On energy security
Messaggio di Robert Redford
(traduzione di Letizia Gullo)
Cari amici
trovo comprensibile che noi Americani , in tempi
difficili come questi, avvertiamo l' esigenza di una riflessione
unanime.
Come nazione, siamo giustamente impegnati a dare una
risposta agli attacchi terroristici dell' 11 settembre.
Ma ad un certo punto - e credo che stiamo incominciando ad avvertirlo
in modo sempre più forte - diventa necessario avere
una visione più ampia dei fatti proprio nel momento in cui reagiamo
alla crisi in corso.
I temi fondamentali che erano al centro delle nostre attenzioni prima
che tutto questo accadesse - formazione, energia,
ambiente e sanità - mantengono ancora la stessa dimensione ed
importanza, ma sicuramente è diventato più difficile
discuterne e dibatterne dopo gli eventi dell' 11 settembre.
Purtroppo, in tempi come questi il dissenso a volte è tacciato
di antipatriottismo e le riflessioni più complesse e gravide di
conseguenze vengono messe in secondo piano.
La gravità della situazione attuale non sfugge a nessuno di noi e
tutti desideriamo fare ciò che è giusto per consolidare
la nostra sicurezza nazionale.
E' a partire da queste riflessioni che sento il dovere di scrivervi
oggi.
Un gruppo di risoluti senatori degli Stati Uniti,
incoraggiati dalla Casa Bianca, sta sostenendo che per la
sicurezza nazionale è fondamentale che il Senato acceleri i tempi
della trasformazione di un progetto di legge sul petrolio in legge.
La loro intenzione è di intralciare i normali affari del senato e di
aggregare e collegare il disegno ad ogni attività' legislativa
del senato stesso. Finora non sono riusciti in quello che il Boston
Globe chiama l' " opportunismo del petrolio. "
Il fatto che lo stesso presidente Bush si sia schierato a favore
dell'approvazione di questo progetto di legge disastroso,
ha ulteriormente contribuito ad accrescere la pressione sui senatori
che li porterà' a cedere all'onda emotiva del momento.
Usare la nostra tragedia nazionale come un'occasione per portare
avanti gli stretti interessi delle compagnie petrolifere
e' sicuramente contro l'interesse pubblico. Questo disegno di legge,
che è già passato alla Camera, aprirebbe non solo
la Riserva Naturale dell' Artico agli impianti off-shore, ma
spianerebbe anche la strada allo sfruttamento e alla distruzione, da
parte delle aziende produttrici di energia, di zone vergini del
Greater Yellowstone e di altre gemme del nostro patrimonio
naturale.
E cosa altrettanto importante, non farebbe nulla che vada nella
direzione della sicurezza energetica.
Vi chiedo un aiuto immediato per bloccare questa legge.
Dopo aver letto la mia lettera spero che contatterete il sito: http://www.savebiogems.org/arctic/index.asp?src=ae0110ae
che spedirete questo messaggio ai vostri amici e colleghi.
La scorsa primavera, l'amministrazione Bush ed alcuni membri del
congresso hanno dichiarato che era necessario approvare
il decreto del presidente sull'energia petrolifera, allo scopo di
contrastare la più grave crisi energetica che si fosse mai vista dopo
quella del 1973 affrontando la crisi energetica più seria dal
1973......
Ma eccoci qui e , dopo solo sei mesi, ...... la crisi e' sparita.
Grazie ad un' economia rallentata e ad un calo della domanda, i prezzi
della benzina, del gas naturale e della nafta sono precipitati.
Nel frattempo la temutissima "estate dei black-out" in
California non c'è mai stata, in gran parte perché i consumatori e
le aziende hanno operato dei drastici tagli nel consumo energetico
lanciando così' la campagna nazionale di risparmio dell'energia più'
riuscita nella storia.
Non potendo piùn agitare lo spauracchio della crisi energetica,
l'amministrazione ed alcuni senatori stanno promuovendo
il loro piano " Trivelliamo l'Artico" che viene propagandato
come strumento per la sicurezza nazionale e l' indipendenza
energetica.
Non cascateci.
Ci vorranno dieci anni prima che il petrolio dell' Artico arrivi sul
mercato e quando vi giungerà' non potrà' coprire che il 2% circa
-praticamente una goccia nell'oceano- del consumo annuale di petrolio.
E' semplice: la nostra nazione non ha la quantità' di petrolio
sufficiente a garantirle un'indipendenza energetica e ancor meno e' in
grado di incidere sui prezzi petroliferi mondiali.
Possediamo solo il 3% delle riserve petrolifere del mondo, ma ne
consumiamo il 25%.
