Dai discenti.... ai docenti
Una storia di " esercizio della democrazia"
Intervista a Giovanna Federico
a cura di Nadia Scardeoni
A Natale dentro l'onda della protesta studentesca
che ha coinvolto alcuni Licei storici delle grandi città , é
partita dal Garibaldi di Palermo una forma di occupazione che ,
ribaltando tempi e date - ha conferito ai suoi autori, almeno a casa
propria, un meritato giudizio di autorevolezza, determinazione e
serietà.
D. L'occupazione organizzata dai vostri
allievi, dentro gli stretti limiti delle vacanze natalizie , ha
colpito per la sua originalità .
Voi insegnanti in che misura ne siete stati toccati?
R. "E' importante la "storia delle
cose", io sono affezionata alla storia, cerco sempre,
anche rispetto alla disciplina che insegno, di far capire ai ragazzi
che le cose accadono in un determinato momento perché il contesto lo
permette. Contestualizzare è fondamentale.
I nostri alunni, mi riferisco agli alunni del Liceo Classico "G.Garibaldi"
di Palermo - la scuola dove io insegno matematica - hanno fornito
l'occasione perché tutto ciò accadesse. Hanno voluto dimostrare di
essere seri nella protesta contro la riforma della scuola e , volendo
rompere con la tradizione delle occupazioni pre-natalizie, hanno
gestito un'occupazione "solo " durante le vacanze di Natale.
Certamente .... non hanno avuto molta visibilità; ma del resto la
visibilità è uno dei problemi di chi non ha i mezzi, di chi non è
strutturato, delle minoranze……
D. Come siete stati coinvolti ?
R. " I ragazzi stessi hanno fornito
l'occasione, durante un'assemblea aperta alla "società
civile", il 29 Dicembre, di fare incontrare docenti , genitori,
genitori-docenti fuori dalle occasioni istituzionali e su un tema di
interesse comune : " il futuro della scuola pubblica di
stato"
Oltre il dibattito , quel giorno ci siamo chiesti : "
ma noi cosa facciamo....... Niente" ?
E' vero che quasi ogni scuola aveva prodotto un documento di protesta,
che - anche se inviato a tutte le redazioni, era rimasto comunque
"lettera morta"- ma poi?
D'impulso quelli che eravamo lì convenuti : Lucia Bonaffino, Giovanni
Callari, Elisa Lanzilao, Silvana Nigrelli , Emi Cavallaro, Matteo
Cangelosi, Rita Cannizzo, Gloria Vitale , Maurizio Barbieri, Elio
D'Anna e tanti altri colleghi , abbiamo buttato lì un invito
ai presenti: "Incontriamoci la prossima settimana al rientro
dalle vacanze natalizie."
Poi il 10 gennaio ci siamo presentati in succursale - la sede
centrale è in ristrutturazione - poco convinti che sarebbe successo
qualcosa....anche se era comparso un trafiletto su Repubblica di
Palermo .
Invece abbiamo visto riempirsi tutti i 100 posti di colleghi, di
genitori-colleghi, di amici-colleghi, di Palermo e della provincia,
che avevano divulgato l'invito e che, come noi, hanno sentito il
bisogno di incontrarsi per tentare di capire.....dove siamo
piombati, cosa sta succedendo, qual è il nostro presente e quale
sarà il nostro futuro, cosa possiamo fare per il futuro della
cultura, della democrazia, della scuola.....
Abbiamo presentato il documento del "Garibaldi" che era
stato concordato nell'assemblea del liceo ed approvato, in seduta
straordinaria, nel Collegio dei Docenti del 10 Dicembre ed approvato
dal Consiglio di Istituto.
Documento centrato essenzialmente sulla - allora - proposta Bertagna e
sulla riforma degli Organi Collegiali ma che fondamentalmente vuole
esprimere il nostro attaccamento, la nostra affezione all'idea di
scuola democratica, intrisa di valori culturali, la scuola che
conosciamo e che amiamo, che può e deve essere continuamente
migliorata, adattata alle nuove esigenze ed alla nuova realtà, ma che
non può essere svilita dei suoi valori costituenti.
L’idea di scuola che ha sempre presente gli alunni come centro
attorno al quale si costruiscono tutte le relazioni e tutti i valori
della cultura democratica , e che ha la sua sede naturale nella scuola
pubblica di stato.
D. Quando è scattato nel corpo docente il desiderio
di costituire un "coordinamento , un luogo di dialogo e di
confronto?
L'assemblea del 10 Gennaio - così partecipata e
vivace - ci ha fornito l'entusiasmo e la voglia di intraprendere
questa strada di sorveglianza ,di costruzione, di protesta.
