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"Sappiatelo,
sovrani e vassalli, eminenze e mendicanti,
nessuno avrà
diritto al superfluo,
finché uno
solo mancherà del necessario."
Salvador Diaz Miròn Che cosa significa povertà? La povertà è fame. La povertà è vivere senza un tetto. La povertà è essere ammalati e non riuscire a farsi visitare da un medico.
La povertà è non potere andare a scuola e
non sapere leggere. La povertà è non avere un lavoro, è timore del
futuro, è vivere giorno per giorno.
La povertà è perdere un figlio per una
malattia causata dall'inquinamento dell'acqua.
La povertà è non avere potere e non essere
rappresentati adeguatamente; la povertà è macanza di libertà.
La povertà assume volti diversi, volti che cambiano nei luoghi e nel tempo, ed è stata descritta in molti modi (vedi la Letteratura della povertà, in inglese).
La povertà è una situazione da cui la gente
vuole evadere.
La povertà, quindi, richiede azioni sia da
parte dei poveri che dei benestanti, e richiede di cambiare il mondo
per fare sì che molte più persone possano avere un buon livello di
nutrizione, un alloggio adeguato, accesso all'educazione e alla
salute, protezione dalla violenza, e voce in ciò che succede nella
loro comunità.
Le dimensioni della povertà Per capire come si può ridurre la povertà, per capire ciò che contribuisce o meno ad alleviarla e per capire come cambia nel tempo, bisogna definire, misurare, studiare ed anche vivere la povertà.
Dato che la povertà ha tante dimensioni,
deve essere osservata mediante una serie di indicatori; indicatori dei
livelli di reddito e di consumo, indicatori sociali ed anche
indicatori della vulnerabilità e del livello di accesso alla società e
alla vita politica.
Fino ad ora la maggior parte degli studi è stata condotta utilizzando misure di povertà basate sui consumi o sui redditi. Ma alcuni studi sono stati condotti anche su altre dimensioni della povertà; esempi sono il Rapporto sullo sviluppo umano delle Nazioni Unite (UNDP) e il Rapporto sullo sviluppo mondiale 2000/01 (WDR) sui temi di povertà e sviluppo della Banca Mondiale.
......Non chiedermi
cosa è la povertà perché l'hai incontrata nella mia casa.
Guarda il tetto e
conta il numero dei buchi.
Guarda i miei utensili
e gli abiti che indosso.
Guarda dappertutto e
scrivi cosa vedi.
Quello che vedi è la
povertà.
Kenya, 1997
Ma cosa è la povertà? ....................Nel mondo, l'estrema povertà confina con l'abbondanza. Dei 6 miliardi di abitanti del pianeta, 2,8 miliardi hanno meno di 5.000 lire al giorno per sopravvivere, e 1,2 miliardi meno di 2.500 lire al giorno. Ma la povertà non è solo mancanza di soldi.
Povertà è l'umiliazione, la sensazione di essere dipendenti da altri,
di essere obbligati ad accettare offese, disprezzo, e trovare
indifferenza quando si cerca aiuto.
La povertà è un'inaccettabile privazione del benessere cui ha diritto un essere umano.
Ma cosa è privazione, e cosa è inaccettabile?
Gli uomini non hanno tutti la stessa visione del concetto di povertà,
né valutano egualmente le sue cause.
Per noi, l'esperienza della povertà non comprende solamente basse
retribuzioni e consumi ridotti al minimo, ma anche difficoltà
d'accesso ad un adeguato livello di educazione, di risorse sanitarie e
d'alimentazione.
Supera gli aspetti monetari per includere il pericolo e la vulnerabilità, l'impotenza rispetto all'incertezza quotidiana, l'incapacità a far udire la propria voce.
L'esperienza della povertà non è solo mancanza di benessere materiale,
ma anche negazione dell'opportunità di vivere una vita tollerabile.
La vita può essere accorciata. Può essere resa difficile, dolorosa, o casuale; privata di dignità, fiducia.
La povertà limita la vita.
La visione del filosofo ed economista Amartya Sen sarebbe forse condivisa dai poveri stessi.
