SSIS
Nessun apprendimento evita il viaggio
Sotto la direzione di una guida, l'educazione spinge all'esterno.
Parti, Esci. Esci dal ventre della madre, dalla culla, dall'ombra che
scende Dalla casa del padre e dai paesaggi giovanili. Al vento, alla
pioggia: fuori mancano i ripari. Apprendere da inizio all'erranza
(M.SERRES, Il Mantello di Arlecchino)
http://members.xoom.virgilio.it/studsilsismi/settimanale/sett2002/conv19sett.htm
+++++
..................."Le didattiche disciplinari sono state
assegnate generalmente a dei professori universitari che sono sì
esperti nel loro campo disciplinare, ma non esperti nella didattica di
quella disciplina...............
da www.sissco.it
ANNALE I/2000
LE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE PER L'INSEGNAMENTO SUPERIORE
Le scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario: una
riforma necessaria o un passo in avanti verso la liquidazione di un
sistema educativo nazionale? di Paolo Pezzino
è già il secondo anno che in tutta Italia funzionano le Scuole di
specializzazione per l'insegnamento secondario (Ssis). In sintesi, si
tratta di strutture delle università, coordinate a livello regionale,
preposte alla formazione degli insegnanti (con l'eccezione di quelli
della scuola primaria). Il numero dei posti disponibili viene
annualmente fissato con un decreto ministeriale, che li ripartisce fra
le varie sedi regionali in base ad una previsione delle future
disponibilità negli organici della scuola. Nelle Ssis si entra per
concorso, e si esce dopo due anni di un percorso formativo che
comprende approfondimenti sia nelle singole discipline, sia
nell'ambito delle scienze dell'educazione, oltre ad attività di
tirocinio. Gli iscritti che superino l'esame finale ottengono il
diploma di specializzazione, che «ha valore di esame di Stato ed
abilita all' insegnamento per le classi corrispondenti alle aree
disciplinari cui si riferiscono i diplomi di laurea di cui sono
titolari gli specializzandi» (art. 4 D. M. 26/5/98). Un successivo
provvedimento di legge, il D. L. 28 agosto 2000 n. 240,
"Disposizioni urgenti per l'avvio dell'anno scolastico
2000-2001", convertito in legge il 17 ottobre 2000, consente agli
specializzandi di essere inseriti nelle graduatorie permanenti dei
provveditorati per l'immissione progressiva in ruolo.
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da www.treccani.it
Claudio Silvestri
Ssis: uno sguardo dall'interno
Premessa
L'istituzione delle Scuole di specializzazione all'insegnamento
secondario
(Ssis) rientra nel più ampio progetto di riforma della scuola che in
questi anni, pur con molte difficoltà, sta finalmente trovando
attuazione. La creazione delle Ssis, deputate alla formazione
professionale del corpo insegnante, rappresenta l'ultimo tassello che
va a completare un coraggioso e organico progetto di riforma
dell'istituzione scolastica che ha rinnovato l'esame di maturità (con
rilevanti ricadute nella programmazione didattica dell'intero
quinquennio di studi), trasferito ai singoli istituti scolastici molte
competenze così da consentire alle scuole una autonoma progettazione
didattica, organizzativa e finanziaria, ridisegnato l'intero percorso
scolastico dell'alunno in nuovi cicli di studi e ridefinite
conseguentemente le linee guida dei programmi d'ogni disciplina.
Tuttavia, se su ognuno dei punti sopra elencati il progetto di riforma
sembra, nonostante gli ostacoli e le difficoltà, poter giungere a
termine con successo, la volontà di far entrare in classe docenti
professionalmente preparati in due anni di studio specialistico
rischia invece di rimanere un vuoto proposito. Tale insuccesso è
maturato per cause di incerta provenienza, ma di sicura
efficacia....................... ......Cos'è la Ssis...................
......Un lungo percorso..................... Un'amara sorpresa Accade,
infatti, che contemporaneamente alla istituzione delle Ssis, il
Ministero della Pubblica Istruzione compia altri due atti che svuotano
di fatto il valore delle neonate scuole di specializzazione. In primo
luogo, bandisce un mega-concorso per l'accesso alle cattedre e per il
conseguimento dell'abilitazione; in seconda istanza, istituisce tre
corsi riservati, sempre per il conseguimento dell'abilitazione,
destinati a quegli insegnanti (i cosiddetti 'precari') che hanno
svolto almeno 360 giorni di supplenza entro il 27 aprile 2000. Con
questi due atti il Ministero compie, a mio parere, un'evidente doppia
contraddizione rispetto ai principi su cui ha appena fondato la
nascita delle Ssis: non solo abilita all'insegnamento secondario un
numero di docenti enorme e assolutamente sproporzionato alle
necessità del sistema scolastico, ma lo fa con due sistemi che,
ancora una volta, non garantiscono la specifica qualità e competenza
professionale. Il mega-concorso appena concluso, infatti, si è
preoccupato, come sempre, di accertare le sole conoscenze
disciplinari. Analogamente, nelle 100 ore dei corsi riservati, che
pure sembrano difendere i diritti acquisiti sul campo da decennali
supplenze, finiscono anche insegnanti che hanno maturato i 360 giorni
in scuole private (dove l'assunzione avviene per chiamata diretta del
Preside dell'istituto) o in classi diverse da quelle per le quali
acquisiscono l'abilitazione; così, ad esempio, avendo fatto supplenze
alle elementari di una scuola privata, si potrà bellamente insegnare
alle superiori. Si tenga infine presente che nella graduatoria in cui
confluisce quest' enorme massa di docenti abilitati e da cui si
attingerà progressivamente per le future immissioni in ruolo, gli
insegnanti diplomati alla Ssis sono inseriti fieramente in coda (per
tutto quanto concerne la legislazione vigente sulla Ssis e sul sistema
di reclutamento dei docenti, le azioni di protesta nonché le proposte
che il Coordinamento Nazionale degli Specializzandi ha attivato in
questi due anni, rimando al sito http://members.xoom.it/_XOOM/studsilsismi/index.htm).
Ancora metodi consociativi?
Di questi corsi riservati abilitanti destinati ai precari e, più in
generale, dei principi e delle modalità con cui è regolato il
reclutamento del corpo docente, si è occupato un libro pubblicato in
questi giorni, all' interno del quale, nel capitolo Precari e
sanatorie, si legge:
"E così dal sistema consociativo sono uscite le sanatorie, le
assunzioni in ruolo ope legis, gli aggiustamenti delle graduatorie, i
corsi abilitanti.
