Libera università della telematica
di Nadia Scardeoni
Il mio ingresso nel mondo interattivo è avvenuto un po' per caso e abbastanza repentinamente quando, sollecitata dalla necessità di valutare l'efficacia di internet per un fine squisitamente didattico e formativo, sono stata poi in realtà anche allettata dalla grande facilità di ricerca e scambio di testi e documenti attraverso la posta elettronica. E poiché non possedevo alcun rudimento, anche della... semplice videoscrittura, non avendo frequentato alcun corso specifico, mi sono rivolta a dei ragazzi in gambissima, Roberta, Giovanni e Filippo, che in brevissimo tempo sono riusciti ad insegnarmi... l'essenziale per pilotare decentemente il mio PC.
Loro sono i rappresentanti di quella specie di "libera università della telematica under 25", capillarmente diffusa sul territorio nazionale, che sa mettere in riga plotoni di barbuti professori agitati dal giocattolo scientifico che ha messo a soqquadro le polverose biblioteche delle nostre scuole e università.
Trovo stupendo questo scambio delle parti - da discepoli a maestri - fra le due generazioni, di cui il "genietto" di Bill Gates è sicuramente complice sia metaforicamente che... praticamente.
Dal canto mio devo ricorrere spesso alle cure d'emergenza di Filippo (Filippo Cassini, studente di ingegneria a Brescia) perché l'eccessiva disinvoltura con la quale "strumentio" (da "strumentiare... cioè maneggiare sconsideratamente uno strumento senza averne il pieno possesso) mi procura guai di cui non so... assolutamente nulla, ossia non so né perché, né dove, né quando, né come me li sono procurati... come un ignaro passante a bocca aperta, davanti ad uno spettacolo mai visto.
E mentre i nostri "piccoli maestri" sono già in grado di avviare processi di riflessione critica, di "sapiente sapore cubista" intorno all'oggetto che molti di noi, impaludati "dottori", osserviamo solo frontalmente e rigidamente, la realtà rischia di schiacciare ogni nostra illusione di euforica grandezza pedagogica, innanzitutto per il clima di onnipotente agitazione mercantile che la sovrasta.
Come ogni realtà contemporanea va dunque studiata nel suo velocissimo evolversi per trarne accortamente una "misura" che io credo debba essere ricercata dentro sistemi più vasti di riferimento e orientamento, che non siano esclusivamente le tappe ridondanti di una modernità fine a se stessa che rischia di rendere tristemente obsoleto il mondo che ha creato da pochi istanti e che molti ancora non hanno sfiorato o potuto sfiorare e di essere, paradossalmente, un vessillo di eccellente antidemocrazia.
Un sistema di misure va dunque attivato almeno per i luoghi della formazione, per non essere travolti da un "grande gioco" che ci sfianchi e discrimini economicamente senza restituire in termini didattici...."la candela" (i risultati).
Alla lettera "A" di un glossario di massima che voglia allora costruire una descrizione o riscrizione accettabile, di un oggetto didattico di tale potenza, credo stia il "programma" da utilizzare.
Ho chiesto a Filippo, che spesso mi aggiorna sulle novità in rete, di darci una presentazione critica di Linux il programma che lui predilige e che è stato adottato dalle scuole francesi.
Eccola.
Linux nelle scuole
di Filippo Cassini
Se si chiede all'utente medio di PC "Che cos'è un sistema operativo?", la risposta sarà nella maggior parte dei casi abbastanza vaga; se la domanda addirittura è "Quanti sistemi operativi conosci ?" la risposta sarà quasi sempre una sola: Windows.
Premettendo che per "sistema operativo" intendiamo l'insieme "software" che ci permette di espletare le funzioni di base della macchina (gestione dei file, gestione delle periferiche), il nostro costoso compagno PC, è in grado di accettare al suo interno non solamente Windows, ma anche altri sistemi operativi.
Infatti, ai tempi della nascita dei PC, quando ancora il sistema era contenuto su dischetti, l'inserimento di questo o quel dischetto faceva partire il PC (boot) sotto questo o qual sistema operativo. Questa risorsa è ancora oggi disponibile, e non ci obbliga ad avere un sistema operativo unico. Ciò che negli anni ha deciso che cosa noi troviamo all'interno del computer è stato il mercato. Oggidì chiunque acquisti un computer trova preinstallato al suo interno windows95. Tale sistema operativo è acquisito ormai come standard, e per i non addetti è l'unico sistema utilizzabile.
Quali sono, dunque gli "altri" sistemi operativi, e perché vengono usati?
IBM produce da molto tempo, ad esempio, OS/2, che molti hanno dichiarato tecnologicamente superiore a Windows. Apple utilizza nei suoi Macintosh il MacOs8, anch'esso molto performante. La stessa Microsoft produce Windows NT, più stabile di Windows 95 ed adatto a computer più potenti. Un mondo a parte è quello delle macchine con sistema operativo UNIX.
