26
giugno 2001
PARERE
DELLA COMMISSIONE PER LA CULTURA, LA GIOVENTÙ,
L'ISTRUZIONE, I MEZZI D'INFORMAZIONE E LO SPORT
destinato
alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali
sulla
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento
europeo sui nuovi mercati europei del lavoro, aperti e
accessibili a tutti
(COM(2001)
116 - C5-0188/2001 - 2001/2084(COS))
Relatrice
per parere: Maria Martens
PROCEDURA
Nella
riunione del 22 marzo 2001, la commissione commissione per
la cultura, la gioventù, l'istruzione, i mezzi
d'informazione e lo sport ha nominato Maria Martens
relatrice per parere.
Nelle
riunioni del 29 maggio e 20 giugno 2001 ha esaminato il
progetto di parere.
In
quest'ultima riunione ha approvato le conclusioni in
appresso all'unanimità.
Erano
presenti al momento della votazione: Giuseppe Gargani
(presidente), Vasco Graça Moura (vicepresidente), Ulpu
Iivari (vicepresidente), Maria Martens (relatrice per
parere), Alexandros Alavanos, Ole Andreasen, Pedro Aparicio
Sánchez, Thierry de La Perriere, Raina A. Mercedes Echerer
(in sostituzione di Eurig Wyn), Lucio Manisco, Pietro-Paolo
Mennea, Barbara O'Toole, Mónica Ridruejo, Christine de
Veyrac, Theresa Zabell e Sabine Zissener.
INTRODUZIONE
1. La
libertà dei cittadini di uno Stato membro di trasferirsi in
un altro Stato membro per svolgervi attività lavorativa è
una delle quattro libertà garantite dal Trattato di Roma.
Le implicazioni di questo diritto riconosciuto dal Trattato
sono state successivamente chiarite ed ampliate dalla
legislazione comunitaria (soprattutto con un regolamento e
una direttiva del 1968) e dalla giurisprudenza della Corte
di giustizia.
2. Nonostante
l'annuncio della realizzazione del Mercato per il 1992, era
chiaro che a quella data permanevano notevoli ostacoli alla
libera circolazione dei cittadini economicamente attivi. Nel
1996, la Commissione istituiva un Comitato ad alto livello
per la libera circolazione delle persone, presieduto da
Simone Veil. La relazione di tale Comitato, pubblicata nel
marzo 1997, costituì la base della Comunicazione della
Commissione dal titolo "Piano d'azione per la libera
circolazione dei lavoratori".
3. La
comunicazione in esame annuncia l'istituzione di una task
force su competenze e mobilità, la cui relazione formerà
la base di un nuovo Piano d'azione da presentare al
Consiglio di primavera 2002.
LA
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE
4. Nell'ultimo
decennio, la crescita economica in Europa è stata più
lenta di quella registrata negli Usa. I tassi di
disoccupazione nell'Unione europea sono all'incirca doppi di
quelli statunitensi. Le opportunità occupazionali non sono
tuttavia distribuite in modo uniforme: in alcune regioni
dell'UE, i livelli di disoccupazione sono preoccupanti,
mentre in altre si registrano notevoli carenze di manodopera
specializzata che pongono un freno alla crescita di taluni
settori dell'economia. Tale situazione si spiega in parte,
secondo la Comunicazione della Commissione, con il fatto che
la mobilità negli e tra gli Stati membri è molto più
bassa che negli Stati uniti, e riguarda soprattutto le
categorie di lavoratori meno specializzate.
5. Secondo
la Comunicazione, ogni anno ca. 1,5 milioni di europei -
meno dello 0,4% dei cittadini degli Stati membri - si
trasferiscono in un altro Stato membro: meno del 2% dei
cittadini UE risiedono in uno Stato membro diverso dal
proprio. Sulla mobilità occorre sottolineare tre aspetti:
- La
mobilità transnazionale interessa soprattutto i cittadini
di età compresa tra i 16 e i 30 anni ed è massima nella
fascia di età 21-25 anni.
- La
maggior parte dei trasferimenti non è definitiva: si tratta
di pendolarismo frontaliero (ca. 600 mila persone in Europa
attraversano ogni giorno i confini nazionali per lavoro: ca.
metà dei frontalieri si recano a lavorare in un altro Stato
UE, l'altra metà in uno Stato terzo) o di trasferimento a
medio-lungo termine (ossia per un certo numero di anni).