L''aggiustamento' ha sostituito la severità selettiva, per una
categoria che dovrebbe insegnare ai giovani il valore del rigore e
della selezione. [...] E' l'esito al quale porta il metodo della
consociazione, che ritengo abbia danneggiato molto la scuola e gli
stessi sindacati. Grazie ad essa si è costruito quel sistema di
potere, anche inserendo i sindacati nelle principali procedure di
decisione della routine. I sindacati sono entrati in tantissime
commissioni che esaminavano (e gestivano) le varie fasi del processo
di amministrazione della scuola e nei provveditorati. Inizialmente le
lotte sindacali hanno ottenuto più trasparenza e più controllo; poi
ha prevalso la consociazione, il coinvolgimento e quindi gli effetti
mercantili di scambio e la rigidità organizzativa..." (L.
Berlinguer, La nuova scuola, Bari, Laterza, 2001, pp. 90-91).
Sorprenderà forse sapere che l'autore di queste affermazioni è
proprio colui che maggiormente ha tentato di riformare la scuola,
Luigi Berlinguer. Considerato tutto ciò, sembra evidente come
l'istituzione delle Ssis non raggiunga di fatto gli obiettivi
auspicati dalla riforma sugli insegnanti della scuola, ma rischi
invece di configurarsi come un'importante occasione perduta. La
definisco occasione perduta, in quanto il valore formativo della
specializzazione che sto frequentando appare davvero prezioso.
Claudio Silvestri è specializzando della Ssis del Lazio indirizzo
linguistico-letterario
+++++
http://www.liceomarinelli.ud.it/liceo/tirocinio/percorsi/PERC_premessa.htm
PERCORSI DEL DOCENTE IN FORMAZIONE
1. INFORMAZIONE
Lo studente della SSIS deve anzitutto ricevere una informazione
competente e dettagliata in appositi seminari e work-shop, in ordine
a: . il POF -Piano dell'Offerta Formativa- in vigore, che costituisce
il quadro di riferimento e coordinamento dell'attività di tutti i
soggetti della scuola. Vi si richiamano infatti la struttura
dell'Istituto, le modalità dell'organizzazione e della
amministrazione, le inizative assunte nella prospettiva
dell'autonomia; si delineano la sequenza delle operazioni e delle
competenze relative alla prorammazione educativa e i progetti
culturali che integrano la formazione degli studenti. . Il Piano
attuativo dell'autonomia, che specifica la ripartizione delle risorse
e del Fondo dell'istituzione scolastica, determinando le
responsabilità, i tempi, le procedure e i controlli. . Il sito web
della scuola, dove sono riportate le attività di rilievo, le
esperienze didattiche, le comunicazioni e le scadenze utili
soprattutto agli studenti e ai genitori per orientarsi nelle scelte e
partecipare consapevolmente e attivamente alla vita della scuola. . Il
Regolamento d'Istituto e il Regolamento di disciplina, che recepisce e
adatta lo Statuto delle studentesse e degli studenti. . I documenti di
didattica generale elaborati dai Dipartimenti: gli Obiettivi cognitivi
e gli Standard minimi di apprendimento per ogni disciplina. . Le
azioni intraprese dalla scuola, sulla base della normativa aggiornata,
in vista dell'Esame di Stato conclusivo. . I documenti relativi al
monitoraggio dell'Istituto da parte del Nucleo di valutazione. Il
"Manuale della Qualità", in vista della certificazione di
qualità dell'Istituto, e i lavori preparatori dei gruppi impegnati
nella redazione. 2. OSSERVAZIONE . Visita agli spazi e attrezzature
della scuola. . Osservazione silenziosa dei lavori di almeno un
Consiglio d'Istituto. . Osservazione silenziosa di almeno un Collegio
dei Docenti. . Osservazione di un incontro informativo con i genitori;
di alcune attività degli studenti che si tengono durante l'Assemblea
di Istituto. . Osservazione delle iniziative e dei servizi inerenti
all'orientamento iniziale e finale e al riorientamento. L'osservazione
semi-strutturata o strutturata va condotta con mezzi di rilevazione e
strumenti di interpretazione precisi, con articolazione oraria
prefissata, traendone note valutative da inserire nel
"diario" (portfolio) del tirocinante. 3. PARTECIPAZIONE .
Partecipazione con ruolo attivo (ma senza diritto di voto) al/i
Dipartimenti delle discipline oggetto delle attività di tirocinio,
soprattutto nelle sedute dove vengono discussi e deliberati gli
standard di apprendimento e vengono proposti gli interventi di
recupero, sostegno e approfondimento. . Partecipazione ad almeno un
Consiglio delle classi ove si svolge il tirocinio, sia nella parte
riservata ai docenti che a quella aperta alle altre componenti: in
particolare alle riunioni dedicate alla programmazione iniziale, alla
definizione degli obiettivi trasversali e del "contratto
formativo" con gli allievi. 4. PROGRAMMAZIONE La progettazione e
la programmazione didattiche derivano dalla ricerca compiuta nel
Laboratorio e vengono concretamente confrontate . nel Consiglio della
classe cui si riferiscono; . con il docente accogliente e il suo piano
di lavoro specifico. Lo studente della SSIS progetta un proprio
micromodulo sperimentale compiuto (una unità tematica concordata,
eventualmente pluridisciplinare): specificando obiettivi, contenuti,
tempi, mezzi e materiali (schede e testi predisposti in Laboratorio),
strumenti di verifica e valutazione, e indicando differenti strategie
didattiche percorribili. 5. ATTIVITA' DIDATTICA E' l'impegno
qualificante l'attività del tirocinio: l'intervento diretto in
classe, parte autonomo, parte in compresenza con l'insegnante
accogliente. . Il tirocinante mette in opera il modulo progettato,
tenendo scrupolosamente documentazione di tutti i passaggi e
rendendosi responsabile dell'esito. . Il tirocinante collabora ad
alcune fasi dell'insegnamento: preparazione e correzione delle prove
scritte; conduzione e valutazione dell'interrogazione; coordinamento
del lavoro di ricerca di gruppo. . Il tirocinante compie esperienze
didattiche guidate nelle aule speciali e nei laboratori (scientifici e
linguistici), nell'aula informatica, in aula proiezioni, usando tutte
le tecnologie disponibili. 6. VALUTAZIONE La Commissione del
Tirocinio, insieme ai tutor, elabora e propone un giudizio motivato
sull'esito del progetto di tirocinio realizzato dal singolo docente in
formazione; il giudizio viene poi certificato dal Dirigente scolastico
e trasmesso al Preside della SSIS. D'altra parte, lo studente della
SSIS costituisce per la scuola una risorsa in quanto è anche
chiamato, da un punto di vista esterno ed esperto nella ricerca più
aggiornata, ad esprimere riflessioni e valutazioni critiche, in modo
esplicito e formalizzato: all'insegnante accogliente, al Consiglio
della classe, agli studenti stessi. La valutazione da parte del
tirocinante del proprio lavoro e dell'attività dei docenti della
scuola, per essere competente ed efficace, viene prima elaborata e
discussa nel Laboratorio didattico. 7. RELAZIONE La relazione
sull'attività di tirocinio, al termine dell'anno scolastico, in vista
delle prove conclusive presso la SSIS, si giova e allega tutta la
documentazione raccolta ("diario"); viene elaborata con il
concorso del docente accogliente e discussa in Consiglio di classe e
in Dipartimento, annotando le eventuali osservazioni critiche dei
colleghi. E' opportuno che una sintesi della relazione venga anche
esposta dal tirocinante agli studenti per renderli partecipi e
consapevoli di un percorso di cui sono destinatari e protagonisti.
