Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

WELFARE

 

Rapporto Istat: aumentano le difficoltà di conciliare lavoro e famiglia. E se le politiche pubbliche ''molto parzialmente riescono a soddisfare questo bisogno'', le soluzioni si cercano nella sfera privata. Maggiori bisogni dagli anziani

 

Aumentano le difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, specialmente per i nuclei con figli piccoli. E se le politiche pubbliche “soltanto molto parzialmente riescono oggi a soddisfare questo bisogno”, le soluzioni si cercano “all’interno della sfera privata, vista la persistente inadeguatezza di un sostegno organizzato e strutturato (secondo le esigenze territoriali) da parte dei servizi pubblici e, in genere, non fornito neppure dalle imprese dove le donne lavorano”. È uno dei nodi affrontati dal Rapporto annuale Istat, che – osservando le trasformazioni del sistema di welfare italiano - analizza anche i “maggiori, diversi e nuovi bisogni” sono espressi dagli anziani, che ormai rappresentano circa il 20% della popolazione, e dagli immigrati, che aumentano “a un ritmo molto elevato”. E l’aumento della spesa per interventi socioassistenziali procede di pari passo con una forte crescita del volontariato rivolto all’assistenza dei malati, delle famiglie povere e dei minori.

 

“Manca ancora un sistema informativo statistico completo sul welfare”, nota il rapporto, anche se l’Istat si sta adoperando con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e con tutti gli altri soggetti coinvolti per implementarlo. Inoltre “la risposta del sistema pubblico ai bisogni dei soggetti, ancorché rilevante, è ancora oggi fortemente sbilanciata sul versante monetario, di cui quello previdenziale è l’asse dominante”. E, dato che i processi di riforma sono ancora in corso, “il sistema di welfare risulta molto frammentato. I cittadini, che si trovano in condizioni di profondo disagio (economico, sociale, psicologico e culturale) e/o di asimmetria informativa rispetto a chi formula e indirizza l’offerta di politiche sociali, hanno difficoltà a conoscere prima e selezionare poi le alternative a loro disposizione”.

 

L’accesso a un lavoro a tempo parziale costituisce uno dei modi per conciliare carico familiare e impegni di lavoro extradomestico. La percentuale di donne occupate part-time (il 18% delle lavoratrici, pari a 1.150 mila) aumenta con la crescita delle responsabilità familiari (sono il 14% delle occupate in coppia senza figli e il 22% di quelle con figli). La flessibilità oraria in ingresso e uscita dal lavoro è usata da poco meno della metà delle madri occupate dipendenti. “La proporzione di occupate è maggiore tra le neomadri del Centro-nord, con un alto livello d’istruzione e con un solo figlio”, riferisce il Rapporto. Tra le neomadri che lavorano alle dipendenze, il 40% ha un lavoro part-time. Il congedo parentale, invece, ha coinvolto il 76% delle neomamme. Tra coloro che sono rientrate al lavoro dopo la maternità, la maggioranza ha utilizzato un periodo di astensione facoltativa dal lavoro; “quanto ai padri, i principi paritari che hanno ispirato la normativa sono al momento quasi del tutto disattesi”, osserva l’Istat.

 

Ampio il ricorso a reti di sostegno familiare: “La peculiarità del nostro Paese risiede nel ricorso intenso alla rete di aiuti informale e alla solidarietà intergenerazionale”. Infatti 6 bambini su 10 di età inferiore ai 24 mesi sono affidati ai nonni quando la madre lavora e soltanto 2 su 10 frequentano un asilo nido pubblico o privato. Tuttavia gli strumenti di conciliazione disponibili “non sempre consentono alla donna di restare al lavoro: le scelte familiari e procreative continuano a comportare, in non pochi casi, la fuoriuscita dal mercato”.

 

Occupati per sesso e ramo di attività. Anno 2000
Valori assoluti in migliaia

ATTIVITA'

MASCHI

FEMMINE

TOTALE

v.a.

v.%

v.a.

v.%

v.a.

v.%

AGRICOLTURA

769

5,8

351

4,5

1.120

5,3

INDUSTRIA

5.134

38,6

1.633

21,0

6.767

32,1

Energia e acqua

192

1,4

30

0,4

221

1,1

Trasf. industriale

3.426

25,7

1.502

19,3

4.927

23,4

Costr. inst. impianti

1.516

11,4

102

1,3

1.618

7,7

ALTRE ATTIVITA'

7.414

55,7

5.779

74,4

13.193

62,6

Commercio

2.110

15,8

1.267

16,3

3.377

16,0

Alberghi, ristoranti

434

3,3

380

4,9

814

3,9

Trasp. e comunicaz.

