Ramsey Clark Appeals to UN to Stop Iraq War
La lettera che segue è stata inviata oggi a tutti i membri del
Consiglio di Sicurezza dell'ONU, con copie all'Assemblea Generale
dell'ONU, da Ramsey Clark, ex-Rappresentate di Stato Usa
-- Mid-Hudson National
People's Campaign
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Traduzione a cura di Paola Capozzi
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20 Settembre, 2002
Al Segretario Generale Kofi Annan
United Nations , New York, NY
Caro Segretario Generale Annan,
Se non verrà fermato dalle Nazioni Unite, George Bush invaderà
l'Iraq .
Devono svolgere il proprio ruolo per la pace anche altre
organizzazioni
internazionali - compresa l'Unione Europea, l'Unione Africana, la
Lega Araba,
le nazioni forti, sufficientemente coraggiose da pronunciarsi
contro
l'aggressione di una superpotenza, i movimenti internazionali per
la pace, le
leadership politiche e l'opinione pubblica negli Stati Uniti. Se
le Nazioni
Unite, in primo luogo, non riusciranno ad opporsi all'invasione
Usa dell'Iraq,
esse rinunceranno al proprio onore, alla propria integrità ed
alla propria
ragione d'essere.
Un attacco militare contro l'Iraq è un atto palesemente
criminale; totalmente
incompatibile con le necessità urgenti dei popoli delle Nazioni
Unite;
ingiustificabile su una qualsiasi base legale o morale;
irrazionale alla luce
dei fatti conosciuti; sproporzionato rispetto ai rischi di guerra
e violenza
esistenti ; ed è un'avventura pericolosa, che rischia di
perpetuare il
conflitto in tutta la regione e notevolmente oltre negli anni a
venire.
L'analisi più attenta deve essere relativa al perchè il mondo
viene
assoggettato a tali rischi di violenza dalla sua unica
superpotenza che
potrebbe condurci sulla strada della pace con la stessa sicurezza
e autorità, e
a come l'ONU possa evitare la tragedia umana di un assalto
ulteriore e di tali
dimensioni all'Iraq nonchè sul forte stimolo che un tale atto
rappresenterebbe
ai fini di una ritorsione terroristica.
1. Il Presidente George Bush arriva al suo incarico determinato ad
attaccare
l'Iraq e a cambiare il suo governo.
George Bush si sta muovendo con rapidità per fare la propria
guerra,
immediatamente e irreversibilmente. Avendo affermato giovedì
scorso di non
credere che l'Iraq avrebbe accettato gli ispettori dell'ONU, ha
risposto
all'incoraggiamento dell'Iraq, alla sua disponibilità
incondizionata,
dichiarando di non avere alcuna fiducia in questa "falsa
speranza" e
promettendo di attaccare l'Iraq da solo se l'Onu non agisce. E'
ossessionato
dal desiderio di fare la guerra contro l'Iraq e di farlo governare
dai suoi
surrogati con la forza.
Giorni dopo il più bellicoso intervento mai fatto davanti alle
Nazioni Unite -
un assalto senza precedenti alla Carta dell'ONU, al ruolo della
legge e alla
ricerca della pace - gli Usa hanno annunciato che stavano
modificando i loro
obiettivi dichiarati in Iraq nel corso degli ultimi 11 anni, verso
la
ritorsione per i pericoli e gli attacchi subiti dagli aerei Usa
che invadevano
quotidianamente e illegalmente lo spazio aereo iracheno. Quanto
potranno
essere stati gravi questi rischi e questi attacchi se non è mai
stato abattutto
nemmeno un aereo Usa? E inoltre migliaia di persone sono state
uccise in Iraq
dai missili e dalle bombe Usa, e non solo nella così detta
"no fly zone," ma
nella stessa Baghdad. Adesso gli Usa proclamano le loro intenzioni
di
distruggere le principali strutture militari in Iraq per preparare
la loro
invasione, una evidente promessa di aggressione immediata. Ogni
giorno ci sono
intimidazioni e una propaganda sempre maggiore volta a subissare
la resistenza
alla corsa di George Bush verso la guerra. L'accelerazione
continuerà finchè il
vaso non traboccherà, a meno che non prevalga una posizione non
violenta.
2. George Bush sta guidando gli Stati Uniti e si sta impossessando
dell'ONU e
di tutto.