Sen considera l'esperienza della povertà nel suo contesto sociale, e
vede la povertà in termini di impossibilità a svolgere alcune
fondamentali attività dell'uomo (Sen 1984, 1993): "la povertà deve
essere intesa come la privazione delle capabilities fondamentali
dell'uomo" (Sen 1999).
L'idea di fondo del suo human poverty approach al concetto di povertà
è che la povertà dovrebbe includere sia ciò che potremmo o non
potremmo fare (capabilities), sia ciò che ci è effettivamente concesso
di fare (functions).
Quest'idea ha svolto un ruolo fondamentale nell'allargamento della
lotta alla povertà che, non più legata alla sola dimensione del
reddito, viene ad includere il diritto ad una vita lunga, creativa,
tutelata da malattie e violenze - e il diritto ad un buon tenore di
vita, alla dignità, all'autostima e al rispetto altrui.
Se il benessere permette di contrastare un futuro di incertezza e di
vulnerabilità, l'incapacità a decidere la propria vita diviene un
aspetto del concetto di povertà.
È per questo che anche la vulnerabilità, l'incapacità a far udire la propria voce e l'impotenza politica sono dimensioni della povertà.
Perciò anche l'arbitrio, la sottomissione e l'insicurezza sono
divenute dimensioni della povertà, al pari di un reddito
insufficiente.
È necessario un più ampio approccio al concetto di povertà, non più
limitato alla constatazione di bassi redditi, che è il criterio comune
col quale si misurava la povertà................
Se la povertà è la madre dei delitti, lo
scarso ingegno ne è il padre. Jean de La Bruyère
1. Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o cause ad essa correlate. I dati sono migliorati rispetto alle 35.000 persone di dieci anni fa o le 41.000 di venti anni fa. Tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei cinque anni d'età. 2. Oggi, il 10% dei bambini che vivono in paesi in via di sviluppo muoiono prima di aver compiuto cinque anni. Anche in questo caso, il dato è migliorato rispetto al 28% di cinquanta anni fa. 3. Carestia e guerre causano solo il 10% dei decessi per fame, benchè queste siano le cause di cui si sente più spesso parlare. La maggior parte dei decessi per fame sono causati da malnutrizione cronica. I nuclei familiari semplicemente non riescono ad ottenere cibo sufficiente. Questo a sua volta è dovuto all'estrema povertà. 4. Oltre alla morte, la malnutrizione cronica causa indebolimento della vista, uno stato permanente di affaticamento che causa una bassa capacità di concentrarsi e lavorare, una crescita stentata ed un'estrema suscettibilità alle malattie. Le persone estremamente malnutrite non riescono a mantenere neanche le funzioni vitali basilari. 5. Si calcola che circa 800 milioni di persone nel mondo soffrano per fame e malnutrizione, circa 100 volte il numero di persone che effettivamente ne muoiono ogni anno. 6. Spesso, le popolazioni più povere necessitano di minime risorse per riuscire a coltivare sufficienti prodotti commestibili e diventare autosufficienti. Queste risorse possono essere: semi di buona qualità, attrezzi agricoli appropriati e l'accesso all'acqua. Minimi miglioramenti delle tecniche agricole e dei sistemi di conservazione dei cibi apportano ulteriore aiuto. 7. Numerosi esperti in questo campo, sono convinti che il modo migliore per alleviare la fame nel mondo sia l'istruzione. Le persone istruite riescono più facilmente ad uscire dal ciclo di povertà che causa la fame. Fonti (divise in paragrafi): 1) Il Progetto contro la Fame nel Mondo, Nazioni Unite; 2) CARE; 3) Istituto per la promozione dello sviluppo e dell'alimentazione; 4) Programma mondiale per il cibo delle Nazioni Unite (WFP); 5) Organizzazione delle Nazione Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO); 6) Oxfam; 7) Fondo per l'infanzia delle Nazioni Unite (UNICEF) Risoluzione del Parlamento europeo sulla giornata internazionale per l'eliminazione della povertà. Adozione da parte del Parlamento europeo in data 23 ottobre. Il Parlamento si preoccupa della situazione di circa 52 milioni di cittadini europei che vivono al di sotto della soglia della povertà e sottolinea la necessità di adottare un programma di lotta