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"SEGRETI DI STATO"
LETTERA APERTA AL PRODUTTORE CINEMATOGRAFICO DOMENICO PROCACCI Partinico (PA), 20 agosto 2003
Gentile dottor Procacci, mi rivolgo a Lei, per la seconda volta in poche settimane, giacchè non ho avuto il piacere di ricevere una Sua risposta alla mia lettera del 1° agosto u.s. Apprendo da svariati organi di stampa che il regista Paolo Benvenuti, in concorso per il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia con il film “Segreti di Stato” (da Lei prodotto), va affermando che le ricerche storiche che hanno portato alla stesura della sceneggiatura sono state da lui realizzate nel corso degli ultimi sei anni, in collaborazione col sociologo triestino Danilo Dolci e gli storici viterbesi Rosa e Angelo La Bella. Avendo avuto la possibilità di visionare il premontaggio del film, constato con meraviglia che la tesi dell’opera e molteplici suoi contenuti sono stati in gran parte dedotti dai miei tre volumi sulla strage di Portella della Ginestra, pubblicati dall’Editore Franco Angeli dal 1997 al 2001.[1] Aggiungo che sullo stesso argomento sono stati editi, su iniziativa della Biblioteca Comunale “G.Schirò” di Piana degli Albanesi, altri tre volumi di atti e documenti, due dei quali curati da chi Le scrive. La informo inoltre che dall’estate del 1997 all’autunno del 1998, e successivamente in numerose altre occasioni (come possono testimoniare decine di persone qui in Sicilia), ho volentieri offerto al regista, a titolo assolutamente gratuito e amichevole, i frutti della mia decennale e faticosa ricerca: libri, saggi, documenti inediti, contatti personali, e via dicendo.
Con sgomento e amarezza, dunque, prendo atto che Paolo Benvenuti ignora in maniera ostentata e intenzionale le fatiche altrui.
Ben altro sarebbe stato il comportamento di Danilo Dolci (citato nei titoli di testa del film), che, nella Sicilia occidentale, ha vissuto e operato per quasi cinquant’anni. Il suo maggiore insegnamento, infatti, fu sempre quello di rispettare le persone con cui lavorava, nonché tutte quelle altre che, afflitte dall’atavico sfruttamento dei soliti padroni di turno, erano costrette a fare i conti con la prepotenza altrui e la propria quotidiana sofferenza. Si vede che così vanno le cose ancora oggi in Italia.
Mi creda cordialmente Suo
Giuseppe Casarrubea [1] - Portella della Ginestra. Microstoria di una strage di Stato, Milano, Franco Angeli, 1997; - Fra’ Diavolo e il governo nero. Doppio Stato e stragi nella Sicilia del dopoguerra, Milano Franco Angeli, 1998; - Salvatore Giuliano. Morte di un capobanda e dei suoi luogotenenti, Milano, Franco Angeli, 2001; - Provincia Regionale di Palermo, Comune di Piana degli Albanesi, Biblioteca comunale ‘Schirò’, Portella della Ginestra 50 anni dopo (1947-1997), I, Atti del Convegno a cura di Pietro Manali, Caltanissetta, Sciascia, 1999; - Portella della Ginestra 50 anni dopo, II, documenti raccolti, scelti, introdotti e annotati da Giuseppe Casarrubea, Caltanissetta, Sciascia, 1999; - La Strage di Portella della Ginestra, III, Documenti, raccolti, scelti e introdotti da Giuseppe Casarrubea, Palermo, 2001. _______________________________________________________________________________________ Note da Giuseppe Casarrubea
Sul filo della memora di G. Casarrubea Difesa Diritti Ricerca Storica
"La carneficina durò un paio di
minuti. Alla fine la mitragliatrice tacque e un silenzio carico di
paura piombò sulla piccola vallata.
Era il 1° maggio 1947 e a
Portella della Ginestra si era appena compiuta la prima strage
dell’Italia11 morti, due bambini e nove adulti. 27 i feriti.
Tutti poveri contadini siciliani.
Che a sparare dalle alture, sulla
folla radunata a celebrare la festa del lavoro, erano stati gli
uomini del bandito Salvatore Giuliano, gli italiani lo scopriranno
solo quattro mesi dopo, nell’autunno del 1947.
