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AL DIRETTORE DE “IL GIORNO” La prego di voler pubblicare questa mia lettera aperta all’Assessore Nocentini
Signor Assessore Nocentini, leggo sul giorno del 14/07/2002 la notizia che a Seregno sta per essere costruita una scuola “speciale” per minori con disabilità fisiche, dal costo di quasi due miliardi di lire, alla quale sarebbero già iscritti 25 aspiranti. La motivazione dell’iniziativa , a quanto pare, finanziata dal bilancio regionale, sta nella possibilità di “avere finalmente una scuola a misura dei minori con handicap.” E’ vero che , con la legge costituzionale n. 3/01, le Regioni hanno acquisito competenza legislativa piena nel campo dell’istruzione,salvi restando i “livelli essenziali delle prestazioni scolastiche” e le norme generali in materia di istruzione, rimasti di competenza dello Stato. Non risulta però che la stessa legge abbia attribuito alle Regioni anche la funzione di dichiarare che un certo tipo di scuola sia più adatta di un altro a soddisfare i bisogni educativi degli alunni.Questa rimane ancora una prerogativa riservata ai genitori. Nella Sua Regione esistono, come in altre, genitori che ritengono le scuole “speciali” la forma organizzativa e pedagogica migliore per i loro figli handicappati. Liberissimi loro di fare questa scelta; un po’ meno disponibile dovrebbe essere un Ente pubblico che destina alla soddisfazione dei desideri di alcuni cittadini somme ingenti risultanti dal pagamento delle imposte di tutti. E già, perché la stragrande maggioranza degli italiani, a partire dagli anni ’70 ha portato gli alunni con disabilità fuori dalle scuole speciali, per iscriverli in quelle “comuni”. E ciò è avvenuto prima nelle scuole statali, dove attualmente frequentano oltre 136.000 alunni con handicap, che sono pari circa al 2% di tutti gli studenti. Ma i genitori hanno scelto anche le scuole private e quelle “paritarie”. Presso le scuole paritarie sono attualmente frequentanti quasi 5000, alunni nelle classi comuni. Per garantire le pari opportunità, la L.n. 62/2000 sulla parità scolastica ha stanziato alcuni miliardi di lire per un rimborso forfettario delle spese per l’integrazione degli alunni con disabilità nelle classi comuni. Visti i risultati dell’integrazione scolastica in Italia, illustrati durante il Convegno internazionale, organizzato a Roma dal 13 al 15 Giugno scorso dal Consiglio nazionale sulla disabilità, dalla Federazione Italiana per il Superamento dell’ Handicap, in collaborazione con l’European Disability Forum, ente riconosciuto dalla Commissione dell’Unione europea, forse gli Amministratori pubblici dovrebbero essere meno giulivi nell’annunciare ingenti spese pubbliche per le scuole speciali. Infatti, come hanno dovuto riconoscere gli Ospiti stranieri sulla base degli studi di illustri esperti, quali, ad es. Canevaro dell’Università di Bologna, Vico dell’Università cattolica di Milano e delle esperienze ormai trentennali, l’integrazione nelle scuole comuni giova molto più delle scuole speciali alla crescita negli apprendimenti e nell’autonomia delle persone con handicap fisico, sensoriale ed intellettivo, anche grave. Ma illustri studiosi, come ad es. Groppo dell’Università cattolica di Milano e Vianello , preside della Facoltà di Psicologia di Padova, hanno mostrato anche i vantaggi che gli alunni integrati ricevono in campo psicologico, purché l’integrazione sia realizzata secondo le buone prassi sperimentate ed il rispetto della conseguente normativa giuridica. In particolare il prof Vianello ha dimostrato con numerose ricerche che gli alunni di scuole speciali hanno problemi e turbe psicologiche in misura enormemente maggiore rispetto agli alunni integrati. Comunque, se Lei ritiene di voler accontentare alcuni genitori, che non temono di lasciare i loro figlioli solo fra compagni handicappati,faccia pure; ma tenga presente che molti di più sono i genitori che desiderano maggiori finanziamenti per le scuole pubbliche e quelle private che realizzano l’integrazione. Sia certo che se e quando dirà pubblicamente, con lo stesso entusiasmo di ora, che ha aumentato gli stanziamenti per l’integrazione nelle scuole “comuni”, riceverà molti, ma molti più applausi, compresi i nostri.
Roma 15/7/02
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