Rilancio del progetto “Qualità della
scuola”
Con
la Nota prot. N. 2741 del 7 Novembre, il Ministero dell’Istruzione
rilancia inviando un ampio documento, il progetto “Qualità”. Il progetto
era nato verso la metà degli Anni Novanta e coinvolge attualmente circa
1500 scuole statali e paritarie. Adesso il Ministero ricolloca il
progetto nel quadro delle grosse modifiche costituzionali, istituzionali
e scolastiche che ormai cambiano notevolmente il contesto operativo
delle singole istituzioni scolastiche.
Infatti a seguito del decreto Bassanini n. 112/98 e della L.
Costituzionale n. 3/01 e del disegno di legge costituzionale della
“devolution” le istituzioni scolastiche si trovano sempre più legate al
territorio di riferimento per la realizzazione della propria autonomia.
Inoltre anche il Ministero a seguito del DPR n. 319/03 si sta avviando
ad una notevole ristrutturazione, abbandonando la logica gestionale
centralizzata verso quella nuova di indicazioni di “linee-guida” e di
regolamento e di coordinamento dei processi formativi e degli esiti di
qualità. La riforma Moratti della scuola operata con la Legge n. 53/03
recepisce pienamente questi orientamenti e si avvia alla loro attuazione
tramite i decreti delegati in fase di elaborazione.
Inoltre già la Legge n. 196/97 sulle borse lavoro, la Legge n. 144/999
sui percorsi misti istruzione-formazione professionale, la Legge n.
30/03 di riforma del mercato del lavoro pongono in modo nuovo i rapporti
fra mondo della scuola, sempre meno autoreferenziale e quello del
lavoro, che deve aprirsi sempre più a collaborare nell orientamento
prelavorativo e processi di qualità produttiva.Il documento completa il
quadro di riferimento istituzionale indicando le diverse intese fra
Ministero e Regioni, avviate da Berlinguer e da ultimo l’intesa
sottoscritta dal Ministro Moratti con la Confindustria ed il “Patto per
l’Italia” firmato dal Governo con le parti sociali. Nell’ultima intesa
del Ministro Moratti viene previsto un comitato di coordinamento, un
comitato paritetico scuola-mondo industriale, un comitato paritetico
università-mondo dell’industria ed una segreteria tecnica operativa.
Questo contesto consente di rilanciare l’obiettivo della qualità della
scuola, intesa nella sua accezione più ampia. Di processo, di prodotto e
quindi di sistema. I principi cui si ispira Progetto sono quello della
realizzazione, nelle scuole, della “solidarietà e dell’eccellenza”,
anche attraverso la collaborazione della scuola col mondo delle imprese.
Per realizzare l’obiettivo della qualità si richiederanno verifiche
costanti da svolgere alla luce anche di normative europee e di standard
di qualità condivisi per rendere “effettiva l’inclusione sociale e la
valorizzazione delle eccellenze”
Il documento sul “progetto qualità” insiste molto sulla necessità di
formazione degli insegnanti e sull’interesse ad apprendere ed a saper
fare degli alunni. La formazione degli insegnanti avviene attraverso
l’attuazione del “progetto”. L’interesse degli alunni si suscita con la
stimolazione della loro motivazione ad apprendere ed a saper fare e
quindi col superamento del fenomeno della dispersione scolastica.
Occorre quindi indagare sui bisogni e sulle motivazioni formative degli
alunni e delle famiglie, nonché del territorio. Occorrerà quindi aiutare
gli alunni a selezionare gli obiettivi che gli stessi si prefiggono nei
piani personalizzati educativi e formativi.
Occorre pure motivare gli insegnanti e valorizzare le risorse interne ed
esterne alla scuola.
Per le verifiche sulla qualità realizzata e da realizzare occorre
“individuare indicatori di qualità” e produrre un’adeguata
documentazione dei processi e dei prodotti realizzati.Ciò permetterà la
formazione e la diffusione di buone pratiche e la continua correzione e
miglioramento di quelle realizzate, onde favorirne la diffusione. Le
verifiche servono a misurare costantemente i risultati realizzati
rispetto a quelli progettati ed attesi.
