Un altro padre lasciato solo ha deciso di “togliere il
disturbo”portando con se il proprio figlio disabile!
Sono la mamma di una ragazza disabile di
quasi 35 anni e scrivo per esprimere tutto il cordoglio e dolore per
queste persone che si sono sentite abbandonate e lasciate nella
solitudine in una situazione già per se non semplice ma complicata
dall’avanzare dell’età del genitore.
E’ cronaca di questi giorni, ( anche se
l’attenzione dei media è tutta incentrata sulla crisi politica
italiana)un’altra tragedia familiare ha portato alla ribalta le famiglie
delle persone disabili , ignorate , logorate e usurate , di loro si
parla solo quando ormai è troppo tardi per offrirgli uno spiraglio di
speranza e di fiducia per il futuro.
Il futuro dei nostri figli, ecco
l’angoscia più comune e questo genitore lo ha lasciato scritto
«Non posso immaginare di lasciare mio figlio, nelle
condizioni in cui si trova, solo e in questo mondo. Finirebbe in un
istituto. >
Queste non sono parole da disperazione , sono parole
dettate dalla consapevolezza di non vedere intorno a se nessuna via
d’uscita che garantisca a suo figlio una vita serena, un’ assistenza
amorevole, un’attenzione affettuosa come quella che lui gli ha donato
per 35 anni.
Se le famiglie sono lasciate sole a gestire anche
in tarda età una situazione in cui le difficoltà, le responsabilità ,
lo stress , e l’impegno totale per 24 ore al giorno possono togliere
ogni forza e voglia di vivere , questa è la logica e naturale
conseguenza. e chi se ne stupisce o liquida l’argomento con <è la
disperazione> dimostra di non conoscere nulla della disabilità , di
quella gravissima in particolare..
365 giorni per 35 anni significano 12775 giorni , una vita, due
vite , tre con la mamma mancata da poco,in totale simbiosi , in cui
non hanno fatto altro che cercare di offrire il meglio alla loro
creatura, sono vissuti per rendergli la vita più felice possibile,
meno faticosa e difficile, accudito e amato , mai nessuna recriminazione
su quello che si è forse perduto, l’effimero.
Le leggi a favore delle persone
disabili e del sociale 104/92, 162/98, 328/2000 vengono finanziate
solo per i primi due anni ,poi se le Regioni non legiferano
autonomamente rimangono belle parole sulla carta.
Alcune famiglie hanno chiesto e si sono
impegnate per avere riconosciuto il prepensionamento come lavoro
usurante, e non dovere così rinunciare al lavoro, siamo stati illusi
poi, ancora una volta la politica ha voluto stravolgere le richieste e
tutto si è risolto in una bolla di sapone .
Ho dovuto scegliere 35 anni fa se essere totalmente
madre o separarmi da mia figlia, ho deciso di mantenere unita la
famiglie lasciando il lavoro e ora non ho neppure diritto alla
pensione , speravo che oggi le donne , madri di ragazzi disabili non
dovessero ancora una volta subire la violenza sociale
dell’indifferenza delle istituzioni , ma purtroppo non è cambiato
molto per chi come noi pur trovando forze impensabili nell’amore dei
propri figli scelgono di essere genitori fino alla fine , ma questa fine
dovrebbe essere come quella di tutti ,naturale ,non provocata dalla
considerazione di non contare nulla in questa società .
SE non si riuscirà a comprendere che la
disabilità è un grande tema sociale e non si prenderanno seri
provvedimenti per coinvolgere le famiglie anche a livello politico
nelle decisioni che le riguardano questa ennesima tragedia dettata
dalla consapevolezza di non vedere e avere riferimenti a cui
affidare il proprio figlio sarà sicuramente replicata .
Che macigno sulla coscienza di chi ci governa!
Marina Cometto TORINO associazione
CLAUDIA BOTTIGELLI |