Ma mai riusciranno a sapere chi
armò la mano di quei briganti, comodi residui della storia,
incarnazione di un fenomeno del passato, che ancora sopravviveva
nella Sicilia dei compromessi e degli intrighi. "
“NON SOLO PORTELLA” Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Portella della Ginestra, della mafia e di altre stragi compiute in Sicilia Presidente: Giuseppe Casarrubea-Via Raccuglia, angolo v.le Regione 90047-Partinico (tel. 091-8907679) E mail: icasar@tin.it ° Elenco delle principali iniziative portate avanti dall’Associazione ° 1- Il 6 novembre del ‘97 viene fondata ‘Non solo Portella’, l’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Portella della Ginestra (1 maggio 1947) che organizza anche i familiari dei sindacalisti e dirigenti politici uccisi in Sicilia dal 1944 in poi. Suoi scopi fondamentali sono: rendere giustizia ai familiari delle vittime e battersi per l’abolizione del segreto di Stato sulle stragi. 2- Si avviano le prime indagini medico-balistiche sui corpi dei feriti ancora viventi. 3- Si approfondisce la ricerca storiografica che ha consentito di avvalorare ulteriormente l’ipotesi, scientificamente fondata, della presenza quel 1° maggio 1947 di altri soggetti, oltre la banda Giuliano, sul pianoro di Portella. Di detti soggetti - o almeno di un gruppo di essi- si conoscono ormai nomi, cognomi e funzioni. 4- Si riscontra che esiste una perfetta coincidenza tra indagine di documentazione storiografica e le indagini medico-balistiche effettuate. 5- Si favorisce, grazie agli interventi delle Amministrazioni locali di Piana degli Albanesi e di San Giuseppe Jato, l’organizzazione dei familiari anche in vista dell’avvio della fase processuale. 6- 26 gennaio 1998: l’Associazione e il sindaco di San Giuseppe Jato Maria Maniscalco chiedono al Presidente della Provincia di avviare una procedura per la riapertura del processo di Viterbo. 7- 23 febbraio 1998: l’Associazione organizza col comune di Piana degli Albanesi un incontro con i familiari delle vittime. L’incontro è presieduto dal sindaco Antonino Di Lorenzo. 8- L’Amministrazione provinciale di Palermo, guidata da Pietro Puccio, nomina un collegio di avvocati penalisti per la riapertura del processo di Viterbo, conclusosi con la sentenza della II^ Corte di Appello di Roma nel 1956: una sentenza che negava l’esistenza dei mandanti e attribuiva solo alla banda Giuliano le responsabilità delle stragi di maggio-giugno del 1947. 9- Si avviano i primi passi per favorire il coordinamento delle azioni dei familiari delle vittime della strage di Portella con le Associazioni nazionali dei familiari delle vittime delle altre stragi verificatesi in Italia dal 1969 in poi e ancora senza mandanti. 10- Si studia la possibilità di realizzare, su iniziativa del Comune di San Giuseppe Jato, e con la fattiva partecipazione del Comune di Piana degli Albanesi e della Camera del Lavoro di Palermo (e della CGIL Nazionale), un film sulla strage di Portella della Ginestra che dovrebbe avere riconosciuta la qualifica di film di interesse nazionale, in grado di fornire all’opinione pubblica l’informazione esatta sui fatti accaduti, naturalmente senza intenti meramente didascalici, e nel quadro della fiction cinematografica. 11- La Casa Editrice Franco Angeli di Milano pubblica nel 1997 e nel 1998 due volumi di Giuseppe Casarrubea sulla strage di Portella (‘Portella della Ginestra: microstoria di una strage di stato’ e ‘Fra Diavolo e il governo nero: doppio stato e stragi nella Sicilia del dopoguerra’). Le ricerche sono orientate sul versante delle responsabilità internazionali e istituzionali. 12- La Commissione Antimafia, presieduta da Ottaviano del Turco, con atto deliberativo del 28 aprile 1998, abolisce il segreto sulle carte a suo tempo acquisite presso il Senato della Repubblica e fino ad allora inaccessibili. Sono una minima parte delle carte secretate dallo Stato: dovrebbero essere invece accessibili, perché si facciano altri passi avanti nella conoscenza della verità i fascicoli top-segret relativi agli anni ‘43-’50 giacenti presso i ministeri dell’Interno e della Difesa, e presso l’Ufficio di gabinetto della Presidenza del Consiglio dai Ministri. E’ auspicabile che il gesto compiuto da Del Turco serva a mettere in moto un meccanismo a catena. 