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Pasqua 2002
Piove a Ramallah assediata dai tank israeliani; piove sul tuo povero quartier generale, caro Yasser, già dall’alba del venerdì santo; piove sul Medio Oriente e sui massacri di Sharon senza Cristo e senza Dio; piove a Gerusalemme insanguinata dal tuo corpo esploso, piccola Ayat poco più che adolescente, spezzata in due dalla bomba che portavi addosso per gridare col tuo sangue il diritto del tuo popolo alla patria e alla terra, semplicemente, a vivere e ad esistere. Ora non resta altro che il silenzio e la tua solitudine, Yasser, nella sproporzione senza limiti tra potere dei forti e impotenza dei deboli, tra la violenza inaudita dell’aggressore e il tuo coraggio di resistere. Ora sei più guerrigliero che mai, senza sparare un solo colpo, senza acqua e senza corrente elettrica, col tuo cellulare scarico e la tua mitraglietta sul tavolo sgangherato dove forse pensi di scrivere il tuo testamento politico, circondato da armi nemiche, dentro la tua stessa casa. Ma quand’anche ti togliessero il respiro, a te già Nobel per la pace, nessuno mai potrà privarti del tuo popolo e dei tuoi eroi, finchè non ci sarà pace. Allora sulle case diroccate e per le strade calpestate alle prime piogge cresceranno nuovi fili d’erba e nuove gemme spunteranno laddove sui rami spogli Sembrava non ci fosse più vita. Perché tu sei condottiero dalle mille vite, caro Yasser! Che nessuno osi toccarti!
di Giuseppe Casarrubea |
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