Possiamo anche trivellare la Riserva Naturale dell'Artico, il Greater
Yellowstone e tutte le altre terre vergini dell'America ma
continueremo sempre ad importare petrolio, a pagare il nostro petrolio
ai costi imposti dal mercato mondiale e saremo sempre vittime delle
oscillazioni selvagge dei prezzi e dell'offerta. Come dice la
costituzione di Atlanta: "Bruciare la nostra piccola riserva di
petrolio più velocemente non renderà il nostro paese più
sicuro."
E io proseguo dicendo che l'incremento della nostra
dipendenza dalle forniture estere di petrolio, sia che questo
provenga dal Golfo persico o dall'Artico, non garantisce altro che
l'insicurezza nazionale.
Noi sappiamo che tutto questo porterà' solo ad un aumento dei
disastri ecologici, dell'inquinamento atmosferico e ad un ulteriore
innalzamento della temperatura terrestre.
Le implicazioni sulla salute di ogni singolo cittadino saranno
devastanti.
Se la nostra nazione mira ad arrivare all'indipendenza energetica,
l'unica possibilità' che abbiamo e' ridurre il consumo di
petrolio.
Non c'è altro modo.Dobbiamo contare su modalità' più' intelligenti
e pulite per potenziare la nostra economia.
Abbiamo una tecnologia che ci permette di aumentare il livello
del risparmio del combustibile sino a un gallone per 40 miglia.
Se andassimo in questa direzione entro il 2012 si risparmierebbe una
quantità' di petrolio pari a quindici volte quella
che potrebbe produrre l'Artico in più di 50 anni.
Potremmo ridurre le tasse per i già' esistenti veicoli che vanno sia
a gas che ad elettricità e che consumano un gallone per 60 miglia.
Potremmo investire sui trasporti pubblici.Potremmo lanciare un
"progetto Apollo " per rendere disponibile il combustibile
dell' idrogeno così' da iniziare la produzione in serie dei veicoli
che emettono soltanto acqua come sottoprodotto. La lista potrebbe
essere infinita.
In quest'atmosfera di paura e guerra sta a noi - popolazione civile
- fare di tutto perché' prevalga il buonsenso e il nostro
patrimonio naturale rimanga intatto.....
La conservazione delle insostituibili terre vergini dell' artico e
del Greater Yellowstone è un valore americano irrinunciabile.
Mai, come in queste ultime settimane, ho apprezzato la saggezza di
questo valore.
Quando siamo sopraffatti dal dolore e dagli interrogativi a cui
e' difficile dare una risposta spesso e' nel contatto con la natura
che cerchiamo rifugio e conforto.
E' nella sacralita'di una foresta, nell' immensità del deserto o nel
silenzio di un pascolo, che possiamo percepire una forza al di fuori
del tempo,piu' grande di noi stessi e dei nostri problemi fin troppo
umani .
E' da qui che viene la salvezza.
Coloro che vogliono sperperare questo patrimonio naturale che è
anche il nostro patrimonio spirituale - distruggerebbero
la fonte inesauribile della forza americana.
E cio' che e' ancora peggiore è che la loro corsa
verso la distruzione di questa purezza che nutre le nostre anime, non
servirà a nulla per risolvere i nostri problemi dell'energia .
Ci sono milioni di modi ragionevoli e "patriottici" per
garantire la sicurezza energetica della nostra nazione, ma distruggere
la Riserva Naturale dell' Artico non è sicuramente uno di questi.
Ditelo ai vostri senatori.
E' fondamentale che sentano urgentemente queste voci di dissenso dato
che la tendenza e' quella che porterà al voto sul progetto di legge
tra poche settimane.
Vi occorrerà soltanto un minuto per mandare loro un messaggio
elettronico dal website di NRDC's
SaveBioGems. Basta andare su http://www.savebiogems.org/arctic/index.asp?src=ae0110a
Vi prego di inviare questo messaggio ai vostri familiari ed amici.
E' necessario che milioni di Americani sappiano di questo cinico
tentativo di far prevalere gli interessi delle aziende che producono
energia a scapito di tutto il resto.
Cordiali saluti
Robert Redford
---------------------------------------------
Dear Friend,
It is understandable that we Americans feel an almost reflexive
need
for unanimity in trying times like these. As a nation, we are rightly
consumed with responding to the terrorist attacks on September 11th.
But, at some point -- and I think we're beginning to get there -- we
need to take a long-term view even as we are reacting to the current
crisis. Really important domestic issues facing us before all of this
happened -- education, energy and the environment, health care --
still have the same dimension and consequence. But we have to
recognize that it's much more difficult to discuss and debate them in
the aftermath of Sept. 11th. Unfortunately, disagreement is sometimes
characterized as unpatriotic during times such as these and open,
thoughtful discourse is somewhat muted. The gravity of the current
situation is not lost on any of us and we all want to do what's right
to insure our national security. It is with this in mind that I felt
compelled to write you today.