13- Il Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi, con circolare del 2 maggio 1998, impegna alla desecretazione degli atti inerenti la strage di Portella della Ginestra i Ministeri dell’Interno, della Difesa, delle Finanze e dei Beni Culturali ed Ambientali. 14-1 agosto 1998: l’Associazione chiede al vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni, ai ministri dell’Interno, della Difesa, degli Esteri, ai presidenti delle Commissioni Nazionale e regionale antimafia, al presidente dell’ARS di essere informata sullo stato delle procedure riguardanti la desecretazione degli Atti in possesso dei vari Dicasteri. 15- 31 luglio 1998. L’Associazione si riunisce in assemblea nella sala consiliare del comune di San Giuseppe Jato con la presenza dei sindaci Maria Maniscalco e Giuseppe Cipriani di Corleone e delibera un ordine del giorno col quale si chiede al Presidente del Consiglio dei ministri, ai ministeri dell’Interno, della Difesa, di Grazia e Giustizia, degli Esteri, al presidente della Commissione nazionale antimafia, di mettere a disposizione dell’Associazione e di quanti lo desiderano, tutti gli atti in possesso dei vari Ministeri riferibili alla strage di Portella della Ginestra e a quelle che la precedettero e seguirono. Cipriani illustra anche ai presenti una proposta di legge regionale per il riconoscimento dei familiari delle vittime, e spiega che detta proposta sarà inserita in un Testo Unico antimafia. 16- L’Associazione sottoscrive il 22.12.’98 una lettera di sostegno per la realizzazione di un film di Pasquale Scimeca su Placido Rizzotto, sindacalista di Corleone assassinato dalla mafia il 10 marzo 1948. Il relativo progetto, supportato da numerosi altri soggetti pubblici e privati, è stato già finanziato. 17- Il Ministro di Grazia e Giustizia, con nota prot. 761 del 30 novembre 1998, comunica all’Associazione, tra l’altro: “E’ mio impegno personale far sì che finalmente sia fatta luce su uno dei fatti più tragici della storia del movimento operaio italiano”. 18- Il Ministero di Grazia e Giustizia, con nota prot. 131-1-1/1999 del 20.1.1999, comunica al Capo di gabinetto della Direzione generale degli affari penali (Uffcio I), a seguito di nota riservata del 12 gennaio (prot.Gab./1/99-S.P./9) l’esistenza di alcuni documenti sulla banda Giuliano. 19- Il Capo di gabinetto del Ministro di Grazia e Giustizia, Loris D’Ambrosio, comunica al Presidente dell’Associazione ‘Non solo Portella’ di avere impartito “direttive alle strutture competenti per consentire il più rapido accesso alla documentazione riferibile alla strage di Portella della Ginestra e già individuata presso le articolazioni centrali o periferiche del Ministero”. Lo stesso capo di gabinetto di si impegna a “comunicare al più presto i tempi e le modalità più agevoli a consentire la consultazione richiesta”. 20- Il Ministro di Grazia e Giustizia, Oliviero Diliberto, con nota prot. Gab/1/99-S.P..32 del 3 marzo 1999, comunica al Presidente dell’Associazione ‘Non solo Portella’ che presso l’Ufficio I della Direzione generale degli Affari Penali è depositata la documentazione riferibile alla strage di Portella della Ginestra, consentendo l’accesso “relativamente agli atti di pertinenza di questa Amministrazione”. Il Ministro si riserva di comunicare “l’esito di ulteriori ricerche attivate da altre articolazioni ministeriali parimenti interessate”. 21- Il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali-Archivio Centrale dello Stato comunica all’Associazione, con nota prot. 569 del 15 febbraio 1999, un elenco di quattro pagine concernente tra l’altro gli omicidi di Accursio Miraglia, Nicolò Azoti, Calogero Cangelosi, Epifanio Li Puma, Placido Rizzotto e varia documentazione sulla strage di Portella della Ginestra. 22- La prefettura di Palermo, con nota prot. 1215/99/gab/S.d.S. del 17 marzo 1999, comunica all’Associazione che il Ministero dell’Interno ha reso noto che la documentazione sulla strage di Portella giacente presso la prefettura e la questura di Palermo è consultabile, a seguito di specifica direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri (Romano Prodi). La nota precisa inoltre: 1) che il dipartimento della Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno invierà alla suddetta questura la documentazione rinvenuta ai propri atti; 2) che il Ministero dell’Interno ha avviato ricerche presso gli uffici centrali e periferici “al fine di individuare qualsiasi documentazione che abbia attinenza con le stragi che precedettero e seguirono quella di Portella della Ginestra”. 