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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Associazione Bambini Cerebrolesi – Liguria
aderente FISH , FIAN  e ISAAC tramite ABC – Federazione Italiana

 

Dall’integrazione scolastica di qualità a quella di eccellenza
ovvero
quando la fantasia incontra la fortuna

                                      Se l’integrazione scolastica di qualità è figlia della perseveranza e della passione di Salvatore “Tillo” Nocera e di altri “buoni maestri”, quella “di eccellenza” riteniamo possa nascere dal felice connubbio tra fantasia e fortuna.

                                      Infatti questi due elementi sono indispensabilmente legati nella strategia che porta al successo il lungo e faticoso percorso dello studente con disabilità specialmente se grave.

                                      Fantasia nell’inventare “quello che manca”, fortuna nell’incontrare dirigenti, docenti ed altro  personale della scuola valido e collaborante.

                                      Dicevamo prima della strategia del successo: è fondamentale aver successo per dimostrare a tutti o almeno a quelli che hanno la capacità di vedere, ascoltare e capire che è un percorso fattibile quello che porta lo studente con disabilità dalla scuola materna alle scuole superiori, all’università e oltre.

                                      Oltre?  Dove?

                                      Naturalmente nella vita.

                                      Torniamo alla strategia del successo. Aver successo, forse prima solo in alcuni casi particolari, poi in altri, in molti. Questo crea la credibilità, che riteniamo sia indispensabile per essere ascoltati seriamente.

                                      Se siamo le famiglie che hanno portato due, tre, dieci ragazzi gravi, gravissimi, prima alle medie, poi alle superiori, poi all’università o in qualche altra forma di istruzione e di formazione paragonabile, e soprattutto se l’abbiamo fatto bene, spianando ad altri la via, allora saremo ascoltati, creduti, potremo proporre.

                                      E di cose da proporre ne abbiamo parecchie.

                                      La prima è il nostro solito chiodo fisso. La centralità della famiglia e la sua pari dignità con gli altri operatori del settore. Di tutti i settori.

                                      Questa nostra tenace fissazione è nata nei lunghi anni della riabilitazione, quando venivamo presi per quei poveri scemi che, stravolti dalla disgrazia di avere un figlio disabile, seguivano e proponevano cose strampalate invece di rassegnarsi a chiudere in qualche bel lager i loro figli amatissimi.

                  

 

 

 

                            Quando però i nostri ragazzi hanno iniziato ad andare a scuola ed è  apparsa come verità quella che era ritenuta una fantasia delirante ( ad es. che un bambino cerebroleso di 4-5 anni possa leggere perfettamente e con ottima comprensione del testo, anche se riesce a malapena a muovere un dito e “naturalmente” non parla) qualcuno ha iniziato a pensare che ci poteva essere del buono in queste famiglie, che il loro bagaglio di conoscenze “sul campo” poteva divenire un patrimonio comune, poteva essere condiviso ed utilizzato a favore di altri.

                            Certo questa centralità e questa pari dignità le nostre famiglie se la sono conquistata e devono riaffermarla continuamente, soprattutto partecipando e proponendo e non accettando mai che si proponga e si decida “per loro, senza di loro”.

                           Un esempio di proposta valida che, scusateci la modestia, “farà scuola” ?

                            L’insegnamento (anche) domiciliare.

                            Non solo per assenze per malattia superiori a 30 giorni, non solo per ospedalizzazione, ma anche per patologie che rendono non sufficientemente assidua la frequenza a scuola o la rendono eccessivamente rischiosa in certi periodi ad es. di epidemie influenzali .

                            L’insegnamento(anche) domiciliare fatto dagli stessi docenti curricolari permette innanzitutto all’insegnante di rendersi conto delle reali capacità dello studente con disabilità e di conoscere ed utilizzare efficaci tecniche di comunicazione, supportato dall’insegnante di sostegno e dall’assistente alla comunicazione.

                            Permette inoltre di recuperare quanto perso nelle  assenze per malattia

o per  necessità legate alla disabilità (leggasi anche riabilitazione ) e di costruire originali  e validi percorsi di apprendimento e di verifica.

                            E questo senza assolutamente perdere di vista una reale integrazione con la classe e con tutto il mondo della scuola.

                            Su un esperimento (ben riuscito !) di inserimento di studente disabile gravissimo nella scuola secondaria superiore, con insegnamento anche domiciliare, stiamo preparando una pubblicazione scritta in collaborazione con tutto il personale ,docente e non-docente, che partecipa all’esperimento stesso.

                            Se vorrete, potrete leggerla presto.

 

Giorgio Genta per ABC Federazione Italiana

                           


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