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Relazione annuale del Dnpa Oltre 46mila persone sottoposte a trattamenti di tipo psico-sociale presso i Sert; per il 61% trattamenti farmacologici. Oltre 17mila persone nel privato sociale, sempre più alle prese con la comorbilità psichiatrica Trattamenti farmacologici, trattamenti psico-sociali. Non si tratta soltanto di due pagine statistiche della Relazione annuale al Parlamento del Dipartimento nazionale politiche antidroga (Dnpa), ma anche di due diversi approcci della medicina al concetto di salute e degli operatori sociali al significato di disagio. Uno più tecnico-tecnologico-scientifico, che rischia di leggere il disagio come una malattia, l'altro più clinico, epidemiologico e solidale, che colloca il disagio della persona lungo il proprio percorso di vissuti e nella rete dei suoi legami. Ser.T. Secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2004 il numero di persone tossicodipendenti sottoposti a trattamenti esclusivamente di tipo psico-sociale e/o riabilitativo presso i Servizi Pubblici è stato pari a 46.432, e rappresenta quasi il 37% del totale delle persone trattate nei Ser.T. Si tratta nello specifico di sostegno psicologico, psicoterapia, interventi di servizio sociale. I trattamenti farmacologici erogati presso i Servizi Pubblici rappresentano il 61% del totale, in leggero aumento rispetto al 2001. Di questi l'1% riguarda interventi di disassuefazione da oppiacei mediante farmaci non stupefacenti (clonidina), ovvero la possibilità di trattare l'astinenza e interrompere la dipendenza fisica in pochi giorni, in calo rispetto al 3% del 2001. Il 97% dei trattamenti è invece a base di agonisti oppioidi prescrivibili. Di questi l'82% metadone (a dosi decrescenti, medio e lungo termine), il 15% buprenorfina e il restante 3% naltrexone.. Da sottolineare l'aumento del 2% dei trattamenti con metadone a lungo termine (66,6% del totale) a scapito di quelli a dosi decrescenti. Tra i pazienti in trattamento per la dipendenza da oppiacei, quelli che benificiano di una terapia farmacologica integrata da un intervento psico-sociale è di circa il 50%, mentre il 23% dei pazienti riceve soltanto il trattamento farmacologico. Per queste persone il metadone e la buprenorfina non sono integrate con il supporto psicologico, il counselling, la psicoterapia individuale e di gruppo. Inoltre, tra coloro che risultano in trattamento integrato con metadone e terapia psico-sociale, rimane da verificare l'entità di chi riceve esclusivamente un supporto sociale, che certo non può rispondere alle problematiche psicologiche, comportamentali o psichiatriche della persona. A questo proposito chiare sono le indicazioni della letteratura scientifica e di accreditate metodologie, che indicano la necessità di un intervento integrato su tre piani: psicologico, sociale, farmacologico.
Privato Sociale. Presso le strutture del privato sociale (residenziali, semiresidenziali, di prima accoglienza) sono stati inviate nel corso del 2004 17.143 persone. Principalmente si tratta di dipendenti da eroina (44%), consistente anche la percentuale di poliabuso (29%) e cocaina (10%). La quota dei soggetti trattati in queste strutture tende a diminuire, dal 13% del 2001 all'attuale 10%. Dal 2001 si assiste ad un incremento della quota dei soggetti presenti nelle strutture residenziali ( 67%) a scapito di quelli semiresidenziali e ambulatoriali. Le metodologie utilizzate comprendono terapia comportamentale e cognitiva, relazionale, psicoterapia di gruppo, aiuto-aiuto, supporto psicologico-educativo, psicoterapia individuale, terrapia di famiglia e reinserimento sociale. Secondo la Relazione Dnpa l'utilizzo di farmaci in Comunità e nelle strutture del privato sociale si sta diffondendo progressivamente: alcuni Centri si occupano direttamente della disassuefazione mediante farmaci; altri gestiscono programmi con metadone e buprenorfina; altri ancora provvedono le terapie per i disturbi psichiatrici mediante gli interventi di psicofarmacologia selettiva.