23- La prefettura di Palermo, con nota prot. 1653/99/gab/S.d.S del 21 aprile 1999, indirizzata all’Associazione, comunica che “a seguito di approfondite ricerche d’archivio, è stata rinvenuta, presso questa Prefettura, ulteriore documentazione, relativa ai seguenti eventi, riconducibili all’eccidio di Portella della Ginestra: strage di Alia, omicidio del sindacalista Nicolò Azoti, uccisione dei sindacalisti Calogero Cangelosi, Epifanio Li Puma e Placido Rizzotto”. 24- 1 maggio 1999: la Biblioteca comunale di Piana degli Albanesi pubblica due volumi sulla strage di Portella della Ginestra (atti del convegno del cinquantenario del 1 maggio 1997), di cui un volume di documenti è redatto dal presidente dell’Associazione. 25- L’ARS approva la legge 6 agosto 1999 che recepisce il precedente disegno di legge di iniziativa di Cipriani, Capodicasa ed altri parlamentari per il riconoscimento dei familiari delle vittime. La legge viene pubblicata nella G.U. della Regione Sicilia col n. 20 il 17 settembre 1999. 26- Il Ministero della Difesa, tramite il Capo di gabinetto del Ministro, comunica all’Associazione (prot. 2/61328/9.1.10/99 del 28 ottobre 1999) e per conoscenza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che presso quel gabinetto, nonché presso l’Ufficio storico del Comando dell’Arma dei Carabinieri e il Servizio Informazioni e Sicurezza Militare (SISMI), è stata rinvenuta documentazione attinente alla strage di Portella della Ginestra. La stessa viene declassificata e messa a disposizione dell’Associazione. Si assicura l’impegno alla prosecuzione delle ricerche. 27- Il Ministero per i Beni e le attività culturali, tramite il capo di Gabinetto, con nota prot. 22542 del 6 dicembre 1999, comunica alla Presidenza del consiglio dei Ministri e per conoscenza all’Associazione che è stata rinvenuta ulteriore documentazione a seguita di ricognizione negli Istituti Archivistici statali. Da accertamenti effettuati su detti materiali, risulta sottratto il fascicolo 29/CS chiuso nella cassaforte del gabinetto del Ministro dell’Interno concernente una dichiarazione di Gaspare Pisciotta sull’uccisione di Salvatore Giuliano. 28- Il capo di gabinetto del Ministro della Difesa, con nota prot. 2/27500/9.1.10.2000 del 10 maggio 2000, comunica all’Associazione il rinvenimento di ulteriore documentazione presso l’Ufficio storico dell’Arma dei CC. E il Servizio per l’informazione e la sicurezza militare (SISMI). Non è poco se pensiamo a oltre cinquant’anni di immobilismo istituzionale. Auguriamoci che uno sforzo collettivo e sinergico ci aiuti adesso in un percorso di conoscenza della verità che consegni alla giustizia i responsabili di stragi e delitti mai puniti.
Giuseppe Casarrubea
presidente Associazione ‘Non solo Portella’
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“Il nostro
come disse Sciascia
è un paese senza memoria e verità
ed io per questo cerco di non dimenticare”
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Note internet
VIAREGGIO: Il Comune finanzia un film su Portella della Ginestra Sarà dedicato ai fatti di Portella della Ginestra il prossimo film di Paolo Benvenuti. Il regista pisano amico dei Taviani ha terminato di scrivere la scenografia soltanto ieri notte dopo anni e anni di ricerche su quella che si può definire la prima strage di stato: l'episodio avvenuto a pochi chilometri da Palermo il primo maggio del 1947, nel quale persero la vita 11 persone, contadini che si erano riuniti a Portella per festeggiare la festa del lavoro e che furono mitragliati dalle bande di Salvatore Giuliano. Ed anche il Comune di Viareggio potrà andare fiero, una volta realizzato il film, di aver contribuito alla produzione. Proprio ieri è stata firmata la determina con la quale l'amministrazione viareggina finanzierà con tre milioni le ricerche presso gli archivi audiovisivi necessarie per la realizzazione del lungometraggio. Un ulteriore contributo è previsto anche nel 2002. In questo modo Viareggio comparirà tra i finanziatori della pellicola sia nel film che nel libro dedicato all'opera nel quale saranno pubblicati anche i documenti sui quali si è basato Benvenuti: atti che fino a pochi anni fa erano tenuti nascosti in quanto l'episodio era considerato segreto di Stato.
