Lombardia:
osservazioni al PSSR
Oltre
100 realtà del terzo settore lombardo hanno presentato un documento
di 'Osservazioni' al Piano Socio Sanitario Regionale approvato dalla
Giunta Regionale nel mese di ottobre 2001.
Di seguito uno stralcio del testo consegnato il 21 dicembre alla
Giunta Regionale, al Consiglio della Regione e alla struttura
(Direttore generale Sanità e Direttore generale Famiglia e
Solidarietà Sociale).
Il modello di riferimento: mercato, azienda, sanità, prestazioni
Il Piano Socio Sanitario sceglie e propone un modello di sistema
sociosanitario e sociale centrato sul mercato, ispirato a criteri
economici, aziendali e amministrativi, tipici di una logica ''compra-vendita'',
dove l'obiettivo è la vendita dei servizi e lo strumento la libera
e massima concorrenza nel rapporto tra gli enti gestori.
In questo concetto anche il principio condivisibile della libertà
di scelta dell'individuo e della sua famiglia, e della pluralità e
libertà dei soggetti gestori e del terzo settore, divengono
funzionali agli enti erogatori e non al raggiungimento degli
obiettivi di salute, di contrasto alla povertà, di inclusione
sociale e di bene comune.
Il rapporto domanda/offerta non è sempre virtuoso e autoregolante,
ma spesso in un contesto di asimmetria informativa, è l'offerta a
generare la domanda. E ciò può comportare un aumento incontrollato
dell'offerta, governata solo dalla libera concorrenza del mercato, e
conseguentemente un aumento incontrollato della spesa.
Non appare strutturalmente cambiato nel PSSR il ruolo degli organi
di governo: la Regione come 'organo terzo' (regolatore e
controllore) imparziale; l'ASL come soggetto acquirente e non
produttore, teso alla esternalizzazione quasi totale dei servizi,
Ospedali come fondazioni che producono servizi.
Dal
Redattore Sociale
La
risposta dell'associazionismo
È
un fronte compatto di "no" quello dei rappresentanti di
organizzazioni del Terzo settore contro il piano sanitario regionale
della Lombardia. In un conferenza stampa promossa stamane nelle sede
milanese delle Acli sono state rese note le osservazioni, i
suggerimenti e le chiare critiche di oltre 100 realtà del non
profit al Piano sociosanitario, da domani in discussione in
Consiglio regionale.
Il Terzo settore, per bocca di don Virginio Colmegna, Caritas
Ambrosiana, Liviana Marelli del Cnca Lombardia, Giambattista
Armelloni delle Acli, ha denunciato che l'elaborazione del piano è
avvenuta senza la partecipazione del Terzo settore. Solo alcune
associazioni sono state invitate singolarmente dalla Commissione III
sanità, impegnata nella redazione del piano.
Il testo in discussione a partire da domani, secondo le oltre 100
associazioni, se approvato indirizzerà la sanità lombarda verso un
modello, tendenzialmente orientato alla privatizzazione dei servizi
sanitari attraverso le esternalizzazioni dei servizi delle Asl e la
trasformazione degli ospedali in Aziende ospedaliere. Le accuse al
piano sanitario si muovono su differenti livelli: dal modello di
riferimento identificato nel mercato all'assenza della
programmazione della dimensione sociale e pedagogica-educativa. Nel
piano sociosanitario regionale lombardo le associazioni ravvisano
una perdita di 10 mila posti letto, venendo a mancare la rete di
servizi diurni e domiciliari e di fatto delegando a Residenze
sanitarie per anziani l'assistenza; nel campo dell'handicap il piano
lombardo non incentiva le comunità alloggio; per i minori si
propone la chiusura dei centri di aggregazione giovanili e non si
programma alcuna attività di assistenza domiciliare ai minori. La
privatizzazione di settori come la prevenzione o l'assistenza
domiciliare dei malati di aids, secondo le associazioni, lascia
adito a dubbi sulla tutela dei dati personali e della privacy.
Anziani
in Lombardia: Stime di popolazione e servizi offerti
Confronto
fra stime di popolazione e disponibilità di unità
d'offerta e servizi per anziani - Proposta di PSSR 2002-2004
|
Tipologia
|
Numero
(dati
e stime 2000-2001)
|
Anziani
fragili
|
410.000
|
Anziani
disabili
|
400.000
|
Anziani confinati
|
40.000
|
RSA*
|
43.041
|
CDI**
|
3.554
|
IDR
(65+)¹
|
2.151
|
ADI
(65+)²
|
46.229
|
SAD
(65+)³
|
27.086
|
Note:
(*) RSA=Residenza Sanitaria Assistita
(**) CDI=Centro Diurno Integrato
(1) IDR=Istituto di Ricovero
(2) ADI=Assistenza Domiciliare Integrata
(3) SAD=Servizio di Assistenza Domiciliare
Fonte: Irer; Istat; Dipartimento Affari sociali, 2001