+++++
http://www.scform.unifi.it/ssis/decreto98.html
d.m. 26 maggio 1998
"Criteri generali per la disciplina da parte delle università
degli ordinamenti dei Corsi di laurea in scienze della formazione
primaria e delle Scuole di specializzazione all'insegnamento
secondario." Registrato alla Corte dei conti il 19.06.1998 reg.1
foglio 137 pubblicato in G.U. n. 153 del 3 luglio 1998
di concerto con il Ministro della pubblica istruzione,
VISTA la legge 9 maggio 1989, n. 168 riguardante: Istituzione del
Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica;
VISTA la legge 19 novembre 1990, n. 341 concernente: Riforma degli
ordinamenti didattici universitari; VISTA la legge 5 febbraio 1992, n.
104 riguardante: Legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale
e i diritti delle persone handicappate; VISTA la legge 15 maggio 1997,
n. 127 recante: Misure urgenti per lo snellimento della attività
amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo; VISTO
il decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e
tecnologica del 21 luglio 1997, n. 245, recante "Regolamento in
materia di accessi all'istruzione universitaria e di connesse
attività di orientamento"; VISTO il parere del Consiglio
Universitario Nazionale, reso in data 30 aprile 1998; VISTI i pareri
delle Commissioni parlamentari della Camera e del Senato, resi
rispettivamente in data 28 aprile e 30 aprile 1998. VISTA la nota n.
27962/BL del 22 maggio 1998 del Ministero della pubblica istruzione;
DECRETA Art. 1
(Definizioni)
1. Ai sensi del presente decreto si intendono :
a) per corso di laurea, il corso di laurea in scienze della formazione
primaria di cui all'articolo 3, comma 2, della legge 19 novembre 1990
, n.341;
b) per scuola, la scuola di specializzazione all'insegnamento
secondario di cui all'articolo 4, comma 2 della legge 19 novembre
1990, n.341;
c) per obiettivo formativo, l'insieme di attitudini e competenze
caratterizzanti il profilo professionale dell'insegnante, da
sviluppare negli studenti del corso di laurea e della scuola;
d) per credito formativo, la definizione adottata nel Sistema europeo
di trasferimento di crediti accademici nelle Comunità Europee (ECTS),
di cui alla decisione 87/327/CEE del Consiglio del 15 giugno 1987;
e) per laboratorio, l'analisi, la progettazione e la simulazione di
attività didattiche di cui alle aree 1 e 2 di cui agli allegati B e
C, con intervento coordinato di docenti di entrambe le aree;
f) per tirocinio, le esperienze svolte presso istituzioni scolastiche
al fine dell'integrazione tra competenze teoriche e competenze
operative;
g) per prove di valutazione conclusive, le modalità di accertamento
dell'apprendimento al termine di attività didattiche
++++
SSIS - STRUMENTO INDISPENSABILE PER LA PROFESSIONALITA' DOCENTE La
situazione
Le Scuole di Specializzazione per l'Insegnamento Secondario (SSIS)
sono nate col Decreto MURST del 26 maggio 1998, che dava seguito alla
Legge n. 341 del 19 novembre 1990, la quale affidava la formazione
degli insegnanti alle Università, prevedendo una Scuola di
Specializzazione successiva alla laurea, di durata non inferiore a due
anni, articolata in indirizzi, con discipline finalizzate alla
formazione professionale degli insegnanti, facendo specifico
riferimento alle Scienze dell'educazione e all' approfondimento
metodologico e didattico delle aree disciplinari di riferimento,
nonché ad attività di tirocinio didattico obbligatorio. Le SSIS,
partite con l'anno accademico 1999-2000, hanno durata biennale,
articolata in 4 semestri, per un monte ore complessivo di 1000 ore
(700 di corsi e laboratori più 300 di tirocinio pratico presso le
scuole secondarie) in cui sono compresi:
a) gli insegnamenti dell'Area 1 (Trasversale)
- Funzione Docente
(Pedagogia, Didattica, Psicologia, Storia della scuola, Legislazione
scolastica, Educazione ambientale)
b) gli insegnamenti dell'Area 2 -
Disciplinarietà (area disciplinare,
vista nei suoi aspetti storici, metodologici e didattici)
c) Laboratori didattici (Area 3)
d) Tirocinio (Area 4), coordinato dai
Supervisori, da svolgersi nelle
scuole con il supporto di docenti della disciplina in cui ci si
abilita (tutor).
Un problema "di fondo" delle SSIS è che al loro interno
il rapporto Scuola Secondaria-Università è del tutto squilibrato a
favore di quest'ultima, cosa che va assolutamente rimossa se si
vogliono porre le condizioni per un loro efficace funzionamento.
