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Evoluzione e progresso di Enkelejda Miho
L’ambiente è il fattore dinamico eterno che ha accompagnato l’umanità nella sua crescita verso la civiltà. La natura ci ha da sempre ospitato nel suo grembo e ci ha insegnato a vivere dentro questo grande organismo come una parte integrante del suo equilibrio. Alla "nascita" dell’uomo il suo habitat naturale era completo del necessario per poter condurre una vita vegetando in funzione di quel grande concetto chiamato sopravivenza. Ma questo "animale intelligente" voleva essere. Non so se pensare ad un ribelle folle di desiderio di libertà o ad un dominatore incauto. Nella sua "lotta esistenziale" nasce il pensiero. La "ricerca" è all’inizio finalizzata e limitata ad aspetti fisiologici, è questa una scienza della giungla primordiale. Con questa trasformazione si crea la nuova dimensione del suo mondo, diventa un artista della natura. Quest’Odissea della felicità e del benessere nel tempo si evolve e proporzionalmente al suo potenziale cresce "il suo mondo". Da un "piccolo essere" d’istinti, con (attraverso) una metamorfosi di "guerre", nasce l’Uomo. Un Uomo che vuole cambiare, un Uomo in cerca di perfezione, un Uomo libero che va alla conquista di ideali, un Uomo che combatte il tempo, un Uomo che vuole vincere. La nostra civiltà è il risultato di un excursus tra (attraverso) i diversi stadi di "maturazione" dei valori umani, tra le ricerche scientifiche e filosofiche dirette al miglioramento delle condizioni di vita degli uomini. I valori e le scoperte che le epoche passate hanno conquistato e lasciato alla storia sono implicitamente infusi in noi naturalmente dandoci così un punto di partenza avvantaggiato da cui partire per costruire un domani migliore. Qui mi sembra giusto fermarmi un po’ sul concetto di "migliore" e analizzare i diversi fenomeni che danno oggi corpo a quella che sarà la storia. Lo "sviluppo"dell’uomo va cercato nella sua natura, nella potenza dei suoi sogni e nei suo obiettivi che vanno aldilà dei suoi orizzonti. La scienza, la filosofia, la letteratura e soprattutto la storia sono una dimostrazione tangibile del cammino di questo Animale, della trasformazione radicale del suo "organismo". Quest’ombra primitiva della terra si nascondeva nei suoi più profondi abissi, debole. La "vittima" delle leggi universali della natura, eclissata nei suoi istinti naturali, svolgendo bene il suo ruolo nel circolo della vita comincia a costruire il pensiero dalla necessità. Una necessità esistenziale. Una necessità infantile che vuole, desidera. Questo perfetto essere "vegetariano", questo buon schiavo della forza della paura, nasce nella foresta della vita già con una "tradizione" da rispettare, vivere. E come negli altri animali comincia a prendere forma in lui una naturale arma di difesa, il gruppo. Non bisogna però sopravvivere solo alla natura della giungla ma anche alla propria natura; perché questo animale misterioso sogna. Il suo sogno carnivoro si estende spietato nell’oceano delle anime, tiranno del sole vuole regnare. Furtivamente allunga le sue mani deboli per rubare un pezzo di eternità. Questa meschina creatura della notte striscia abile nelle vie del pensiero per avere quell’oggetto luminoso giù in fondo. Ladra di tutto nella sua cecità. Invidiosa del fango, delle stelle, vittima della fame. Signora vendetta, trascina odio dalle simmetrie dei giorni. Le onde delle passioni dei mari del Sud leccano le sue ferite aperte. Il suo sogno umano. Un respiro libero. Arriva al fiume e bagna la fronte di speranze; si innalza come eco dell’amore al più alto cielo della pace. Così innocente attraversa un mondo migliore. Il sogno di un uomo. "Poiché un sognatore è colui che vede la sua strada solo al chiaro di luna, la sua punizione è vedere l'alba prima del resto del mondo"- Oscar Wilde. La sua natura (dell’uomo) complessa pulsa di un "potere" limitato nel gruppo e nel grande sistema-ambiente. Gli istinti seguono una nuova espressione intelligente della loro spontanea volontà. Il pensiero va alla conquista di un territorio chiamato vita. L’uomo, questo animale dalle corna pensanti, comincia a combattere una guerra diversa che ormai sempre più converge nel focolare della ragione. L’uomo-questo Demiurgo egoista-trasforma la realtà a sua necessità. Ma non è forse giusto per quell’essere umile aver diritto di vivere superando la sua cosciente paura di "essere mangiato"? Non lo chiamiamo noi, uomini di oggi, questo diritto alla