Le Nazioni verso un mondo senza legge e verso una guerra infinita.
Nella sua Guerra al Terrorismo, George Bush ha rivendicato il
proprio diritto
di attaccare senza preavviso, a sua unica discrezione, qualsiasi
paese,
organizzazione o popolo. Lui e i membri della sua amministrazione
hanno
proclamato che il vecchio vincolo che la legge debba tentare di
imporsi sulla
aggressione fatta dai governi e sulla repressione della loro
gente, non è più
consistente con la sicurezza nazionale. Il terrorismo è un tale
pericolo,
hanno detto, che gli Usa sono stretti dalla necessità prioritaria
di colpire
per distruggere il potenziale all'estero per atti terroristici e
di operare
arresti, detenzioni, interrogatori, controlli e trattamenti
arbitrari di
persone fuori e dentro gli Usa. "La legge diventa il nemico
della sicurezza
pubblica. La necessità è l'argomento dei tiranni". "La
necessità non fa mai un
buon affare." Heinrich Himmler, che ha istruito la Gestapo
Nazista, "Prima
spara, dopo fai domande e ti proteggerai", è vendicato da
George Bush.
Come la Germania descritta da Jorge Luis Borges in "Deutsches
Requiem," George
Bush ha oggi "offerto (al mondo) la violenza e la fede nella
spada", come hanno
fatto i Nazisti Tedeschi. E, come scrisse Borges, non faceva
differenza se la
fede era nella spada da cui la Germania era stata sconfitta.
"Quello che
importa è che la violenza... adesso detti legge". Due
generazioni di tedeschi
hanno respinto questa fede. La loro perseveranza nel volere la
pace gli
frutterà ovunque il rispetto delle generazioni future.
I popoli delle Nazioni Unite sono messi a rischio dalla fine della
normativa e
della protezione internazionale per i diritti umani dovuta alla
guerra al
terrorismo di George Bush e alla sua determinazione ad invadere
l'Iraq.
Da quando George Bush ha proclamato la sua "guerra al
terrorismo", altri paesi
hanno affermato il proprio diritto di attaccare per primi. India e
Pakistan
hanno portato la terra e il loro stesso popolo più vicini al
conflitto nucleare
di quanto non sia mai stato dall'Ottobre del 1962; diretta
conseguenza dei
proclami fatti dagli Usa al diritto non vincolato di perseguitare
e uccidere
terroristi, o di attaccare nazioni che li proteggono, in base a
una decisione
unilaterale senza consultare le Nazioni Unite, senza una prova, o
la necessità
di rivelare una qualsiasi base ogettiva per cui si affermi che i
loro bersagli
sono terroristi e che l'azione sia limitati ad essi.
Le affermazioni di potere di George Bush sulla guerra al
terrorismo hanno già
provocato quasi un'incombente epidemia di nazioni che proclamano
il proprio
diritto ad attaccare altre nazioni o ad intensificare le
violazioni dei diritti
umani sulla loro stessa gente. Nelle sue coraggiosamente pacate
affermazioni,
come nei termini che ha usato in qualità di Alto Commissario
dell'ONU per i
Diritti Umani, Mary Robinson ha parlato dell' "effetto
onda" provocato dai
proclami degli Usa sul diritto di attaccare per primi e di
sospendere la
protezione garantita dai diritti umani.
L'11 Settembre 2002, la Colombia, la cui nuova amministrazione è
fortemente
appoggiata dagli Usa, "sostiene la nuova autorità di
arrestare i sospetti senza
giustificazioni e stabilisce zone sotto il controllo
militare", nonchè "nuovi
poteri, che rendono anche più facile mettere sotto controllo i
telefoni e
limitare (l'accesso) degli stranieri" alle zone di
conflitto.... "permettendo
alle forze di sicurezza di entrare nel vostro ufficio senza un
permesso, in
ogni momento del giorno qualora ritengano che voi siate
sospetti". Questi
rischi ulteriori per diritti umani seguono i piani di
"emergenza" Post-11
settembre volti ad allestire una rete di un milione di informatori
in una
nazione che conta quaranta milioni di abitanti. (Vd, New York
Times,September
12, 2002, p. A7.)
3. Sono gli Stati Uniti, non l'Iraq, l'Unico grande rischio
all'indipendenza e
all'iniziativa delle Nazioni Unite.