Il documento individua i criteri valutativi nelle “Regole ISO 9001” del
2000.
La
valutazione della qualità realizzata dai singoli istituti creerebbe una
“positiva competizione” fra gli stessi. In tal modo l’offerta formativa
delle scuole si migliora nella logica di rete con i soggetti
territoriali esterni alla scuola. Ciò faciliterà la spontanea
sottoposizione delle scuole “all’accreditamento” e quindi ad una
crescita controllata di qualità. Nel progetto “rete-qualità” le scuole
interagiscono con gli Uffici scolastici regionali, che provvedono
all’assegnazione di fondi, con gli Enti locali che offrono i servizi ed
il mondo del lavoro che offre risorse ed esperienza. Le “scuole-polo”,
che coordinano attualmente in sei aree del territorio nazionale il
progetto “qualità”, dovranno ristrutturarsi alla luce dei cambiamenti in
atto. Così i “lavoratori” per lo sviluppo della qualità della scuola
dovranno specializzarsi, ad es. per progetti di alternanza scuola lavoro
percorsi misti di istruzione-formazione professionale, per ottenere
l’accreditamento etc, al fine di fornire consulenza sempre più
appropriata, svolta anche alla luce degli indicatori scuola lavoro da
individuare.
Il
documento è molto ampio ed articolato; ma suscita alcune perplessità e
preoccupazioni.
Non vi è alcun riferimento all’integrazione scolastica degli alunni con
disabilità, che ormai sono presenti in quasi tutte le classi delle
scuole di ogni ordine e grado. Né si fa alcun riferimento alla necessità
di “individuare indicatori di qualità per l’integrazione scolastica”. A
meno che non si voglia considerare in tal senso il riferimento “alla
solidarietà”, da coniugarsi con “l’eccellenza”.
Però la prassi e l’ampia letteratura in materia hanno abbondantemente
dimostrato che l’integrazione scolastica non è più questione rimessa
“alla solidarietà” degli alunni “eccellenti” verso i compagni con
difficoltà di apprendimento, ma di sperimentazioni e ricerca didattiche,
i cui risultati giovano alla crescita della qualità del servizio
scolastico nel suo complesso.
Inoltre il riferimento, per l’accreditamento, alle “Regole ISO
9001/2000”, se può considerarsi ammissibile per la valutazione di
strutture qualità non sono sufficienti nella scuola a misurare
indicatori di processo e di esito di qualità, specie per gli alunni con
disabilità intellettiva.
Come è stato ampiamente documentato in alcune ricerche di CSA, come
quello di Brescia e di Vicenza e di soggetti del privato sociale come la
Fondazione Zancan e dell’Associazione Italiana Persone Down, senza la
individuazione di “specifici indicatori di qualità per l’integrazione
scolastica”, si corre il rischio che fra le scuole si realizzi s“ una
“competitività” non “positiva”, ma “negativa”. Infatti le scuole che si
sottoporranno alla valutazione di qualità, utilizzando gli attuali
indicatori usati nel “Progetto qualità della scuola” saranno penalizzate
se accolgono, anche in modo eccellente, gli alunni con disabilità,
specie intellettive. Infatti nelle scuole che hanno sperimentato
spontaneamente il progetto sono state escluse le classi frequentate da
alunni con disabilità. Di ciò il Ministero deve essere consapevole e
correre immediamtamente ai ripari, effettuando ricerche su specifici
indicatori di qualità dell’integrazione scolastica, da combinare e
valutare unitamente a quelli attualmente in uso.
Per
questo la F.I.S.H. ha chiesto continuamemnte che il decreto delegato
sulla valutazione della qualità della scuola individui indicatori
specifici di qualità dell’integrazione, senza i quali il “progetto
qualità” diverrà un’occasione di emarginazione non solo degli alunni con
disabilità, ma anche delle scuole che li accolgono con impegno.
Roma, 29 dicembre 2003
Salvatore Nocera
Osservatorio dell’AIPD sull’integrazione scolastica
Viale delle Milizie, 106
00192 Roma
tel. 06/3723909 fax 06/3722510
e-mail:
osservscuola.aipd@tiscalinet.it
|