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Rapporto Eurispes-Telefono Azzurro. Nei primi 6 mesi del 2003 è aumentato il numero degli abusi (+17,7% rispetto allo stesso periodo del 2002) “Una lettura interpretativa di una realtà dinamica e in costante trasformazione come quella dei bambini e degli adolescenti”: è quanto si propone il 4° Rapporto Nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza presentato oggi da Eurispes e Telefono Azzurro che quest’anno oltre ai tradizionali ambiti (il disagio, l’abuso e lo sfruttamento sessuale sui minori, i diritti violati dei bambini, la devianza e la giustizia minorile), ha voluto esplorare nuove aree di analisi, come quelle della sicurezza e della salute dei ragazzi.
Pedopornografia e Internet : IV Rapporto Eurispes/ Telefono Azzurro 2003 Programma di ricerca P.W.S.A. (Pedophilia Web Sites Analysis) Il programma di analisi Pwsa sui siti pedopornografici si propone di fornire spunti investigativi e dati scientifici sui siti web che forniscono materiale pedopornografico. Il primo campione di siti analizzati (1.000 unità) è stato estratto da migliaia di siti pornografici monitorati dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni negli ultimi tre anni (circa 80.000, di cui circa 5.000 pedofili). Una speciale squadra dell’Uaci (Unità di Analisi sul Crimine Informatico) effettua, dopo la fase di monitoraggio investigativo, ulteriori e più approfonditi rilevamenti sulla struttura di tali siti (a gruppi di 100 siti alla volta), sulla loro localizzazione geografica e sul materiale pedopornografico in essi contenuto, al fine di determinare le “richieste” dei pedofili in tema di età dei bambini e di tipologia di materiale (foto, video, ecc.) attraverso un’analisi sincronica del materiale. I dati rilevati mostrano come la maggior parte dei server che ospitano siti pedopornografici siano attestati in Usa (76%) e, di seguito ma a grande distanza, in Canada (5%) e in Olanda (3%). Nelle altre nazioni si colloca una minore quantità di siti pedopornografici. Il 64% delle società che gestiscono i siti pedopornografici è localizzato nel Nord-America, con una certa presenza anche in Canada (7%), Russia (5%) e Inghilterra (4%). I dati rilevati mostrano inoltre come l’85% dei siti pedopornografici sia almeno in parte a pagamento; in particolare, mentre il 28% prevede una consultazione solo dietro pagamento, il 57% contiene una sezione gratuita progettata soprattutto per invogliare il cliente a scaricare materiale a pagamento. Tale dato conferma la caratteristica del business della pedopornografia on-line e le conseguenti strategie di mercato adottate dai gestori del settore. La prevalenza dei siti pedopornografici analizzati si indirizza nel 69% ad una utenza pedofila, come evidenziato. I gestori della maggior parte dei siti tendono quindi, presumibilmente, a rivolgersi ad una ben determinata fetta di mercato. Nel campione di siti analizzati la prevalenza dei bambini fotografati o filmati è di sesso femminile (87%); l’11% propone soggetti di entrambi i sessi. Tale dato, in accordo con la letteratura scientifica internazionale (DSM-IV), ribadisce l’interesse primario dei pedofili verso le bambine e la conseguente tendenza da parte dei gestori dei siti a fornire le immagini più richieste. La classe di età dai 4 ai 10 anni (apparenti) raccoglie da sola la metà dei bambini fotografati mentre la fascia definita tecnicamente “del lolitismo” (14-16 anni) raccoglie il 13% delle presenze; i giovani dagli 11 ai 13 anni rappresentano il 6% dei casi e i bambini fino a 3 anni l’1%.Molti siti (circa il 30%) offrono invece bambini di varie età, presumibilmente per incontrare i gusti della maggior parte dei pedofili che frequentano tali siti. La prevalenza dei bambini fotografati (il 75%) risulta avere tratti somatici europei/Usa. Una minima parte dei siti analizzati (2%) contiene in prevalenza