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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Ramsey Clark Appeals to UN to Stop Iraq War

La lettera che segue è stata inviata oggi a tutti i membri del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, con copie all'Assemblea Generale dell'ONU, da Ramsey Clark, ex-Rappresentate di Stato Usa

-- Mid-Hudson National
People's Campaign

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Traduzione a cura di Paola Capozzi
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20 Settembre, 2002

Al Segretario Generale Kofi Annan
United Nations , New York, NY

Caro Segretario Generale Annan,
Se non verrà fermato dalle Nazioni Unite, George Bush invaderà l'Iraq .
Devono svolgere il proprio ruolo per la pace anche altre organizzazioni
internazionali - compresa l'Unione Europea, l'Unione Africana, la Lega Araba,
le nazioni forti, sufficientemente coraggiose da pronunciarsi contro
l'aggressione di una superpotenza, i movimenti internazionali per la pace, le
leadership politiche e l'opinione pubblica negli Stati Uniti. Se le Nazioni
Unite, in primo luogo, non riusciranno ad opporsi all'invasione Usa dell'Iraq,
esse rinunceranno al proprio onore, alla propria integrità ed alla propria
ragione d'essere.
Un attacco militare contro l'Iraq è un atto palesemente criminale; totalmente
incompatibile con le necessità urgenti dei popoli delle Nazioni Unite;
ingiustificabile su una qualsiasi base legale o morale; irrazionale alla luce
dei fatti conosciuti; sproporzionato rispetto ai rischi di guerra e violenza
esistenti ; ed è un'avventura pericolosa, che rischia di perpetuare il
conflitto in tutta la regione e notevolmente oltre negli anni a venire.
L'analisi più attenta deve essere relativa al perchè il mondo viene
assoggettato a tali rischi di violenza dalla sua unica superpotenza che
potrebbe condurci sulla strada della pace con la stessa sicurezza e autorità, e
a come l'ONU possa evitare la tragedia umana di un assalto ulteriore e di tali
dimensioni all'Iraq nonchè sul forte stimolo che un tale atto rappresenterebbe
ai fini di una ritorsione terroristica.

1. Il Presidente George Bush arriva al suo incarico determinato ad attaccare
l'Iraq e a cambiare il suo governo.

George Bush si sta muovendo con rapidità per fare la propria guerra,
immediatamente e irreversibilmente. Avendo affermato giovedì scorso di non
credere che l'Iraq avrebbe accettato gli ispettori dell'ONU, ha risposto
all'incoraggiamento dell'Iraq, alla sua disponibilità incondizionata,
dichiarando di non avere alcuna fiducia in questa "falsa speranza" e
promettendo di attaccare l'Iraq da solo se l'Onu non agisce. E' ossessionato
dal desiderio di fare la guerra contro l'Iraq e di farlo governare dai suoi
surrogati con la forza.
Giorni dopo il più bellicoso intervento mai fatto davanti alle Nazioni Unite -
un assalto senza precedenti alla Carta dell'ONU, al ruolo della legge e alla
ricerca della pace - gli Usa hanno annunciato che stavano modificando i loro
obiettivi dichiarati in Iraq nel corso degli ultimi 11 anni, verso la
ritorsione per i pericoli e gli attacchi subiti dagli aerei Usa che invadevano
quotidianamente e illegalmente lo spazio aereo iracheno. Quanto potranno
essere stati gravi questi rischi e questi attacchi se non è mai stato abattutto
nemmeno un aereo Usa? E inoltre migliaia di persone sono state uccise in Iraq
dai missili e dalle bombe Usa, e non solo nella così detta "no fly zone," ma
nella stessa Baghdad. Adesso gli Usa proclamano le loro intenzioni di
distruggere le principali strutture militari in Iraq per preparare la loro
invasione, una evidente promessa di aggressione immediata. Ogni giorno ci sono
intimidazioni e una propaganda sempre maggiore volta a subissare la resistenza
alla corsa di George Bush verso la guerra. L'accelerazione continuerà finchè il
vaso non traboccherà, a meno che non prevalga una posizione non violenta.

