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NELL’ANGOLO CHE NON INTENDIAMO VEDERE La guerra diventa padrona della nostra casa, le immagini si susseguono velocemente, più ancora della nostra incredulità, più ancora della nostra capacità di elaborare una difesa. Le notizie che ci inondano sono concentrati di indicibilità, impossibilità, inaccettabilità, ma noi riusciamo a comprenderne l’orrore per una sorta di compassionevole diversità. Ingerenze umanitarie, elargizioni di democrazie, pari opportunità per tutti…..solo Dio sembra rassicurarci, rimanendo fermo alla finestra a guardare, lo spreco perpetrato a Sua insaputa. Si rimane incollati al video, sulle righe di un giornale, impressionati dal sangue sparso all’intorno, eppure riusciamo a essere solidali con chi attacca, con chi si difende, con chi rimane carbonizzato su un carro o in una trincea in ultima linea. Condividiamo l’ingiustizia della morte, i segreti incoffessabili che stanno dietro ogni verità sparata con il cannone, noi seduti alla nostra tavola con i figli di fronte, gettiamo alle spalle ogni dubbio, ogni calcolo, indifferenti a quanto accade, all’angolo che non intendiamo vedere. Nessuno può chiamarsi fuori, sentirsi estraneo alla carneficina dei terroristi e assassini prezzolati che scompongono il mondo, nessuno può sentirsi escluso nei silenzi protratti, mentre interi popoli sono torturati, decimati sotto l’egida della guerra santa, della guerra giusta, della guerra che addirittura non c’è, assai più assordante delle immagini mediatiche. Non esiste esercito sufficientemente preparato a sconfiggere le incolture erette a mal interpretate religioni, tanto meno autorevolezza nelle uniformi luccicanti di politiche di comodo, quelle privilegiate rispetto ad altre svendute per qualche pozzo di petrolio o gasodotto di confine. Seduti alle nostre tavole prendiamo posizione, ci schieriamo, lo facciamo senza tentennamenti a fianco dei giusti, dei saggi, di quanti intendono salvaguardare la collettività globalizzata. E nuovamente Dio sulla Croce o con il turbante, non azzarda ulteriore comandamento, né consente speculazioni per alcuna guerra, ci obbliga a confrontarci con le miserie che ci portiamo addosso, perché sono quelle che ci fanno infiammare per la potenza di fuoco che ripristina lo stato di diritto, mentre non ci scalfisce minimamente l’orrore del silenzio colpevole per città ormai derelitte e porzioni di umanità destinate all’estinzione, nè ci sentiamo coinvolti-sconvolti per le tante donne umiliate o prese a sassate. La televisione imperversa nelle nostre case con la scena più cruenta che buca il video, con il giornalista Pansa e con lo storico Bocca che si scannano sulla resistenza, sulla liberazione partigiana, sulle bugie più o meno pilotate, mentre in un “laggiù inquietante”si muore malamente davvero, senza dignità né speranza.
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