954

7,2

236

3,0

1.190

5,6

Interm.monet. e finanz.

461

3,5

272

3,5

733

3,5

Servizi imprese/att. impr.

811

6,1

595

7,7

1.407

6,7

P.A., difesa

1.192

9,0

624

8,0

1.816

8,6

Istruzione, sanità, s. sociali

939

7,1

1.816

23,4

2.755

13,1

Servizi pubblici, sociali

513

3,8

588

7,6

1.101

5,2

TOTALE

13.316

100,0

7.764

100,0

21.080

100,0

Fonte: Eurispes, 2002  

Incidenza occupati per sesso e posizione nella professione
Anno 2000
- Valori assoluti

ATTIVITA'

MASCHI

FEMMINE

TOTALE

v.a.

v.%

v.a.

v.%

v.a.

v.%

INDIPENDENTI

4.238

31,8

1.710

22,0

5.949

28,2

Imprenditori

417

3,1

108

1,4

525

2,5

Liberi professionisti

764

5,7

247

3,2

1.011

4,8

Lavoratori in proprio

2.498

18,8

803

10,3

3.301

15,7

Soci di cooperative di prod.

181

1,4

92

1,2

273

1,3

Coadiuvanti

379

2,8

460

5,9

838

4,0

DIPENDENTI

9.078

68,2

6.053

78,0

15.131

71,8

Dirigenti

277

2,1

72

0,9

348

1,7

Direttivi-Quadri

620

4,7

352

4,5

973

4,6

Impiegati o Intermedi

3.179

23,9

3.340

43,0

6.519

30,9

Operai, subalterni

4.884

36,7

2.197

28,3

7.081

33,6

Apprendisti

110

0,8

70

0,9

180

0,9

Lavoranti a domicilio

7

0,1

23

0,3

30

0,1

TOTALE

13.316

100,0

7.764

100,0

21.080

100,0

Fonte: Eurispes, 2002  

Maternità e Lavoro 2003: andamento delle donne quadro in Italia a fine 2002, rispetto al 2001

 

ANNO 2002

ANNO 2001

Ramo

Aziende

Quadri

di cui donne

Aziende

Quadri

di cui donne

 

num.

num.

in %

num. 

num.

in %

Industria

16.879

142.307

15,1

17.340

143.865

12.9

Enti

390

4.276

24,2

422

5.172

28,0

Amministrazioni statali (*)

1

69

46,9

2

58

44,7

Artigianato

266

357

23,2

258

344

23,9

Agricoltura

441

1.014

11,5

435

1.043

11,1

Credito-Assicurazioni-Servizi Tributari

1.343

116.109

18,4

1.355

109.575

17,6

Commercio- Arti-Professioni

16.713

58.528

28,1

16.735

56.017

26,9

Totale Nazionale

36.033

322.660

19,1

36.547

316.074

16,9

(*) La rilevazione 2002 riguarda un solo ente
Fonte:  Dati INPS elaborati da Confederazione Italiana Unionquadri - CIU Roma 2003

Maternità e Lavoro 2003: percentuale di presenza di donne quadro nelle regioni italiane, totale settori

Regioni

2002

2001

diff.p.p.

Piemonte

18

16,1

+1,3

Valle d'Aosta

12,4

15,3

-2,9

Liguria

17,4

14,4

+3

Lombardia

21,5

19,2

+2,3

Veneto

16,5

14,5

+2

Friuli V. G.

14,8

15,4

-0,6

Trentino A.A.