Se alcune Comunità sono specificamente dedite ai pazienti con comorbilità psichiatrica, la maggior parte dei Centri si trovano ad accogliere pazienti gravi che hanno dovuto ricorrere al trattamento residenziale per la complessità dei sintomi e l'elevato rischio di ricaduta: tra i pazienti in trattamento residenziale in generale una quota elevata (oltre il 20%) sono affetti da disturbi psichiatrici maggiori o da disturbi di personalità associati alla tossicodipendenza.
NOTA: Hanno
partecipato allo studio del progetto G.T.D.I.S. 220 centri (206
pubblici, cioè quasi il 40% dei servizi italiani, e 14 centri del
Privato Sociale) in 16 regioni e due Province autonome (copertura
nazionale). Sono pervenute 1911 schede relative ad altrettanti casi
singoli. Tale campione di 1911 soggetti era composto per l'86,8% da
maschi e per il 13,2% da femmine. L'età media del campione al momento
del contatto era pari a 27,4 anni con una differenza significativa tra i
generi. Il G.T.D.I.S. ha inoltre ritenuto che il campione esaminato sia
ragionevolmente rappresentativo.
(*) Nella voce "Altro"
sono comprese le seguenti voci: accertamenti psicodiagnostici,
animazione, carcere, colloqui con la famiglia, consulenza, visita,
screening e vaccinazioni HBV, agopuntura, colloqui con il medico,
feeling di coppia, esame del capello, centro diurno, inserimento
lavorativo, sostegno alla famiglia, osservazione, ricovero.
L'età media del
campione al momento del contatto era pari a 27,4 anni con una differenza
significativa tra i generi. Il G.T.D.I.S. ha inoltre ritenuto che il
campione esaminato sia ragionevolmente rappresentativo.
Positivi al consumo di droghe 1.032 ragazzi transitati per i Servizi della giustizia minorile nel 2004. Al primo posto la cannabis (80%), seguita da cocaina (9%) ed eroina (8%), policonsumo nel 21% dei casi Positivi al consumo di droghe 1.032 ragazzi transitati per i Servizi della giustizia minorile nel 2004. Al primo posto la cannabis (80%), seguita da cocaina (9%) ed eroina (8%), policonsumo nel 21% dei casi. Il 27% di questi sono stranieri, poco meno dell'82% hanno un'età compresa tra i 14 e i 17 anni e il 96% sono di sesso maschile. Tra gli stranieri, il 96% provenienti da paesi non comunitari, dal Maghreb il 65%. Confrontando i dati con quelli degli anni precedenti (2001-04) si evidenzia una diminuzione del 4% del consumo di eroina e un aumento dei cannabinoidi (+8%). L'eroina è assunta nella maggior parte dei casi con frequenza quotidiana (62%), mentre la cocaina e i cannabinoidi sono omogeneamente assunti con cadenza "occasionale", "più volte a settimana", o "tutti i giorni". Solitari i consumatori di eroina (il 66% la assume da solo, il 31% in gruppo), in misura minore di quanto avviene per la cocaina (55% da solo, 45% in gruppo). Per i cannabinoidi prevale invece un uso nel gruppo (57%). I ragazzi monitorati stanno scontando pene perlopiù per reati in violazione del DPR 309/90 ("produzione, traffico e vendita edi sostanze stupefacenti") e contro il patrimonio (furto, rapina...).
L'indagine condotta dal Ministero della Giustizia rende solo un'immagine sfocata del fenomeno. Identificare in modo chiaro le forme di uso, abuso e dipendenza risulta infatti particolarmente difficile e richiederebbe un assessment diagnostico più approfondito. Difficile anche diagnosticare il consumo di sostanze diverse dall'eroina e tenere conto delle possibili negazioni riguardo all'uso di droghe da parte dei minori e delle loro famiglie. Secondo la letteratura scientifica, nella fascia di età che va dall'infanzia all'adolescenza, la dipendenza da alcol e droghe è legato ai disturbi della personalità e del comportamento. La maggior parte dei minori che commettono reati sono passati attraverso il consumo di sostanze stupefacenti. Tra gli adulti i tossicodipendenti entrati in carcere nel 2004 rappresentano il 29% dei detenuti e di questi il 26% è si nazionalità estera. Sono maschi nel 96% dei casi e di età media 33 anni. Il 77% condannato per reati commessi contro la legge sugli stupefacenti (art. 73 e 74). 11.433 persone hanno usufruito di un provvedimento alternativo alla pena (italiani il 52%), tra questi il 44% condannati per crimini contro il patrimonio (furto, rapina...)