A handful of determined U.S. senators, encouraged by the White
House,
are arguing that national security requires the Senate to rush a
pro-oil energy bill into law. They have vowed to hold up normal Senate
business and attach the bill to every piece of legislation that comes
to the Senate floor. So far they have failed in what The Boston Globe
is calling "oil opportunism." But with President Bush,
himself, now
calling for rushed passage of this disastrous bill, intense pressure
is building on Senate leaders to succumb to the emotions of the
moment. Using our national tragedy as an opportunity to advance the
narrow interests of the oil lobby would not be in the best interest of
the public. This bill, already passed by the House, would not only
open the Arctic Refuge to oil rigs, it would also pave the way for
energy companies to exploit and destroy pristine areas of Greater
Yellowstone and other gems of our natural heritage. As important, it
would do nothing to address energy security.
I'm asking for your immediate help in stopping this legislation.
After
reading my letter I hope you'll take action at
http://www.savebiogems.org/arctic/index.asp?src=ae0110a
and then
forward this letter to your friends and colleagues.
Last spring, the Bush administration and some members of Congress
said
we had to pass the president's oil-friendly energy bill because we
were facing the most serious energy crisis since 1973. But here we
are, a mere six months later, and the energy crisis has vanished. Due
to a slowing economy and falling demand, the prices for gasoline,
natural gas and home heating oil have plunged. Meanwhile, the
much-feared "summer of blackouts" in California never
happened,
largely because consumers and businesses made dramatic cuts in energy
use by launching the most successful statewide conservation campaign
in history.
With no energy crisis to scare us with, the administration and
pro-oil
senators are now promoting their "Drill the Arctic" plan
under the
guise of national security and energy independence. Don't buy it. It
would take ten years to bring Arctic oil to market, and when it
arrives it would never equal more than two percent -- a mere drop in
the bucket -- of all the oil we consume each year. Our nation simply
doesn't have enough oil to drill our way to energy independence or
even to affect world oil prices.
We possess a mere 3 percent of the world's oil reserves, but we
consume fully 25 percent of the world's oil supply. We could drill the
Arctic Refuge, Greater Yellowstone, and every other wildland in
America and we'd still be importing oil, still be paying worldwide
prices for domestic oil, and still be vulnerable to wild gyrations in
price and supply. As The Atlanta Constitution put it: "Burning
through
our tiny oil supply faster will not make our country more secure."
I'd
go further: increasing our dependence on oil, whether that oil comes
from the Persian Gulf or the Arctic Refuge, practically guarantees
national *insecurity*. And we know that it will bring more habitat
destruction, more oil spills, more air pollution, and more global
warming. The public health implications will be devastating.
If our nation wants to declare energy independence, then we have no
choice but to reduce our appetite for oil. There's no other way. We
need to rely on smarter and cleaner ways to power our economy. We have
the technology right now to increase fuel economy standards to 40
miles per gallon. If we phased in that standard by 2012 we'd save 15
times more oil than the Arctic Refuge is likely to produce over 50
years. We could also give tax rebates for existing hybrid gas-electric
vehicles that get as much as 60 mpg. We could invest in public
transit. We could launch an "Apollo Project" to bring fuel
cells and
hydrogen fuel down to earth, allowing us to begin the mass production
of vehicles that emit only water as a by-product. The list goes on and
on.
In this climate of national trauma and war, it is up to us -- the
people -- to ensure that reason prevails and our natural heritage
survives intact. The preservation of irreplaceable wildlands like the
Arctic Refuge and Greater Yellowstone is a core American value. I have
never been more appreciative of the wisdom of that value than during
these past few weeks. When we are filled with grief and unanswerable
questions it is often nature that we turn to for refuge and comfort.
In the sanctuary of a forest or the vastness of the desert or the
silence of a grassland, we can touch a timeless force larger than
ourselves and our all-too-human problems. This is where the healing
begins. Those who would sell out this natural heritage -- this
spiritual heritage -- would destroy a wellspring of American strength.
What's worse, their rush to exploit the wildness that feeds our souls
won't do a thing to solve our energy problems.
There are plenty of sensible and patriotic ways to guarantee our
nation's energy security, but destroying the Arctic Refuge is not one
of them. Please tell that to your senators. They urgently need to hear
it because the pressure is on to move this pro-oil bill to a vote in
the next few weeks. It will take you only a minute to send them an
electronic message from NRDC's SaveBioGems website.
Go to http://www.savebiogems.org/arctic/index.asp?src=ae0110a
and
please forward this message to your family and friends. Millions
of Americans need to know about this cynical attempt to promote the
interests of energy companies at the expense of everyone else.
Sincerely yours,
Robert Redford |