2. George Bush sta guidando gli Stati Uniti e si sta impossessando dell'ONU e
di tutto.
Le Nazioni verso un mondo senza legge e verso una guerra infinita.


Nella sua Guerra al Terrorismo, George Bush ha rivendicato il proprio diritto
di attaccare senza preavviso, a sua unica discrezione, qualsiasi paese,
organizzazione o popolo. Lui e i membri della sua amministrazione hanno
proclamato che il vecchio vincolo che la legge debba tentare di imporsi sulla
aggressione fatta dai governi e sulla repressione della loro gente, non è più
consistente con la sicurezza nazionale. Il terrorismo è un tale pericolo,
hanno detto, che gli Usa sono stretti dalla necessità prioritaria di colpire
per distruggere il potenziale all'estero per atti terroristici e di operare
arresti, detenzioni, interrogatori, controlli e trattamenti arbitrari di
persone fuori e dentro gli Usa. "La legge diventa il nemico della sicurezza
pubblica. La necessità è l'argomento dei tiranni". "La necessità non fa mai un
buon affare." Heinrich Himmler, che ha istruito la Gestapo Nazista, "Prima
spara, dopo fai domande e ti proteggerai", è vendicato da George Bush.
Come la Germania descritta da Jorge Luis Borges in "Deutsches Requiem," George
Bush ha oggi "offerto (al mondo) la violenza e la fede nella spada", come hanno
fatto i Nazisti Tedeschi. E, come scrisse Borges, non faceva differenza se la
fede era nella spada da cui la Germania era stata sconfitta. "Quello che
importa è che la violenza... adesso detti legge". Due generazioni di tedeschi
hanno respinto questa fede. La loro perseveranza nel volere la pace gli
frutterà ovunque il rispetto delle generazioni future.
I popoli delle Nazioni Unite sono messi a rischio dalla fine della normativa e
della protezione internazionale per i diritti umani dovuta alla guerra al
terrorismo di George Bush e alla sua determinazione ad invadere l'Iraq.
Da quando George Bush ha proclamato la sua "guerra al terrorismo", altri paesi
hanno affermato il proprio diritto di attaccare per primi. India e Pakistan
hanno portato la terra e il loro stesso popolo più vicini al conflitto nucleare
di quanto non sia mai stato dall'Ottobre del 1962; diretta conseguenza dei
proclami fatti dagli Usa al diritto non vincolato di perseguitare e uccidere
terroristi, o di attaccare nazioni che li proteggono, in base a una decisione
unilaterale senza consultare le Nazioni Unite, senza una prova, o la necessità
di rivelare una qualsiasi base ogettiva per cui si affermi che i loro bersagli
sono terroristi e che l'azione sia limitati ad essi.
Le affermazioni di potere di George Bush sulla guerra al terrorismo hanno già
provocato quasi un'incombente epidemia di nazioni che proclamano il proprio
diritto ad attaccare altre nazioni o ad intensificare le violazioni dei diritti
umani sulla loro stessa gente. Nelle sue coraggiosamente pacate affermazioni,
come nei termini che ha usato in qualità di Alto Commissario dell'ONU per i
Diritti Umani, Mary Robinson ha parlato dell' "effetto onda" provocato dai
proclami degli Usa sul diritto di attaccare per primi e di sospendere la
protezione garantita dai diritti umani.
L'11 Settembre 2002, la Colombia, la cui nuova amministrazione è fortemente
appoggiata dagli Usa, "sostiene la nuova autorità di arrestare i sospetti senza
giustificazioni e stabilisce zone sotto il controllo militare", nonchè "nuovi
poteri, che rendono anche più facile mettere sotto controllo i telefoni e
limitare (l'accesso) degli stranieri" alle zone di conflitto.... "permettendo
alle forze di sicurezza di entrare nel vostro ufficio senza un permesso, in
ogni momento del giorno qualora ritengano che voi siate sospetti". Questi
rischi ulteriori per diritti umani seguono i piani di "emergenza" Post-11
settembre volti ad allestire una rete di un milione di informatori in una
nazione che conta quaranta milioni di abitanti. (Vd, New York Times,September
12, 2002, p. A7.)