Infatti l'unica presenza istituzionale della Scuola
Secondaria nelle SSIS sono i Supervisori, docenti di scuola secondaria
vincitori di apposito concorso per titoli ed esami, che hanno il
compito di supervisione del Tirocinio e di coordinamento del medesimo
con le altre attività delle SSIS. A parte ciò tutto il resto, l'Area
1, l'Area 2, l'Area 3 del Laboratorio di didattica, l'organizzazione e
la gestione dei corsi, la progettazione e programmazione delle
attività, etc. è demandato all'Università. Purtroppo però, da
sempre, l'Università è il luogo della ricerca, degli specialismi e
dell'approfondimento, non delle metodologie e della ricerca didattica
"applicata", se non in casi particolarissimi legati alle
personalità di singoli docenti. Di norma i docenti universitari, da
sempre istituzionalmente estranei alla Scuola Secondaria e senza alcun
rapporto con essa, ne ignorano completamente realtà e problematiche,
così come le "didattiche possibili" per alunni in quella
fascia d'età e quant'altro attiene alla metodologia e prassi dell'
insegnamento secondario.
Il risultato è che le lezioni dei corsi SSIS sono in genere poco
utili per la formazione di un futuro docente di scuola secondaria,
vuoi perché si tratta della riproposizione di insegnamenti
specialistici un po' "addolciti" (che se anche possono avere
il merito di colmare lacune e omogeneizzare la formazione culturale di
chi li segue - che comunque, non va dimenticato, è un laureato che ha
già seguito corsi specialistici - lasciano però del tutto sguarnito
il fronte medodologico-didattico), vuoi perché, anche quando si
tratta di lezioni di Scienze dell'Educazione, ci si limita a tematiche
del tutto generali e astratte, mai calate nella realtà della prassi
didattica e delle tematiche della scuola secondaria, che anche per i
docenti di quest' area rimane un "oggetto misterioso".
Ben rendono la situazione le parole dei rappresentanti nazionali
degli studenti SSIS, pronunciate nell'autunno scorso in un convegno
romano del Co.Di.S.S.I.S./CONCURED, alla presenza dell'allora Ministro
della Pubblica Istruzione Tullio De Mauro, che riporto in trascrizione
stenografica:
"Le didattiche disciplinari sono state assegnate generalmente
a dei professori universitari che sono sì esperti nel loro campo
disciplinare, ma non esperti nella didattica di quella disciplina,
com'è naturale visto che sono abituati a insegnare all'università, a
una platea di persone di 20 anni e oltre, mentre noi dobbiamo andare a
insegnare a persone di 14-19 anni, che hanno motivazioni del tutto
diverse, e quindi poco purtroppo c'è stato dato in queste lezioni,
che spesso sono state anche troppo spezzettate. Un altro problema che
abbiamo evidenziato è che c'è un peso un po' troppo ingombrante
dell'università in queste SSIS, troppo marginale la presenza del
mondo scolastico, e purtroppo molti dei docenti universitari hanno
poco presente qual è la realtà scolastica, e pur dandoci delle
grandi lezioni di pedagogia, psicologia, etc. poco rapportano questo
al mondo della scuola ."
L'Area 3, del Laboratorio didattico, dovrebbe essere un'area
centrale per le SSIS, il raccordo e lo stimolo per tutte le altre
aree, l'area in cui "si fa didattica", si ipotizzano
percorsi, si progettano unità didattiche, etc. , dove si mettono a
frutto gli insegnamenti delle Aree 1 e 2 e quanto appreso e/o provato
nel Tirocinio. Di norma niente di tutto ciò: spesso i Laboratori
didattici sono affidati o integralmente a docenti universitari, o
integralmente a docenti di scuola secondaria (supervisori o altri
insegnanti di scuola secondaria noti in ambiente universitario), o un
po' agli uni e un po' agli altri, ma in ogni caso spesso manca
un lavoro comune Scuola Secondaria-Università sul fronte
metodologico-didattico.
In definitiva quindi, tranne occasionali eccezioni sempre possibili
in un Paese vario come il nostro, la norma è che le lezioni SSIS sono
tenute da docenti universitari che poco o niente sanno di scuola e
didattica secondaria, col risultato che agli specializzandi viene
fornita una formazione non adeguata a farne dei professionisti
dell'istruzione secondaria, con carenze enormi nel fondamentale
settore medologico-didattico, e sovente anche sul piano strettamente
disciplinare.
I rimedi
Qualunque soluzione venga adottata per le SSIS (3+2, 3+1+2 o
altra), la strada verso una loro piena funzionalità passa
necessariamente da un rapporto paritetico al loro interno fra Scuola
Secondaria e Università, che metta insieme e utilizzi al meglio le
competenze metodologico-didattiche e di trasmissione dei saperi tipici
della Scuola Secondaria, con i saperi specialistici, la ricerca e gli
approfondimenti propri dell'Università. Un apporto libero e autonomo,
ancorché concordato da posizioni di parità, di docenti qualificati
di scuola secondaria è fondamentale e insostituibile per il buon
funzionamento delle SSIS: sono loro infatti i depositari del
"mestiere" dell'insegnare, della metodologie e delle
pratiche didattiche vissute "sul campo", tutti i giorni in
prima persona, ed è velleitario pensare di formare i futuri
insegnanti senza il loro fattivo contributo.
Una possibile riorganizzazione potrebbe prevedere le 1000 ore SSIS
ripartite a metà fra Scuola Secondaria e Università (300 ore di
tirocinio più 200 di corsi e laboratori per la prima, 500 ore di
corsi e laboratori per la seconda), con entrambi gli Enti che svolgono
selezioni al loro interno per individuare le persone più adatte a
quanto richiesto dal lavoro nelle SSIS, persone che poi dovranno
concordare su un piano paritario ogni questione, a cominciare dal tipo
di corsi e dalla loro organizzazione. Sarebbe auspicabile che, almeno
in linea generale, tali persone non passassero a lavorare
integralmente per le SSIS, ma conservassero incarichi nei loro campi
di provenienza. Ciò per la scuola secondaria potrebbe effettuarsi
mediante l'introduzione di una nuova figura di docente, legata sia
alla scuola secondaria che all'Università, specialista nella
didattica della sua disciplina a livello secondario, e selezionata in
base alla capacità di svolgere il suo mestiere. Si parla tanto spesso
di possibilità di carriera per gli insegnanti secondari: perché non
individuare anche in questa figura uno dei possibili sviluppi, dandole
riconoscimento giuridico? Si tratterebbe di una figura che acquisisce
competenze nel trasferire la sua professionalità a professionisti in
formazione, a contatto con quanto di quanto di meglio viene dalle
scuole, e che istituzionalmente mette tutto ciò a confronto con i
livelli alti della ricerca accademica, divenendo quindi un esperto in
ricerca metodologico-didattica, un ricercatore didattico che opera
"sul campo". Questa nuova figura di docente dovrebbe quindi
conservare ore di insegnamento in classi di scuola secondaria, ma date
le difficoltà di coordinamento delle due attività - come sempre,
nelle situazioni in cui c'è una prestazione di lavoro che si
ripartisce all'interno di due sistemi organizzativi - è opportuno
prevedere anche che l'impegno possa essere per un numero di ore più
ridotto dell'attuale "semiesonero" (che spesso, attualmente,
ha comportato carichi di lavoro davvero eccessivi). Se ve ne fosse la
necessità alcuni di questi docenti potrebbero essere temporaneamente
esentati da compiti di insegnamento, perché completamente assorbiti
dal loro impegno nelle SSIS, facendo però in modo che recuperino in
tempi brevi il loro rapporto con le classi.
