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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

IL TETTO BASSO DELLA GELMINI E’ ACCETTABILE PURCHE’…….

 

            In questi giorni è infocato il dibattito su una proposta del Ministro Gelmini, tendente ad evitare che in ogni classe di scuola ci possano essere troppi alunni migranti rispetto al numero degli italiani.

            La proposta è stata certo suggerita da casi estremi di classi in cui la maggioranza degli alunni era costituita da migranti  e probabilmente anche dallo spirito estremista della Lega.

            A ben riflettere la proposta sembra suggerita  apparentemente dal buon senso, giacché se in una classe la maggioranza è   costituita da migranti, quella classe ha certamente grossi problemi  dovuti alla difficile comprensione della lingua italiana per i migranti e di ritardo apprenditivo per gli alunni “nostrani”. Dico “ apparentemente”, perché  così come  formulata la proposta ha un sapore razzista. Infatti non tutti i migranti hanno difficoltà di comprensione della lingua; anzi le esperienze delle scuole dell’infanzia e primaria dimostrano come i ragazzini migranti imparano la nostra lingua con estrema facilità ed è anzi un gioco per i compagni nostrani insegnare loro il senso delle parole.

            Ed allora, per rendere la proposta in concreto accettabile, sarebbe bene precisare che il tetto massimo dovrebbe essere costituito  da migranti che non conoscono la nostra lingua. In questo modo il sapore razzista,  che la proposta veicola, si perde.

            Ci saranno certo problemi organizzativi per lo spostamento di alunni migranti da una scuola all’altra, dal momento che i migranti non vivono equamente distribuiti su tutto il territorio delle nostre città e dei nostri paesi, ma vivono ammassati  solo in   certi quartieri. Ma il problema organizzativo è risolvibile se collaborano enti locali ed organi dell’amministrazione centrale.

            La soluzione proposta dal Ministro Gelmini dovrebbe inoltre avere risvolti pratici importanti, se applicata al campo degli alunni con disabilità presenti nelle nostre classi.

            Infatti lo stesso problema di concentrazione si era avuto inizialmente quando, a partire  dalla fine degli Anni Sessanta e poi in modo sempre più massiccio gli alunni con disabilità sono transitati dalle scuole ed istituti speciali nelle classi comuni. Certo la presenza massiccia di alunni con disabilità nella stessa classe crea problemi di didattica difficilmente risolvibili.

            Il Ministero allora emanò il decreto ministeriale n. 141/1999 che fissava un tetto massimo alla presenza di alunni con disabilità nella stessa classe, fissando a uno il testo nelle classi composte da 25 alunni ed a  due il tetto massimo nelle classi composte da non più di 20 alunni. Anzi il decreto precisava che superando questi tetti le classi andavano obbligatoriamente sdoppiate.

            Purtroppo però la bozza del Regolamento sulla riformulazione degli organici e delle classi,  di prossima emanazione, ha abrogayo tale decreto, fissando sì un tetto massimo di 20 alunni per classe aihmè “ di regola”( il che significa che vi possono essere eccezioni), ma nulla dice sul numero massimo di alunni con disabilità presenti nella stessa classe.

            Dio non voglia che, a causa dei risparmi  sulla spesa pubblica non si ricorra alla soluzione geniale (!) di mettere nella stessa classe da 20 alunni tre, quattro o cinque alunni con disabilità. Se così avvenisse in sede applicativa del regolamento, la sbandierata qualità della scuola e di quella dell’integrazione scolastica andrebbe irrimediabilmente perduta, con gravissime conseguenze per il benessere di tutti gli alunni e si potrebbero verificare fenomeni di rigetto, come è avvenuto nei casi limite di sovraffollamento di migranti  nella stessa classe.

            Se il Ministro Gelmini ha avuto questa ragionevole proposta per i migranti , la invitiamo ad essere coerente ed accogliere la richiesta che  la F I S H (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha insistentemente avanzato in questi giorni, purtroppo ancora inascoltata dal Ministro, di porre un tetto massimo  della presenza di due o tre alunni con disabilità  nella stessa classe.

            Vogliamo sperare che il Ministro sia coerente e non si occupi solo dei migranti per fare un favore alla lega, ma si ricordi che nelle scuole italiane sono presenti, ormai da moltissimi anni, quasi duecentomila alunni con disabilità, che frequentano le nostre classi non per un rispetto puramente formale  al principio di   pari opportunità ed eguaglianza sancito all’art 3 comma 1 della Costituzione, ma  in tali classi sono riusciti ad integrarsi  con vantaggio reciproco di tutti gli alunni, grazie all’attuazione del comma 2 dello stesso articolo costituzionale che impone alla repubblica di rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena partecipazione  alla vita della comunità.

Signor Ministro, fissi un tetto basso anche per questi alunni e le famiglie di tutti gli alunni gliene saranno grati.

 Salvatore Nocera


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