vita? Ma i suoi istinti vanno oltre a quella necessità esistenziale degli animali, infatti esso è un uomo. (Volli, e sempre volli, e fortissimamente volli. – Vittorio Alfieri) Da qui comincia a operare sulla natura per assicurarsi la sua esistenza ma nello stesso tempo anche il suo "benessere". (Forse qui bisogna notare la distinzione tra istinti animali e istinti "umani"). Questo grande dominatore della terra e dell’uomo lotta e, dalla stessa forma di vita nascono due tipi di guerre: guerre per la libertà e guerre di tirannia. L’una rappresenta la volontà di essere e l’altra quella di essere "sopra", come unico figliastro del potere. La sua guerra essenziale, quella che lo rende Uomo rimane sempre quella del sapere. Un sapere che vale libertà e una libertà che vale sapere. Un sapere che fa paura, una verità che forse non va svelata ma la ricerca della quale è necessaria affinché noi comprendiamo meglio noi stessi per poter vivere. "Nell’interiorità dei sentimenti e dei pensieri dell’uomo, data secondo l’analisi semplicemente oggettiva del mondo, agisce segretamente e inconsapevolmente, un desiderio ardente di capire la verità sugli oggetti, sulla vita, sull’esistenza." (Schopenhauer – Sull’essenza dell’arte) Kant con il suo "Sapere aude" (abbi il coraggio di sapere) diede una forma precisa a quella che la "guerra" per la "libertà" ha cercato di difendere nei secoli. Il coraggio di sapere si riflette anche nell’"Il mito della caverna" (Platone), che eterno nella storia, lascia tracce di memoria innata nella società che evolve. L’uomo-individuo, che costituisce di per se un’umanità e, secondo me, rappresenta una storia universale del cammino della società nella sua crescita, è una "creatura" della massa che raffigura la condizione media della vita e "le nuove esigenze": una realtà migliore. Non è stato forse questo l’obiettivo dell’Uomo di tutti i tempi? Aldilà del carattere crudele ed egoistico dell’uomo, la sua dignità umana e la sua morale civile richiedono un benessere in proporzione al progresso moderno del mondo costruito dalla società. Questo mondo retto da leggi "umane" mantiene in vita un "circolo" vitale (complesso) in proporzione indiretta con quello della natura. Il sistema apparentemente circolare (ma realmente a spirale) delle intercomunicazioni si serve di parti, poi essenzialmente elaborate, del ciclo dinamico della natura. La simmetria tra ciclo parziale delle attività umane e ciclo della natura ci offre un punto di riferimento nello sviluppo embrionale unidirezionale esistenziale. L’umanità si è sviluppata come un forte organismo che elaborava la natura e la trasformava continuamente. Questo sviluppo che degrada l’energia della natura per la costruzione delle opere dell’uomo, ha le sue radici nella nascita della civiltà perché solo allora si cominciò a intervenire "brutalmente" e inconsapevolmente sulle "regole" del circolo della vita in natura dove tutto rinasce e riacquista, in un certo senso, il suo stato "nobile". Con l’evoluzione della civiltà, i "bisogni" della società sono progressivamente aumentati e la diffusione degli "accessori" di una vita "lussuosa" si è avvicinata sempre di più alla classe media della popolazione, arrivando in tal modo a livelli estremi di consumazione delle materie prime. In questo ha contribuito anche l’incremento della popolazione e l’immediato sviluppo industriale degli ultimi tempi. Il prezzo pagato per la crescita demografica e il benessere è il degrado delle risorse del pianeta. Il degrado del pianeta è dunque una perdita grave e irreversibile che rende irrilevante ogni incremento eventuale. O forse siamo tutti "cinici"? "Chi è un cinico? Un uomo che conosce il prezzo di ogni cosa e il valore di nessuna."-Oscar Wilde Ha l’uomo veramente raggiunto il suo obiettivo di una vita migliore? E’ realmente più libero? La sua libertà forse non dipende solo dal "benessere". Mi viene spontaneo fare la domanda: Si può questo chiamare progresso? Quello che si è vinto in termini di comodità e di una vita civile sicuramente si è perso nella nostra identità come "esseri nella natura". Forse la storia non ci ha offerto la possibilità di una vera scelta, forse siamo noi che non abbiamo saputo "chiedere" a noi stessi il vero progresso… Adesso però, davanti ad un fatto immediato (esaurimento rapido di risorse del pianeta) che ci impone di scegliere, dobbiamo essere consapevoli delle nostre azioni e da Uomini rispettare la natura e noi stessi. |
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