3. Sono gli Stati Uniti, non l'Iraq, l'Unico grande rischio all'indipendenza e
all'iniziativa delle Nazioni Unite.

La dichiarazione del Presidente Bush, che l'Irak rappresenta un pericolo che
giustifica una guerra, è falsa.
Stando al Pentagono, l'80% della capacità militare dell'Iraq è stata distrutta
nel 1991. Il 90% dei materiali e dell'equipaggiamento necessari per costruire
armi di distruzione di massa è stato distrutto dagli Ispettori dell'ONU nel
corso di più di otto anni di ispezioni. Nel 1990 l'Iraq era potente, se
paragonato alla maggior parte dei suoi vicini. Oggi è indebolito. Un bambino su
quattro nati vivi in Iraq pesa meno di 2 kg, ha una vita breve, malattie e uno
sviluppo squilibrato. Nel 1989, erano meno di uno su venti nati vivi i neonati
che avevano un peso inferiore a 2kg.
Qualsiasi rischio l'Iraq possa portare alla pace esso è remoto, di gran lunga
inferiore a quello rappresentato da molte altre nazioni e gruppi, e non può
giustificare un assalto violento. Un attacco all'Irak renderà di gran lunga più
probabili negli anni a venire gli attacchi di ritorsione contro gli Usa e
contro i governi che ne sosterranno l'azione.
George Bush ha dichiarato l'Iraq un pericolo per l'autorità delle Nazioni
Unite, mentre le sanzioni ONU volute dagli Usa continuano a provocare un
aumento del tasso di mortalità della popolazione irachena. I morti a causa
delle sanzioni sono stati a livelli da genocidio per 12 anni. L'Irak può solo
sollecitare una preghiera perchè si metta fine a questo crimine contro la sua
gente. Il ruolo dell'ONU nelle sanzioni contro l'Iraq, ne ha compromesso e
marchiato onore e integrità. Questo rende adesso per l'ONU ancora più
importante resistere a questa guerra. Le ispezioni sono state usate come scusa
per protrarre le sanzioni altri otto anni, mentre migliaia di bambini e anziani
iracheni morivano ogni mese. L'Iraq è vittima di sanzioni criminali che
avrebbero dovuto essere cancellate nel 1991. Per ogni persona uccisa negli Usa
dagli atti terroristici dell'11-9, in Irak ne sono morte 500 a causa delle
sanzioni. Sono gli Usa che mettono a rischio non semplicemente l'autorità delle
Nazioni Unite, ma la loro stessa indipendenza, integrità e speranza operativa.
Gli Usa pagano quanto devono all'ONU quando e nella quantità che vogliono loro.
Coerciscono i voti dei membri. Coerciscono le scelte del personale del
Segretariato. Si sono riavvicinati all'UNESCO, dopo 18 anni di opposizione alle
sue proposte effettive, solo per guadagnarsi il suo favore temporaneo. Hanno
messo le proprie spie nelle squadre d'ispezione dell'ONU. Gli Usa hanno
respinto trattati per il controllo e la proliferazione delle armi nucleari,
hanno votato contro il protocollo che avrebbe reso possibile l'entrata in
vigore della Convenzione sulle Armi Biologiche, hanno respinto il trattato che
bandisce le mine anti-uomo, hanno lavorato strenuamente per evitare la
creazione della Corte Penale Internazionale fino ad invalidarla e hanno
frustrato la Convenzione sull'Infanzia nonchè il divieto contro l'utilizzo dei
bambini nelle guerre. Gli Usa si sono virtualmente opposti ad ogni sforzo
internazionale per controllare e limitare la guerra, proteggere l'ambiente,
ridurre la povertà e tutelare la salute.
George Bush cita due invasioni di altri paesi fatte dall'Iraq nel corso degli
ultimi 22 anni. Ignora il punteggio totalizzato dagli Usa negli ultimi 220 anni
per le invasioni e gli assalti in molti altri paesi dell'Africa, dell'Asia e
dell'America, la continua sottrazione di territori ai Nativi Americani e di
altri territori nazionali come, tra i molti, la Florida, il Texas, l'Arizona,
il New Mexico, la California e Puerto Rico, annessi con la forza e il terrore.
Negli stessi ultimi 22 anni, gli Usa hanno invaso direttamente Grenada, il
Nicaragua, la Libia, Panama, Haiti, la Somalia, il Sudan, l'Iraq, la
Yugoslavia, l'Afghanistan e altri paesi, mentre intanto appoggiavano in ogni
dove assalti ed invasioni in Europa, in Asia, in Africa e nelle Americhe.
E' salutare ricordare che, nel 1983, dopo un anno di terrore, gli Usa
invadevano ed occupavano la piccola Grenada uccidendo centinaia di civili e
distruggendo il suo piccolo ospedale psichiatrico, dove morirono molti
pazienti. E che nell'Aprile del 1986, durante un attacco a sorpresa sulle
addormentate e indifese città di Tripoli e di Benghazi, uccidevano centinaia
di civili danneggiando quattro ambasciate straniere. Che nell'agosto del 1998,
essi lanciavano sull'impianto farmaceutico di El Shifa, a Khartoum, 21 missili
cruise Tomahawk distruggendo la fonte della metà dei farmaci disponibili per
la popolazione del Sudan (ndt: uno dei paesi più poveri del mondo). Che per
anni hanno armato le forze in Uganda e nel Sudan meridionale per combattere il
governo del Sudan.
Gli Usa hanno bombardato l'Iraq in centinaia di occasione dai tempi della
Guerra nel Golfo, anche questa settimana, uccidendo centinaia di persone senza
un motovo o un danno che potessero giustificare un attacco aereo.

