"filo
di pensiero"
Nel
presentare il progetto : "Il laboratorio maieutico di Danilo
Dolci" , credo siano utili e sostanziali alcuni nodi del
"filo di pensiero" che mi ha portato
"armonicamente" alla decisione di presentare un progetto
alla HP ( * )
non
per Alex Langer, non per Don Milani...come avevo pensato in un primo
tempo .....ma per Danilo Dolci.
nadia
scardeoni
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/interec.html
(
* ) https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/philanthrophy.html
da
Come
te stesso
" I vostri figli non sono figli vostri.
....Potete donare loro il vostro amore ma non i vostri
pensieri.
Poiché hanno pensieri loro propri.
Potete dare rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime,
Giacché
le loro anime albergano nella casa del domani,
che voi non potete
visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere come loro, ma non di renderli
come voi siete.
.....
(K.Gibran)
La necessità ineluttabile dell'amore dentro il tessuto
relazionale
dell'esistenza accomuna agnostici e credenti e va
felicemente a
coincidere con una sintesi della parola di Dio, di
vertiginosa capienza
"Ama il prossimo tuo come te stesso".
"Ama"! : hai una modalità esistenziale fondamentale da
esperire: amare.
"Il prossimo tuo" : Quale amore dunque? Tutti: l'amore
materno, sessuale,
paterno, filiale, fraterno, amicale ....di "agape"...e poi
l'amore per il
sacro - dentro e fuori di noi- , per la bellezza, per la madre terra,
per
la pace, per la giustizia, per la libertà dei popoli.......
"Come te stesso": Conosci te stesso? la
tua identità , la tua coscienza
, la tua bellezza, la tua debolezza, le tue ricchezze, la tua povertà,
i
tuoi slanci, i tuoi bisogni, le tue ansie, le
tue paure, i tuoi
difetti, le tue inadeguatezze ,...? Conosci ciò che vuoi
sia amato da
altri ?
L'amore si alimenta nella relazione armonica delle identità .
E'
soprattutto gioia della bellezza dell'altro....E' capacità di ascolto
.
Se
per "amore" ti dico solo ciò che io" voglio che tu
sia" e non "chi
sei"......ti condanno ad un esilio dentro il tuo stesso
corpo , dentro la
tua anima.
Nessuno desidera sottrarsi alla
possibilità di amare o di essere
amato.....ma spesso molti amano "dire" l'amore piuttosto
che agirlo ...e
l'amore "detto" in maniera impropria porta alla
dissoluzione dei rapporti ,
offende, disunisce, violenta, uccide.....
Questi concetti li abbiamo espressi altrove ....con altre
parole , per
assegnare alla politica il compito più nobile , quello della
prevenzione
.....e ci sembra giusto ricordarlo.
A Firenze nel 93 dentro il Convegno Scuola e democrazia :
.......
"Giustificati" dalle necessità di un modello esistenziale
che, via via, ha
emarginato la relazione umana alterandone i tempi e gli spazi vitali,
stiamo
sottraendo all'infanzia di oggi, i luoghi e le ore del
silenzio,
dell'ascolto, del desiderio, dell'attesa, del sogno, della fantasia e
offriamo in cambio, una tavola perennemente imbandita di
surrogati e di
protesi accattivanti, inesauribili proprio per la loro intima
inidoneità ad
essere costruttivi e gratificanti.
Quanti semi di questa incuria educativa hanno prodotto inerzia,
fragilità,
solitudine..... frutti del malessere e della devianza?"
C'è una speranza?
Forse
si. Io credo nell'artista. Nell'artista che non vende la propria opera
ma la dona.
Per quella sapienza che gli fa svelare la
fonte di un inesauribile
benessere: la comunicazione di sé, il fare comune.
Sappiamo però che la sapienza si è organizzata in scienza,
che la creatività
è stata deviata in artificio.
Si è spezzata ovunque, per la furbizia di chi
ne deve trarre un vantaggio, la sintesi che consente ad entrambe di
partecipare all'evento salutare che, dall'interno della coscienza,
dentro la
misura libera e armonica della propria vocazione, costruisce l'oggetto
della
sapienza creativa: "il dono".Oltre il dono c'è tutto
il resto.
Verona 4 marzo 2001
*****
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/poesia.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/ritratti.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/speranza.html
******
Mettiamoci in cerchio
Ci si impone uno sforzo creativo,
una capacità di rischiarci in nuove forme.
Dobbiamo ridisegnare dentro di noi un modello dell'agire solidale,
condivisibile e misurabile, che ci consenta di essere insieme, persone
e
struttura, strumenti liberi da comportamenti scevri da qualsiasi
tentazione
gerarchica, costruzione forte della sua sinergia.