- La
mobilità è un fenomeno che interessa in misura molto
maggiore i lavoratori altamente specializzati e i quadri
dirigenti rispetto ai lavoratori con scarsa
specializzazione.
Molti di
coloro che si trasferiscono sembrano essere studenti e
neolaureati che trascorrono ca. un anno all'estero prima di
far ritorno nel proprio Paese per iniziare un'attività
lavorativa. Prescindendo dal pendolarismo frontaliero (che
comprende il pendolarismo settimanale), solo una piccola
quota di lavoratori migranti sono privi di specializzazione,
coniugati o di età superiore ai 30 anni.
6. La
Comunicazione elenca i seguenti ostacoli
alla mobilità:
Ostacoli
sociali, culturali e linguistici: la mancata
conoscenza di lingue diverse dalla propria; le difficoltà
che i coniugi "al seguito" possono incontrare nel
trovare un buon impiego; i problemi che possono insorgere in
relazione al passaggio dei propri figli a un diverso sistema
scolastico.
Ostacoli
economici (pensioni, sistemi fiscali e previdenziali,
mantenimento dei diritti acquisiti, retribuzione):
ad es. le pensioni non sono di solito trasferibili da uno
Stato membro all'altro; è impossibile ottenere sgravi
fiscali per contributi pensionistici versati a istituti
situati in un altro Stato membro; i regimi previdenziali di
disoccupazione riducono talora l'incentivo a cercare lavoro;
i diritti a beneficiare dell'assistenza sanitaria acquisiti
in uno Stato membro non possono generalmente essere
trasferiti in un altro Stato membro; a volte poi, i livelli
retributivi a parità di lavoro variano notevolmente tra uno
Stato membro e l'altro.
Competenze
e qualifiche: è insufficiente il riconoscimento
delle qualifiche professionali e accademiche in un altro
Stato membro o in uno Stato terzo.
Carenza
d'informazioni su opportunità di lavoro e di
formazione, retribuzione, condizioni di lavoro e diritti
legali nonché su aspetti extra-professionali quali
l'alloggio e i sistemi scolastici.
Ostacoli
nel Mercato interno, in particolare la
compartimentazione del mercato interno dei servizi.
7. La
Comunicazione delinea anche alcune recenti
misure adottate a livello comunitario dal 1997
per agevolare e promuovere la mobilità, e precisamente la
costituzione di un gruppo di esperti ad alto livello per
migliorare la mobilità dei ricercatori ed interventi per
promuovere tale mobilità nell'ambito del Programma quadro
2002-2006.
8. Molte
delle misure previste non sono state tuttavia ancora
adottate dal Consiglio e dal Parlamento, come è avvenuto
per le proposte della Commissione volte a consentire ai
senza lavoro di trovare impiego in un altro Stato membro
senza perdere il diritto alle indennità di disoccupazione.
La Comunicazione sollecita Consiglio e Parlamento a compiere
rapidi progressi sulle proposte sulle proposte finalizzate a
migliorare il profilo professionale della forza lavoro e ad
accrescere la mobilità, quali la raccomandazione del
Consiglio e del Parlamento sulla mobilità degli studenti,
delle persone in fase di formazione, dei giovani volontari,
degli insegnanti e dei formatori e le proposte volte ad
istituire diritti di residenza ed occupazione per i
cittadini di Paesi terzi.
9. Sono
in cantiere altre misure, derivate dalle politiche
esistenti. Si tratta di:
- proposte
(2002) per creare un sistema più uniforme, trasparente e
flessibile di riconoscimento delle qualifiche professionali;
- un
piano d'azione per la formazione continua;
- la
promozione dello scambio delle migliori prassi tra gli Stati
membri nel campo dell'istruzione e della formazione
professionale;
- una
proposta (2001) per migliorare la trasferibilità dei regimi
pensionistici integrativi;
- una
strategia (2001) per la mobilità dei ricercatori;
- uno
studio di fattibilità (2001) sulla costituzione di un
"sito integrato europeo di informazioni sulla
mobilità", in collaborazione con le autorità
nazionali e locali;
- una
campagna d'informazione sulla mobilità, avvalendosi di
strumenti esistenti quale la rete EURES.