bambini asiatici; mentre si regista un discreto numero di pagine (circa il 23%) che contiene foto di bambini di varie razze. La provenienza dei bambini con tratti somatici europei è di fatto incerta. In connessione teorica con gli studi sul turismo sessuale si può presumere una certa provenienza dai paesi dell’Europa dell’Est e dal Sud-America. Il 75% delle foto analizzate raffigura bambini impegnati in esplicite attività sessuali; il 19% presenta minori nudi anche se non impegnati in tali attività. La quasi totalità (93%) dei siti pedopornografici contiene materiale pedofilo sulla homepage. Tale disponibilità è legata ad evidenti esigenze di “mercato” da parte dei gestori di siti che tentano di incuriosire e attirare, oltre che i pedofili abituali, anche eventuali navigatori occasionali.Il tipo di materiale pedopornografico presente nel 98% dei siti analizzati concerne fotografie, che rappresentano il supporto più agile per la pedopornografia essendo veloci da scaricare. Anche i filmati (63%), così come le web-cam (34%) dal vivo, sono spesso presenti nei siti pedopornografici (proprio sulle web-cam è in corso uno studio Uaci specifico). La presenza di fumetti nel 7% dei casi costituisce infine motivo di particolare interesse criminologico e investigativo. Tale materiale, infatti, oltre che destinato alla gratificazione sessuale del pedofilo adulto, può essere utilizzato come strumento di convincimento dei bambini durante i tentativi di adescamento e, in tal senso, dovrebbe rappresentare motivo di grande attenzione investigativa. Solo nell’1% dei siti analizzati i contenuti delle immagini pedopornografiche sono esplicitati attraverso la narrazione di un racconto.
La famiglia la meta fondamentale per i più giovani
In un “identikit” del bambino e dell’adolescente, attraverso un'indagine campionaria tra ragazzi dai 7 agli 11 anni, frequentanti la terza, quarta e quinta classe delle elementari e la prima classe della scuola media (5076 i questionari pervenuti e analizzati per quanto riguarda l’infanzia e 5710 per l’adolescenza). Ne è emerso che i più giovani (12-14 anni) individuano nella famiglia la loro meta fondamentale con maggior frequenza (52,1%) rispetto ai ragazzi più grandi (15-19 anni; 42,2%). L’importanza di altri aspetti, come il lavoro (33,4% fra i 12 ed i 14 anni e 36,5% fra i 15 ed i 19 anni) e le disponibilità economiche (il 4,6% dei ragazzi più piccoli contro il 9% dei ragazzi più grandi) si modifica in base all’età.OI dati sono contenuti nel 4° Rapporto Nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza presentato oggi dell’Eurispes e di Telefono Azzurro
Secondo l’identikit tracciato dall’istituto di ricerca l’obiettivo primario dei bambini italiani è dunque la famiglia (70%), seguita (21%) da un lavoro che piace, mentre minoritaria risulta la scelta degli amici (4,6%). C’è anche un 2% di bambini che mettono al primo posto fra gli obiettivi il denaro. Il numero di femmine che indicano la famiglia come l’obiettivo più importante per il futuro (71,6%) supera solo lievemente la percentuale riscontrata per i maschi (68,8%), mentre tra i maschi risulta leggermente più alta che fra le femmine la quota di chi sceglie i soldi (il 2,7% contro l’1,2%). Diverso la percezione degli adolescenti: la più alta percentuale di intervistati ha indicato la famiglia (46,6%), seguita da “un lavoro che mi piace” (35%), molto meno citati risultano i soldi (7%) e gli amici (6,7%). Emergono dunque, negli obiettivi dei ragazzi, due dimensioni fondamentali: la prima, legata alla sfera affettiva in generale (vita di coppia, figli, parenti), la seconda legata ad un’occupazione appagante. Fra le femmine è più alta che fra i maschi la percentuale di chi sottolinea la priorità della famiglia (49,9% contro 44%); fra i maschi, d’altra parte, è più frequente che fra le femmine la scelta dei soldi come primo obiettivo (9,9% contro 3,8%).