4. Perchè adesso George Bush ha deciso che gli Usa devono attaccare l'Irak?

Non c'è alcuna base razionale per ritenere che l'Irak rappresenti un pericolo
per gli Stati Uniti o per qualsiasi altro paese. La ragione dell'attacco
all'Irak deve essere cercata altrove. Come Governatore del Texas, George Bush
ha presieduto numerose esecuzioni, più di qualsiasi altro governatore degli
Stati Uniti da quando la pena di morte è stata reintrodotta 1976 (dopo una
pausa dal 1967). Egli ha rivelato lo stesso zelo che mostra verso il "cambio di
regime" in Iraq, quando gestiva l'esecuzione di minori, donne, persone
ritardate e stranieri i cui diritti di notifica dell'arresto, sotto la
Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche, erano violati. La Corte
Suprema degli Usa ha dichiarato l'esecuzione di persone mentalmente ritardate
una punizione cruenta e inusuale, in violazione della Costituzione Usa. George
Bush proclama alle Nazioni Unite gli stessi valori e gli stessi intenti. Tra i
suoi motivi si potrebbero includere: una Presidenza fallimentare, che ha
trasformato in perdite di molti miliardi di dollari un'economia sana e un
eccesso di ricchezza; la realizzazione del sogno, che diventerà incubo, di un
nuovo ordine mondiale al servizio degli interessi particolari degli Usa; la
risoluzione di una faida di famiglia contro l'Irak; l'indebolimento, in un
colpo solo, della nazione Araba, di un popolo; l'abbattimento di una nazione
Misulmana per indebolire l'Islam; la protezione di Israele o il renderne più
dominante la posizione nella regione; l'assicurarsi il controllo del petrolio
iracheno per favorire gli interesi degli Usa, dominando ulteriormente il
petrolio della regione e il controllo del suo prezzo. L'aggressione all'Iraq,
per ciascuno di questi scopi, è criminale ed è una violazione di molte
importantissime convenzioni e normative internazionali, compresa la General
Assembly Resolution on the Definition of Aggression of December 14, 1974.
Precedenti cambiamenti di regime voluti dagli Usa hanno portato al potere, in
una lunga lista di tiranni, leaders come lo Shah in Iran, Mobutu in Congo,
Pinochet in Chile, tutti a rimpiazzare capi di governo dempcraticamente eletti.

5. Una Politica razionale volta a ridurre il rischio rappresentato dalle armi
di distruzione di massa.
La loro distruzione nel Medio Oriente deve includere Israele.