UNIX nacque negli anni sessanta, sviluppato in ambito universitario. Oggi è utilizzato dai computer più potenti in commercio, ma soffre del fatto di essere molto costoso, e di avere molte versioni simili (IRIX, Solaris e altre) che sono di proprietà delle case produttrici delle macchine su cui lavorano.
Ma nel 1991 uno studente finlandese di nome Linus Torvalds costruì il kernel (la base) di un nuovo sistema operativo che doveva funzionare su PC ed avere caratteristiche comuni alle macchine UNIX: tale nuova creazione prese il nome, dal suo creatore, di LINUX.
Il mezzo che favorì la diffusione di questo nuovo sistema fu la rete delle reti, Internet. Fu infatti tramite Internet che numerosi programmatori diedero il loro apporto, completamente gratuito, alla creazione di Linux; data inoltre la sua compatibilità con le macchine UNIX presenti nelle università era possibile trasferire programmi scientifici direttamente a casa di chi non poteva permettersi grosse cifre per l'acquisto di macchine UNIX.
Data la natura estremamente "aperta" dello sviluppo di Linux non è assolutamente possibile individuare una unica fonte per questo sistema operativo; inoltre tutto il software prodotto, poiché frutto di contributi di programmatori da tutto il mondo non può essere considerato "di proprietà" di qualcuno. È nata così una particolare licenza d'uso per i programmi Linux, la GPL. In pratica chiunque può copiare ed utilizzare tali programmi gratuitamente: qualora però il programma venga modificato, o sfruttato per produrre un altro programma, è obbligatorio per il programmatore rendere pubblici i sorgenti (il programma scritto).
In parole povere, il costo di Linux per l'utente finale è zero.
Didattica
Linux mette a disposizione, per gli studenti che vogliano imparare a programmare, tutti i linguaggi prodotti fino ad oggi, come Pascal, Fortran, C, C++, Basic, SmallTalk, oltre a linguaggi più specificamente orientati alle reti.
Prezzo del software: zero.
Essendo nato su Internet, presenta una ovvia superiorità rispetto a molti altri
sistemi per quanto riguarda gli accessi alla rete. Prezzo del software: nullo.
Le sue caratteristiche di affidabilità lo hanno reso indispensabili in ambienti a budget
ridotti, quali le università.
Sono in dirittura d'arrivo, inoltre, nuovi software per l'office automation, non
Microsoft. La gran parte di tali software, già disponibile, non è liberamente
distribuita, ma i programmatori appassionati di Linux stanno già concentrando i loro
sforzi per creare una "Office suite". A costo zero. Questo riguarderebbe scuole
che dovrebbero utilizzare per esigenze didattiche tali software.
Prestazioni
Basta consultare alcuni siti in cui si svolgano dibattiti sull'argomento per farsi
un'idea della stabilità di Linux: io stesso ho installato ed usato Linux nel Novembre
1997 e non ho mai dovuto "reinstallare" nulla (oggi è il primo ottobre '98).
Ciò nelle università riduce fortemente i periodi di fermo per le macchine, (oltre ad
evitare contrattempi improvvisi, perdite di lezioni, ecc..). Linux può essere utilizzato,
in una ipotetica "aula di informatica".
Sia nel server sia nelle stazioni meno potenti. Permette inoltre di mantenere l'hardware
"vecchio". Linux funziona benissimo anche sui 486, sfruttando pienamente le
macchine su cui si installa.
Sviluppo
Possiamo immaginare che in una ipotetica scuola media si voglia introdurre i ragazzi al
funzionamento di Internet.
Poiché il Linux non possiede venditori ufficiali, (anche se stanno nascendo aziende
specializzate ), potrebbe essere l'università stessa a gestire le reti delle scuole
inferiori, organizzando stage per gli studenti. Linux è già ampiamente utilizzato già
ora nelle facoltà di Ingegneria.
Io stesso sono stato introdotto a questo "nuovo mondo" da studenti di ingegneria
elettronica. Non ci sarebbero necessità di computer nuovissimi, o particolarmente
potenti, e il software avrebbe costo nullo.
Per saperne di più...:
www.linux.org
www.fsf.org
www.linux.it
www.pluto.linux.it
Articoli:
http://www.zdnet.com/anchordesk/story/story_2241.html
http://www.zdnet.com/anchordesk/talkback/talkback_125185.html
http://www.zdnet.com/anchordesk/talkback/talkback_125228.html
http://www.zdnet.com/anchordesk/bcenter/bcenter_300.html
http://www.zdnet.com/zdnn/stories/zdnn_display/0,3440,1600852,00.html
http://news.com/News/Item/0,4,26838,00.html?st.ne.ni.lh
http://counter.li.org/bycountry/IT.html
Linux nell'aula d'informatica
di Filippo Cassini
Se si pensa alla scuola odierna non si può certo considerarla attrezzata a dovere. Le aule di informatica, considerando i programmi attuali, credo non siano una priorità assoluta, e i problemi di bilancio sono tangibili. Proverò ad ipotizzare uno scenario in cui al preside venga fatto un preventivo d'installazione di un' intera aula d'informatica.