Con questa riorganizzazione le SSIS potrebbero divenire dei centri
professionalmente avanzati di ricerca didattica e formazione
permanente. In esse infatti sarebbero presenti con ruoli paritari, e
quindi produttivi, specialisti ad alto livello delle varie discipline
(i docenti universitari), e professionisti in grado di elaborare
strategie e metodi per insegnare e rendere attraenti tali discipline
(i docenti di scuola secondaria), abilità che hanno una epistemologia
propria e che richiedono il riferimento a un ampio spettro di fattori,
a cominciare dalla riflessione sui fondamenti storici ed
epistemologici delle discipline stesse e al legare assieme saperi e
affettività.
Che fare per i supervisori attuali
- Abolire la norma,
peraltro di dubbia legittimità costituzionale,
che impedisce di continuare l'esperienza di supervisore
continuativamente per più di 4 anni. Essa infatti, escludendo dal
concorso a SVT chi ne abbia i requisiti solo perché ha già svolto la
funzione per la quale vuol concorrere, è del tutto assurda, e non
pare avere alcun senso, se non quello di impedire un contributo di
"qualità" della scuola secondaria alle SSIS, che è proprio
il principale problema da risolvere nelle SSIS.
- Per ora i
Supervisori, non hanno avuto alcun riconoscimento del
loro ruolo, né giuridico né economico, eppure sono persone che hanno
vinto un pubblico concorso universitario per titoli ed esami, su
argomenti, quelli della formazione secondaria, che sono il centro del
loro lavoro. E questa è indubbiamente un'anomalia da rimuovere: è la
prima volta in Italia che qualcuno vince un concorso per un ruolo
superiore e più complesso, con una professionalità riconosciuta sia
da MPI che da MURST, e non solo non prende una lira d'aumento, ma ci
rimette perché spesso deve fare decine di km per portarsi alla SSIS,
mentre prima, magari, insegnava in una scuola "sotto casa".
Fra l'altro sarebbe opportuno che un eventuale aumento per una
"più alta professionalità" resti, come resta la
professionalità, anche quando non si espleti più la funzione di
Supervisore (che la normativa attuale "stoppa" in ogni caso
dopo un quadriennio almeno per un altro quadriennio).
- Riconoscimento
del ruolo di supervisore in termini di punteggio e
titolo per la carriera scolastica (tipo concorso a Dirigente
Scolastico o altro, punteggio per partecipazione ad esami SSIS,
trasferimenti, così come c'è per gli Esami di Stato nella Scuola
Secondaria, etc. )
- Costituire
un'anagrafe dei Supervisori e iscriverli all'Albo dei
Formatori (fra l'altro fra i titoli ammessi per il concorso di
Supervisore, c'era quello d'aver svolto attività di Formatore),
valutandone il titolo nei concorsi nell'ambito della formazione e
dell'aggiornamento
- Maggiori
agevolazioni rispetto al carico del lavoro scolastico con
riduzione delle ore di insegnamento rispetto al semiesonero.
- Rimborso spese di
viaggio fra la sede scolastica di titolarità e
la SSIS di appartenenza.
Alfio Pelli
Supervisore al Tirocinio presso la SSIS Toscana, sede di Pisa
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Aggiornato il: 14 settembre 2001 http://www.apefassociazione.it/documenti/20010910SISSPelli.htm
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Simonetta Ulivieri, Gloria Giudizi, Sandra Gavazzi (a cura
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Presentazione
La trasposizione didattica dei saperi disciplinari richiede un'attenta
riflessione sul modo di fare scuola e sulle problematiche incontrate
dai docenti e dagli studenti nella loro attività quotidiana.
Dall'integrazione fra sapere sapiente dell'università e il sapere
agito della scuola secondaria nasce la rete di competenze di un nuovo
modello di insegnante, attento alle dinamiche psicorelazionali,
competente nell'uso delle metodologie dell'apprendimento e della
valutazione, rivolto al ruolo sociale che l'istituzione svolge sul
territorio. Questi sono i presupposti che hanno animato l'attività
svolta dai docenti e dai supervisori della sede fiorentina della SSIS
della Toscana. Di tale attività di ricerca e di sperimentazione il
presente volume offre un interessante spaccato.