La dichiarazione del Presidente Bush, che l'Irak rappresenta un
pericolo che
giustifica una guerra, è falsa.
Stando al Pentagono, l'80% della capacità militare dell'Iraq è
stata distrutta
nel 1991. Il 90% dei materiali e dell'equipaggiamento necessari
per costruire
armi di distruzione di massa è stato distrutto dagli Ispettori
dell'ONU nel
corso di più di otto anni di ispezioni. Nel 1990 l'Iraq era
potente, se
paragonato alla maggior parte dei suoi vicini. Oggi è indebolito.
Un bambino su
quattro nati vivi in Iraq pesa meno di 2 kg, ha una vita breve,
malattie e uno
sviluppo squilibrato. Nel 1989, erano meno di uno su venti nati
vivi i neonati
che avevano un peso inferiore a 2kg.
Qualsiasi rischio l'Iraq possa portare alla pace esso è remoto,
di gran lunga
inferiore a quello rappresentato da molte altre nazioni e gruppi,
e non può
giustificare un assalto violento. Un attacco all'Irak renderà di
gran lunga più
probabili negli anni a venire gli attacchi di ritorsione contro
gli Usa e
contro i governi che ne sosterranno l'azione.
George Bush ha dichiarato l'Iraq un pericolo per l'autorità delle
Nazioni
Unite, mentre le sanzioni ONU volute dagli Usa continuano a
provocare un
aumento del tasso di mortalità della popolazione irachena. I
morti a causa
delle sanzioni sono stati a livelli da genocidio per 12 anni. L'Irak
può solo
sollecitare una preghiera perchè si metta fine a questo crimine
contro la sua
gente. Il ruolo dell'ONU nelle sanzioni contro l'Iraq, ne ha
compromesso e
marchiato onore e integrità. Questo rende adesso per l'ONU ancora
più
importante resistere a questa guerra. Le ispezioni sono state
usate come scusa
per protrarre le sanzioni altri otto anni, mentre migliaia di
bambini e anziani
iracheni morivano ogni mese. L'Iraq è vittima di sanzioni
criminali che
avrebbero dovuto essere cancellate nel 1991. Per ogni persona
uccisa negli Usa
dagli atti terroristici dell'11-9, in Irak ne sono morte 500 a
causa delle
sanzioni. Sono gli Usa che mettono a rischio non semplicemente
l'autorità delle
Nazioni Unite, ma la loro stessa indipendenza, integrità e
speranza operativa.
Gli Usa pagano quanto devono all'ONU quando e nella quantità che
vogliono loro.
Coerciscono i voti dei membri. Coerciscono le scelte del personale
del
Segretariato. Si sono riavvicinati all'UNESCO, dopo 18 anni di
opposizione alle
sue proposte effettive, solo per guadagnarsi il suo favore
temporaneo. Hanno
messo le proprie spie nelle squadre d'ispezione dell'ONU. Gli Usa
hanno
respinto trattati per il controllo e la proliferazione delle armi
nucleari,
hanno votato contro il protocollo che avrebbe reso possibile
l'entrata in
vigore della Convenzione sulle Armi Biologiche, hanno respinto il
trattato che
bandisce le mine anti-uomo, hanno lavorato strenuamente per
evitare la
creazione della Corte Penale Internazionale fino ad invalidarla e
hanno
frustrato la Convenzione sull'Infanzia nonchè il divieto contro
l'utilizzo dei
bambini nelle guerre. Gli Usa si sono virtualmente opposti ad ogni
sforzo
internazionale per controllare e limitare la guerra, proteggere
l'ambiente,
ridurre la povertà e tutelare la salute.
George Bush cita due invasioni di altri paesi fatte dall'Iraq nel
corso degli
ultimi 22 anni. Ignora il punteggio totalizzato dagli Usa negli
ultimi 220 anni
per le invasioni e gli assalti in molti altri paesi dell'Africa,
dell'Asia e
dell'America, la continua sottrazione di territori ai Nativi
Americani e di
altri territori nazionali come, tra i molti, la Florida, il Texas,
l'Arizona,
il New Mexico, la California e Puerto Rico, annessi con la forza e
il terrore.
