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Quale insegnante di sostegno

di Ricardo Frau

Matteo, mio figlio handicappato, ha frequentato la prima elementare nel 5 Circolo Didattico di Quartu S. Elena. Avevamo già alle spalle una storia ipocrita e deludente di integrazione scolastica nella scuola materna, e speravamo che quest'anno cambiando scuola e circolo didattico andasse meglio.

Abbiamo invece dovuto constatare che anche in questo nuovo circolo didattico le cose non erano molto diverse dal precedente. L'insegnante di sostegno affidata a mio figlio era si di ruolo e con specializzazione (abbiamo chiesto di vedere la sua specializzazione  a febbraio ma per adesso ancora niente!!) ma sicuramente non era una persona adatta per svolgere un compito così delicato. Quando a dicembre (ormai stanchi di chiedere alla direzione didattica e all'insegnante ciò che per legge avrebbero dovuto fare nei confronti di Matteo) abbiamo inviato una lettera alla Direzione Didattica chiedendo che si ponesse fine ad una barbaria culturale e si decidessero a redigere il P.E.I. relativo a Matteo, altrimenti ci saremo rivolti ad un legale e agli organi di stampa, l'insegnante di sostegno per tutta risposta ha chiesto il trasferimento in altra sede e si è messa in congedo sino alla fine dell'anno scolastico, per riprendere servizio esattamente il giorno dopo. Scriviamo tutto questo perché siamo venuti a sapere che la maestra in questione con i bambini che le venivano affidati adottava sempre la stessa tecnica e cioè arrivare allo scontro con i genitori e con i bambini sino a costringerli a chiedere il nullaosta e quindi trasferirli di scuola, per poter così rivestire altri ruoli.  Anche noi a gennaio eravamo intenzionati a fare la stessa cosa e l'avremmo sicuramente fatta se non fosse stato per l'interesse dimostrato dalle altre due insegnanti ordinarie di Italiano e Storia, nei confronti di Matteo che ,comunque adesso posso dire grazie a loro, negli ultimi mesi da quando cioè non c'è più  stata quell'insegnante di sostegno ha sicuramente lavorato e migliorato. Per una volta non è stato il bambino ad essere costretto ad andarsene ma l'insegnante, anche se ho la sensazione che sia sempre troppo poco, perché persone del genere continuano a lavorare e a fare danni ai nostri bambini e a noi genitori che di problemi ne abbiamo già abbastanza.

Pensiamo che  non sia il titolo che fa di un insegnante una brava insegnante ma solo la sua grande passione e la sua umiltà nei confronti del suo lavoro e dei suoi bambini, peccato che di queste persone ce ne siano ancora troppo poche.

Ci  auguriamo soltanto che chi di competenza abbia il coraggio, la forza e la voglia di combatterla affinché questo suo stupido gioco di sottrarre le caramelle ad un bambino possa prima o poi  finire, e non aspettare che siano sempre i genitori a dover combattere.

 

Riccardo e Lella.

 

Se tutti i genitori  fossero come loro, gli insegnanti per il sostegno sarebbero più responsabili  e gli insegnanti curriculari più partecipi.

    Bisogna estendere ed espandere questi atteggiamenti culturali.

    Salvatore Nocera


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