Elevato il consumo di alcol, resta una costante la poliassunzione
*Sull'uso di
sostanze, la quasi totalità del campione ha riferito di non aver mai
usato LSD/allucinogeni, ecstasy/acidi, eroina/cocaina, senza differenze
tra maschi e femmine. Emergono invece differenze per quel che riguarda
il consumo di hashish/marijuana e di vino/birra. Il 12% degli
adolescenti del campione ha riferito di consumare occasionalmente
hashish o marijuana, mentre il 7% circa ha riportato di consumarle
spesso (i maschi con una % doppia rispetto alle femmine)
N.B: I dati
provengono dalle indagini nazionali più recenti disponibili nei vari
paesi. Per i giovani adulti, l'OEDT utilizza la fascia d'età da 15 a 34
anni (la Danimarca ed il Regno Unito partono da 16 anni, la Germania e
l'Irlanda da 18). Tali variazioni nella fascia d'età possono influenzare
leggermente alcune differenze nazionali. In alcuni paesi i dati sono
stati ricalcolati a livello nazionale, per adattarli nella misura del
possibile alla fascia d'età standard adottata dall'OEDT.
* risposta
multipla
* Per il Regno
Unito i dati si riferiscono al 1998
Fonte: "Rapporto 2002 su esclusione sociale e diritti di cittadinanza", Fondazione Zancan su dati Istat Errata alimentazione e allergie minano la salute dei bambini. E il pediatra diventa multiculturale Il 4° Rapporto Nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza presentato oggi dell’Eurispes e di Telefono Azzurro indaga sulla salute dei minori, evidenziando alcuni nodi critici. Tra questi modelli di alimentazione errati, che fanno rimanere costante la percentuale (36%) di ragazzi tra i 6 ed i 17 anni in soprappeso; crescono i ragazzi allergici, passati dal 6% del 1993 all’8,2% del 2001, fenomeno secondo il rapporto collegato soprattutto a fattori ambientali come la presenza di smog e traffico. Tra il 1997-2001, nei comuni centro delle aree di grande urbanizzazione – Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania e Cagliari – il fenomeno delle allergie si è intensificato del 2,1%. Il Rapporto, inoltre, segnala scarsa sicurezza e appropriatezza dei farmaci prescritti e somministrati ai bambini. “Molti nuovi farmaci e la maggior parte delle molecole in commercio non sono stati registrati per l’uso in età pediatrica. – si legge nel rapporto - Ma l’attuale legislazione italiana ed europea consentono tuttavia di prescriverli ai più piccoli senza la necessaria licenza. Ai bambini possono dunque essere somministrati principi attivi senza le opportune conoscenze sul fronte del beneficio/rischio. In generale le categorie più frequenti d’utilizzo off label sono: il diverso dosaggio e/o frequenza, l’uso per un’indicazione non riportata nel foglietto illustrativo e la mancata autorizzazione per uso pediatrico”. Secondo l’Eurispes i bambini fino ai quindici anni di età rappresentano una fascia di mercato quantificata in oltre 8.350.000 soggetti, pari al 15% della popolazione italiana complessiva. Dopo i 14 anni cresce il consumo di antidepressivi, antipsicotici e psicofarmaci. La presenza sempre più consistente di famiglie immigrate in Italia ha portato ad un aumento della domanda sanitaria da parte di pazienti stranieri e ad una crescita del numero di bambini stranieri seguiti nei servizi pediatrici nazionali. “Nell’incontro medico-paziente straniero quello che cambia per entrambi gli attori è la cornice culturale (da intendersi nell’accezione più ampia del termine) di riferimento, dal che deriva la necessità di mettere in discussione ciò che normalmente viene “dato per scontato”. –sottolinea i rapporto - Prendersi cura dei minori stranieri richiede una piena consapevolezza di quanto detto in merito alle differenze culturali e alla relazione con i pazienti stranieri. Mettendo a confronto società, culture, religioni, così come momenti storici differenti, emerge infatti la varietà dei sistemi di rappresentazione del bambino e delle pratiche di cura dell’infanzia”. Ad esempio in Somalia