Negli stessi ultimi 22 anni, gli Usa hanno invaso direttamente
Grenada, il
Nicaragua, la Libia, Panama, Haiti, la Somalia, il Sudan, l'Iraq,
la
Yugoslavia, l'Afghanistan e altri paesi, mentre intanto
appoggiavano in ogni
dove assalti ed invasioni in Europa, in Asia, in Africa e nelle
Americhe.
E' salutare ricordare che, nel 1983, dopo un anno di terrore, gli
Usa
invadevano ed occupavano la piccola Grenada uccidendo centinaia di
civili e
distruggendo il suo piccolo ospedale psichiatrico, dove morirono
molti
pazienti. E che nell'Aprile del 1986, durante un attacco a
sorpresa sulle
addormentate e indifese città di Tripoli e di Benghazi,
uccidevano centinaia
di civili danneggiando quattro ambasciate straniere. Che
nell'agosto del 1998,
essi lanciavano sull'impianto farmaceutico di El Shifa, a Khartoum,
21 missili
cruise Tomahawk distruggendo la fonte della metà dei farmaci
disponibili per
la popolazione del Sudan (ndt: uno dei paesi più poveri del
mondo). Che per
anni hanno armato le forze in Uganda e nel Sudan meridionale per
combattere il
governo del Sudan.
Gli Usa hanno bombardato l'Iraq in centinaia di occasione dai
tempi della
Guerra nel Golfo, anche questa settimana, uccidendo centinaia di
persone senza
un motovo o un danno che potessero giustificare un attacco aereo.
4. Perchè adesso George Bush ha deciso che gli Usa devono
attaccare l'Irak?
Non c'è alcuna base razionale per ritenere che l'Irak rappresenti
un pericolo
per gli Stati Uniti o per qualsiasi altro paese. La ragione
dell'attacco
all'Irak deve essere cercata altrove. Come Governatore del Texas,
George Bush
ha presieduto numerose esecuzioni, più di qualsiasi altro
governatore degli
Stati Uniti da quando la pena di morte è stata reintrodotta 1976
(dopo una
pausa dal 1967). Egli ha rivelato lo stesso zelo che mostra verso
il "cambio di
regime" in Iraq, quando gestiva l'esecuzione di minori,
donne, persone
ritardate e stranieri i cui diritti di notifica dell'arresto,
sotto la
Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche, erano violati.
La Corte
Suprema degli Usa ha dichiarato l'esecuzione di persone
mentalmente ritardate
una punizione cruenta e inusuale, in violazione della Costituzione
Usa. George
Bush proclama alle Nazioni Unite gli stessi valori e gli stessi
intenti. Tra i
suoi motivi si potrebbero includere: una Presidenza fallimentare,
che ha
trasformato in perdite di molti miliardi di dollari un'economia
sana e un
eccesso di ricchezza; la realizzazione del sogno, che diventerà
incubo, di un
nuovo ordine mondiale al servizio degli interessi particolari
degli Usa; la
risoluzione di una faida di famiglia contro l'Irak;
l'indebolimento, in un
colpo solo, della nazione Araba, di un popolo; l'abbattimento di
una nazione
Misulmana per indebolire l'Islam; la protezione di Israele o il
renderne più
dominante la posizione nella regione; l'assicurarsi il controllo
del petrolio
iracheno per favorire gli interesi degli Usa, dominando
ulteriormente il
petrolio della regione e il controllo del suo prezzo.
L'aggressione all'Iraq,
per ciascuno di questi scopi, è criminale ed è una violazione di
molte
importantissime convenzioni e normative internazionali, compresa
la General
Assembly Resolution on the Definition of Aggression of December
14, 1974.
Precedenti cambiamenti di regime voluti dagli Usa hanno portato al
potere, in
una lunga lista di tiranni, leaders come lo Shah in Iran, Mobutu
in Congo,
Pinochet in Chile, tutti a rimpiazzare capi di governo
dempcraticamente eletti.
5. Una Politica razionale volta a ridurre il rischio rappresentato
dalle armi
di distruzione di massa.
La loro distruzione nel Medio Oriente deve includere Israele.
