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Il conto annuale ed il costo annuo per la Scuola
Il Comparto scuola è stato ed è oggetto di profonde innovazioni che hanno influito sui dati del conto annuale 99. In particolare, nell’anno di riferimento, si è dato avvio al processo di autonomia delle istituzioni scolastiche, prevista dall’articolo 21, della legge 15.03.1997, n. 59 (da completare, peraltro, entro il 31.12.00), caratterizzata dalla soggettività giuridica riconosciuta a tutte le scuole. L’autonomia consegue ad un processo di dimensionamento ottimale e ad una riorganizzazione della rete scolastica disciplinata dal DPR 18.6.98, n. 233, in applicazione del citato art.21, della legge n.59/97. La stessa legge ha inoltre previsto, il conferimento della dirigenza scolastica ai capi d’istituto (presidi, direttori didattici, direttori conservatori), contestualmente all’acquisizione dell’autonomia da parte delle istituzioni scolastiche e comunque con decorrenza 1.9.00. Al dimensionamento citato è conseguita una riduzione dei posti, rispetto al 1998, del personale direttivo. Con riferimento a quest’ultimo, gli inevitabili effetti finanziari, scaturenti dalle più elevate retribuzioni, graveranno sul bilancio dello Stato a decorrere dal 1.1.2001, come previsto dall’atto di indirizzo relativo alla contrattazione della dirigenza scolastica. Va evidenziato, inoltre, che la legge 20.1.1999, n. 9, ha disposto l’innalzamento della durata dell’obbligo scolastico a 9 anni (8 anni di scuola di base ed un anno di scuola secondaria superiore), a decorrere dall’anno scolastico 1999-2000, con un conseguente maggior fabbisogno di personale che giustifica l’incremento del personale supplente rilevato per la scuola secondaria superiore. La rilevazione del 1999, ancora non risente del trasferimento del personale ATA dagli Enti locali allo Stato-Scuola (78.000 unità circa), disposto dall’articolo 8 della legge 3.5.1999, n. 124, che transiterà dal 1.1.2000. Di conseguenza nell’anno finanziario 2000, gli oneri retributivi di detto personale graveranno sul bilancio dello Stato, con conseguente riduzione dei trasferimenti a favore degli Enti locali. E’, altresì, importante ai fini della rilevazione, la norma recata dall’articolo 40, della legge n. 449/97, che ha disposto la riduzione del personale della scuola al 31.12.1999, del 3 per cento rispetto a quello rilevato al 31.12.1997. Il personale Le professionalità del comparto si inquadrano in profili funzionali relativi alla dirigenza scolastica, alla funzione docente ed all’area dei servizi amministrativi, tecnici ed ausiliari. Come si rileva dalle tabelle - che comprendono anche il personale dipendente da Enti diversi dal Ministero della Pubblica Istruzione cui si applica il contratto della scuola - il personale con contratto a tempo indeterminato in servizio al 31.12.1999 risulta di 873.980 unità rispetto alle 886.900 rilevate al 31.12.1998, con un decremento di circa l’1,5% (-12.920 unità). Appare significativa la riduzione del personale direttivo che, passando da 10.739 a 10.304 unità per effetto del piano di razionalizzazione degli istituti, operata ai sensi del D.P.R.233/98, si riduce del 4,1% (-435 unità). Come risulta dai dati rilevati, il rapporto fra il personale di ruolo (873.980 dipendenti) e la dotazione organica (907.959 unità) evidenzia un tasso di copertura di circa il 96%, dovuto al maggior numero di cessati dal servizio rispetto ai nuovi assunti a tempo indeterminato; questi ultimi limitati nel numero per il mancato completamento delle procedure concorsuali ancora in itinere. Il personale assunto con contratto a tempo determinato – personale supplente annuale e fino al termine delle attività didattiche, docente ed ATA - è pari a 123.805 a fronte delle 106.655 rilevate al 31.12.1998. L’incremento trova giustificazione nel numero limitato di assunzioni a tempo indeterminato di personale sui posti vacanti. Infatti non si sono ancora completate le numerose procedure concorsuali, riservate ed ordinarie, finalizzate all’immissione in ruolo. Ciò ha comportato, quindi, il maggior ricorso a personale supplente nella scuola secondaria, per far fronte al maggior fabbisogno del personale determinato dall’elevamento di un anno dell’obbligo di istruzione (L.n.9/1999). Inoltre va evidenziato che dal raffronto dei dati rilevati nel 1999 con quelli relativi al 98 ed al 97, risulta che l’obiettivo di riduzione del personale della scuola nella misura prevista dall’articolo 40, della legge 449/97 (-3%), è stato raggiunto in misura