10. Infine,
la Comunicazione annuncia la costituzione nell'aprile 2001
di una task force su
competenze e mobilità, con l'incarico di
individuare le principali caratteristiche dei nuovi mercati
europei del lavoro e gli ostacoli al loro ulteriore sviluppo
(con specifico riguardo alla professionalità e alla
mobilità) e di riferire alla Commissione entro il dicembre
2001. La Commissione presenterà al Consiglio europeo di
primavera del 2002 un Piano
d'azione che "proporrà una serie di nuove
iniziative politiche e raccomandazioni per garantire che da
qui al 2005 i nuovi mercati europei del lavoro siano aperti
e accessibili a tutti".
COMMENTO
11. La
Commissione ha identificato quelli che sono i maggiori
ostacoli alla mobilità all'interno dell'Unione europea e ne
ha messo in rilievo le inevitabili conseguenze. Le stesse
istituzioni dell'Unione europea sono state sotto tale
profilo un esempio da non imitare. Sarebbe infatti stato
logico attendersi da queste una politica del personale e
condizioni di lavoro tali da facilitare la mobilità
transnazionale. E invece avviene che solo una piccola parte
dei diritti a pensione maturati in altri rapporti lavorativi
possa essere trasferito al regime pensionistico del
personale UE. Avviene infatti che lo Statuto del personale
UE renda difficoltoso ai coniugi di intraprendere
un'attività professionale in Belgio o in Lussemburgo.
12. Le
principali barriere alla mobilità sono di tipo linguistico,
culturale e sociale. Gli Stati membri sono riluttanti ad
operare riforme politicamente sensibili ai propri sistemi
fiscali, previdenziali, sanitari, educativi e al proprio
diritto del lavoro - che sono i settori chiave della
sussidiarietà - per agevolare una mobilità che
interesserà verosimilmente solo una minima quota della
popolazione. Oltretutto alcuni Stati membri temono che la
mobilità possa in futuro divenire un fenomeno fin troppo
diffuso, come confermato dalla richieste di periodi
transitori in concomitanza con la prossima
"tornata" di adesioni, durante i quali si
imporrebbero restrizioni alla libertà di circolazione per
motivi di lavoro ai cittadini dei nuovi Stati membri. La
Commissione farebbe bene a tener presente tali dati ed ad
assicurare che l'azione sollecitata sia realistica,
proporzionata e rispettosa del principio di sussidiarietà.
13. Se,
come si proclama, la diversità linguistica e culturale
rappresenta una delle forze dell'Europa, perché
meravigliarsi del fatto che i cittadini europei tengano alla
propria specificità linguistica e culturale? In termini
più concreti, potrebbe esservi un equilibrio da rispettare
fra diversità linguistica e culturale e mobilità.
14. Un
certo numero di aree che ricadono fra le competenze della
commissione cultura richiedono idonei interventi:
- informazioni
sui diritti del cittadino alla libertà di circolazione e
sulle opportunità che la mobilità può offrire sul piano
occupazionale;
- conoscenza
di lingue comunitarie diverse dalla propria;
- apprendimento
e formazione lungo tutto l'arco della vita, soprattutto nel
campo delle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione;
- comparabilità
dei sistemi educativi;
- mutuo
riconoscimento delle qualifiche accademiche.
15. Infine,
la Commissione annuncia la presentazione al Consiglio
europeo di primavera 2002 di una bozza di Piano d'azione con
"una serie di nuove iniziative politiche e
raccomandazioni". Tuttavia, poiché nell'assistere gli
Stati membri nei loro sforzi volti a tradurre in atto tali
proposte programmatiche saranno spesi fondi comunitari,
sarebbe forse preferibile - e più trasparente - presentare
tali proposte sotto forma di una o più raccomandazioni.
