NUOVE PROFESSIONALITÀ
Le innovazioni dell'Information
Technology hanno ormai coinvolto pienamente anche la
ricerca umanistica, tanto che oggi lo storico dell'arte
ha finalmente a disposizione gli stessi strumenti-base
della ricerca scientifica per il trattamento delle
informazioni bibliografiche e dei dati documentali e in
alcuni casi anche per le analisi diagnostiche dei beni
culturali.
Conoscere gli strumenti significa
soprattutto saperne valutare le potenzialità in
rapporto agli scopi da perseguire, in modo da utilizzare
correttamente gli strumenti stessi in tutta quella
casistica reale di applicazioni che è ancora in gran
parte inedita e richiede una preparazione specialistica
scientificamente corretta. L'effettiva implementazione
di soluzioni informatiche che per loro natura si trovano
a dover unire insieme prodotti puri del pensiero e
macchine in grado di costituire un nesso organico
funzionale, ha stimolato la creazione di nuove
professionalità, in entrambi i settori scientifico e
umanistico. Ma troppo spesso la competenza di codeste
nuove figure professionali in ambito umanistico è
rimasta improvvisata ed aleatoria. Considerando che
all'umanista è affidato il delicato compito di
stabilire i compiti, di vagliare le strategie e di
verificare i risultati di codesti sistemi informatici,
appare ancora più urgente un attento studio fin dai
primi anni di preparazione universitaria. Una più
specifica ed aggiornata preparazione professionale non
consentirà soltanto il miglioramento della qualità
finale delle operazioni condotte, ma anche e soprattutto
la realizzazione di una nuova tipologia di strumenti in
cui la componente "tecnico-fisico-oggettuale"
sarà talmente integrata agli scopi culturali da
risultare invisibile, in modo da completare la
rivoluzione dell'informatica che è appena iniziata.
INFORMATICA E DISCIPLINE STORICO-ARTISTICHE
Lo sviluppo di soluzioni informatiche
specifiche per i beni culturali e le discipline
storico-artistiche è stato marginale rispetto al
mercato internazionale dell'information technology,
che ha coinvolto i settori militari, della ricerca
universitaria tecnico-scientifica, delle
telecomunicazioni, sociale, medico e finanziario,
arrivando solo in ultima istanza ai settori librario,
biblioteconomico e museale che, tra quelli umanistici,
sono stati comunque i primi ad essere dotati delle nuove
tecnologie. Il gap metodologico risulta evidente
mediante una semplice comparazione numerica tra il
volume di pubblicazioni elettroniche delle riviste
scientifiche e quello delle riviste umanistiche,
parallelo al ritardo della formazione di tecnologie e
brevetti per il settore delle arti visive. Tra i tanti
esempi possibili, si possono citare le ricerche
tecnologiche per l'implementazione di sistemi
informatici per la protezione delle immagini digitali
tramite watermarking, che, pur essendo
indispensabili per la diffusione dell'editoria
elettronica d'arte e quindi strategiche anche in campo
commerciale, seguono a distanza e con affanno i
corrispondenti sistemi di protezione delle opere
musicali o video. Soltanto lo sviluppo della diagnostica
dei beni culturali ha registrato una crescita maggiore
grazie alla possibilità di mutuare le proprie
tecnologie dal settore medico-sanitario.
Le cause di codesto ritardo nel
settore storico-artistico sono essenzialmente due. La
prima è direttamente collegata alla difficoltà
intrinseca di realizzazione dei progetti di ricerca
sulle immagini digitali dovuta agli alti costi delle
apparecchiature, costi che soltanto recentemente sono
stati abbattuti grazie alla diffusione di massa di
personal computer multimediali con caratteristiche e
potenze che fino a pochi anni fa erano riservate a
costosissime workstation professionali. La
seconda causa del ritardo è dovuta ad una certa
idiosincrasia congenita dell'umanista che, pur con
brillanti eccezioni, aveva generalmente ritenuto inutile
e talvolta addirittura dannosa l'utilizzazione
dell'informatica nelle discipline di propria competenza,
delegando di fatto esperti dell'area scientifica, privi
delle competenze necessarie per realizzare progetti
significativi per l'area umanistica.
È inoltre possibile individuare
un'altra classe di cause del ritardo dello sviluppo
delle applicazioni informatiche nel settore
storico-artistico, prescindendo da qualsiasi motivazione
economica e tecnologica. Si tratta di cause più
significative da un punto di vista storico e
metodologico e riguardano lo sviluppo complessivo della
cultura e della comunicazione nel passaggio epocale
dalla società di massa a quella dell'informazione.