pari a circa lo 0,9%. Circa la componente femminile presente nel settore, per il personale dirigenziale il rapporto uomo /donna è di circa il 50%, per il restante personale il rapporto è di tre donne ogni uomo, con la quasi totale femminilizzazione nella scuola materna e una preponderanza della stessa nella scuola elementare. Per quanto concerne, poi, il part-time, il personale a tempo indeterminato interessato al lavoro a tempo parziale ammonta a 11.566 dipendenti di cui 8.656 donne, con un’incidenza percentuale, sul totale del personale, del 1,32% circa. L’esiguo ricorso al part-time è imputabile alle peculiarità del settore ed, in particolare, alla necessità di assicurare la continuità didattica che rende l’istituto di difficile attuazione. Infatti, a tal fine è necessario effettuare una particolare articolazione dell’orario di cattedra che comporta limitazioni sia con riferimento alle possibilità di fruizione, che ai soggetti che possono usufruirne. Il lavoro parziale può rivelarsi proficuo, in particolare, nel caso dei soggetti che avendo diritto alla cessazione dal servizio e, pertanto, ad un trattamento pensionistico integrale, possono invece optare per la continuazione dell’attività a tempo ridotto con un minor aggravio finanziario del sistema pensionistico. Il personale dirigente e direttivo, come previsto dalle OO.MM. n.446 del 22.07.97 e n.55 del 13.02.1998, non può far ricorso al part-time. Nell'anno 1999 il tasso di cessazione del personale risulta pari al 3,8%. Se si considerano le cause di cessazione si evidenzia l'alta percentuale di personale cessato per dimissioni (70,45%) rispetto a quella dei cessati per limiti di età (16,21%) e per altre cause (33,7%). Considerando poi la distribuzione del personale per anzianità di servizio si rileva la presenza del maggior numero dei dipendenti in una fascia di anzianità compresa fra i 15 e i 25 anni di servizio con una concentrazione nella fascia fra i 16 e i 20 anni (228.059 dipendenti pari al 26% circa). Si deduce che, in termini anagrafici, la fascia di età di maggiore densità sia quella fra i 40 ed i 50 anni mentre la presenza di personale di più giovane età dovrebbe concentrarsi nelle categorie di personale a tempo determinato. Spese Il costo complessivo del personale con riferimento all’anno 1999, è pari a lire 56.099.848.343.000 di cui lire 42.944.281.100.000 per retribuzioni lorde su cui i contributi a carico dell’amministrazione pari a lire 11.507.058.477.000 incidono per il 20.51%. La retribuzione media annua per il personale a tempo indeterminato (Capi d’istituto, docenti, personale ATA, docenti di religione cattolica) è pari a lire 43.848.000 rispetto a quella rilevata al 31.12.98 pari a lire 40.495.000. L’incremento trova giustificazione negli aumenti contrattuali riconosciuti dal CCNL-Scuola relativo al quadriennio 98-01, sottoscritto il 26.5.1999, attribuiti nell’anno di riferimento ma aventi decorrenza dal novembre 1998. La quota di retribuzione media pro-capite per competenze accessorie è di £.1.553.000 a fronte dell’importo medio rilevato nell’anno 1998 pari a £.1.680.000. Il decremento è dovuto in parte alla riduzione del personale di ruolo rispetto all’anno precedente (passato rispettivamente da 886.900 unità a 873.980), nonché al fatto che il contratto integrativo della scuola per il quadriennio 98-01, che prevedeva i criteri e le modalità per la distribuzione delle risorse disponibili per attività accessorie, essendo stato sottoscritto il 31.8.99, non ha avuto applicazione nell’anno di riferimento (1999). Si rileva, inoltre, che nonostante l’incremento del personale (da 993.886 a 998.155) e gli aumenti contrattuali previsti dal CCNL 98-01 il costo complessivo dello stesso, per l’anno 1999 (55,614 miliardi), risulta leggermente inferiore a quello sostenuto nel 1998 (55,967 miliardi) al netto degli arretrati. Il fenomeno trova giustificazione nella diversa composizione del personale in relazione allo status giuridico; infatti nell’anno 99 il personale di ruolo si è ridotto di circa 13.000 unità a fronte di una crescita del personale a tempo determinato di circa 17.000 unità. A tal fine va considerato che il personale di ruolo comporta per l’Erario una maggiore spesa di circa il 30% rispetto a quello non di ruolo; infatti, quest’ultimo mantiene, in tutto il periodo del precariato, lo stipendio iniziale ed inoltre il personale non annuale non ha retribuzione nei mesi estivi e quello supplente annuale è retribuito in realtà per 11 mesi. |
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