CONCLUSIONI
La
commissione per la cultura, la gioventù, l'istruzione, i
mezzi d'informazione e lo sport invita la commissione per
l'occupazione e gli affari sociali, competente per il
merito, ad includere i seguenti punti nella sua proposta di
risoluzione:
A. considerata
la carenza di conoscenze ed informazioni sui diritti e le
opportunità connesse alla libertà di circolazione,
B. considerato
che il promuovere fra i cittadini un elevato livello di
conoscenza di lingue comunitarie diverse dalla propria sia
un passo fondamentale verso una maggiore integrazione del
mercato europeo dell'occupazione,
C. considerato
che l'invecchiamento della popolazione europea rende
necessario estendere la mobilità a tutte le fasce d'età,
D. considerato
che se l'Europa vorrà divenire "l'economia
basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del
mondo, in grado di realizzare una crescita economica
sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una
maggiore coesione sociale", un numero
maggiore di europei dovrà acquisire competenza nelle nuove
tecnologie dell'informazione e della comunicazione,
E. considerato
che la condivisione delle migliori prassi è un mezzo per
migliorare la qualità dei sistemi d'istruzione e di
formazione degli Stati membri,
F. considerato
che la legislazione comunitaria in materia di riconoscimento
dei diplomi, certificati ed altre qualifiche formali mosra
carenze; che il mancato riconoscimento di tali qualifiche
opera una discriminazione di fatto nei confronti dei
lavoratori immigrati,
G. considerato
che, come appare chiaro dal numero delle petizioni pervenute
al Parlamento, alcuni degli ostacoli alla libera
circolazione dei lavoratori derivano dalla mancata
applicazione del diritto comunitario da parte degli Stati
membri,
H. considerato
che le Istituzioni comunitarie dovrebbere essere le prime a
dare l'esempio eliminando gli ostacoli alla mobilità
transnazionale,
1. invita
la Commissione a predisporre delle sintesi della
legislazione comunitaria in vigore in materia di libera
circolazione, diritto di residenza e mutuo riconoscimento
delle qualifiche professionali ed accademiche e ad
assicurarne un'ampia diffusione attraverso le proprie
campagne d'informazione;
2. accoglie
con favore la proposta della Commissione di riformare la
rete dei servizi di collocamento europeo EURES ed invita gli
Stati membri a garantire che i servizi di orientamento
professionale che beneficiano di contributi statali siano in
grado di consigliare in merito alle opportunità di carriere
in altri Stati membri;
3. riafferma
il convincimento che gli Stati membri debbano prefiggersi a
termine l'obiettivo che tutti i diplomati posseggano
un'ottima conoscenza di due lingue comunitarie diverse dalla
propria e, come passo iniziale verso il conseguimento di
tale traguardo, che un elevato livello di conoscenza di una
lingua comunitaria diversa dalla(e) propria(e) lingua(e)
madre(i) sia posto come condizione di accesso alle
università;
4. saluta
con favore l'impegno della Commissione a proporre un piano
d'azione sull'educazione e la formazione continua;
5. accoglie
con soddisfazione il piano d'azione della Commissione sull'e-Learning,
il cui scopo è di assistere le scuole e gli istituti di
formazione d'Europa ad adattarsi alle nuove tecnologie
d'informazione e comunicazione e a promuovere un più vasto
accesso alle stesse;
6. plaude
all'adozione da parte del Consiglio e della Commissione
della relazione sui futuri obiettivi concreti dei sistemi di
istruzione e formazione e all'impegno degli Stati membri a
scambiarsi le migliori prassi in sede di riforma dei sistemi
scolastici, ricorrendo al metodo del coordinamento aperto;
7. invita
la Commissione a far rispettare maggiormente le vigenti
disposizioni comunitarie sul mutuo riconoscimento delle
qualifiche, deferendo con maggiore prontezza al Tribunale di
primo grado e alla Corte di giustizia i casi di persistente
violazione di tali norme da parte delle autorità degli
Stati membri
8. accoglie
favorevolmente il piano d'azione del Consiglio per la
mobilità, contenente proposte destinate a eliminare gli
ostacoli alla mobilità, e la priorità che il Consiglio
intende accordargli;
9. Saluta
con favore l'intendimento della Commissione di sottoporre
proposte volte a creare un sistema più trasparente di mutuo
riconoscimento delle qualifiche professionali ed
accademiche;
10. si
compiace dell'iniziativa di istituire una task-force
destinata ad attuare i programmi relativi alla
Raccomandazione sulla mobilità nella comunità degli
studenti, delle persone in fase di formazione, dei giovani
che svolgono attività di volontariato, degli insegnanti e
dei formatori;
11. invita
la Commissione a dare il buon esempio riformando le
condizioni normative e retributive dei funzionari ed altri
agenti delle Istituzioni europee, in modo da agevolare, ad
es., il ricongiumento delle posizioni contributive maturate
in precedenti impieghi con il regime pensionistico
comunitario;
12. invita
la Commissione ad incaricare la task force, istituita per
esaminare i motori e le caratteristiche dei nuovi mercati
europei del lavoro, di mettere a punto una serie di
iniziative politiche per garantire che questi mercati siano
aperti a tutti
13. invita
la Commissione a presentare la nuova "serie di
iniziative politiche e raccomandazioni" sotto forma di
proposta (o di proposte) di raccomandazione anziché sotto
forma di Piano d'azione.
|