Prefazione
In Italia si è cominciato a discutere della necessità di dare agli
insegnanti una formazione professionale impostata su basi scientifiche
fin dagli anni Settanta, anche in seguito alla contestazione
studentesca in atto; il dibattito arriva su riviste come "Scuola
e Città", "Riforma della scuola", "Economia
istruzione e formazione professionale". Già alla fine di quel
decennio le Università di Bologna, Genova, Roma "La
Sapienza" e Firenze impostano progetti didattici in tal senso,
con la convinzione condivisa che la preparazione professionale degli
insegnanti debba andare "oltre" le conoscenze disciplinari
affinché questi siano in grado, tramite l'acquisizione di competenze
socio-psico-pedagogiche e didattiche, di rispondere alle esigenze di
una scuola "di massa". In particolare si occupano del tema
della formazione degli insegnanti e del raccordo scuola/università i
pedagogisti: Maria Corda Costa e Aldo Visalberghi dell'Università di
Roma, Mario Gattullo a Bologna, Gastone Tassinari e Lydia Tornatore a
Firenze, dove viene fondato il GUS (Gruppo Università Scuola) con lo
scopo di creare una collaborazione tra docenti universitari, secondari
e primari nell'elaborazione di nuove forme di didattica, anche
utilizzando le significative esperienze sperimentali che erano state
elaborate nella Scuola e Città Pestalozzi sotto la guida di Ernesto
Codignola prima, nel dopoguerra, e successivamente con la direzione di
Raffaele Laporta. Un importante appuntamento, che servirà a creare un
fondamentale raccordo tra pedagogisti e disciplinaristi, è
rappresentato da un Convegno che si tiene a Salerno nel maggio del
1978, organizzato dalla psicopedagogista Clotilde Pontecorvo, sul
tema: Università e formazione continua degli insegnanti1, a cui non
solo partecipano i pedagogisti già citati, ma anche altri che
attualmente troviamo ancora impegnati nelle SSIS, come Elisa
Frauenfelder Zeuli, Lucia Genovese, Bianca Grassilli, Marielisa Muzzi
e Annamaria Piussi, a dimostrazione che un significativo filo rosso
segna l'itinerario della ricerca didattica di allora fino all'attuale
Scuola di Specializzazione per la formazione degli insegnanti
secondari. Al Convegno partecipavano fisici, matematici, chimici,
italianisti e linguisti come Matilde Vicentini Missoni
dell'Università di Roma, Nella Tomasini Grimellini di Bologna, Anna
Maria Rossi e Paolo Boero di Genova, Roberto Andreoli, Luca Benedetti
e Gianfranco Fabbri di Modena, Mario Ricciardi di Torino e Raffaele
Simone di Salerno, Lore Terracini di Roma. Erano poi presenti
esponenti di prestigiosi centri di ricerca come il fisico Ettore
Orlandini del Centro di Fisica del Museo della Scienza e della Tecnica
di Milano. Durante gli anni Ottanta il dibattito sulla formazione
degli insegnanti prosegue riguardo ai criteri di impostazione dei
curricoli universitari, alla creazione di Laboratori didattici
disciplinari con il contributo dell'area di ricerca psico-pedagogica,
in relazione all'apprendere/insegnare e all'individuazione di tirocini
mirati in collaborazione con il mondo della scuola. Nel 1982, ad
esempio, si tiene a Bologna un Convegno2 su: La formazione iniziale
degli insegnanti: aspetti metodologici e operativi, dove si lavora ad
un nuovo profilo professionale dell'insegnante. Vengono presentati
alcuni progetti di sperimentazione, attuati nelle università di
Bologna e della Cattolica di Milano (inerenti alla formazione degli
insegnanti di scuola materna ed elementare), e di Genova (sulla
formazione di insegnanti secondari di discipline scientifiche). Oltre
ai già citati Boero, Gattullo e Tomasini Grimellini, prendono parte
al convegno la psicologia Ornella Andreani Dentici dell'Università di
Pavia e i pedagogisti Franco Frabboni di Bologna e Cesare Scurati di
Milano. La Legge 382 del 1980 prevede la formazione di Centri
interdipartimentali per creare gruppi di lavoro con varie fanalità,
che superino comunque le tradizionali barriere delle facoltà e dei
dipartimenti. Alcuni gruppi di studiosi, di diversa appartenenza, già
attivi in precedenza nell'elaborazione di seminari di didattiche
disciplinari e di strategie formative interdisciplinari nel campo
della preparazione professionale degli insegnanti, creano, sfruttando
questa opportunità, dei centri per la ricerca educativa e didattica:
è il caso del CIRD a Genova nel 1988 e del CIRE a Bologna nel 1990,
con il coordinamento di Giunio Luzzatto e di Mario Gattullo. A quest'ultimo
succede Franco Frabboni con la collaborazione di Maria Lucia
Giovannini. Viene anche organizzata a livello nazionale la conferenza
dei centri interdipartimentali di ricerca didattica CONCIRD, poi
trasformatosi in CONCURED (Conferenza Nazionale dei Centri
Universitari di Ricerca Educativa e Didattica), che anticipa in
qualche modo l'attuale coordinamento nazionale delle SSIS (CODISSIS).
Questi gruppi di ricerca elaborano e fanno proposte durante tutto
l'arco degli anni Novanta per l'istituzione di una scuola di
specializzazione per la formazione degli insegnanti secondari e per la
creazione di un corso di laurea per gli insegnanti elementari e per
l'infanzia, cercando di superare la tradizionale dicotomia tra area
psico-pedagogica e area disciplinare e la storica e anacronistica
gerarchia tra i diversi gradi delle scuole, rivendicando da un lato
una formazione universitaria per tutti gli insegnanti e dall'altro una
preparazione professionale per gli insegnanti secondari, che andasse
altre le strette competenze disciplinari, guardando ai soggetti, ai
luoghi e alle modalità dell'apprendimento. Quando le SSIS verranno
attivate non saranno quindi il risultato di un atto ministeriale, ma
il risultato di un luogo dibattito e di numerose esperienze didattiche
in collaborazione tra l'università e la scuola. Nel 1990 la Legge 341
di riforma degli ordinamenti didattici universitari, che affida la
formazione degli insegnanti alle Università, prevede, all'art. 4, una
Scuola di Specializzazione post-laurea, con insegnamenti, appunto, di
tipo psico-socio-pedagogico e con un tirocinio didattico. Sarà il
Decreto M.P.I. e MURST del 26 maggio 1998 ad attivare le Scuole di
Specializzazione all'Insegnamento Secondario (SSIS), biennali e a
numero programmato.
