Maieutica
......che passione
Sono
felice di essere qui oggi con la piena consapevolezza di essere
partita , metaforicamente e geograficamente, da un luogo molto
lontano, e di essere giunta , con la pazienza di chi pratica,
serenamente, la resistenza intellettuale,
nel posto giusto.....
Sono qui per presentare il
progetto: "Il laboratorio maieutico di
Danilo Dolci" finanziato dalla sezione filantropica
della HP a favore della Scuola Media di Partinico. (
https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/dolci1.html
)
E sono lieta di toccare oggi,
tangibilmente, Partinico , di sfiorare la sua realtà, la sua
storia, la sua eredità morale, quale "meta ideale e
necessaria" dei miei percorsi di pensiero e progettualità
educativa.
La propensione verso la "cura"
, da me espressa altrimenti, e più compiutamente, in campo artistico
attraverso il restauro, è oggi qui riaffermata dalla scelta di questo
progetto che vuole semplicemente collocare "la
cura ciò di cui si conosce l'esistenza e il valore", nel
luogo
più giusto, quello deputato alla
educazione della persona: la scuola.
Perchè l'esistenza e il valore
dell'opera di Danilo Dolci, patrimonio inalienabile di tutti coloro
che avvertono, nel loro operare scolastico , la necessità e la
diversità di essere educatori piuttosto che
trasmettitori di saperi, entri in un rapporto vitale con il
mondo cui è destinata .
Sono
qui anche in virtù della mia storia personale di docente
Formata alla pedagogia della
Gestalt, sono stata sensibilizzata alla tutela
del metodo educativo fin dalle origini del mio approssimarmi
alle scienze dell'educazione.
Ritessendo
i fili della mia esperienza didattica e di scrittura , raccolta in Interlinea
, la Rubrica che curo in Educazione e scuola, non è difficile
rintracciare un'attenzione costante verso i principi fondamentali
della maieutica.
In tutta la mia esperienza
scolastica ho applicato con profonda convinzione la priorità di
scelte metodologiche che facilitano nei discenti genuini atti del
pensiero, che non privilegiano l'eccezionalità del risultato ma che
salvano e tutelano la qualità dei processi di apprendimento .
Gli studi e il lavoro sulla
creatività, iniziati sui banchi di scuola, come insegnante di
Educazione Artistica, mi hanno portata a sperimentare tecniche
didattiche innovative . Voglio qui citare con la sua denominazione
originaria : l "educazione al
silenzio" presentata , a suo tempo, in alcuni seminari
sia a Verona che a Palermo.
L'
educazione al silenzio, accolta con grande entusiasmo
dai docenti dell' M.C.E., nata dalla rivisitazione della mia
esperienza artistica e dalla necessità di far fronte alle difficoltà
espressive di molti miei alunni, è una sperimentazione
interdisciplinare, fondata sulla intersezione ( ascolto e fruizione )
dei linguaggi artistici .Valendosi
di percorsi e sollecitazioni adeguate , toccando
le emozioni, costruendo itinerari di autoconsapevolezza
e conoscenza di sè , tende alla ricostruzione del centro
psicoaffettivo che si configura come fonte vitale dell'energia
creativa , libera potenzialità straordinarie ed è.........
un vero laboratorio di maieutica .
Negli
anni ottanta ho preparato due contributi per un progetto editoriale (
un testo di educazione artistica ) .
I due capitoli redatti : "L'esperienza
dello spazio" e "Il
restauro" incontrarono molta considerazione, oltre che per
la novità dei contenuti, per la linearità e l'efficacia del metodo
espresso ed era...... Il metodo maieutico.
Ma .... il "metodo dei
metodi" come lo definisce Gianni Rodari nel recensire il libro di
Danilo Dolci: "Chissà se i pesci piangono" in un articolo
del 1970, non lascia spazio alle improvvisazioni o ai presenzialismi.Ce
lo insegna il suo Fondatore .
.................porsi
in dialogo maieutico chiede coerenza assoluta nel nostro vissuto.
Chiede autentica attenzione
verso "l'altro", chiede capacità di dono, di "spreco
di sè" .....
Possso testimoniare che
...sperimentare il laboratorio maieutico , è una delle esperienze
più affascinanti della ricerca educativa, ma anche la più complessa
per la cura costante e la salvaguardia della dimensione
affettiva-relazionale e dei riferimenti di valore che solo vasti
orizzonti possono ospitare.
E , Partinico , attraversata
dalla straordinaria avventura umana, sociale, culturale di Danilo
Dolci, è e resta, un orizzonte ancora lontano per molti di noi.
Un orizzonte lontano ..
che però ......" ci fa sognare"
.
E poichè "un
uomo cresce solo se è sognato " noi sogniamo di metterci
in cammino , con immensa gratitudine, sul sentiero , che il "
piantatore d'uomini" Danilo Dolci, ha tracciato per tutti
le donne e gli uomini di buona volontà.
nadia scardeoni palumbo
INTERLINEA https://www.edscuola.it/interlinea.html
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