COORDINAMENTO DOCENTI
Giovedì 10 Gennaio 2002 , presso il Liceo Classico "G.Garibaldi"
di PA, si è costituito un "Coordinamento di
Docenti"
per
· sorvegliare sul presente e futuro della scuola pubblica
· analizzare, verificare la congruenza, i punti deboli,
la praticabilità della revisione complessiva del sistema
educativo
· attuare forme di " protesta civile" che non siano
lesive per gli alunni e per la vita della scuola pubblica .
Del "Coordinamento Docenti" fanno parte , a
tutt'oggi, cira duecento docenti, per lo più in rete attraverso
e-mail, che operano in più di quaranta scuole di Palermo e
provincia, con qualche presenza di altre città della regione.
Giovedì 24 gennaio, all'assemblea, organizzata dal L.S."S.Savarino"
al "Meli" di Palermo, si sono incontrati più di
duecento docenti.
E' stato nuovamente approvato il documento del 17 gennaio
: il manifesto scaturito dall'assemblea del Coordinamento
che si è tenuta al "Garibaldi", e che come si è
deciso , sarà portato ai Consigli di Classe dei prossimi
scrutini.
Inoltre si sono costituite delle commissioni per elaborare
documenti su settori specifici, e sono in via di attuazione una serie
di altre iniziative.
Il 28 Gennaio due membri del "Coordinamento Docenti", del
Liceo Classico "G.Garibaldi" di Palermo, parteciperanno
ai lavori del convegno, sulla didattica, del Liceo Mamiani di
Roma.
Il COORDINAMENTO DOCENTI di Palermo lancia un appello per
creare , a partire dallo spazio riservato in Interlinea - https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/interlinea12.html, un
coordinamento nazionale.
da La Repubblica
- Palermo
l'assemblea
Anche i docenti contro la Moratti in duecento nel fronte
trasversale
SALVO INTRAVAIA |
Dopo gli studenti, anche gli insegnanti si
mobilitano contro la riforma della scuola del ministro
Letizia Moratti. In appena due settimane il
"Coordinamento docenti", nato il 10 gennaio per
iniziativa di due insegnanti del liceo classico Garibaldi,
Lucia Bonaffino e Giovanna Federico, ha già registrato
l'adesione di quasi duecento professori in rappresentanza di
quaranta diverse scuole, non solo superiori. E oggi alle
15,30, dopo tre assemblee svoltesi al Garibaldi e alla
scuola media Vivona, si terrà un'assemblea generale al
liceo Meli di via Aldisio.
Un banco di prova per un movimento trasversale che, partendo
da Palermo, intende esprimere «la più netta e totale
opposizione al progetto di riforma del sistema scolastico
elaborato dal gruppo ristretto» di saggi nominato dalla
Moratti. Sono parole tratte dalla pagina manifesto che,
approvata giovedì scorso al Garibaldi, in questi giorni sta
facendo il giro delle scuole della provincia. L'assemblea
del Meli è promossa dal liceo scientifico Santi Savarino di
Partinico, ma «è in perfetta consonanza di idee con il
documento del Coordinamento docenti», dicono Fabrizio
Mangione, insegnante del Savarino, e Lucia Bonaffino.
Nell'invito per l'assemblea si legge: «Io non sono stato
consultato... e tu?». Lo slogan sottolinea la mancata
consultazione dei docenti da parte del ministero. «Il
nostro obiettivo - dice la Bonaffino - è di consultare
molti più Consigli di classe di quelli sentiti dalla
commissione Bertagna in giro per l'Italia e lo faremo
sottoponendo il documento approvato il 17 gennaio ai
Consigli di classe che si svolgeranno in occasione degli
scrutini del primo quadrimestre».
Lo scontro sulla riforma viene concentrato in una serie di
punti. I docenti rifiutano l'introduzione di logiche
aziendali nella scuola. Il dissenso è totale sul «sistema
duale che separa l'istruzione dalla formazione», sulla
trasformazione «del Consiglio d'istituto in Consiglio di
amministrazione» e sulla riduzione del numero di ore di
lezione obbligatorie e del numero delle discipline, che i
docenti che liceo scientifico Einstein definiscono
«oltraggioso». Ancora, i professori chiedono l'elevamento
dell'obbligo scolastico a 18 anni e rifiutano la
destinazione di ingenti risorse alla scuola privata e la
modifica delle commissioni degli esami di Stato introdotta
con la legge finanziaria. «Lo scopo dell'assemblea di oggi
è quello di creare un coordinamento provinciale, ed
eventualmente nazionale - dice Mangione - che vada al di là
delle sigle sindacali».
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