Tra la documentazione ci saranno anche
degli atti non ancora desecretati ed ottenuti quasi fortuitamente dal
regista e dai suoi collaboratori.
Articolo tratto da: IL TIRRENO- Sabato
22 settembre 2001
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RAGIONI DI UN FILM
Il primo a parlarmi della strage di Portella della Ginestra fu il sociologo Danilo Dolci nel settembre del 1996. Eravamo nella sua casa a Trappeto presso Palermo e lui aveva appena visto la cassetta del mio film Confortorio. Dolci non amava il cinema, lo riteneva veicolo di "trasmissione" e non oggetto di "comunicazione", e pertanto strumento facilmente utilizzabile dal Dominio per condizionare e asservire le coscienze. Ma dopo aver visto anche Il bacio di Giuda Dolci dichiarò che questo mio modo di fare cinema era maieutico, produceva cioè un vero parto del pensiero. Si mostrò subito entusiasta e mi confessò che cercava da tempo un modo efficace per rivelare quanto aveva scoperto quarant'anni prima sul primo inquietante mistero d'Italia: la strage di Portella della Ginestra. Per lui il mio modo di narrare con le immagini poteva essere lo strumento idoneo per mostrare, di quell'oscuro episodio, la verità nascosta. Mi condusse nel suo Centro Studi a Partinico, dove aprì alcuni vecchi faldoni pieni di carte, archiviati con la dicitura "Portella della Ginestra - testimonianze". Per aver capeggiato nel 1956 uno sciopero "alla rovescia" di contadini affamati, facendo riparare una vecchia "trazzera" dissestata, Dolci, accusato di sedizione, era stato tradotto al carcere dell'Ucciardone di Palermo. Durante la sua detenzione ebbe modo di avvicinare gli uomini della banda di Salvatore Giuliano e di intervistarli. Da quelle testimonianze, raccolte dalla viva voce dei banditi, iniziò una ricerca sistematica che Dolci e i suoi collaboratori condussero per anni sul territorio della Sicilia occidentale, intervistando testimoni, vittime della strage e quanti avevano visto cose che non avrebbero mai dovuto vedere… Mi misi di buon grado a decifrare quegli scritti che per me risultarono, allora, totalmente incomprensibili. Non conoscevo nulla della storia di Salvatore Giuliano, nulla della Sicilia del dopoguerra, nulla del Separatismo, delle lotte contadine, del banditismo, degli intrighi politici, della fame, dei morti ammazzati sui cigli delle strade. Dolci, evidentemente, si aspettava qualcosa da me che allora non potevo offrire. Gli confessai la mia ignoranza. Prima di affrontare quel materiale, avrei dovuto studiare la storia della Sicilia del dopoguerra. Danilo, annuiva in silenzio. Poi prese uno dei suoi libri dallo scaffale e me lo porse: - "Leggilo," - disse - "poi ne parliamo". Quel libro s'intitolava Banditi a Partinico. Dopo quel libro ho letto molto di quanto è stato pubblicato sulla storia siciliana e italiana del dopoguerra, volumi che Dolci mi segnalava continuamente e dei quali chiedeva sempre critica e giudizio. Quello che si andava svelando ai miei occhi era una storia di legami inconfessabili tra criminalità organizzata e politica, tra pezzi dello Stato italiano agli albori della Repubblica e il banditismo più efferato e sanguinario. Quando Danilo sentì di essere prossimo alla fine, mi fece promettere che avrei portato a termine questo lavoro, traendone un film. "Un film semplice," - disse - "alla portata di tutti." Poi aggiunse: - "Gli italiani devono sapere che Portella della Ginestra è la chiave per comprendere la vera storia della nostra Repubblica. Le regole della politica italiana di questo mezzo secolo sono state scritte con il sangue delle vittime di quella strage". Il film è nato da quella promessa. Paolo Benvenuti ......................................................... "I pensieri si coagulano nel cuore se non vengono espressi. Un'idea è come un uccello raro che non possiamo vedere. Ciò che vediamo è il ramo tremolante dal quale ha appena spiccato il volo."
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