COMUNICATI DA PRAGA
a cura di Fabio Lucchesi
COMUNICATO STAMPA
15.000 IN PIAZZA A PRAGA PER CAMBIARE LE POLITICHE DELLA BANCA MONDIALE E DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE
Roma, 26 settembre 2000 - Grande successo oggi della manifestazione di protesta contro le politiche della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale. Un corteo pacifico e allegro, pieno di colori , con una babele di lingue e con la presenza di tantissime associazioni del Nord e del Sud del mondo ha ribadito la richiesta di un processo di democratizzazione delle istituzioni globali. Il valore della protesta, oramai costante e diffusa, e' sottolineato dallo stesso Presidente della Banca mondiale, James Wolfensohn, che al proposito ha dovuto riconoscere: "C'e' molto da imparare dai giovani che protestano, credo profondamente che molti di loro sollevano questioni legittime, ed apprezzo l'impegno di una nuova generazione a lottare contro la poverta'".
La Rete di Lilliput, la Campagna per la Riforma della Banca Mondiale e la Campagna Sdebitarsi, presenti alle manifestazioni di Praga, chiedono non solo un'efficace lotta alla poverta' ma anche una radicale riforma della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, richiesta che verra' ribadita anche in occasione del vertice dei G8, che si terra' a Genova l'anno prossimo.
In contemporanea, oggi e nel prossimo fine settimana, si svolgono in molte città italiane iniziative e manifestazioni di sostegno alle mobilitazioni praghesi.
A 56 anni dalla loro creazione BM e FMI hanno dimostrato di non essere in grado di creare le basi per un sistema di giustizia e stabilità economica al quale possano partecipare tutti i popoli del pianeta.
I paesi in via di sviluppo devono sostenere l'enorme fardello del debito estero, che tende ogni anno ad aumentare. Ma un debito nei confronti dei paesi piu' poveri e' anche dovuto dai paesi ricchi e dalle istituzioni finanziarie internazionali, ovvero quello che la società civile del Sud del mondo chiama "debito ecologico e sociale", un debito che si e' formato tramite politiche di sviluppo che hanno:
- aumentato la pressione sulle risorse naturali, depredando petrolio e metalli preziosi, inquinando mari e aria con rifiuti tossici e test nucleari, provocando deforestazioni devastanti.
- causato gravi squilibri sociali, creando e favorendo pochi ricchi a scapito di tanti poveri.
- messo a rischio la sicurezza alimentare e culturale e la sopravvivenza dei popoli indigeni del sud del mondo.
BM e FMI soffrono di difetti cronici che vanno dalla scarsa qualità dei progetti finanziati, alla mancanza di trasparenza e responsabilità per il loro operato, dalla mancata consultazione della società civile, al mancato rispetto delle norme socio-ambientali e all'applicazione di un modello di sviluppo esclusivamente basato sul mercato.
E' necessario al più presto attuare riforme sostanziali nella BM e nel FMI per far sì che tali organismi possano sviluppare un nuovo approccio economico e finanziario che metta al centro i bisogni ed i diritti dei popoli, rispetto agli imperativi di liberalizzazione e globalizzazione dei mercati; tali riforme dovranno inoltre garantire un funzionamento delle due istituzioni in modo efficace, trasparente e coerente.
Alcuni elementi per una riforma della BM e del FMI sono imprescindibili:
1) accesso ai programmi di riduzione del debito anche ai paesi a medio reddito, svincolandoli però dall'attuazione di piani di aggiustamento strutturali.
2) sostituzione delle finalità classiche di aggiustamento macro-economico con quelle dello sviluppo umano; assegnazione di un ruolo chiave alla società civile e alle ONG per l'uso dei fondi di sviluppo.
3) accesso gratuito ai servizi base per le classi più povere e ridistribuzione delle risorse.
4) attuazione di meccanismi di controllo e di tassazione sui flussi di capitale per evitare speculazioni e garantire una maggior stabilità economica.
Comunicato stampa da Praga 2000 a Genova 2001
La Rete di Lilliput, la Campagna per la Riforma della Banca Mondiale e la Campagna Sdebitarsi, presenti alle manifestazioni di Praga, chiedono una radicale riforma della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale anche in occasione del vertice dei G8 di Genova 2001.
In contemporanea, oggi e nel prossimo fine settimana, si svolgono in molte città italiane iniziative e manifestazioni di sostegno alle mobilitazioni praghesi (per info 0583-961368).
A 56 anni dalla loro creazione BM e FMI hanno dimostrato di non essere in grado di creare le basi per un sistema di giustizia e stabilità economica al quale possano partecipare tutti i popoli del pianeta.
All'enorme ed insostenibile fardello del debito estero si è aggiunto quello che la società civile del Sud del mondo chiama "debito ecologico e sociale", un debito cioè contratto da queste istituzioni internazionali tramite politiche di sviluppo che hanno:
- aumentato la pressione sulle risorse naturali, depredando petrolio e metalli preziosi, inquinando mari e aria con rifiuti tossici e test nucleari, provocando deforestazioni devastanti.
- causato gravi squilibri sociali, creando e favorendo pochi ricchi a scapito di tanti poveri.
- messo a rischio la sicurezza alimentare e culturale e la sopravvivenza dei popoli indigeni del sud del mondo.
BM e FMI soffrono di difetti cronici che vanno dalla scarsa qualità dei progetti finanziati, alla mancanza di trasparenza e responsabilità per il loro operato, alla mancata consultazione della società civile, al mancato rispetto delle norme socio-ambientali, all'applicazione di un modello di sviluppo esclusivamente basato sul mercato.
E' necessario al più presto attuare riforme sostanziali nella BM e nel FMI per far sì che tali organismi possano sviluppare un nuovo approccio economico e finanziario che metta al centro i bisogni ed i diritti dei popoli, rispetto agli imperativi di liberalizzazione e globalizzazione dei mercati; tali riforme dovranno inoltre garantire un funzionamento delle due istituzioni efficace, trasparente e coerente.
Alcuni elementi per una riforma della BM e del FMI sono imprescindibili:
1) accesso ai programmi di riduzione del debito anche ai paesi a medio reddito, svincolandoli però dall'attuazione di piani di aggiustamento strutturali.
2) sostituzione delle finalità classiche di aggiustamento macro-economico con quelle dello sviluppo umano; assegnazione di un ruolo chiave alla società civile e alle ONG per l'uso dei fondi di sviluppo.
3) accesso gratuito ai servizi base per le classi più povere e ridistribuzione delle risorse.
4) attuazione di meccanismi di controllo e di tassazione sui flussi di capitale per evitare speculazioni e garantire una maggior stabilità economica.