Hardware
Microsoft ci fornisce windows98?
Hardware nuovo: almeno dieci computer, se si immagina che ad ogni computer possano fare
lezione un paio di studenti. I prezzi odierni permettono di stimare una spesa di dodici
milioni, per computer comunque di buona qualità (software escluso).
è inutile farsi illusioni: il vecchio 486 con 4-8 mega di ram funzionerà
scoppiettando non poco.
L'università ci viene ad installare Linux?
Come per magia, i ranocchi diventano principi. è possibile addirittura pensare a una piccola rete, dove in ambito locale, ci sia un server ( se avanza anche un solo pentium) e tutti i vecchi client. Bastano 8 mega di RAM e 200 di hard disk. è anche possibile realizzare e far funzionare su Linux dei clent senza hard disk, completamente controllati dal server.Supponiamo per ora che l'università abbia organizzato solo un piccolo stage, ci preoccuperemo dopo dell'amministrazione.
Bisogna avere un server?
Dipende dal tipo di lezioni che serve fare. Se si volessero insegnare le basi di utilizzo di un word processor, non sarebbe a rigore utile che tutti i computer fossero connessi tra loro. Peraltro, poiche il costo di dieci schede di rete sarebbe esiguo (400 mila circa) rispetto al prezzo di tutti i pc, ne varrebbe la pena. L'introduzione di una rete permette di estendere la didattica ai cosiddetti "servizi internet". Una rete, anche se chiusa, potrebbe emulare l'internet. Il server garantisce alla rete la "centralita" dei dati, oltre a permettere una forma di controllo dei dieci pc ("client"). Inoltre permette di ospitare dei dati comuni che altrimenti andrebbero sempre ricopiati di volta in volta da un client all'altro.
..E quanto costa?
Micorsoft offrirebbe windows NT 4.0 server ad un prezzo di circa 1 milione e 800 mila,
a meno di contratti particolari. Sfatiamo il mito dei "requisiti minimi". Se
sulla scatola c'è scritto "pentium 100, 48 mega di ram", l'esperienza dice che
al minimo la qiantità di RAM dev'essere di 64mega e il pentium dev'essere un 200. Basta
girare un po' nel newsgroup it.comp.os.dibattiti per farsene un'idea.
L'università offrirebbe Linux a 30 mila lire. è il costo dei CD sui quali andrebbe
copiato. Stiamo escludendo in tutti e due i casi i costi relativi alla messa in funzione
del tutto. Non solo. Se il computer fosse un pentum200 con 64mega di RAM Linux farebbe
faville. Un esempio "personale", ovvero derivante da mie installazioni. Un
server che funziona come fax-server, gateway internet (ovvero connette via modem la rete
interna all rete internet), file server, http, ftp, posta elettronica, controllo del
gruppo di contitnuità, in una settimana di lavoro ha spedito circa duecento fax, non si
èmai piantato ed ha richiesto al massimo 32mega di RAM!
..E non è una novità!
Linux è già ampiamente utilizzato in tutte le università italiane. nonché dagli stessi Internet Provider ai quali vi connettete. Recatevi nelle università della vostra città, in una facoltà di informatica o di ingegneria!
MA IL SOFTWARE?
C'è. è gratuito in gran parte . Ed
è modificabile a piacimento. Word processors, fogli di calcolo, browser internet,
programmi di matematica, posta elettronica, newsgroups, grafica, tutto, se si vuole,
rigorosamente opensource.
Se si vuole pagare per forza la "suite office", ci sono gia Corel, Applixware, Informix, Netscape che forniscono i
loro prodotti per l'utenza Linux.
Chi mantiene l' aula di informatica?
I contratti di assistenza sono il "fiore all'occhiello" di ogni fornitore di
servizi informatici. L'ora di intervento media di un tecnico costa 150mila lire, e i
"crash" di windows possono richiedere frequenti interventi. La maggiore
affidabilità di Linux rispetto a windows è un dato di fatto. Se può servire la mia
personale esperienza di utilizzo, Linux gira sul computer su cui scrivo questo testo da 14
mesi, senza mai essersi piantato, Pur essendo stato sottoposto a numerosi
"maltrattamenti" dovuti alle mie sperimentazioni. Non parliamo del numero
di reinstallazioni di windows. Ne ho perso il conto.