Una politica ONU o Usa di selezione degli attacchi ai nemici degli
Usa è
criminale e può solo aumentare le differenze, le divisioni, il
terrorismo,
portando alla guerra. Gli Usa danno ad Israele un aiuto pro capite
di gran
lunga maggiore rispetto all'entrata complessiva pro capite
dell'Africa Sub
Sahariana. Dal 1989 le sanzioni volute dagli Usa hanno ridotto
l'entrata pro
capite del popolo iracheno del 75% . L'entrata pro capite in
Israele, nel corso
degli ultimi dieci anni, è stata circa 12 volte maggiore di
quella dei
palestinesi. Israele ha aumentato i suoi attacchi decennali contro
la
popolazione palestinese, usando i proclami di guerra al terrorismi
di George
Bush come una scusa per distruggere indiscriminatamente città e
villaggi nella
West Bank e a Gaza e per impossessarsi di più territori in
violazione della
legge internazionale e delle ripetute risoluzioni del Consiglio di
Sicurezza e
dell'Assemblea Generale.
Israele ha una scorta di centinaia di testate nucleari che vengono
dagli Usa,
proiettili sofisticati capaci di centrare il bersaglio ad una
distanza di
diverse migliaia di chilometri e contratti con gli Usa per uno
sviluppo
congiunto di missili e armi ancora più sofisticate. Il possesso
di armi di
distruzione di massa da parte di una singola nazione in una
regione che ha una
storia di ostilità, promuove una corsa alla proliferazione e alla
guerra.
L'ONU deve agire per ridurre ed eliminare le armi di distruzione
di massa, non
sottostare alla richiesta di punire aree demonizzate e nemiche
della
superpotenza che possiede la maggior parte di un tale arsenale e
la capacità di
utilizzarlo. Per quarant'anni Israele ha violato e ignorato più
Risolozioni ONU
di qualsiasi altra nazione. Lo ha fatto impunemente.
La violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza non può
essere la
base per alcun assalto avvallato dall'ONU a una qualsiasi nazione,
o popolo, in
tempo di pace, o in assenza di una minaccia di attacco imminente,
ma devono
essere fatti sforzi comparabili perchè vengano attuate le
risoluzioni del
Consiglio di Sicurezza contro tutte le nazioni che le violano.
6. La scelta è Guerra o Pace.
ONU e Usa devono perseguire la pace, non la guerra. Un attacco
all'Iraq
potrebbe aprire un Vaso di Pandora che condannerebbe il mondo a
decenni di
violenza diffusa. La pace non solo è possibile; è essenziale
considerando le
vette cui la scienza e la tecnologia hanno elevato l'arte degli
uomini di
distruggere se stessi e il pianeta.
Se si permette a George Bush di attaccare l'Iraq, con o senza
l'approvazione
dell'ONU, egli diverrà il Nemico Pubblico Numero Uno - e lo
stesso ONU, peggio
che il solito, un complice nelle guerre che è stato creato per
fermare. La
Gente del Mondo allora dovrà trovare qualche altra strada per
ricominciare, se
vorrà sperare di fermare la calamità della guerra.
Questo è un momento di svolta per le Nazioni Unite. Esse si
ergeranno con
forza, indipendenza e lealtà alle loro Carte, alle leggi
internazionali ed alle
stesse ragioni del loro esistere, o si sottometteranno alla
coercizione di una
superpotenza che porta tutti noi verso un mondo senza legge e a
una guerra
contro la culla della civilizzazione"
Non lasciate che ciò accada
Sincerely, Ramsey Clark
Ramsey Clark Appeals to UN to Stop Iraq War
The following letter by former U.S. Attorney General Ramsey Clark
has been sent today to all members of the UN Security Council, with
copies to the UN General Assembly. Please circulate. -- Mid-Hudson
National People's Campaign
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September 20, 2002
Secretary General Kofi Annan
United Nations , New York, NY
Dear Secretary General Annan,
George Bush will invade Iraq unless restrained by the United
Nations.
Other international organizations-- including the European Union,
the
African Union, the OAS, the Arab League, stalwart nations
courageous
enough to speak out against superpower aggression, international
peace
movements, political leadership, and public opinion within the
United
States--must also do their part for peace. If the United Nations,
above
all, fails to oppose a U.S. invasion of Iraq, it will forfeit its
honor, integrity and raison d'être.
