LOMBARDI: "Tutti in serie A"

di Nadia Scardeoni Palumbo

 

Viaggio in Sicilia del Ministro. "Ho visto una realtà vitale accanto a situazioni di inefficienza. Corleone aspetta le scuole nuove da 30 anni". "Concentrare le risorse sulle situazioni di emergenza e disagio"

Siamo lieti della felice coincidenza tra l'uscita del nostro servizio: "Il coraggio del Sud" (école n. 31) e la visita del Ministro Lombardi a Palermo, invitato nei giorni 11, 12 e 13 maggio, dal Prefetto e dal Sindaco per prendere atto della grave situazione dell'edilizia scolastica, problema nodale che noi stessi avevamo evidenziato.

Ritenendo molto importante questa visita, e soprattutto il suo esito, che rassicura le autorità cittadine della volontà del Ministro Lombardi di disporre dei beni confiscati ai mafiosi per far fronte alle gravi carenze logistiche della scuola palermitana, lo abbiamo intervistato.

 

Ministro Lombardi, dopo la visita a Palermo quali sono le sue impressioni a contatto di questa realtà?

Da una parte ho visto situazioni di notevole degrado per carenze soprattutto di edilizia scolastica: ci sono scuole ospitate in palazzi di cinque piani che, se sono accettabili dal punto di vista dell'igiene mancano però di palestre, di sale di incontro dove i ragazzi negli intervalli possano stare insieme . Dall'altro, ho visitato altre scuole di vario ordine - scuole elementari, medie, scuole tecniche - dove ho notato un notevole livello di qualità in termini di aggiornamento, di entusiasmo e di iniziative didattiche. Cito tra tutte la scuola dello ZEN che, operando in un quartiere estremamente difficoltoso dal punto di vista sociale, invece realizza molto in termini di innovazione didattica, di entusiasmo, di capacita' di creare partecipazione nei ragazzi, nei genitori, nell'ambiente.

Sono "punte " avanzate che fanno invidia a qualunque città. Questo testimonia perciò la vitalità della scuola palermitana in presenza anche di situazioni drammatiche che sono essenzialmente quelle dell'edilizia scolastica e di un tasso di dispersione che è sensibilmente più alto della media nazionale.

 

Ministro, tocchiamo alcuni temi di interesse nazionale, ma riferendoli sempre alla realtà siciIiana. Penso ad esempio all'elevazione dell'obbligo scolastico o all'autonomia così come si configura.. Lei ritiene che per zone che presentano così gravi emergenze si debbano fare discorsi particolari per non creare ancora più gravi sofferenze e contraddizioni?

Non credo che si possa pensare ad una scuola di serie A da realizzare nelle zone più avanzate e ad una scuola di serie B per le zone più degradate.

Io credo che sarebbe un gravissimo torto fatto alla Sicilia e a Palermo se noi dovessimo dire: <Attenzione qui siamo in una situazione di emergenza e anche se la scuola italiana eleva l'obbligo a 16 anni e si uniforma con l'autonomia, o se facciamo delle scelte importanti dal punto di vista didattico, qui teniamo tutto fermo perché dobbiamo risolvere prima il problema del degrado". Questo sarebbe inaccettabile anche perché, come ho detto prima, accanto a situazioni di precarietà che rendono le persone timorose abbiamo anche esempi di eccellenza, per cui ritengo che questa non sia una strada perseguibile.

 

D'accordo, forse non mi sono espressa bene. Io non pensavo tanto ad una diversità di applicazione delle riforme, ma ad una serie di "attenzioni" e di interventi che potrebbero essere propedeutici il raggiungimento di una situazione di emancipazione da queste gravi problematiche.

Il problema è anche questo: il nodo che io ritengo più delicato nella situazione siciliana è dato oggi dall'autonomia regionale. La Regione ha, per quanto riguarda l'istruzione una forte autonomia. Ci sono molti problemi che passano attraverso le decisioni degli assessori regionali. Oggi la Regione Siciliana ha dei problemi tutt'altro che piccoli. Il rapporto fra il Comune di Palermo, la Provincia, la Regione dà luogo qualche volta a delle obiettive difficoltà e ciò spiega perché anche quando esiste un accordo generale per la soluzione di alcuni problemi poi si tende a non realizzare. Vi sono scuole a Palermo che sono solo state cominciate, vi sono dei fondi che erano disponibili e che non sono stati utilizzati. Io, ieri, ho visitato come ultima tappa le scuole di Corleone. Il Piano Regolatore che prevedeva le scuole a Corleone è di 30 anni fa. Se Dio vuole, il primo settembre, forse, inizieranno i lavori.

Questi livelli di inefficienza sono purtroppo in parte dovuti anche ad una certa cultura meridionale più portata a dibattere i problemi che non a risolverli. E qui bisogna invece che ad un certo momento se ne esca.

 

Un'ultima domanda sull'applicazione della norma che definisce il numero degli allievi per classe. Si tiene conto dell'ulteriore aggravio che questo comporta nelle situazioni difficili?

L'attenzione c'è ed è stata anche ampiamente dimostrata dalle ultime decisioni assunte.

Quello che però devo dire è che io ho visto delle scuole, anche eccellenti dal punto di vista dell'innovazione didattica o altro, con dieci, dodici alunni per classe. Scuole elementari in cui in una classe stavano tre docenti e dieci bambini.

Ora questo non è pensabile. L'attenzione può essere esercitata in maniera più efficace quanto più le necessità sono gravi.

Penso a zone a rischio dal punto di vista sociale, penso alla presenza di bimbi portatori di handicap, penso a situazioni di disagio per l'introduzione di immigrati e quindi ai problemi connessi.

Noi potremo essere perciò più attenti a questo quando poi là dove è possibile si attua effettivamente una razionalizzazione della distribuzione degli scolari. Se teniamo in piedi invece classi con dieci ragazzi là dove non esistono le motivazioni per farlo, togliamo risorse alle situazioni di maggiore emergenza.

Giugno 95


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