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COMPLICI E VITTIME PLAUDENTI Sull’autostrada a giocare con la propria vita, con quella degli altri, nella frazione di un secondo più alcuna speranza. Un attraversamento folle, da non praticare neppure sotto tortura, eppure il piccolo plotone in armi virtuali, a turno decide di mandare gambe all’aria il tavolo verde, gioca e scommette contro la morte, decide di farlo con la forza ottusa dell’irresponsabilità travestita di coraggio, e quando questo accade, il più delle volte la morte passa all’incasso senza fare una piega, raccoglie il maltolto e scompare fino alla prossima occasione. Questo giro non è stata mattanza, sull’asfalto non
sono rimasti occhi reclinati di innocenti, la sorte non ha chiamato
“banco solo”, i ragazzini sono tutti ritornati alle proprie case con
una buona dose di pacche sulle spalle. Sull’autostrada a scavalcare le recinzioni a
difesa delle regole, a oscurare ogni luce di emergenza, a infrangere
ogni comando d’arresto salvavita, questa volta è andata bene….Questa
volta. In una classe anonima del nord più attrezzato di
denari e culture incrociate, s’è fatto avanti un altro gruppetto di
spavaldi, di iracondi, di ometti a gambe larghe e mani in tasca,
dietro il muro creato a misura dai compagni complici-vittime
plaudenti: hanno afferrato una compagna, l’hanno denudata, tentando
l’infamia più grande di una violenza finale. Mentre la classe recitava la
commedia, il professore incartato nelle nozioni trasmesse,
il branco alle prime armi faceva man
bassa di dignità e innocenza, mentre la bambina
è a terra nel silenzio più colpevole. Un paio sono stati arrestati, l’accaduto ha
destato clamore, l’oltraggio su una bambina non permette attenuanti,
la strategia assunta per lacerare il cuore e la carne, troppo
plateale per essere scambiata per una ragazzata. Bullismo, violenza,
indifferenza, in questi giorni ho avuto modo di ascoltare tante voci
sottolineare che si parla “troppo” di bullismo, che forse non è vero
che sia un fenomeno esteso, un atteggiamento aggressivo
che da statistica è diventato dato
esponenziale. Ho sentito adulti, padri, madri, educatori,
affermare che forse non è intelligente discutere di vittime e
carnefici nelle scuole, negli oratori, nelle strade, perché da noi
non accade, da noi non ci sono bulli, da noi non c’è disprezzo delle
regole, da noi è ben compreso e condiviso il valore del rispetto per
le persone e per le cose….. Ma non ho sentito parlare di
quegli adolescenti che invece dietro l’angolo fumano e calano giù,
girano con il serramanico, sballano e menano, fuori dalle regole che
invece sono
tutela e garanzia per non soccombere ai
singhiozzi che verranno. “La mia scuola è esente da questi problemi, la mia
famiglia è pulita, noi non facciamo uso di droga, né abbiamo
prossimità con la violenza”, dentro un paese piagato
dall’ingiustizia, dalla prepotenza, dalla arroganza, per questo
incapace di valorizzare ciò che è bene, incapace di farlo con il
tono autorevole che gli compete. Come per chi abita la cattedra del colpevole,
senza facili assoluzioni, è stato importante rivedere il proprio
passato, ritornare a ciò che è stato, rielaborando ogni trascorso,
ancor di più è necessario farlo ora, per esser di aiuto davvero ai
più giovani, ponendo termine a questo suicidio collettivo, quanto
meno per non essere ancora una volta complici nel silenzio.
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