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Ricerca dell'Adiconsum: a cadere nel sovraindebitamento e nell'usura casalinghe, pensionati, sposati e separati, e famiglie numerose con studenti e un lavoro precario.
Casalinghe e pensionati, sposati e separati, famiglie numerose con studenti e un lavoro precario, ma senza anziani in casa (che, quando ci sono, contribuiscono al budget): tutti con una scolarizzazione medio-bassa. È variegato il profilo di coloro che cadono nel sovraindebitamento e nell'usura, secondo una ricerca qualitativa dell'Adiconsum (Associazione difesa consumatori e ambiente) presentata oggi presso la sede dell’Abi. “Fattori psico-sociali del sovraindebitamento e dell’usura” è il titolo dell’indagine, condotta dalla Cattedra di Psicologia giuridica della facoltà di Psicologia presso l’Università “La Sapienza”, che prende in esame i diversi attori coinvolti: non solo l’autore del reato e la vittima, ma anche la rete sociale e familiare, le istituzioni, le banche. Anche se per le vittime dell’usura e per le persone sovraindebitate intervistate (rispettivamente 10 e 10, presso l’Adiconsum di Roma e la Fondazione “S. Giuseppe Moscati” di Napoli) “non si può parlare della costruzione di una ‘carriera’, come avviene per i soggetti devianti, è possibile riconoscere nei loro percorsi una processualità che marca il passaggio da una situazione di difficoltà finanziaria, a una di sovraindebitamento e quindi altamente a rischio d’usura (ma in cui sono ancora rintracciabili delle soluzioni alternative), a una in cui il soggetto scegliendo di ricorrere al prestito usurario è costretto a ridefinire il suo stile di vita e quello della sua famiglia”, evidenzia l’Adiconsum, precisando. “Anche la decisione di uscire dalla morsa dell’usura (attraverso la denuncia, o chiedendo aiuto ai fondi di solidarietà e di prevenzione), e il conseguente riconoscimento pubblico di quella che fino ad allora era un’interazione strettamente ‘privata’, produce numerosi effetti di ridefinizione dell’identità sia a livello personale (ammettere di non essere riusciti da soli a gestire il problema finanziario e conseguente senso di fallimento), e sociale (isolamento, etichettamento ecc.)”. Per quanto riguarda le cause di indebitamento e usura, si intrecciano le aree familiari, sociali e dell’uso del denaro: separazioni e divorzi, ad esempio, causano debiti “soprattutto se messe in relazione al desiderio da parte del soggetto di mantenere lo standard di vita precedente, in relazione all’incapacità di valutare le spese effettuate e gli imprevisti finanziari, e la presenza dei figli a carico”. Spesso a questi problemi sono correlate situazioni di tossicodipendenza, gioco d’azzardo, ma in moltissimi casi “la pressione sociale al consumo” e il “mantenimento o raggiungimento di uno standard sociale medio-alto”. Un’altra componente significativa è la cattiva gestione del budget familiare: 6 vittime di usura e 5 sovraindebitati non compievano nessuna verifica delle entrate e delle uscite. I debiti, nel primo caso, sono motivati da malattie, morte di un familiare, spese giudiziali, acquisto di un’automobile indispensabile per il lavoro, mentre le spese accessorie sono meno presenti (acquisti di beni per la casa, attività sportive e voluttuarie dei figli, viaggi). In 7 devono fino a 25mila euro agli strozzini, mentre per 5 dei sovraindebitati la somma supera i 75mila euro. Per risolvere il problema si chiedono vendono beni personali (8) oppure si chiedono prestiti innanzitutto a parenti e amici (8). L’aiuto della rete familiare viene percepito soprattutto dagli indebitati (9 su 10), mentre per le vittime di usura il rapporto è sbilanciato: ben 6 su 10 non si sentono sostenuti dalla famiglia.
