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Ecco perché sulla scuola la finanziaria deve cambiare di Salvatore Nocera BOLOGNA - L'articolo 66 (comma 1 lett. "a") della proposta di legge finanziaria per il 2007 stabilisce che. "nel rispetto della normativa vigente" il numero degli alunni per classe dovrà aumentare mediamente dello 0,4%. Nell'espressione "rispetto della normativa vigente" dovrebbe intendersi "ivi compreso il decreto ministeriale n. 141/99", che fissa a 25 il numero massimo degli alunni nelle classi dove è presente un alunno con disabilità certificata ed a 20 quello massimo nelle classi frequentate da più di un alunno con disabilità certificata (la Fish ha sempre sostenuto un massimo di due per garantire la qualità dell'integrazione scolastica). Per evitare interpretazioni pericolose la Fish aveva proposto un emendamento che non è stato nei fatti presentato da nessuno dei parlamentari . Mi domando: ciò è avvenuto perché ritenuto pleonastico, data l'espressione "nel rispetto della normativa vigente , ivi compreso quindi anche il decreto ministeriale n. 141/99? E se per " normativa vigen te " il Ministero dell'Economia volesse intendere solo quella legislativa e non anche quella secondaria amministrativa? In tal caso i problemi per l'integrazione scolastica diverrebbero insormontabili e il decreto ministeriale n. 141/99 verrebbe abrogato. Se si sfondano quei limiti avremo classi con alunni disabili più affollate. Ciò determinerà una minore o mancata presa in carico del progetto di integrazione scolastica da parte dei docenti che attualmente, salvo rare eccezioni, è già assai bassa. A seguito di ciò i genitori chiederanno con maggiore insistenza l'aumento del numero di ore di sostegno, cercando di ottenere di più e in caso di diniego dell'amministrazione ricorreranno sempre più frequentemente ai tribunali che già, in questi ultimi due anni, hanno dato il massimo delle ore in oltre 400 casi con sentenza che condanna l'amministrazione al risarcimento anche dei danni esistenziali. In più di un caso le sentenze hanno stabilito un numero di ore di sostegno "per tutta la durata dell'orario scolastico". Così nelle scuole a tempo pieno ed in quelle di scuola secondaria di secondo grado si sono avute sentenze che condannano l'amministrazione a fornire sino a 40 ore settimanali di sostegno. E' questo il risparmio che si vuole realizzare con la finanziaria? Siamo convinti che bisogna evitare gli sprechi, quali ad esempio classi piccole con tutte le ore possibili di sostegno, dove basterebbero meno ore solo se i docenti di classe si occupassero veramente degli alunni con disabilità. Se l'intento dell'amministrazione fosse quello di rispettare solo formalmente questo decreto per le classi con un massimo di 20 alunni, potrebbe essere tentata a concentrare in ciascuna di esse molti alunni con disabilità certificata, vanificando per altro verso lo spirito e le buone prassi dell'integrazione. Si dice che la norma della proposta di legge finanziaria sia dettata dalla necessitàdi adeguare il rapporto della scuola italiana, che è pari a circa un docente ogni 9 alunni comunque frequentanti, a quello della media europea che è pari a circa uno a 11. Sull'Unità del 31 ottobre il viceministro della Pubblica istruzione Mariangela Bastico riporta dati diversi: in Italia un docente ogni 14 alunni, mentre in Europa un docente ogni 11. Ma finalmente il viceministro Bastico chiarisce anche ciò che nessuno, tranne la Fish, aveva precisato e cioè che in Italia il rapporto è più costoso, perché qui abbiamo da oltre trent'anni realizzato l'integrazione scolastica generalizzata degli a lunni con disabilità nelle classi comuni, per i quali abbiamo un rapporto di un docente specializzato per il sostegno mediamente ogni 1, 87 alunni disabili certificati. In Europa questi alunni fanno un percorso educativo separato in classi speciali che costano ben di più di un docente ogni 1, 87. Inoltre in Italia abbiamo realizzato la scuola a tempo pieno ed a tempo prolungato che certamente richiede un maggior numero di docenti per contrastare lo stato di disagio di alunni con difficoltà di apprendimento non riconducibili a situazioni di disabilità certificata. In Europa le spese per gli alunni con disabilità e la scuola a tempo pieno vengono contabilizzate in bilancio come "spese sociali", mentre in Italia come " spese per la pubblica istruzione". Se, anche in Europa, tali spese venissero contabilizzate nel bilancio della pubblica istruzione, il rapporto di un docente ogni 11 alunni si porterebbe assai vicino a quello italiano di uno ad 11. Per questo la Fish insiste perché il decreto ministeriale n. 141/99 sul numero massimo di alunni nelle classi frequentate da alunni con disabilità rimanga in vigore. Neppure il governo Berlusconi ebbe il coraggio di abrogare tale decreto!
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