Esiste una modalità, suffragata dalla psicologia, che, più di
qualsiasi
altra, dispone e apre alla fertilità comunicativa, al fare-comune ed
è il
... mettersi in cerchio:
"Quando gli uomini si devono mettere d'accordo, formano un
cerchio quasi per
una legge segreta".
In cerchio ci si afferma con pari dignità, si converge verso un
obiettivo
comune, si abbraccia e tutela il patrimonio condiviso, si
retrocede per
esserepiù accoglienti, è ininfluente il posto che si occupa.
Mettersi in cerchio vuol dire saper perdere
la propria centralità, essere
aperti ai valori di cui ciascuno è portatore, accettare l'altro senza
condizioni.
Il cerchio non ha inizio e non ha fine, comincia e termina
dappertutto,
ricurvo in sé stesso è una figura sincera, forte, concorde.
Il cerchio è : ruota, movimento, energia, flusso, ciclo, continuità,
sole,
terra, ovulo .VITA
Questa immagine è dedicata a tutti coloro che amano ancora mettersi
in
gioco, alimentando dentro di sé il "germe" prezioso della
relazione
solidale.
"La mia follia mi ha protetto, da sempre, dalle seduzioni dell'élite.
Mai mi sono creduto il felice proprietario
di un talento." (J.P. Sartre)
Verona, 13 settembre 1993 (Quattrocanti)
++++
resistenza
..............Un itinerario di resistenza
possibile e' l'onestà intellettuale
dell'intelligenza che non si piega al compromesso,e che attinge, per
una
schietta ed urgente esigenza di verità e di speranza ad analoghe
istanze
morali nell'affrontare il mondo e la vita .
La
resistenza e' sempre il frutto di un percorso di ricerca e di speranza
,
nella consapevole certezza che il punto di
riferimento ultimo rimane il bene
inalienabile della dignità della vita umana in tutte le sue forme.
La resistenza e' anche espressione non violenta della volonta' di
sussistenza di valori comuni ed è spesso un "dovere" delle
minoranze non
elitarie.........
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/fiori.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/edfam.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/edfam.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/ius.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/caponnetto.html
percorsi
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/alex.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/3luglio.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/primaemail.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/latouche2.html
Riconciliazione:
terra
promessa, terra sconosciuta
........... quando la logica di Cristo si fa stringente, non occorrono
grandi inviti, virtuosi ghirigori per delineare i nessi, le strutture
portanti della "casa comune".
I materiali di costruzione, sono disseminati nelle storie interiori
delle
donne e degli uomini fedeli ad un Dio che non ha dimora stabile se non
il
cuoredell'uomo stesso:
"il figlio dell'uomo non ha un cuscino dove posare il
capo"
......... "non potreste vegliare un'ora con me?"
I percorsi sono infiniti così come
infiniti sono gli sguardi e i cieli.
Così come infinite sono le asperità del
terreno oggi, quando le nostre ali
sono ancora così pesanti.
Ma il tempo non ci è più amico; troppe brutture, troppe violenze ci
hanno
ridotto il cuore in frammenti, ci stanno dicendo che è giusto,
doveroso, non
più procrastinabile il gesto della riconciliazione.
Da dove cominciare?
Inutile cercare sugli scaffali, fra i sacri testi non c'è una
teologia della
riconciliazione.
Né possiamo assolverci, andando di buon'ora, a confessare
diligentemente, il
nostro travisamento quotidiano dell'amore e dell'amicizia; anche le
buone
intenzioni purtroppo non bastano più.
Occorre agire.
..............
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/natale_2001.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/pace.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/babilonia.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/edsol.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/pace.html
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/alex2.html
DOVE
ERAVAMO RIMASTI?
"Dove
eravamo rimasti??"
..."Carissimi amici , eccoci di fronte ad un nodo che ci terrà
impegnati per
un tempo non facilmente determinabile.....
Infatti, per scioglierlo, non possiamo fruire delle facili
scorciatoie
dell' intelletto..... bensì percorrere e assumere su noi stessi le
spirali
ondivaghe delle passioni poichè sarà ..."quasi
banale" dimostrare che è
una sorta di "passio cordis" l'energia di cui si sostanzia
il disegno
Utopico.
Posto infatti un concetto di Utopia che ci soddisfi....chi
di noi avrà una
capacità di resistenza consona a ristabilirla nella
propria e altrui
coscienza se non chi ha la passione del cuore?
E
ancora:" Se l' utopia può essere pensata come un
ricettacolo
"immateriale " di disegni e di beni condivisibili solo
la "vulnerabilità
del cuore" potrà metterli insieme!