Una politica ONU o Usa di selezione degli attacchi ai nemici degli Usa è
criminale e può solo aumentare le differenze, le divisioni, il terrorismo,
portando alla guerra. Gli Usa danno ad Israele un aiuto pro capite di gran
lunga maggiore rispetto all'entrata complessiva pro capite dell'Africa Sub
Sahariana. Dal 1989 le sanzioni volute dagli Usa hanno ridotto l'entrata pro
capite del popolo iracheno del 75% . L'entrata pro capite in Israele, nel corso
degli ultimi dieci anni, è stata circa 12 volte maggiore di quella dei
palestinesi. Israele ha aumentato i suoi attacchi decennali contro la
popolazione palestinese, usando i proclami di guerra al terrorismi di George
Bush come una scusa per distruggere indiscriminatamente città e villaggi nella
West Bank e a Gaza e per impossessarsi di più territori in violazione della
legge internazionale e delle ripetute risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e
dell'Assemblea Generale.
Israele ha una scorta di centinaia di testate nucleari che vengono dagli Usa,
proiettili sofisticati capaci di centrare il bersaglio ad una distanza di
diverse migliaia di chilometri e contratti con gli Usa per uno sviluppo
congiunto di missili e armi ancora più sofisticate. Il possesso di armi di
distruzione di massa da parte di una singola nazione in una regione che ha una
storia di ostilità, promuove una corsa alla proliferazione e alla guerra.
L'ONU deve agire per ridurre ed eliminare le armi di distruzione di massa, non
sottostare alla richiesta di punire aree demonizzate e nemiche della
superpotenza che possiede la maggior parte di un tale arsenale e la capacità di
utilizzarlo. Per quarant'anni Israele ha violato e ignorato più Risolozioni ONU
di qualsiasi altra nazione. Lo ha fatto impunemente.
La violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza non può essere la
base per alcun assalto avvallato dall'ONU a una qualsiasi nazione, o popolo, in
tempo di pace, o in assenza di una minaccia di attacco imminente, ma devono
essere fatti sforzi comparabili perchè vengano attuate le risoluzioni del
Consiglio di Sicurezza contro tutte le nazioni che le violano.

6. La scelta è Guerra o Pace.

ONU e Usa devono perseguire la pace, non la guerra. Un attacco all'Iraq
potrebbe aprire un Vaso di Pandora che condannerebbe il mondo a decenni di
violenza diffusa. La pace non solo è possibile; è essenziale considerando le
vette cui la scienza e la tecnologia hanno elevato l'arte degli uomini di
distruggere se stessi e il pianeta.
Se si permette a George Bush di attaccare l'Iraq, con o senza l'approvazione
dell'ONU, egli diverrà il Nemico Pubblico Numero Uno - e lo stesso ONU, peggio
che il solito, un complice nelle guerre che è stato creato per fermare. La
Gente del Mondo allora dovrà trovare qualche altra strada per ricominciare, se
vorrà sperare di fermare la calamità della guerra.
Questo è un momento di svolta per le Nazioni Unite. Esse si ergeranno con
forza, indipendenza e lealtà alle loro Carte, alle leggi internazionali ed alle
stesse ragioni del loro esistere, o si sottometteranno alla coercizione di una
superpotenza che porta tutti noi verso un mondo senza legge e a una guerra
contro la culla della civilizzazione"

Non lasciate che ciò accada

Sincerely, Ramsey Clark


 

Ramsey Clark Appeals to UN to Stop Iraq War

The following letter by former U.S. Attorney General Ramsey Clark has been sent today to all members of the UN Security Council, with copies to the UN General Assembly. Please circulate. -- Mid-Hudson National People's Campaign

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September 20, 2002

Secretary General Kofi Annan

United Nations , New York, NY

Dear Secretary General Annan,

George Bush will invade Iraq unless restrained by the United Nations.

Other international organizations-- including the European Union, the

African Union, the OAS, the Arab League, stalwart nations courageous

enough to speak out against superpower aggression, international peace

movements, political leadership, and public opinion within the United

States--must also do their part for peace. If the United Nations, above

all, fails to oppose a U.S. invasion of Iraq, it will forfeit its

honor, integrity and raison d'être.