la malattia provocata dall’invidia (dhajis) produce nei bambini disturbi alimentari, perdita di appetito e di peso, rifiuto di alimentarsi (in molti casi, riguardanti disturbi alimentari di bambini stranieri, è difficile che i genitori riescano a cogliere le eventuali problematiche alla base del disturbo, che comunque per loro riguardano sempre l’ambito extrafamiliare), nel Burkina Faso le malattie del neonato vengono interpretate come ritorno del bambino nel mondo degli antenati (dal quale proviene), il che significa che la famiglia non ha saputo prendersi cura in maniera adeguata del nato-antenato; in Nigeria alcuni problemi di salute del malato vengono fatti risalire alla precoce attribuzione del nome al bambino o ai complimenti sull’aspetto “di buona salute” ricevuti dalla madre nel periodo della gravidanza (in molte culture esiste la credenza che decidere prima il nome del bambino possa attirare la cattiva fortuna su di lui), mentre in molte zone dell’Africa nei primi mesi di vita del bambino, la madre deve fare in modo che il neonato non attragga l’attenzione degli spiriti malvagi adottando la precauzione di non tenerli curati, puliti, ben vestiti; circostanze che in Italia fanno sì che le madri possano essere segnalate per trascuratezza da operatori, insegnanti, vicini di casa. In Sri Lanka, per proteggere il bambino da certe malattie, si usa fargli il bagno con l’olio di cocco. Le prospettive per i giovani? Gian Maria Fara: ''Un futuro di precariato e un sistema di welfare che si assottiglia e rischia di sparire'' Le prospettive per i giovani? "Un futuro di precariato e un sistema di welfare che si assottiglia e rischia di sparire": è l'analisi di Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes, intervenuto oggi alla Sala conferenze di Palazzo Marini per presentare il IV Rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, curato da Eurispes e Telefono Azzurro. “I ragazzi non sono ripiegati su se stessi e su piaceri a corto raggio, anzi, dimostrano una forte proiezione verso la vita attiva e la formazione professionale – ha proseguito Fara -. Tuttavia un mondo senza garanzie, in cui regna la flessibilità dettata da leggi economiche, ha forti ripercussioni sulle scelte di formare una famiglia e sul tasso di natalità: le regole del mercato pesano sui singoli individui e sulla loro capacità di proiettarsi verso il futuro”. E l’Italia investe appena lo 0,9% del Pil in politiche familiari, “mentre gli altri paesi dell’Unione europea spendono molto di più in questo settore”. Il presidente dell’Eurispes, analizzando alcuni dei dati raccolti nel Rapporto, ha evidenziato tra i giovani “uno slittamento dell’essere verso l’apparire, in una società della comunicazione e dell’informazione in cui esiste colui che ha la forza di apparire, altrimenti diventa residuale”. Attenzione, quindi, perché “la vita attiva non sia una ricerca affannosa della visibilità a tutti i costi”. Per quanto concerne la formazione e la spesa per l’istruzione, l’Italia presenta ancora forti ritardi, così come nell’edilizia scolastica. Ancora poco rilevante il contrasto alla dispersione scolastica e in crescita il lavoro minorile, anche al nord. A riguardo Fara ha dichiarato: “Bisogna avere il coraggio di sviluppare il fare dei ragazzi in chiave protetta, promuovendo esperienza lavorative tutelate e non rischiose in ambito familiare o esterno, purché garantito: non tutto il lavoro minorile è sinonimo di sfruttamento”. Intervenendo alla presentazione del IV Rapporto, Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, ha notato che sono in aumento a macchia di leopardo le denunce di abuso sessuale subito da ragazzi tra gli 11 e i 14 anni. Caffo ha invitato le istituzioni a una maggiore attenzione nei confronti della salute mentale dei minori e a una maggiore prevenzione del disagio e della devianza, soprattutto nei confronti dei minori stranieri |
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