Le prime applicazioni umanistiche
dell'informatica e l'informatica stessa come disciplina
risalgono agli anni Sessanta, ma soltanto con la
creazione del World Wide Web verso la metà degli anni
Novanta avviene un'affermazione mondiale decisiva. La
televisione, infatti, che prevede una comunicazione
univoca "uno-a molti", perde il monopolio
della comunicazione globale e viene affiancata da
Internet che permette per la prima volta una reale
possibilità di comunicazione "molti-a-molti".
Tale estensione teoricamente infinita delle possibilità
comunicative interpersonali sta creando un evidente ed
oggettivo salto di qualità con risvolti socio-culturali
di grande portata ancora oggi in fase di studio ed è il
vero salto quantico dell'Informatica.
Inoltre bisogna constatare che è in corso non solo,
come è ovvio ed è già stato universalmente compreso,
una veloce ed irreversibile digitalizzazione
dell'editoria tradizionale, ma anche e soprattutto un
meno evidente, ma anche più importante, incisivo e
completamente inedito avvicendamento di tecniche di
comunicazione delle informazioni che fanno largo uso di
strutturazioni di dati molto complesse, di tipo
metacognitivo.
In questo scenario le discipline
storico-artistiche giuocano un doppio ruolo perché sono
insieme oggetto di informatizzazione, ma al tempo stesso
anche soggetto d'innovazione, grazie allo straordinario
patrimonio informativo acquisito nel corso dei secoli
dagli artisti che hanno sempre equilibrato arte, scienza
e tecnologia in una continua verifica della teoria e
prassi della produzione dell'opera d'arte e dei modelli
di riproduzione della natura.
Una valutazione complessiva
dell'importanza socio-culturale di tali fenomeni induce
dunque a considerare l'informatica umanistica applicata
al settore storico-artistico nella sua accezione più
ampia, non solo quindi come un campo di esperienza
specifica delle nuove tecnologie, rivolto alla migliore
comprensione e gestione della storia dell'arte, ma anche
e soprattutto, una nuova disciplina.
Appare allora evidente come
l'ingresso dell'informatica all'interno delle discipline
storico-artistiche abbia subito un ritardo solo
apparente e segua invece una precisa tempistica
corrispondente al momento di massima pervasività
dell'informatica nella società causata dalla recente
apparizione del World Wide Web, che grazie alla sua
intrinseche capacità ipertestuali, multimediali,
interattive e telematiche, appare come il mezzo di
comunicazione più appropriato per la moderna società
dell'informazione.
DALLA LOGICA ARISTOTELICA AL CONCETTO DI FUNZIONE IN
CASSIRER
L'informatica può essere considerata
nel suo aspetto tecnico-meccanicistico, limitandosi
all'apprezzamento delle attività logico-formali poste
in essere dal calcolatore elettronico, oppure essere
indagata nelle profonde implicazioni epistemologiche,
cognitive e comunicative presenti in codesto
interessante territorio di confine.
La banale e generica identificazione dell'informatica
umanistica con il personal computer, o comunque con i
varî tipi di macchine di volta in volta incaricate di
eseguire calcoli numerici, o qualsiasi altra operazione
strumentale, ha creato un fraintendimento di fondo
presso gli umanisti, e impedito finora di comprendere più
attentamente soprattutto la seconda e più complessa
concezione fondante della realtà.
Aristotele ha lucidamente ricostruito
le modalità del conoscere considerando che la ragione
elabora i dati provenienti dall'esperienza sensibile
mediante il procedimento dell'astrazione che trasforma i
dati in concetti. I concetti vengono poi ordinati in
classi e specie secondo un ordine gerarchico regolato da
leggi precise che sono a fondamento della logica e
vengono espresse nella teoria del sillogismo. La logica
formale aristotelica diventa la base costituiva della
futura logica booleana e del calcolo automatico ancora
oggi adoperati dagli elaboratori elettronici. Aristotele
dunque ha come oggetto primo i dati ricavati
dall'esperienza sensibile.
Cassirer invece, nella sua Filosofia
delle forme simboliche afferma che: « molto prima che
il mondo si presenti alla coscienza come un complesso di
"cose" empiriche e di "proprietà"
empiriche, le si è presentato come un complesso di
potenze e azioni mitiche »2
e ancora, che « la giustificazione filosofica del mito,
la quale significa il suo superamento filosofico,
consiste ora in questo, che esso viene considerato come
una forma e un grado del sapere stesso [...] »3.