A military attack on Iraq is obviously criminal; completely inconsistent

with urgent needs of the peoples of the United Nations; unjustifiable on

any legal or moral ground; irrational in light of the known facts; out

of proportion to other existing threats of war and violence; and a

dangerous adventure risking continuing conflict throughout the region

and far beyond for years to come. The most careful analysis must be

made as to why the world is subjected to such threats of violence by its

only superpower, which could so safely and importantly lead us on the

road to peace, and how the UN can avoid the human tragedy of yet another

major assault on Iraq and the powerful stimulus for retaliatory

terrorism it would create.

1. President George Bush Came to Office Determined to Attack Iraq and

Change its Government.

George Bush is moving apace to make his war unstoppable and soon. Having

stated last Friday that he did not believe Iraq would accept UN

inspectors, he responded to Iraq's prompt, unconditional acceptance by

calling any reliance on it a "false hope" and promising to attack Iraq

alone if the UN does not act. He is obsessed with the desire to wage war

against Iraq and install his surrogates to govern Iraq by force. Days

after the most bellicose address ever made before the United Nations --

an unprecedented assault on the Charter of the United Nations, the rule

of law and the quest for peace -- the U.S. announced it was changing

its stated targets in Iraq over the past 11 years, from retaliation for

threats and attacks on U.S. aircraft which were illegally invading

Iraq's airspace on a daily basis. How serious could those threats and

attacks have been if no U.S. aircraft was ever hit? Yet hundreds of

people were killed in Iraq by U.S. rockets and bombs, and not just in

the so called "no fly zone," but in Baghdad itself. Now the U.S.

proclaims its intentions to destroy major military facilities in Iraq in

preparation for its invasion, a clear promise of aggression now. Every

day there are threats and more propaganda is unleashed to overcome

resistance to George Bush's rush to war. The acceleration will continue

until the tanks roll, unless nonviolent persuasion prevails.

2. George Bush Is Leading the United States and Taking the UN and All

Nations Toward a Lawless World of Endless Wars.

 

George Bush in his War on Terrorism has asserted his right to attack any

country, organization, or people first, without warning in his sole

discretion. He and members of his administration have proclaimed the old

restraints that law sought to impose on aggression by governments and

repression of their people, no longer consistent with national security.

Terrorism is such a danger, they say, that necessity compels the U.S. to

strike first to destroy the potential for terrorist acts from abroad and

to make arbitrary arrests, detentions, interrogations, controls and

treatment of people abroad and within the U.S. Law has become the enemy

of public safety. Necessity is the argument of tyrants." "Necessity

never makes a good bargain."

Heinrich Himmler, who instructed the Nazi Gestapo "Shoot first, ask

questions later, and I will protect you," is vindicated by George Bush.

Like the Germany described by Jorge Luis Borges in "Deutsches Requiem,"

George Bush has now "proffered (the world) violence and faith in the

sword," as Nazi Germany did. And as Borges wrote, it did not matter to

faith in the sword that Germany was defeated. "What matters is that

violence ... now rules." Two generations of Germans have rejected that

faith. Their perseverance in the pursuit of peace will earn the respect

of succeeding generations everywhere.

The peoples of the United Nations are threatened with the end of

international law and protection for human rights by George Bush's war

on terrorism and determination to invade Iraq.

Since George Bush proclaimed his "war on terrorism," other countries

have claimed the right to strike first. India and Pakistan brought the

earth and their own people closer to nuclear conflict than at any time

since October 1962 as a direct consequence of claims by the U.S. of the

unrestricted right to pursue and kill terrorists, or attack nations

protecting them, based on a unilateral decision without consulting the

United Nations, a trial, or revealing any clear factual basis for

claiming its targets are terrorists and confined to them.

There is already a near epidemic of nations proclaiming the right to

attack other nations or intensify violations of human rights of their

own people on the basis of George Bush's assertions of power in the war

against terrorism. Mary Robinson, in her quietly courageous statements

as her term as UN High Commissioner for Human Rights ended, has spoken

of the "ripple effect" U.S. claims of right to strike first and suspend

fundamental human rights protection is having.