A military attack on Iraq is obviously criminal; completely
inconsistent
with urgent needs of the peoples of the United Nations;
unjustifiable on
any legal or moral ground; irrational in light of the known facts;
out
of proportion to other existing threats of war and violence; and
a
dangerous adventure risking continuing conflict throughout the
region
and far beyond for years to come. The most careful analysis must
be
made as to why the world is subjected to such threats of violence
by its
only superpower, which could so safely and importantly lead us on
the
road to peace, and how the UN can avoid the human tragedy of yet
another
major assault on Iraq and the powerful stimulus for retaliatory
terrorism it would create.
1. President George Bush Came to Office Determined to Attack Iraq
and
Change its Government.
George Bush is moving apace to make his war unstoppable and soon.
Having
stated last Friday that he did not believe Iraq would accept UN
inspectors, he responded to Iraq's prompt, unconditional
acceptance by
calling any reliance on it a "false hope" and promising
to attack Iraq
alone if the UN does not act. He is obsessed with the desire to
wage war
against Iraq and install his surrogates to govern Iraq by force.
Days
after the most bellicose address ever made before the United
Nations --
an unprecedented assault on the Charter of the United Nations,
the rule
of law and the quest for peace -- the U.S. announced it was
changing
its stated targets in Iraq over the past 11 years, from
retaliation for
threats and attacks on U.S. aircraft which were illegally
invading
Iraq's airspace on a daily basis. How serious could those threats
and
attacks have been if no U.S. aircraft was ever hit? Yet hundreds
of
people were killed in Iraq by U.S. rockets and bombs, and not
just in
the so called "no fly zone," but in Baghdad itself. Now
the U.S.
proclaims its intentions to destroy major military facilities in
Iraq in
preparation for its invasion, a clear promise of aggression now.
Every
day there are threats and more propaganda is unleashed to
overcome
resistance to George Bush's rush to war. The acceleration will
continue
until the tanks roll, unless nonviolent persuasion prevails.
2. George Bush Is Leading the United States and Taking the UN and
All
Nations Toward a Lawless World of Endless Wars.
George Bush in his War on Terrorism has asserted his right to
attack any
country, organization, or people first, without warning in his
sole
discretion. He and members of his administration have proclaimed
the old
restraints that law sought to impose on aggression by governments
and
repression of their people, no longer consistent with national
security.
Terrorism is such a danger, they say, that necessity compels the
U.S. to
strike first to destroy the potential for terrorist acts from
abroad and
to make arbitrary arrests, detentions, interrogations, controls
and
treatment of people abroad and within the U.S. Law has become the
enemy
of public safety. Necessity is the argument of tyrants."
"Necessity
never makes a good bargain."
Heinrich Himmler, who instructed the Nazi Gestapo "Shoot
first, ask
questions later, and I will protect you," is vindicated by
George Bush.
Like the Germany described by Jorge Luis Borges in "Deutsches
Requiem,"
George Bush has now "proffered (the world) violence and
faith in the
sword," as Nazi Germany did. And as Borges wrote, it did not
matter to
faith in the sword that Germany was defeated. "What matters
is that
violence ... now rules." Two generations of Germans have
rejected that
faith. Their perseverance in the pursuit of peace will earn the
respect
of succeeding generations everywhere.
The peoples of the United Nations are threatened with the end of
international law and protection for human rights by George Bush's
war
on terrorism and determination to invade Iraq.
Since George Bush proclaimed his "war on terrorism,"
other countries
have claimed the right to strike first. India and Pakistan
brought the
earth and their own people closer to nuclear conflict than at any
time
since October 1962 as a direct consequence of claims by the U.S.
of the
unrestricted right to pursue and kill terrorists, or attack
nations
protecting them, based on a unilateral decision without
consulting the
United Nations, a trial, or revealing any clear factual basis for
claiming its targets are terrorists and confined to them.
There is already a near epidemic of nations proclaiming the right
to
attack other nations or intensify violations of human rights of
their
own people on the basis of George Bush's assertions of power in
the war
against terrorism. Mary Robinson, in her quietly courageous
statements
as her term as UN High Commissioner for Human Rights ended, has
spoken
of the "ripple effect" U.S. claims of right to strike
first and suspend
fundamental human rights protection is having.