La modalità di protesta è inoltre uno degli elementi di
attenzione, che è nelle finalità del coordinamento nato per :
a - sorvegliare sul presente e futuro della scuola pubblica
b - analizzare, verificare la congruenza, i punti deboli la
praticabilità della revisione complessiva del sistema educativo
c - attuare forme di " protesta civile" che non siano lesive
per gli alunni e per la vita della scuola pubblica.
D. ll Coordinamento docenti è dunque nato nel seno
dell'assemblea stessa?
R. Si. I partecipanti hanno concordato che il
documento del "Garibaldi", ritenuto ampio ed articolato, con
pochi emendamenti, divenisse il documento del neonato "
Coordinamento Docenti" e di assumere come prime azioni il
"nostro sondaggio sulla revisione complessiva del sistema
educativo" attraverso gli organismi di nostra competenza: i
Consigli di Classe.
Abbiamo comunicato via Internet a tutte le scuole elementari, medie,
superiori di Palermo e provincia la nascita del Coordinamento ,
nonché alle redazioni dei principali quotidiani - senza avere, da
questi , alcun riscontro. -
D. I passi successivi?
Ci siamo aggiornati al 17 Gennaio, giorno in cui
abbiamo approvato il documento ed una sua sintesi che abbiamo chiamato
pagina-manifesto.
Così è cominciata questa nostra esperienza, questo esercizio
di partecipazione democratica.
Ci siamo nuovamente aggiornati al 24, e di questo c'è ora il
verbale in Interlinea......poichè grazie alla tua disponibilità
immediata abbiamo risolto, dal giorno 26, il problema della
"visibilità". ( vedi
Coordinamento docenti)
Infatti , essendo "in rete" su Edscuola , i pochi contatti
personali a livello nazionale da me attivati , si sono ampliati e
facilitati.
Abbiamo così felicemente scoperto che esistono tante realtà analoghe
in molte città (Bari, Napoli, Milano, Torino, Bologna, Carpi, Roma,…)
con le quali lavoriamo parallelamente, senza ingerenze e senza
preoccupazione di predomini.
Il nostro scopo continua ad essere quello che ci ha fornito le
motivazioni iniziali e nasce in questo contesto probabilmente perché
non troviamo risposte nella politica ……. che è distratta da
altro, ma sentiamo come irrinunciabile il diritto ad opporci, a
dissentire perché non vogliamo che un bene comune, che storicamente
è stato al centro di faticose conquiste sociali, come quello della
scuola pubblica di stato, sia fatto morire.
La revisione del sistema educativo, così come è stata concepita
dall'attuale governo, lede la vita della scuola quando la didattica
viene relegata a un ruolo non significativo.....quasi inesistente.
Noi vogliamo esprimerci come professionisti della didattica e come
"specialisti" rivendichiamo la nostra professionalità, il
nostro ruolo, la peculiarità della funzione docente che si esplica in
tutti gli ordini di scuola compresa l'università.
E' con questa idea forte che è nato il "Coordinamento
Docenti" e lavoriamo con la ferma convinzione di rimanere
indipendenti da sigle politiche e/o sindacali, pur rispettando
democraticamente l'appartenenza di ognuno, purché non sia ingerente
nella vita del Coordinamento, disponibili a lavorare parallelamente a
tutte le espressioni democratiche che vanno nella stessa direzione, ma
rivendicando una vita propria.
D. E ...l'esercizio della "democrazia di
base"?
Siamo quasi trecento, siamo orgogliosi di essere, con
un’iniziativa spontanea, priva di sovrastrutture, di direttivi e
quant'altro, centro di aggregazione democratica del dissenso,
ma dobbiamo ammettere che non è semplice, per chi non ha
velleità di carriere politiche né tantomeno sindacali, districarsi e
continuare ad affermare il diritto alla pura opposizione di cittadini
che democraticamente pensano di difendere la loro professionalità e
specificità di professionisti della didattica.
E dobbiamo soprattutto chiederci che significato ha oggi il
termine democrazia , quale sia l’esercizio di democrazia nel momento
in cui dobbiamo difendere qualunque diritto elementare, nel momento in
cui non abbiamo assicurati spazi di discussione libera, dove la legge
del più forte si palesa quotidianamente nei gesti, nei modi, nel
linguaggio.
E infine nel momento in cui lo stato, che dovrebbe garantire ad ogni
cittadino la partecipazione alla vita democratica, in realtà non
garantisce totalmente le libertà di espressione, di giudizio, di
critica… sottraendo al sistema democratico stesso i suoi
prerequisiti fondamentali. |