contro la povertà che tenga conto dell'esperienza acquisita dall'Unione europea e di iscriverlo tra le sue priorità. Esso rileva che l'applicazione delle azioni prioritarie raccomandate dal Consiglio europeo di Essen in materia di occupazione offre una base che consente di sviluppare programmi nazionali che sono in grado di rispondere alle esigenze delle persone emarginate o escluse del mercato del lavoro. Esso invita gli Stati membri che hanno partecipato al vertice mondiale per lo sviluppo sociale, organizzato a Copenaghen nel marzo 1995, a rispettare gli impegni firmati in tale occasione. Esso è sconcertato dall'azione di taluni Stati membri, che ha comportato la sospensione del pagamento dei 12 milioni di ecu destinati alle persone socialmente escluse, agli anziani e ai poveri. Esso chiede inoltre all'Unione di adottare misure volte ad evitare l'aumento del numero delle donne che versano in condizioni di povertà. Infine, esso approva la celebrazione del 17 ottobre come giornata mondiale per l'eliminazione della povertà e rende omaggio alle persone che si impegnano quotidianamente in questa lotta.[ GU C 347 del 18.11.1996 ] MESSAGGIO DEL SEGRETARIO GENERALE DELLE NAZIONI UNITE IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA POVERTA’ - 17 ottobre 2001 Kofi Annan avverte che milioni di persone in più saranno soggette alla povertà, a causa degli effetti economici a seguito degli eventi dell’ 11 settembre. Egli richiede un rinnovato impegno per il miglioramento delle condizioni dei diseredati, come sancito nella Dichiarazione del Millennio. Poco più di un anno fa, gli Stati Membri delle Nazioni Unite si riunirono a New York, in occasione del Vertice del Millennio, per definire l’agenda del ventunesimo secolo, cioè un piano volto a raggiungere la libertà dalla paura, la libertà dal bisogno, la preservazione delle risorse del nostro pianeta e la riforma delle Nazioni Unite. Essi si impegnarono a liberare i propri popoli da "le abiette e disumane condizioni di estrema povertà, a cui sono attualmente soggetti oltre un miliardo di persone" e si imposero "di dimezzare, entro il 2015, la percentuale della popolazione mondiale il cui reddito è inferiore a un dollaro al giorno". Poco più di un mese fa, i tragici eventi che sconvolsero l’umanità ci indussero a comprendere la necessità per la comunità internazionale di lavorare insieme, ancor più strettamente, allo scopo di far fronte alle complesse sfide del nostro tempo. Da allora, la nostra missione volta a combattere la povertà, migliorare le condizioni di vita degli essere umani ovunque e ridurre la loro vulnerabilità, è divenuta più importante ed urgente che mai. L’impatto della strage dell’11 settembre minaccia di riverberarsi sul mondo intero in modalità tali da rendere più vulnerabili alla povertà tanti altri milioni di esseri umani, rispetto a prima. Oggi, oltre 1,2 miliardo di persone vive in estrema povertà. Come conseguenza degli attacchi dell’11 settembre, si prevede un significativo rallentamento dell’economia mondiale, rischiando di dipanare i progressi raggiunti così difficilmente nell’ambito dello sviluppo. La Banca Mondiale stima che, come risultato, 15 milioni di persone in più potrebbero trovarsi, l’anno prossimo, in condizioni di miseria. Gli effetti della caduta dei prezzi dei beni primari, la tensione politica, l’abbassamento dei prezzi del petrolio, la diminuzione degli investimenti, il calo degli introiti provenienti dal settore turistico, l’ascesa dei costi del commercio e i movimenti dei rifugiati incideranno sui meno abbienti. Risulta evidente che sforzi addizionali saranno fondamentali se vogliamo raggiungere gli obiettivi preposti dalla Dichiarazione del Millennio. I Paesi devono avviare strategie più efficaci di riduzione della povertà, incentrate sugli Obiettivi dello Sviluppo del Millennio, con il sostegno della stessa comunità internazionale. La crescita deve essere incoraggiata ed i suoi benefici devono essere distribuiti più equamente. I Governi devono assicurarsi che le spese per l’istruzione e la salute giungano ai ceti più deboli. Deve essere anche migliorato l’accesso alla microfinanza. Le strategie