On September 11, 2002, Colombia, whose new administration is
strongly
supported by the U.S., "claimed new authority to arrest
suspects without
warrants and declare zones under military control,"
including "[N]ew
powers, which also make it easier to wiretap phones and limit
foreigners" access to conflict zones... allow security
agents to enter
your house or office without a warrant at any time of day because
they
think you're suspicious." These additional threats to human
rights
follow Post-September 11 "emergency" plans to set up a
network of a
million informants in a nation of forty million. (See, New York
Times,
September 12, 2002, p. A7.)
3. The United States, Not Iraq, Is the Greatest Single Threat to
the
Independence and Purpose of the United Nations.
President Bush's claim that Iraq is a threat justifying war is
false.
Eighty percent of Iraq's military capacity was destroyed in 1991
according to the Pentagon. Ninety percent of materials and
equipment
required to manufacture weapons of mass destruction was destroyed
by UN
inspectors during more than eight years of inspections. Iraq was
powerful, compared to most of its neighbors, in 1990. Today it is
weak.
One infant out of four born live in Iraq weighs less than 2 kilos
(4.4
pounds), promising short lives, illness and impaired development.
In
1989, fewer than one in 20 infants born live weighed less than
two
kilos. Any threat to peace Iraq might become is remote, far less
than
that of many other nations and groups and cannot justify a
violent
assault. An attack on Iraq will make attacks in retaliation
against the
U.S. and governments which support its actions far more probable
for
years to come.
George Bush proclaims Iraq a threat to the authority of the
United
Nations while U.S.-coerced UN sanctions continue to cause the
death rate
of the Iraqi people to increase. Deaths caused by sanctions have
been at
genocidal levels for twelve years. Iraq can only plead helplessly
for an
end to this crime against its people. The UN role in the
sanctions
against Iraq compromise and stain the UN's integrity and honor.
This
makes it all the more important for the UN now to resist this
war.
Inspections were used as an excuse to continue sanctions for
eight years
while thousands of Iraqi children and elderly died each month.
Iraq is
the victim of criminal sanctions that should have been lifted in
1991.
For every person killed by terrorist acts in the U.S. on 9/11,
500
people have died in Iraq from sanctions.
It is the U.S. that threatens not merely the authority of the
United
Nations, but its independence, integrity and hope for
effectiveness. The
U.S. pays UN dues if, when and in the amount it chooses. It
coerces
votes of members. It coerces choices of personnel on the
Secretariat. It
rejoined UNESCO to gain temporary favor after 18 years of
opposition to
its very purposes. It places spies in UN inspection teams.
The U.S. has renounced treaties controlling nuclear weapons and
their
proliferation, voted against the protocol enabling enforcement of
the
Biological Weapons Convention, rejected the treaty banning land
mines,
endeavored to prevent its creation and since to cripple the
International Criminal Court, and frustrated the Convention on
the Child
and the prohibition against using children in war. The U.S. has
opposed
virtually every other international effort to control and limit
war,
protect the environment, reduce poverty and protect health.
George Bush cites two invasions of other countries by Iraq during
the
last 22 years. He ignores the many scores of U.S. invasions and
assaults
on other countries in Africa, Asia, and the Americas during the
last 220
years, and the permanent seizure of lands from Native Americans
and
other nations--lands like Florida, Texas, Arizona, New Mexico,
California, and Puerto Rico, among others, seized by force and
threat.
In the same last 22 years the U.S. has invaded, or assaulted
Grenada,
Nicaragua, Libya, Panama, Haiti, Somalia, Sudan, Iraq, Yugoslavia,
Afghanistan and others directly, while supporting assaults and
invasions
elsewhere in Europe, Asia, Africa, and the Americas.
It is healthy to remember that the U.S. invaded and occupied
little
Grenada in 1983 after a year of threats, killing hundreds of
civilians
and destroying its small mental hospital, where many patients
died. In a
surprise attack on the sleeping and defenseless cities of Tripoli
and
Benghazi in April 1986, the U.S. killed hundreds of civilians and
damaged four foreign embassies. It launched 21 Tomahawk cruise
missiles
against the El Shifa pharmaceutical plant in Khartoum in August
1998,
destroying the source of half the medicines available to the
people of
Sudan. For years it has armed forces in Uganda and southern Sudan
fighting the government of Sudan. The U.S. has bombed Iraq on
hundreds
of occasions since the Gulf War, including this week, killing
hundreds
of people without a casualty or damage to an attacking plane.
