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Sostegno e qualità, un binomio difficile

Spesso alcuni dirigenti scolastici chiedono agli insegnanti specializzati di occuparsi delle supplenze in classi diverse da quelle in cui si trova l’alunno loro assegnato, lasciando lo studente disabile o portandolo con loro come se si trattasse di un pacco. Un comportamento che viola le norme e che ostacola l’integrazione.

di Salvatore Nocera

Sempre più frequenti si fanno le denunce di  uso improprio degli insegnanti per il sostegno in un numero crescente di scuole.Vengono  denunciati preoccupanti episodi di richieste, anche con ordine di servizio, rivolte dai dirigenti scolastici ai docenti per il sostegno, di ruolo e precari, a lasciare l’alunno con disabilità nella classe e recarsi in altre classi per supplire colleghi assenti.

Siccome però alcuni genitori si sono lamentati per l’abbandono della classe ove è inserito l’alunno, altri dirigenti sono stati più burocraticamente raffinati, dicendo ai docenti di ‘portarsi dietro’ l’alunno con disabilità. Questa prassi di abbandono dell’alunno come se fosse un oggetto insignificante o di trasporto al seguito, come se fosse un bagaglio-presso,  non solo viola apertamente lo spirito della riforma-Moratti tutta imperniata, forse in modo un po’ troppo enfatico (perché mancano norme certe per la sua attuazione), sul valore della persona, viola altresì la normativa per l’integrazione.

Infatti la L.n. 104/92 e l’art 35 comma 7 L.n. 289/02 impongono all’amministrazione di nominare insegnanti per il sostegno, esclusivamente in presenza di alunni certificati  con disabilità. Ora, abbandonare l’alunno per recarsi in altra classe, dove non sono presenti alunni con disabilità è una flagrante violazione di legge che potrebbe avere certi risvolti contabili presso la Corte dei conti Per il dirigente. Così pure  trasportare l’alunno da una all’altra classe, solo per stare formalmente al seguito del docente specializzato, è una palese violazione di tutta la normativa sull’integrazione scolastica che vuole l’integrazione in una ben precisa classe secondo un progetto e non per circostanze occasionali dettate da motivi in totale contraddizione coi principi pedagogici.

I dirigenti che dispongono tali ‘transumanze’( in cui l’alunno è considerato un cagnolino ) o le tollerano rischiano denunce alla procura della repubblica per abuso di potere oppure per omissione di atti d’ufficio, dal momento che conoscono bene o dovrebbero conoscere la normativa. Turbano (e ciò è ancor più grave per degli educatori) i criteri di qualità del servizio scolastico, per la cui massimizzazione, invece, sono pagati.

Di questo si discute in numerosi incontri culturali e di recente anche in una trasmissione radiofonica, in cui, tra i politici sono intervenuti l’on Battaglia per l’Opposizione e l’on Mauro per la maggioranza, entrambi concordi nel deplorare questa sfrontata prassi crescente di illegalità.

Ed il Ministero che è reso edotto di quanto avviene nelle scuole e non ha preso parte alla trasmissione radiofonica, che intende fare?


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