* * *
La SSIS della Toscana sorge dall'unione di tre Università
convenzionate tra
loro: Firenze, Pisa, Siena (con la sede di Arezzo). La sede
amministrativa, e quindi la Direzione della SSIS-Toscana, sono
stabilite a Pisa, le sedi operative presso le Università di Firenze,
Pisa e Siena. La Scuola è stata avviata da un Comitato di Proposta,
con Presidente Vinicio Villani e coordinatori di sede Filippo Boschi
per Firenze, Luca Curti per Pisa e Gaetano Greco per Siena. L'attuale
Comitato di Direzione è presieduto da Luca Curti. Coordinatori di
sede sono: per Firenze, Simonetta Ulivieri; per Pisa, Gabriele
Torelli; per Siena, Gaetano Greco. Presidente regionale della
Commissione, socio-psico-pedagogica, è Giuliana Pinto. Obiettivo
della Scuola è dunque quello di dare agli insegnanti di scuola
secondaria una preparazione professionale "completa", che
integri il sapere disciplinare con conoscenze-competenze di tipo
socio-psico-pedagogico, indispensabili in una scuola che vede al
centro del processo di insegnamento/ apprendimento il soggetto nella
sua individualità, coi suoi stili cognitivi ed i suoi ritmi di
apprendimento. I laureati che intendono accedere alla SSIS devono
superare un concorso con prove inerenti i programmi di insegnamento in
vigore nelle scuole medie inferiori e superiori, relativi a ciascuna
classe di concorso per cui intendono prendere l'abilitazione. Nel
biennio SSIS gli specializzandi seguono lezioni teoriche di Area 1,
socio-psico-pedagogica, trasversale (ai vari indirizzi attivati) e
Area 2 disciplinare, integrate da Laboratori didattici disciplinari
(Area 3) e Tirocinio nelle scuole medie inferiori e superiori (Area
4). Docenti Universitari, Supervisori in semiesonero presso la Scuola
di Specializzazione e Tutor d'aula, ovvero gli insegnanti secondari
che accolgono gli specializzandi nelle loro classi per il tirocinio,
collaborano alla loro preparazione professionale in una sinergia tra
università e scuola secondaria del tutto nuova e feconda. Al riguardo
è dovuto un sincero ringraziamento a tutti i professori che come
Tutor d'aula in questi anni hanno fattivamente contribuito a
professionalizzare i nuovi insegnanti della scuola secondaria. home
Sunday 22 Settembre, 2002
++++
http://www.minerva.unito.it/ala/AppelloAssociazioni/ssis.htm
I ripetuti attacchi alle SSIS, da parte degli organi di stampa, che
dimostrano ancora una volta una completa e non innocente
disinformazione sui problemi della scuola, hanno suscitato un
dibattito abbastanza ampio di cui si può trovare una documentazione
al sito della Divisione di Didattica. Qui riportiamo il
documento del Coordinamento Nazionale Specializzati e
Specializzandi SSIS
SSIS e Graduatorie permanenti
Riaprono le graduatorie permanenti e si scatenano le polemiche, le
"guerre tra poveri", giovani e meno giovani a caccia del
"posto fisso". Noi del CNSS-SSIS intendiamo con questo
documento non far valere le nostre ragioni su quelle di altri ma
semplicemente fare un po' di chiarezza su alcuni punti fondamentali,
sui quali ci sembra che invece regni una generale confusione. LE SSIS
Le scuole di specializzazione per l'insegnamento non sono scuole: .
per ricchi . facili . dove finisce chi non è riuscito a superare
l'ordinario . che regalano l'abilitazione . frequentate da giovani
neolaureati Le scuole di specializzazione per l'insegnamento sono
invece scuole: . statali universitarie con costo annuo dell'ordine di
quello dei corsi di laurea . con una struttura piuttosto severa:
o numero chiuso con esame (scritto ed orale)
d'ingresso basato sui programmi del concorso ordinario
o 1200 ore di frequenza obbligatoria, generalmente
25 ore a settimana
o esami in itinere, molti, che confluiscono in 12
valutazioni "ufficiali" nei due anni
o esame finale abilitante all'insegnamento e con
valore concorsuale
o esame finale composto da tesina, scritto, orale e.anche
bocciatura (per nulla rara) . con materie di studio nei seguenti
ambiti:
o didattica generale
o didattiche disciplinari
o psico-pedagogia
o sociologia e legislazione scolastica
o progettazione curricolare
. il cui valore formativo è elevato da:
o laboratori sulle materie di studio
o tirocinio diretto nelle scuole italiane, prima
osservativo e poi attivo, cioè vere e proprie esperienze
di insegnamento (300 ore nei due
anni)
. frequentate da "anzianotti" la cui età media è attorno
ai 30 anni, spesso già precari, o che comunque lo
sono diventati durante i due anni di frequenza
. frequentate generalmente da persone che affrontano un lungo percorso
perché fortemente motivate, che
credono nell'insegnamento e nel fatto che sia necessario
imparare ad insegnare Quindi, per la prima volta in Italia, con le
ssis sono state istituite delle "palestre" in cui formare
gli insegnanti, in cui si impara ad insegnare. È una riforma che da
tempo si attendeva in Italia, ultima delle nazioni in Europa a creare
una formazione iniziale dei docenti.
IL PUNTEGGIO AGGIUNTIVO NELLE GRADUATORIE PERMANENTI
Il punteggio aggiuntivo (30 punti) nelle graduatorie permanenti cui
hanno diritto coloro che si abilitano tramite SSIS non è:
. una cosa illegale
. un regalo ad una categoria privilegiata
. un'idea del governo Moratti
. una novità introdotta dal recente decreto che ha
riaperto le graduatorie permanenti Il punteggio aggiuntivo (30 punti)
nelle graduatorie permanenti cui hanno diritto coloro che si abilitano
tramite SSIS è invece:
. stabilito per la prima volta dal Decreto
Ministeriale n. 460 del 24 novembre 1998 che istituisce le
SSIS e che testualmente parla di un
"punteggio aggiuntivo rispetto a quello spettante per
l'abilitazione conseguita secondo le
norme previgenti alla istituzione delle Scuole di
specializzazione all'insegnamento
secondario e più elevato rispetto a quello attribuito per la
frequenza ad altre scuole e corsi di
specializzazione e perfezionamento universitari"
. confermato da una norma di valore superiore, la
Legge 306 del 27/10/2000, che sanciva il valore
concorsuale dell'esame finale
ssis e stabiliva che un Decreto Interministeriale avrebbe dovuto
determinarne il valore del
punteggio aggiuntivo
. fissato definitivamente in 30 punti dal Decreto
Interministeriale n. 268 del 4 giugno 2001 Dal punto di vista
legale, dunque, il punteggio aggiuntivo all'abilitazione SSIS, ed a
nessun'altra, è assolutamente legittimo e non ha cambiato le regole
del gioco in corso; già un anno prima che venissero banditi
l'ordinario e i riservati si sapeva che l'abilitazione ssis avrebbe
garantito nelle graduatorie permanenti un punteggio aggiuntivo. Al
contrario adesso sarebbe anti-giuridico non prevederlo o cercare di
sminuirne il valore:
. privare gli abilitati ssis del punteggio
derivante dal servizio (come proposto dal CNPI) sarebbe stato
addirittura anticostituzionale,
contrario ad ogni principio di eguaglianza, e avrebbe dato origine a
ricorsi
vinti in partenza e dunque ha fatto
bene il MIUR a non accettare richieste così insensate
. concedere un punteggio aggiuntivo, anche se
inferiore a 30 punti, alle altre abilitazioni sarebbe stato
illegittimo poiché in tal modo i 30
punti non sarebbero stati più "aggiuntivi rispetto alle altre
abilitazioni",
come detta il DM 460 del 1998. Ciò è
invece potuto succedere nelle graduatorie di circolo e d'istituto
perché esse non ricadono sotto la
normativa su citata
Chi propone (o minaccia) ricorsi contro il punteggio aggiuntivo o
contro il cumulo di tale punteggio con quello derivante dal servizio,
lo fa per ignoranza o in malafede, le leggi in questo sono nette e non
lasciano spazio all'arbitrarietà.