On September 11, 2002, Colombia, whose new administration is strongly

supported by the U.S., "claimed new authority to arrest suspects without

warrants and declare zones under military control," including "[N]ew

powers, which also make it easier to wiretap phones and limit

foreigners" access to conflict zones... allow security agents to enter

your house or office without a warrant at any time of day because they

think you're suspicious." These additional threats to human rights

follow Post-September 11 "emergency" plans to set up a network of a

million informants in a nation of forty million. (See, New York Times,

September 12, 2002, p. A7.)

3. The United States, Not Iraq, Is the Greatest Single Threat to the

Independence and Purpose of the United Nations.

President Bush's claim that Iraq is a threat justifying war is false.

Eighty percent of Iraq's military capacity was destroyed in 1991

according to the Pentagon. Ninety percent of materials and equipment

required to manufacture weapons of mass destruction was destroyed by UN

inspectors during more than eight years of inspections. Iraq was

powerful, compared to most of its neighbors, in 1990. Today it is weak.

One infant out of four born live in Iraq weighs less than 2 kilos (4.4

pounds), promising short lives, illness and impaired development. In

1989, fewer than one in 20 infants born live weighed less than two

kilos. Any threat to peace Iraq might become is remote, far less than

that of many other nations and groups and cannot justify a violent

assault. An attack on Iraq will make attacks in retaliation against the

U.S. and governments which support its actions far more probable for

years to come.

George Bush proclaims Iraq a threat to the authority of the United

Nations while U.S.-coerced UN sanctions continue to cause the death rate

of the Iraqi people to increase. Deaths caused by sanctions have been at

genocidal levels for twelve years. Iraq can only plead helplessly for an

end to this crime against its people. The UN role in the sanctions

against Iraq compromise and stain the UN's integrity and honor. This

makes it all the more important for the UN now to resist this war.

Inspections were used as an excuse to continue sanctions for eight years

while thousands of Iraqi children and elderly died each month. Iraq is

the victim of criminal sanctions that should have been lifted in 1991.

For every person killed by terrorist acts in the U.S. on 9/11, 500

people have died in Iraq from sanctions.

It is the U.S. that threatens not merely the authority of the United

Nations, but its independence, integrity and hope for effectiveness. The

U.S. pays UN dues if, when and in the amount it chooses. It coerces

votes of members. It coerces choices of personnel on the Secretariat. It

rejoined UNESCO to gain temporary favor after 18 years of opposition to

its very purposes. It places spies in UN inspection teams.

The U.S. has renounced treaties controlling nuclear weapons and their

proliferation, voted against the protocol enabling enforcement of the

Biological Weapons Convention, rejected the treaty banning land mines,

endeavored to prevent its creation and since to cripple the

International Criminal Court, and frustrated the Convention on the Child

and the prohibition against using children in war. The U.S. has opposed

virtually every other international effort to control and limit war,

protect the environment, reduce poverty and protect health.

George Bush cites two invasions of other countries by Iraq during the

last 22 years. He ignores the many scores of U.S. invasions and assaults

on other countries in Africa, Asia, and the Americas during the last 220

years, and the permanent seizure of lands from Native Americans and

other nations--lands like Florida, Texas, Arizona, New Mexico,

California, and Puerto Rico, among others, seized by force and threat.

In the same last 22 years the U.S. has invaded, or assaulted Grenada,

Nicaragua, Libya, Panama, Haiti, Somalia, Sudan, Iraq, Yugoslavia,

Afghanistan and others directly, while supporting assaults and invasions

elsewhere in Europe, Asia, Africa, and the Americas.

It is healthy to remember that the U.S. invaded and occupied little

Grenada in 1983 after a year of threats, killing hundreds of civilians

and destroying its small mental hospital, where many patients died. In a

surprise attack on the sleeping and defenseless cities of Tripoli and

Benghazi in April 1986, the U.S. killed hundreds of civilians and

damaged four foreign embassies. It launched 21 Tomahawk cruise missiles

against the El Shifa pharmaceutical plant in Khartoum in August 1998,

destroying the source of half the medicines available to the people of

Sudan. For years it has armed forces in Uganda and southern Sudan

fighting the government of Sudan. The U.S. has bombed Iraq on hundreds

of occasions since the Gulf War, including this week, killing hundreds

of people without a casualty or damage to an attacking plane.