*dati provvisori
Note: ''Acquista oggi e paga domani''. Secondo l'Adiconsum le famiglie italiane non sono più ''formiche'' "Andiamo verso una cultura del debito: ‘acquista oggi e paga domani’ è diventato il comportamento di molte famiglie italiane, che diversamente dal passato non sono più ‘formiche’ intente ad accumulare risparmi”. È il commento di Paolo Landi, segretario generale dell’Adiconsum, ai risultati della ricerca qualitativa “Fattori psico-sociali del sovraindebitamento e dell’usura”, promossa dall’associazione e condotta dalla Cattedra di Psicologia giuridica della facoltà di Psicologia presso l’Università “La Sapienza”. “Quello del sovraindebitamento è un fenomeno diffuso, generato spesso dal non voler ridurre drasticamente gli stili di vita e i livelli di consumo – ha spiegato Landi -. In un paese che si sposta verso una logica di mercato, anche nei servizi prima pubblici, le associazioni dei consumatori possono essere un contro-altare a questa logica, ma hanno bisogno di sostegni e aiuto per sviluppare un ruolo di informazione e lobby, per essere più presenti sul territorio e creare così un movimento consumerista forte e combattivo”. Formazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica risultano due imperativi per prevenire i fenomeni dell’indebitamento e dell’usura. Tuttavia Gaetano De Leo, docente di Psicologia giuridica dell’Università La Sapienza, ha evidenziato che “il rapporto con il denaro è un tabù di cui non si parla, ma per le famiglie fa parte dell'identità sociale e nonostante i debiti gli standard di spesa non vengono ridotti”. Infatti la relazione con il denaro – “rimossa dalla società, al contrario della sessualità” – produce “emozioni profonde, vergogna e reazioni che possono sfociare nella violenza”. Nella ricerca viene sondato anche il rapporto tra vittime di usura/sovraindebitati con le associazioni e le fondazioni che si occupano di questi problemi e gestiscono i Fondi di prevenzione e solidarietà. Il contatto avviene spesso in modo “casuale”: attraverso amici, quotidiani o il passaparola. E la ricerca evidenzia che “l’attenzione dei media rispetto ai fenomeni trattati è solo saltuaria”. Quindi occorre potenziare “le azioni preventive finora messe in atto, attraverso l’incremento dei fondi di solidarietà e campagne di informazione attraverso i media che non siano solo sporadiche, ma continuate nel tempo, che informino le persone sull’esistenza delle associazioni e fondazioni, e sulle agevolazioni di cui possono beneficiare le persone che decidono di denunciare i propri usurai”.
Fonte: Ricerca "Fattori psicologici del sovraindebitamento e dell'usura" ADICONSUM 2003 Proposta di legge sul ''concordato dei creditori di persone fisiche insolventi'': la mediazione a una Commissione nazionale. Una proposta di legge sul "concordato dei creditori di persone fisiche insolventi": la mediazione verrebbe affidata a una Commissione nazionale per la risoluzione delle situazioni di sovraindebitamento, da istituire presso il ministero del Welfare. L’ha formulata l’Adiconsum, presentandola oggi nella sede dell’Abi insieme alla ricerca qualitativa su usura e indebitamento. Frutto di “un lungo confronto con il mondo bancario e finanziario”: così Paolo Landi, segretario generale dell’Adiconsum, ha definito l’iter che ha condotto l’associazione a stilare la pdl, che prevede una procedura per la risoluzione delle situazioni del sovraindebitamento delle famiglie. “Per concordato con i creditori – recita il testo della pdl – si intende il piano di ristrutturazione dei debiti che deve essere approvato dal debitore e dai suoi principali creditori (almeno il 70%, che rappresenti i ¾ dell’ammontare complessivo dei crediti”. “Il progetto nasce dalla volontà di affrontare e risolvere gravi situazioni economico-finanziarie individuali, sinora risolte sulla base della ‘buona volontà’ o di accordi quadro sottoscritti soprattutto con soggetti istituzionali e con il sistema bancario – ha spiegato Fabio Picciolini, segretario nazionale Adiconsum -, entrambe non sempre all’altezza di offrire soluzioni adeguate”. In sintesi, la proposta prevede di instaurare una “procedura finalizzata al raggiungimento di un accordo per la ristrutturazione dell’intera posizione debitoria di un soggetto sovraindebitato”, e allo stesso tempo l’istituzione della Commissione nazionale presso il ministero del lavoro e delle politiche sociali: l’organo sarebbe presieduto da un rappresentante della Banca d’Italia e composto da membri nominati dal Ministero su proposta delle categorie dei creditori, degli enti e delle associazioni più rappresentative di tutela dei sovraindebitati. “La Commissione – ha precisato Picciolini – non può imporre alle parti il raggiungimento di un accordo. La Procedura è di tipo volontario” e per accedervi devono essere verificati due requisiti: la capacità di rimborso e la meritevolezza. Quindi la proposta è indirizzata a chi abbia contratto debiti “per soddisfare i bisogni della famiglia” e si trovi in una situazione di difficoltà finanziaria “non temporanea, tale da non essere in grado di soddisfare autonomamente alle obbligazioni assunte”. |
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