Fu allora che Martin, guardando
intensamente Bit quasi esplose: " Allora
non ci resta che cercare, adottare la relazione, il dialogo,
l'attenzione
all'altro come antidoti al ...non-luogo e ...sperare!"
Bit colse nel suo sguardo la luce febbrile e sfavillante
degli ingenui e
ne fu trafitto.
Ebbe un attimo - senza fine - di dolorosa esitazione, stigmatizzato da
un
silenzio assoluto.
Poi lo schianto: " I binari cerebrali delle sue certezze
precipitarono in
una deriva come un cumulo di tronchi travolti da un fiume in piena .
Bit sentiva ora solo il suo cuore martellare a pieno ritmo....
Guardò Martin , Tom e tutti gli altri con occhi nuovi e quasi stesse
formulando un giuramento disse:
"..Se voi tutti disegnate i vostri sogni ,
scrivete le vostre idee ....io
li prenderò e li trasporterò finché avrò una briciola di
energia nel
corpo...in un "luogo che non c'è" ma dove tutti
potranno vederli...... per
sempre"..........
nota
"Il termine utopia oscilla, quindi, fin dall'inizio, tra ou-topia
(«non
luogo») ed eu-topia («buon luogo» o «luogo felice»). O meglio, più
che
oscillare tra i due significati, direi piuttosto che li contiene
entrambi.
L'utopia
è il luogo felice che non c'è; ma questo non essere è puramente
fattuale e non principiale. Significa cioè che «non è» qui ed ora;
non è
qualcosa di già attuato e realizzato, ma nulla vieta, in linea di
principio,
che possa in futuro realizzarsi, se e quando ricorrano determinate
condizioni. Il «non essere», dunque, di cui l'utopia è carica fin
dalla
coniazione del termine, non è il puro «nulla» ma è la categoria
che Ernst
Bloch ha acutamente definita del «non ancora», cui
è strettamente connessa
la speranza"
(da: http://utenti.tripod.it/utopia/)
I
ponti di Alex
(prefazione a "Alex Langer: non siate
tristi continuate", Edizioni della
Battaglia, settembre 1995)
......
Vive la prassi dell'uomo che ha individuato nella relazione
la struttura
esistenziale fondamentale,
irrinunciabile nesso per interpretare le
lacerazioni e le contraddizioni che generano i processi
autodistruttivi dell
'uomo che rompe l'unità con se stesso, con i suoi vincoli affettivi,
con le
sue radici storiche, con il prossimo praticato, con i suoi mezzi di
sostentamento, con lo spazio vitale, con le istituzioni.
Delinea un ecosistema pacifico, non protocollabile, ma frutto della
volontà
degli uomini consapevoli di condividere l'avventura umana, capaci di
misurarsi con i propri limiti, pronti a morire quando giunge la
propria ora.
Alex è soprattutto un uomo di scienza, di una scienza nuova, ardua,
necessaria, costosa perché impraticabile se non a partire da se
stessi: "l'
ingegneria delle risorse umane", l'ultima speranza e l'ultimo
baluardo
contro l'ingegneria dell'alienazione "virtuale" che divide,
dissipandolo, il
cuore dell'uomo.
Ed è dalla sua storia - se possiamo intuire la fatica del vivere
separati
nella casa comune - da quel suo essere una sorta di laboratorio
armonico di
organi propedeutici la formazione dei cittadini del mondo, che si
innalza la
sua creatura: il ponte, la più ardita e la più fragile delle
costruzioni
relazionali.
Il ponte per il superamento delle diversità, degli ostacoli naturali,
delle
fratture anche le più violente.
Ovunque le storie degli uomini sono divise e cieche di fronte al loro
indivisibile destino, Alex lavora, studia, analizza, progetta,
propone.
Ed era un fiorire di ponti.....
Si
tratta ora di sorreggere il "ponte" di Pian dei Giullari,
fra Alex e la sua storia.
Dal punto di vista pedagogico il ponte è una
metafora appropriata per rappresentare una modalità relazionale
paritaria di intenso valore
IL PONTE indica la relazione quale struttura
esistenziale fondamentale
IL PONTE si attraversa nei due sensi : è simbolo
di reciprocità.
IL PONTE è necessario per superare i solchi, le
fratture che separano i popoli e i luoghi prossimi
IL PONTE indica il superamento degli ostacoli
naturali , il suo attraversamento apre alla novità dell’altro.
IL PONTE mette in comunicazione due realtà ,
agevola il superamento della diffidenza o delle lacerazioni
pregiudiziali , assegna alle realtà messe in dialogo pari dignità. |