Crescono le diagnosi di comorbilità: il 30% dei soggetti in CT affetto da disturbi psichiatrici maggiori, il 59% da disturbi di personalità. Diminuiscono i contagi Hiv, stabili epatiti e morti da overdose Crescono le diagnosi di comorbilità: il 30% dei soggetti in CT affetto da disturbi psichiatrici maggiori, il 59% da disturbi di personalità. Diminuiscono i contagi HIV, stabili le epatiti e le morti di overdose.
Comirbilità psichiatrica. I dati più recenti indicano una crescente comorbilità psichiatrica tra le persone tossicodipendenti. L'indice italiano è in linea con quelli degli altri paesi. Secondo recenti valutazioni epidemiologiche (Carrà, Clerici, in corso di pubblicazione) il 30% dei soggetti in trattamento presso le comunità terapeutiche per la dipendenza da oppiacei, sarebbe affetto da un disturbo psichiatrico maggiore e il 59% da disturbi di personalità. Nella Relazione annuale al Parlamento, il DNPA sottolinea: "Il problema della compresenza di un disturbo psichiatrico associato o preesistente ai disturbi da uso di sostanze, e capace di assumere una sua evidenza clinica indipendente, costituisce una condizione impegnativa per i Servizi volti al trattamento delle dipendenze e, inoltre, un forte richiamo al coinvolgimento della psichiatria ufficiale in questo settore dell'assistenza". Come sarà tradotta in pratica questa indicazione? Da una parte gli interessi di una medicina tecnica-tecnologica che fa della salute un mercato, dall'altra le ragioni di una medicina epidemiologica, integrata e solidale, che fa della salute un diritto della persona.
HIV. Secono dati del Ministero della Salute sono risultati positivi al test per l'HIV il 13,42% degli utenti dei Ser.T. La situazione evidenzia un decremento costante, seppur minimo, nei confronti degli anni precedenti. In particolare le percentuali di sieropositivi riscontrate tra i nuovi utenti sono decisamente inferiori rispetto a quelle registrate tra i vecchi (4% contro 16%). Invariato invece il diverso rapporto di contagio tra donne e uomini pari a 1,22 (donne/uomini). Diminuisce invece la presenza di tossicodipendenti tra i nuovi HIV positivi. Secondo una ricerca condotta in 20 Reparti ed Istituti di malattie infettive, nel 2004 tra i soggetti HIV positivi solo il 10,4% erano tossicodipendenti, il 12,6 ex-tossicodipendenti.
Epatiti. Il numero di persone risultate positive per l'epatite B tra gli utenti dei Ser.T. è in linea con quello degli anni precedenti, con quote prossime al 43,4%. Il confronto tra i dati relativi a vecchi e nuovi utenti non mostra significative differenze nel contagio, nè si riscontrano differenze tra maschi e femmine. Stabili negli anni anche i dati relativi all'epatite C, con valori molto elevati, prossimi al 63%.
Decessi droga-correlati. Secondo i dati forniti dalla Direzione Centrale Servizi Antidroga i decessi per overdose rilevati nel 2004 si attestano a 441 casi, senza differenze di rilievo rispetto al biennio precedente. Tale stabilità fa seguito ad una progressiva diminuzione iniziata a partire dal 1997 (nel 96 morirono di overdose 1600 persone). Di sesso maschile il 93% dei deceduti, per il 47% dei casi di età compresa tra i 20 e i 35 anni (erano il 75% nel 1996). Aumentano le morti di soggetti di età superiore a 35 anni. Sotto i 25 anni solo il 5% dei casi. Registrato il valore massimo nell'intero decennio delle morti di stranieri, arrivato al 7%. Nel caso dei consumatori di cocaina al 25% di decessi d'overdose si aggiungono il 31% per incidenti stradali e il 44% per altre cause (suicidi, omicidi, incendio) Per gli eroinomani: 73% di morti per overdose, 9% per incidenti e 18% per altre cause.
Gabriele Del Grande
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