4. Why Has George Bush Decided The U.S. Must Attack Iraq Now?

There is no rational basis to believe Iraq is a threat to the United

States, or any other country. The reason to attack Iraq must be found

elsewhere.

As governor of Texas, George Bush presided over scores of executions,

more than any governor in the United States since the death penalty was

reinstated in 1976 (after a hiatus from 1967). He revealed the same zeal

he has shown for "regime change" for Iraq when he oversaw the executions

of minors, women, retarded persons and aliens whose rights under the

Vienna Convention on Diplomatic Relations of notification of their

arrest to a foreign mission of their nationality were violated. The

Supreme Court of the U.S. held that executions of a mentally retarded

person constitute cruel and unusual punishment in violation of the U.S.

Constitution. George Bush addresses the United Nations with these same

values and willfulness.

His motives may include to save a failing Presidency which has converted

a healthy economy and treasury surplus into multi-trillion dollar

losses; to fulfill the dream, which will become a nightmare, of a new

world order to serve special interests in the U.S.; to settle a family

grudge against Iraq; to weaken the Arab nation, one people at a time; to

strike a Muslim nation to weaken Islam; to protect Israel, or make its

position more dominant in the region; to secure control of Iraq's oil to

enrich U.S. interests, further dominate oil in the region and control

oil prices. Aggression against Iraq for any of these purposes is

criminal and a violation of a great many international conventions and

laws including the General Assembly Resolution on the Definition of

Aggression of December 14, 1974.

Prior regime changes by the U.S. brought to power among a long list of

tyrants, such leaders as the Shah of Iran, Mobutu in the Congo, Pinochet

in Chile, all replacing democratically elected heads of government. 5.

A Rational Policy Intended to Reduce the Threat of Weapons of Mass

Destruction in The Middle East Must Include Israel.

A UN or U.S. policy of selecting enemies of the U.S. for attack is

criminal and can only heighten hatred, division, terrorism and lead to

war. The U.S. gives Israel far more aid per capita than the total per

capita income of sub Sahara Africans from all sources. U.S.-coerced

sanctions have reduced per capita income for the people of Iraq by 75%

since 1989. Per capita income in Israel over the past decade has been

approximately 12 times the per capita income of Palestinians.

Israel increased its decades-long attacks on the Palestinian people,

using George Bush's proclamation of war on terrorism as an excuse, to

indiscriminately destroy cities and towns in the West Bank and Gaza and

seize more land in violation of international law and repeated Security

Council and General Assembly resolutions.

Israel has a stockpile of hundreds of nuclear warheads derived from the

United States, sophisticated rockets capable of accurate delivery at

distances of several thousand kilometers, and contracts with the U.S.

for joint development of more sophisticated rocketry and other arms with

the U.S.

Possession of weapons of mass destruction by a single nation in a region

with a history of hostility promotes a race for proliferation and war.

The UN must act to reduce and eliminate all weapons of mass destruction,

not submit to demands to punish areas of evil and enemies of the

superpower that possesses the majority of all such weapons and capacity

for their delivery.

Israel has violated and ignored more UN Resolutions for forty years than

any other nation. It has done so with impunity.

The violation of Security Council resolutions cannot be the basis for a

UN-approved assault on any nation, or people, in a time of peace, or the

absence of a threat of imminent attack, but comparable efforts to

enforce Security Council resolutions must be made against all nations

who violate them.

6. The Choice Is War Or Peace.

The UN and the U.S. must seek peace, not war. An attack on Iraq may open

a Pandora's box that will condemn the world to decades of spreading

violence. Peace is not only possible; it is essential, considering the

heights to which science and technology have raised the human art of

planetary and self-destruction.

If George Bush is permitted to attack Iraq with or without the approval

of the UN, he will become Public Enemy Number One--and the UN itself

worse than useless, an accomplice in the wars it was created to end. The

Peoples of the World then will have to find some way to begin again if

they hope to end the scourge of war.

This is a defining moment for the United Nations. Will it stand strong,

independent and true to its Charter, international law and the reasons

for its being, or will it submit to the coercion of a superpower leading

us toward a lawless world and condone war against the cradle of

civilization"

Do not let this happen.

Sincerely, Ramsey Clark


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