Gli studenti delle università effettuano già lavori saltuari di mantenimento tramite i
contratti "150 ore": un milione e seicentomila l'anno circa(Facoltà di Ingegneria di Brescia). Penso si potrebbero
sfruttare tali contratti, e sarebbero loro a sorvegliare e mantenere la rete.
Non mi fido. Costa troppo poco.
Già alcune aziende sono in grado di offrire computer con Linux preinstallato, e preoccuparsi di mantenere la rete. I costi di manutenzione sarebbero a mio giudizio inferiori per le questioni di affidabilità già citate, ma sicuramente superiori a quelle che ho indicato nel caso fosse l'università a gestire la cosa.
I vantaggi sono comunque quelli del considerare Linux una piattaforma aperta di
sviluppo. Linux è liberamnte copiabile, distribuibile e modificabile, sotto le condizioni
della licenza gpl www.fsf.org Le facoltà di
informatica d'Italia potrebbero creare programmi nuovi, avendo accesso gratuito a tutta la
documentazione esistente, via Internet. Ogni singola riga del codice C sorgente è
disponibile, per la correzione autonoma di eventuali errori. La pubblica istruzione
italiana avrebbe gli strumenti per costruirsi un sistema operativo orientato alle proprie
esigenze, rendendolo disponibile gratuitamente agli studenti. Commercialmente parlando,
inoltre, Linux ha già circa 7milioni di utenti; una delle più famose software house che
lo forniscono in scatola con manuale (a
circa 90mila) ha venduto quest'anno il 200% in più di copie. Microsoft se ne preoccupa già.
In Francia già si sta pensando a Linux: l'AFUL, il maggiore gruppo di utenti Linux in
Francia, ha siglato un accordo
di assistenza con il ministero dell'educazione francese.
Link utili:
Linux
Il mio LInux preferito
Software Linux "a palate"
Documentazione Italiana
Vari progetti Linux
Documentazione Linux
Vogliamo sfatare dei
miti?
Linux è un sistema FREE. Significa che libero è l'uso, libera è la vendita di parti di esso, libera è la modifica, sotto i termini di una licenza, la GPL, che obbliga a rendere pubblico sempre ciò che si modifica e migliora.
FREE ==> APERTO. Nessuno può essere a priori escluso dallo sviluppo di software, né dalle informazioni che riguardano funzioni chiave del sistema operativo. Ognuno può sfruttare al meglio tutto ciò di cui ha bisogno. I soldi non fanno la differenza tra un programmatore e l'altro.
Per Linux esiste una quantità di documentazione immensa, incluse organizzazioni di volontari che la scrivono e la traducono in tutte le lingue (l'inglese è comunque la lingua standard).
In Linux è confluita la ventennale esperienza che riguarda i sistemi operativi di tipo UNIX, anch'essi all'inizio aperti, poi resi proprieatri.
La nostra ricerca potrebbe elaborare programmi didattici veramente validi, potendo sfruttare il PC per intero senza soluzioni commerciali preconfezionate, o limitanti. Pensiamo solo alle facilitazioni di utilizzo per studenti con handicap ("Accesso Facilitato" di Windows?) risparmiando denaro, ma soprattutto investendo in conoscenza, al fine di creare una classe di programmatori professionisti in grado, un domani, di competere con i colleghi americani sul mercato di "ciò che si paga".
Non si tratta di reinventare tutto da zero, né di riconvertire le coscenze. Linux è già conosciuto, diffuso, utilizzato nelle università italiane, dove tutti gli studenti appassionati e con un po' di iniziativa personale già collaborano allo sviluppo di software e creano documentazione.
Windows è un sistema chiuso, inefficiente, inaffidabile per un utilizzo nelle aule di informatica. Non offre protezione sufficiente né sufficiente stabilità per i "maltrattamenti" di un ragazzo di 14 anni.
L'interfaccia grafica di Linux è APERTA; esistono numerosissime interfacce grafiche estremamente personalizzabili e adattabili ad un uso didattico (ricordiamo che su windows va impedito allo studente di accedere al pannello di controllo).
Qualunque intervento si possa fare per introdurre sicurezza su Windows porta alla spesa di altro denaro e all'aggiunta di componenti che rendono il sistema instabile.
L'interfaccia è comunque adattabile a rassomigliare a qualunque sistema operativo (windows,mac,solaris) grazie a programmi (già presenti) utilizzati da sviluppatori che volevano far rassomigliare il computer di casa a quello dell'ufficio.
Le nostre università potrebbero prendere spunto per compiere studi interdisciplinari (psicologia, pedagogia, anatomia) per inventare interfacce ideali per l'apprendimento dei ragazzi, o per scoprire nuove forme di interazione con la macchina. (chi ha deciso che io devo usare il mouse o la tastiera per interagire col PC?).
Il prodotto di tali studi potrebbe essere gratuito e fornibile a tutti gli studenti a casa.