte della Azienda sanitaria dei p.l. di Riabilitazione  e lungodegenza; chiarezza con la stessa ASL riguardo i posti letto classificati come RSA che dovranno realizzarsi presso l’attuale ospedale Murri. Per ogni cambio di funzione (gestione post acuzie) dovrà essere richiesta l’autorizzazione regionale, senza subdole modifiche. Permanendo - in contrasto con le leggi vigenti - l’utilizzo delle tre RSA con funzione di gestione della post acuzie si chiede di prevedere che la degenza - come per le strutture che gestiscono la stessa tipologia di utenza - sia a completo carico del fondo sanitario anche dopo il novantesimo giorno di degenza.

- realizzazione di un Centro diurno per soggetti con malattia di Alzheimer o altre forme di demenza a titolarità sanitaria

Per quanto riguarda  le persone con patologia psichiatrica si sollecita:

- utilizzo da parte della ASL, come da autorizzazione ricevuta e come confermato finalmente anche dalla lettera della regione Marche dello scorso 19.7., della Comunità protetta per malati mentali di Via Tabano; sollecitazione alla costituzione da parte della Asl di comunità a dimensione familiare al fine di ridurre e azzerare i ricoveri presso la Casa di cura di Villa Jolanda;

- cessazione di ricoveri presso strutture assistenziali di soggetti con gravi patologie psichiatriche che richiedono permanenti interventi educativi, terapeutici e riabilitativi.


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