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IL VOLONTARIATO NON è QUELLO GOVERNATIVO Si è svolto a Fiuggi, nel Lazio, il convegno organizzato dal Mo.V..I ( Movimentio di volontariato italiano) dal 23 al 25 Aprile sul futuro del volontariato. Trecento partecipanti da tutta Italia in rappresentanza di altrettanti gruppi hanno discusso un documento-base, elaborato on line da tutto il Movimento, dal titolo “La talpa e la giraffa”, che voleva mettere in luce come i gruppi di volontariato debbono essere radicati sul territorio come le talpe, ma debbono saper guardare lontano come le giraffe. Ed in vero che il volontariato italiano, di ispirazione religiosa e laica sia radicato sul territorio è stato mostrato da un’infinità di esperienze locali di interventi contro l’emarginazione di soggetti svantaggiati. E che si stia sempre più orientando guardare lontano è mostrato dalle proposte di interventi per favorire l’interculturalità, il superamento della logica assistenzialistica, dall’analisi realistica e non ideologicamente della globalizzazione e soprattutto dall’insistenza dell’attenzione più che a interventi riparatori alla tutela dei diritti. Come ha spiegato don nervo, padre fondatore e promotore , insieme a Luciano Tavazza, del volontariato italiano, i servizi che richiedono mezzi finanziari, forte professionalità degli operatori e continuità organizzativa di impresa non profit non debbono essere svolti dal volontariato, come vorrebbe l’attuale Ministro del welfare, ma dalle cooperative sociali, dalle fondazioni e dalle imprese sociali. Il volontariato deve limitarsi a servizi leggeri, che hanno come capitale la capacità di instaurare rapporti relazionali e soprattutto la denuncia delle ingiustizie e la promozione della tutela dei diritti violati. Anche l’on Giuseppe Lumia, ex presidente del Mo.V.I. ha invitato caldamente i giovani che vogliono svolgere volontariato e battersi per un futuro migliore della società, specie nel meridione d’Italia, a prepararsi culturalmente e professionalmente per saper lottare contro le mafie che avvelenano la vita dei paesi più poveri e delle regioni più povere del nostro Paese. Numerosi illustri relatori hanno orientato gli intensissimi lavori che hanno avuto un momento alto ed assai sentito di raccoglimento religioso in memoria di Luciano gavazza, nel quinto anniversario dalla scomparsa prematura, che verrà ufficialmente ricordata a livello laico in Campidoglio a Roma il 13 maggio p.v. I lavori si sono conclusi con due appelli: uno a favore della F.I.Vol., fondazione italiana del volontariato della Banca di Roma, creata da Luciano Gavazza e che adesso rischia la chiusura per la continua riduzione di finanziamenti da parte della banca ; un secondo a favore delle persone con disabilità, “beffate dal governo” che a partire dall’Anno europeo delle persone con disabilità del 2003, ha enunciati grandi promesse e non ne ha mantenuta nessuna; anzi ha ridotto i diritti già esistenti in campo di gratuità delle procedure di riconoscimento della disabilità e di diritto al lavoro. E’ stato detto che la FiVol, creatura di gavazza non può e non deve cessare e che le associazioni di persone con disabilità aderenti alla F.I.S.H., federazione italiana per il Superamento dell’handicap,avvieranno una serie di iniziative di protesta culturale e politica, affinché prima della chiusura dell’anno il governo si ricreda; in mancanza ci saranno dure contestazioni documentate e partecipate. Salvatore Nocera |
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