 

 

 

Emilia Romagna

20,4

19,7

+0,7

Toscana

18,3

15,4

+2,9

Marche

15,9

11,3

4,6

Umbria

15,8

13,4

+2,4

Abruzzo

10,0

9,0

+0

Lazio

22,1

19,3

+2,8

Campania

9,3

15,1

-5,8

Molise

-

5,9

-

Puglia

11,6

10,8

+,08

Calabria

16,5

11,6

+4,9

Basilicata

11,4

12,6

-1,2

Sicilia

8,4

7,5

+0,9

Sardegna

15,9

15,1

+0,8

Estero

 

 

 

Totale Nazionale

19,1

16,9

+2,2

Fonte: Dati INPS elaborati da Confederazione Italiana Unionquadri - CIU Roma 2003

Cresciuta del 52% in 4 anni la spesa dei Comuni per i servizi socio-assistenziali, coperta per il 21% dalle tariffe praticate ai cittadini. Segnale positivo per l'assistenza. Aumentate del 56% le associazioni di volontariato

 

In 4 anni è aumentata del 52% la spesa dei Comuni italiani per i servizi socio-assistenziali (con gli estremi dei 51 euro pro-capite della Calabria e i 171 del Friuli Venezia Giulia), coperta per il 21% dalle tariffe praticate ai cittadini. Un segnale positivo per il settore dell'assistenza, che però assorbe ancora solo il 6% della spesa sociale nazionale. E si assiste alla privatizzazione del sistema della sanità, mentre sono cresciute del 56% - tra il '97 e il 2001 - le associazioni di volontariato.

 

Per quanto riguarda la spesa sanitaria pubblica, è passata da 47 miliardi di euro nel 1991 a 74 nel 2001; nello stesso periodo, la spesa a carico delle famiglie è cresciuta però da 10 a 22 miliardi. A questo aumento “corrisponde una sensibile diminuzione della quota di spesa pubblica a gestione diretta, diminuita dal 50,3%del 1991 al 46,2 del 2001”. Si assiste dunque – rileva il Rapporto - a una “privatizzazione” del sistema, “sia dal lato dell’erogazione dei servizi sia da quello della spesa sostenuta”. Inoltre tra il 1999 e il 2002 la spesa per prestazioni previdenziali è in costante crescita, passando dai 177 ai 213 miliardi di euro. Nello stesso periodo, le prestazioni pensionistiche crescono in media del 7,2%; tuttavia l’incremento delle prestazioni non pensionistiche si attesta al 2,5%, mentre i trattamenti non monetari registrano un aumento del 2,2%.

“Nel quadro del processo di rinnovamento del welfare il settore dell’assistenza, che assorbe tuttora meno del 6%della spesa sociale, dovrebbe giocare un ruolo primario a differenza di quanto avvenuto in passato. Tuttavia, a fronte di una legislazione che ha introdotto, ormai da alcuni anni, novità significative, il processo di cambiamento stenta a decollare”, osserva l’Istat. Segnali positivi vengono dai bilanci dei Comuni: negli anni 1998-2002 si è verificata una crescita della spesa destinata a interventi socioassistenziali pari al 52% (da 3,8 a 5,8 miliardi di euro). In ogni caso i Comuni hanno incassato 1,2 miliardi di euro in proventi per l’erogazione di servizi sociali e assistenziali: dunque, “la spesa impegnata dai Comuni per l’erogazione dei servizi è stata finanziata da entrate tariffarie per il 21%”.

 

Ma i segnali più incoraggianti arrivano dall’offerta di servizi al di fuori del quadro istituzionale: le associazioni di volontariato sono cresciute del 56% tra il 1997 e il 2001. E in questo quadro molte province del Mezzogiorno presentano “un elevato dinamismo”. I volontari impegnati sono circa 4 milioni e rappresentano ormai “una realtà consolidata”. Anche le cooperative sociali, che offrono servizi e opportunità di inserimento a soggetti in difficoltà, sono in crescita. Le cooperative attive a dicembre del 2001 erano 5.515, quasi il 20% in più rispetto ai 2 anni precedenti. È equivalente il numero di persone che svolge attività di volontariato sia per associazioni o gruppi di ispirazione laica sia per quelli di ispirazione religiosa, che però prevalgono nelle regioni meridionali. Una presenza più significativa di volontari si registra tra uomini e coloro che hanno un titolo di studio medio-alto, “anche se le donne mostrano una maggiore assiduità nell’impegno”.