di sviluppo devono focalizzarsi sulle aree rurali, in cui dimorano tre quarti dei poveri del mondo. I partner della comunità internazionale devono agevolare un ambiente propizio allo sviluppo. Dobbiamo noi stessi garantire l’avvio, il prossimo mese, di nuovi negoziati in materia di commercio internazionale, incentrati sullo sviluppo. I flussi ufficiali di capitale devono incrementarsi, per compensare i più modesti flussi privati. Altresì, é necessaria una riduzione più significativa, più veloce e più incisiva del debito estero. Pertanto dobbiamo mobilitare la volontà politica necessaria per rendere la Conferenza Internazionale sul Finanziamento e lo Sviluppo del prossimo anno un vero successo. Decidiamo in questa Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Povertà, di focalizzare la nostra attenzione sugli obiettivi che i Capi di Stato e di Governo del mondo si sono prefissati per il nuovo millennio. I Governi lavorarono insieme per offrirci la Dichiarazione del Millennio e quindi devono lavorare insieme per il bene dei più vulnerabili su questa terra, ossia per tradurre ciò in realtà. Gustavo Gutierrez, A Theology of Liberation Gustavo Gutierrez is one of the founders of Liberation Theology. A native of Peru, he lives and works among the poor in Lima.
In this passage from his groundbreaking book, A Theology of Liberation,
Gutierrez explains his view of Christian poverty as an loving act of
solidarity with the poor and a liberatory protest against poverty.
Poverty is an act of love and liberation. It has a redemptive value.
If the ultimate cause of human exploitation and alienation is
selfishness, the deepest reason for voluntary poverty is love of
neighbor.
Christian poverty has meaning only as a commitment of solidarity with
the poor, with those who suffer misery and injustice.
The commitment is to witness to the evil which as resulted from sin and is a breach of communion. It is not a question of idealizing poverty, but rather of taking it on as it is-an evil-to protest against it and to struggle to abolish it. As Ricoeur says, you cannot really be with the poor unless you are struggling against poverty. Because of this solidarity- which manifest itself in specific action, a style of life, a break with one’s social class- one can also help the poor and exploitated to become aware of their exploitation and seek liberation from it. Christian poverty, and expression of love, is solidarity with the poor and is a protest against poverty. (Fn46) This is the concrete, contemporary meaning of the witness of poverty. It is a poverty lived not for its own sake, but rather as an authentic imitation of Christ; it is a poverty which means taking on the sinful human condition to liberate humankind from sin and all its consequences. Gustavo Gutierrez, excerpt from A Theology of Liberation
Listen to the Voices
Below you will find excerpts from Voices of Poor. Listen to the poor as they speak about their lives, and what it means to be poor. The excerpts are organized around the major conclusions of the study: The poor view wellbeing holistically Insecurity has increased. Violence is on the rise, both domestically and in the society. And the poor feel they have been bypassed by new economic opportunities. Gender inequity is widespread, domestic violence pervasive and gender relations stressed. The poor want governments and state institutions to be more accountable to them. Corruption emerges as a key poverty issue. NGOs receive mixed ratings The poor rely on informal networks and local institutions to survive, including the local holy man and the local nurse.
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a cura di
Nadia Scardeoni
da Interlinea
Kahlil Gibran - Del comprare e del vendere E un mercante disse:
Parlaci del comprare e del Vendere.
letture L'altra Africa come laboratorio del doposviluppo Un ossimoro rampante: sviluppo sostenibile Gli effetti culturali della mondializzazione ________________________
Noi siamo parte
della terra
Se la
povertà è la madre dei delitti, lo scarso ingegno ne è il padre.
Jean de La Bruyère
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