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ASSOCIAZIONE degli Italianisti (ADI/SD della sezione didattica della associazione degli Italianisti) L'ADI/SD (Associazione degli Italianisti/Sezione didattica) e le riforme della scuola
L'ADI/SD è un' associazione di insegnanti di Italiano. Come tanti nostri colleghi, ciascuno di noi lavora per educare e formare alla cittadinanza i giovani attraverso lo studio della lingua e della letteratura, intese come campi privilegiati per costruire esperienze ispirate a uno spirito di dialogo democratico, nel libero confronto tra i significati e le interpretazioni. Crediamo nella funzione di garante della parità dei diritti di ciascuno e della collettività che la scuola pubblica ha svolto nell'Italia repubblicana, e vogliamo garantirne la centralità e la qualità, perché possa operare efficacemente in una società che si sta facendo via via più complessa e portatrice di profondi squilibri. E' proprio a partire dalla nostra esperienza di docenti che indichiamo la gravità dei danni che hanno già provocato alcuni provvedimenti di questo governo e i rischi che ulteriori interventi di riforma potranno produrre, sui quali perciò invitiamo ad aprire un ampio dibattito. Tra i provvedimenti già presi dal governo il più grave è la sostanziale abolizione dell'esame di stato conclusivo del percorso scolastico. Prevedendo che gli studenti siano esaminati dai loro insegnanti, si elimina ogni controllo esterno sulla preparazione degli allievi e sulla qualità del lavoro svolto dalla scuola. Si ottiene così un duplice risultato: da un lato si favoriscono le scuole private (che, in quanto tali, hanno un interesse privato alla promozione dei loro allievi); dall'altro si dequalifica la funzione della scuola pubblica attraverso lo svilimento del valore del titolo di studio. Tra i provvedimenti progettati, la canalizzazione precoce che indirizza dall'età di quattordici anni agli studi superiori o al mondo del lavoro, unita all'eccessiva specializzazione dei diversi indirizzi scolastici e alla riduzione delle ore obbligatorie, compromette l'unitarietà della formazione comune a tutti i cittadini, finalità fondamentale di un sistema educativo democratico. Si creano così percorsi formativi di serie A e di serie B, con una netta separazione tra cultura speculativa e cultura operativa che va a scapito di entrambe. Il principio di dare di più a chi ha di meno si capovolge nel suo opposto, e alla scuola si attribuisce di fatto il compito di sanzionare e persino di aggravare i divari sociali e culturali di partenza. Il carattere arbitrariamente selettivo che rischia di assumere il sistema scolastico è sottolineato dai progetti relativi alle modalità di valutazione degli studenti e delle scuole (equiparazione dei debiti relativi al profitto con quelli relativi al comportamento; bocciatura fin dai primi anni delle elementari; confusione tra valutazione del profitto degli studenti e valutazione del funzionamento dell'istituto; indebita sopravvalutazione delle presunte misurazioni "oggettive"). Ne deriverà inevitabilmente un deterioramento della qualità delle relazioni tra insegnanti e studenti, sulla quale si fonda il buon esito dei processi di insegnamento-apprendimento. Questa prospettiva di complessivo svuotamento del ruolo e del significato della scuola pubblica è aggravata dal processo di regionalizzazione, che minaccia di parcellizzare i valori, i contenuti culturali, i punti di riferimento su cui si impernierà l'educazione delle giovani generazioni. Il cedimento alle tentazioni localistiche, oltre a deprivare i giovani di un'istruzione omogenea e comune, rischia di favorire il consolidarsi di appartenenze e di identità chiuse, in netto contrasto con le esigenze di confronto e di dialogo scaturite dagli scambi tra culture, costumi, religioni, che caratterizzano il mondo contemporaneo. Noi vogliamo invece una scuola che costruisca integrazione fra individui e fra culture, fra discipline e saperi pratici, fra tradizione scolastica e cultura contemporanea, perché crediamo in una società aperta e responsabile, in cui non si generi contrapposizione tra sapere e fare, e le opportunità non siano precocemente discriminate da ragioni sociali. Una scuola per tutti i cittadini, che mantenga una posizione di centralità nella vita di ciascuno e in quella del paese. Il Direttivo ADI/SD Firenze, 13 gennaio 2002 Sito web http://www.disp.let.uniroma1.it |
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