Nel 2001 organizzazioni di volontariato e cooperative sociali hanno offerto servizi a circa 8 milioni di persone: si trattava nella maggioranza dei casi di malati e traumatizzati, minori e anziani. “Il volontariato di ispirazione laica è fortemente connotato verso l’assistenza ai malati – riferisce il Rapporto Istat -, mentre quello a ispirazione religiosa è particolarmente attento alle esigenze dei minori, delle famiglie in stato di povertà e degli immigrati”.

 

Sanità Italia (Istat'04): attività sanitaria pubblica. In milioni di euro*

 

2000

2001

2002

2003

Spese

 

 

 

 

Prestazioni sociali in natura

63141

69879

73676

75796

corrispondenti a servizi prodotti da produttori non market:

36807

39843

42013

43991

Assistenza ospedaliera

29050

31360

33080

34991

Altra assistenza

7757

7483

8933

9399

corrispondenti a beni e servizi prodotti da produttori market:

26334

30036

31663

31805

Farmaci

8743

11661

11723

11096

Servizi medici

6588

7220

7582

7891

- Prestazioni medico-generiche

4019

4505

4613

4842

- Prestazioni medico-specialistiche

2569

2715

2969

3049

Assistenza protesica e riabilitativa

3799

3743

3612

3667

Altre prestazioni sociali

1574

1629

2448

2560

Case di cura private

5630

5783

6298

6591

Servizi amministrativi

3402

6318

3879

4149

Trasferimenti diversi

560

599

608

635

di cui alle A.P.

461

514

520

539

Altre spese

471

649

662

744

Totale spese correnti

67.574

74.745

78825

81324

Fonti di finanziamento

 

 

 

 

Contributi sociali

-

-

-

-

Datori di lavoro

-

-

-

-

Lavoratori

-

-

-

-

Non lavoratori

-

-

-

-

Trasferimenti correnti

63354

69872

73607

74266

di cui A.P.

61835

68128

71788

72336

Altre entrate

1588

1507

1557

1641

Totale entrate correnti

64942

71379

75164

75907

 

-2632

-3366

-3661

-5417

(*) I dati esposti sono elaborati secondo il Sistema europeo delle statistiche integrate della protezione sociale SESPROS96 e in accordo con il Sistema dei conti nazionali SEC95

Fonte: Istat, Rapporto Annuale 2003

 

Assistenza Italia (Istat'04): conto economico consolidato dell'assistenza.
Totale Istituzioni (milioni di euro)* Anno 1999/2003

 

1999

2000

2001

2002

2003

Spese

 

 

 

 

 

Prestazioni sociali

18.150

19.018

20.920

23.971

25.386

Prestazioni sociali Prestazioni da A.P.

15.854

16.779

18.389

21.294

22.593

In denaro da A.P.

12.670

13.280

14.080

16.658

17.812

Pensioni sociali

2.169

2.407

2.520

3.113

3.151

Pensioni di guerra

1.107

1.121

1.220

1.159

1.288

Pensioni agli invalidi

7.440

7.750

7.748

9.637

10.512

Pensioni ai ciechi

811

748

713

833

909

Pensioni ai sordimuti

148

127

129

132

144

Altri assegni e sussidi

995

1.127

1.750

1.784

1.808

In natura da A.P.

3.184

3.199

4.309

4.640

4.781

corrispondenti a beni e servizi prodotti da produttori market

1.104

1.178

1.263

1.421

1.453

corrispondenti a beni e servizi prodotti da produttori non market

2.080

2.321

3.046

3.219

3.328

Trasferimenti

18

135

31

327

217

di cui da A.P.

16

132

28

326

216

Servizi amministrativi

201

254

301

361

390

Altre spese

48

57

59

78

72

Totale uscite correnti

18.417

19.464

21.311

24.737

26.065

Fonti di finanziamento

 

 

 

 

 

Trasferimenti correnti

16.797

17.983

19.619

22.940

24.151

di cui da A.P.

16.743

17.922

19.558

22.881

24.091

Altre entrate

1.763

1.676

1.893

2.021

2.102

Totale entrate correnti

18.560

19.659

21.512

24.961

26.253

 

 

 

 

 

 

Saldo

143

195

201

224

188

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*I dati esposti sono elaborati secondo il Sistema Europeo delle statistiche integrate della protezione sociale SESPROS96 e in accordo con il Sistema dei conti nazionali SEC95

Fonte: Istat, Rapporto Annuale 2003


La pagina
- Educazione&Scuola©