4. Why Has George Bush Decided The U.S. Must Attack Iraq Now?
There is no rational basis to believe Iraq is a threat to the
United
States, or any other country. The reason to attack Iraq must be
found
elsewhere.
As governor of Texas, George Bush presided over scores of
executions,
more than any governor in the United States since the death
penalty was
reinstated in 1976 (after a hiatus from 1967). He revealed the
same zeal
he has shown for "regime change" for Iraq when he
oversaw the executions
of minors, women, retarded persons and aliens whose rights under
the
Vienna Convention on Diplomatic Relations of notification of
their
arrest to a foreign mission of their nationality were violated.
The
Supreme Court of the U.S. held that executions of a mentally
retarded
person constitute cruel and unusual punishment in violation of
the U.S.
Constitution. George Bush addresses the United Nations with these
same
values and willfulness.
His motives may include to save a failing Presidency which has
converted
a healthy economy and treasury surplus into multi-trillion dollar
losses; to fulfill the dream, which will become a nightmare, of a
new
world order to serve special interests in the U.S.; to settle a
family
grudge against Iraq; to weaken the Arab nation, one people at a
time; to
strike a Muslim nation to weaken Islam; to protect Israel, or
make its
position more dominant in the region; to secure control of Iraq's
oil to
enrich U.S. interests, further dominate oil in the region and
control
oil prices. Aggression against Iraq for any of these purposes is
criminal and a violation of a great many international
conventions and
laws including the General Assembly Resolution on the Definition
of
Aggression of December 14, 1974.
Prior regime changes by the U.S. brought to power among a long
list of
tyrants, such leaders as the Shah of Iran, Mobutu in the Congo,
Pinochet
in Chile, all replacing democratically elected heads of
government. 5.
A Rational Policy Intended to Reduce the Threat of Weapons of
Mass
Destruction in The Middle East Must Include Israel.
A UN or U.S. policy of selecting enemies of the U.S. for attack
is
criminal and can only heighten hatred, division, terrorism and
lead to
war. The U.S. gives Israel far more aid per capita than the total
per
capita income of sub Sahara Africans from all sources. U.S.-coerced
sanctions have reduced per capita income for the people of Iraq
by 75%
since 1989. Per capita income in Israel over the past decade has
been
approximately 12 times the per capita income of Palestinians.
Israel increased its decades-long attacks on the Palestinian
people,
using George Bush's proclamation of war on terrorism as an excuse,
to
indiscriminately destroy cities and towns in the West Bank and
Gaza and
seize more land in violation of international law and repeated
Security
Council and General Assembly resolutions.
Israel has a stockpile of hundreds of nuclear warheads derived
from the
United States, sophisticated rockets capable of accurate delivery
at
distances of several thousand kilometers, and contracts with the
U.S.
for joint development of more sophisticated rocketry and other
arms with
the U.S.
Possession of weapons of mass destruction by a single nation in a
region
with a history of hostility promotes a race for proliferation and
war.
The UN must act to reduce and eliminate all weapons of mass
destruction,
not submit to demands to punish areas of evil and enemies of the
superpower that possesses the majority of all such weapons and
capacity
for their delivery.
Israel has violated and ignored more UN Resolutions for forty
years than
any other nation. It has done so with impunity.
The violation of Security Council resolutions cannot be the basis
for a
UN-approved assault on any nation, or people, in a time of peace,
or the
absence of a threat of imminent attack, but comparable efforts to
enforce Security Council resolutions must be made against all
nations
who violate them.
6. The Choice Is War Or Peace.
The UN and the U.S. must seek peace, not war. An attack on Iraq
may open
a Pandora's box that will condemn the world to decades of
spreading
violence. Peace is not only possible; it is essential,
considering the
heights to which science and technology have raised the human art
of
planetary and self-destruction.
If George Bush is permitted to attack Iraq with or without the
approval
of the UN, he will become Public Enemy Number One--and the UN
itself
worse than useless, an accomplice in the wars it was created to
end. The
Peoples of the World then will have to find some way to begin
again if
they hope to end the scourge of war.
This is a defining moment for the United Nations. Will it stand
strong,
independent and true to its Charter, international law and the
reasons
for its being, or will it submit to the coercion of a superpower
leading
us toward a lawless world and condone war against the cradle of
civilization"
Do not let this happen.
Sincerely, Ramsey Clark