LE ABILITAZIONI A CONFRONTO
Le abilitazioni conseguite tramite concorso o corso riservato o
tramite ssis sono assolutamente di pari livello e dignità. Il
punteggio aggiuntivo cui hanno diritto gli abilitati ssis è motivato
dal titolo di specializzazione post-laurea che la ssis rilascia,
specializzazione all'insegnamento, un titolo che certifica due anni di
qualificata preparazione teorica e pratica in un ambiente frutto di
una stretta collaborazione tra il mondo universitario e quello della
scuola secondaria. L'abilitazione tramite concorso ordinario:
. è di norma garanzia di un'ottima preparazione
disciplinare
. non garantisce di per sé alcuna competenza in
campo didattico-pedagogico L'abilitazione tramite corso riservato:
. è un atto dovuto da parte dell'amministrazione a
chi per anni ha lavorato per essa
. è di per sé una garanzia di grande esperienza
nell'insegnamento
. non garantisce un percorso formativo di alto
livello in campo didattico-pedagogico L'abilitazione tramite scuola di
specializzazione all'insegnamento (SSIS):
. è di norma garanzia di un'ottima preparazione
disciplinare
. è di norma garanzia di competenza in campo
didattico-pedagogico
. garantisce con il tirocinio una significativa
esperienza nell' insegnamento Quindi è del tutto comprensibile che si
sia voluto premiare un percorso abilitante completamente innovativo,
altamente formativo, che richiede enormi sacrifici e che dovrebbe
garantire docenti qualificati e preparati nell'affrontare la
professione sin dal "primo giorno di scuola". D'altronde le
SSIS sono aperte pure a coloro che sono già abilitati tramite
concorso ordinario o corso riservato. E vi sono tanti specializzati e
specializzandi SSIS in queste condizioni, che hanno scelto di
affrontare due ulteriori anni di studio universitari. Ciò non fa
altro che dare ancora più prestigio a queste scuole e rappresenta
un'occasione anche per chiunque voglia accrescere le proprie
competenze didattiche e/o usufruire del punteggio aggiuntivo.
LA "GUERRA TRA POVERI"
Per poter valutare senza pregiudizi i "pesi" attribuiti
dall'amministrazione alle diverse abilitazioni occorre inquadrare
l'intero campo normativo del sistema di reclutamento dei docenti, in
particolare occorre considerare che:
1. le assunzioni vengono fatte per il 50% dalle
graduatorie permanenti e per il 50% dalle graduatorie di
merito del concorso
ordinario; dunque gli abilitati tramite ordinario partecipano a due
graduatorie, di
cui una a loro riservata
2. le abilitazioni tramite riservato, se non sono
seconde o terze abilitazioni, garantiscono di per sé un
minimo di 24 punti,
attribuiti grazie al servizio, che nei casi di "vecchio
precariato" diventano 50 o 100
ed anche più
3. il punteggio aggiuntivo attribuito agli
abilitati SSIS (30 punti) vengono acquisiti con due anni e mezzo
di servizio per cui i precari
storici, coloro insegnano da 3, 4, 5 o magari più anni nella classe
di
concorso in cui sono abilitati
non potranno mai essere scavalcati da abilitati SSIS privi di servizio
4. a parità di altre condizioni, un abilitato ssis
in graduatoria permanente sarà collocato:
.
in posizione più favorevole di un abilitato del concorso ordinario,
ma quest'ultimo avrà, come
detto, dalla sua la graduatoria di merito del concorso
.
in posizione meno favorevole di tutti gli abilitati dei corsi
riservati che hanno un'esperienza
d'insegnamento, nella specifica classe di concorso, superiore di
almeno due anni e mezzo, cosa
assolutamente sicura nei casi di "vecchio precariato"; 30
punti infatti vengono acquisiti con due
anni e mezzo di servizio.
.
in posizione più favorevole degli abilitati dei corsi riservati che
non abbiano (o abbiano
relativamente poca) esperienza di insegnamento nella classe di
concorso per cui sono iscritti in
graduatoria, ma questi sono generalmente casi di insegnanti già in
servizio in altra classe di
concorso
Concludiamo riportando l'impressione che, in molti settori della
scuola, in particolare nel mondo sindacale, non sia stata ancora colta
la novità SSIS. La SSIS non è un corso abilitante sic et simpliciter,
ma una scuola di specializzazione biennale, non si limita ad abilitare
ma specializza all' insegnamento; è una scuola di formazione
altamente qualitativa, in adeguamento a quella parte di Europa più
avanzata dove si accede ai vari settori lavorativi attraverso scuole
di formazione specialistiche e specializzanti. È proprio questo, e
tutti gli oneri che comporta, a giustificare il punteggio aggiuntivo.
La formazione iniziale è di fondamentale importanza per la qualità
generale della scuola italiana e per la valorizzazione della
professione docente, sia dal punto di vista delle competenze e della
professionalità che da quello socio-economico, e potrebbe
(dovrebbe) essere il trampolino di lancio per una valida formazione
permanente. Invitiamo quindi insegnanti, associazioni, sindacati ed
organi ministeriali interessati al miglioramento generale della scuola
e della condizione docente a non osteggiare le SSIS. Al contrario,
vorremmo averli al nostro fianco nella battaglia per una critica
costruttiva al sistema di formazione iniziale degli insegnanti,
perché delle ottime ssis abilitino ottimi insegnanti. Il
Coordinamento Nazionale Specializzati e Specializzandi SSIS
Riferimenti:
Alessandra Referza a.referza@libero.it
Fabio Falco fabiofalco@tin.it
Stefano Di Ludovico stediludo@katamail.com
Vincenzo Arte vinarte@tiscalinet.it
Virna Masini virnamasini@libero.it
+++++
http://www.nuovascuola.org/precari/coordinamento%20siss.htm
SSIS e Graduatorie permanenti
++++
ssisnews http://members.xoom.virgilio.it/studsilsismi/settimanale/news1.htm
http://members.xoom.virgilio.it/studsilsismi/
http://www.lend.it/consvtbertagna.htm
COORDINAMENTO NAZIONALE SUPERVISORI PER IL TIROCINIO NELLE SSIS
+++
scheda tutor
http://www.bdp.it/~rmmm0013/scheda_tutor.html |