Riceviamo da Luis Marsiglia la lettera pubblicata oggi dal Manifesto e inviata alla stampa.
Verona 11 ottobre 2000
Verona, 9 Ottobre 2000
Io, Luis Marsiglia, cristiano di origine ebraica, nel pieno delle mie facoltà, con il cuore ferito ma sereno, rinuncio alla mia appartenenza alla Chiesa cattolica e come conseguenza al mio ruolo di insegnante di religione.
Ritengo che questa Chiesa continui a violare i diritti fondamentali delle persone; credo che abbia perso la sua missione profetica e che non sia più fedele al Signore Risorto.
In modo particolare ritengo che i grigi funzionari della curia veronese siano più colpevoli delle persone che mi hanno aggredito, umiliato e minacciato.
Attualmente la mia vita è blindata e la mia casa custodita ventiquattro ore su ventiquattro, non potendo uscire senza la scorta affidatami dalle autorità competenti. Nonostante tutto, il mio spirito è libero e sento di avere agito seguendo la mia coscienza e ascoltando Dio, che è Padre e Madre misericordioso.
Non sarei fedele a Dio e alla mia coscienza se non facessi questo atto ufficiale di rinuncia, che non vuol dire rinunciare ai miei ideali e alle mie lotte, vuol dire abbracciare questi ideali e queste lotte con totale libertà, senza le costrizioni di una istituzione che continua a seppellire i suoi profeti.
I roghi, l’inquisizione, le crociate, le persecuzioni continuano, calpestando la dignità dei figli di Dio.
Di fronte al Signore Misericordioso e a tutte le persone che amo e che continuerò ad amare, prometto fedeltà alla tenerezza e all’amore, lontano per sempre da una Chiesa che cerca in ogni istante di spegnere il soffio vivificante dello Spirito.