Cassirer effettua così il
superamento - si badi - non la contraddizione o
confutazione, dell'approccio aristotelico orientato alla
logica. Egli infatti considera la concezione
mitico-simbolica della realtà non come un'allegoria
favolistica della stessa, o un'emanazione psicologistica,
ma come una specifica modalità di esperienza della
realtà fenomenica che ha in sé il suo proprio statuto
e che non viene legittimata da leggi, ma dalle funzioni
assolte proprie del dominio di appartenenza, cioè
quello delle attività dello spirito, tra cui, appunto,
l'arte.
« Cassirer identifica l'a priori
delle obiettivazioni dello spirito non più con la loro
legge ma con la loro "forma". Diversamente dal
concetto di legge, quello di forma simbolica risulta -
come precisa lo stesso Cassirer - "un medio
onnicomprensivo", nel quale si incontrano tutte le
formazioni spirituali, pur così diverse » (Geymonat) 4.
La Filosofia delle forme simboliche di Cassirer,
amico di Fritz Saxl e ammiratore di Aby Warburg,
costituisce così il punto principale di riferimento
teoretico dei nuovi media e delle strutture percettive
metacognitive. L'aver affiancato alle leggi
aristoteliche la giustificazione della forma e il
concetto di funzione significa aver realizzato per tempo
la fondazione filosofica dell'odierna multimedialità
intesa non nella sua realizzazione tecnica audio-visiva,
quanto piuttosto nella sua propria specificità di
linguaggio e strumento di comunicazione e percezione del
mondo.
La dimensione mitico-simbolica della
multimedialità, contenuta in nuce fin dalla fondazione
dell'informatica, ma rimasta fondamentalmente
inespressa, con l'avvento di Internet, cioè dell'era
della comunicazione globale, diventa in primo luogo
strumento di comunicazione e quindi realmente e
completamente linguaggio. A differenza di ogni
linguaggio precedentemente esperito dagli artisti nel
corso dei secoli, il linguaggio dell'informatica
nell'era della comunicazione globale è interattivo e
conquista dunque delle dimensioni ancora inesplorate che
possono costituire la vera novità dell'arte prossima
ventura.
L'approccio metacognitivo
preconizzato a livello teorico e filosofico da Cassirer
risulta così anche empiricamente realizzabile, grazie
al World Wide Web. Quanto mai moderno ed attuale risulta
allora l'esperimento che suscitò tanta diffidenza nel
Rinascimento e impegnò il filosofo friulano Giulio
Camillo Delminio, insieme a Tiziano Vecellio, nel
tentativo di realizzare quello che si potrebbe definire
uno dei primi esperimenti mondiali di realtà virtuale5.
La macchina della sapienza di Giulio Camillo,
fisicamente realizzata nella forma di un teatro ligneo,
si alimentava della sapienza mitica degli antichi.
L'esperimento del Camillo consisteva
nella costruzione di una macchina del pensiero che non a
caso è stata spesso considerata dai filosofi della
scienza e dagli esperti di mnemotecnica rinascimentale,
un antesignano dei più recenti sistemi di
rappresentazione della realtà e che ha come momento
centrale la considerazione della forma simbolica quale
sistema di percezione della realtà.
INFORMATICA & RICERCA STORICO-ARTISTICA
Non esiste ancora una letteratura
critica che analizzi l'argomento delle applicazioni
informatiche nel campo della ricerca storico-artistica
nel suo complesso con un taglio critico generale perché
la bibliografia non sempre è facilmente reperibile ed
è molto eterogenea, ma soprattutto perché non esiste
ancora una forma e uno statuto della disciplina. In
attesa che vengano realizzate nuove mediateche che
facilitino la realizzazione di tale visione d'insieme,
è opportuno rivolgere attenzione verso i centri di
eccellenza depositari di esperienze significative.
A proposito va osservato che i centri
di ricerca italiani che attualmente investono ore uomo e
risorse per la ricerca e sviluppo di applicazioni
informatiche per le discipline storico-artistiche e i
beni culturali non sono numerosi. Generalmente il
know-how è posseduto dalle aziende informatiche che
assumono anche il ruolo di project leader delegando alle
università o ai singoli docenti la semplice funzione di
consulenza scientifica.
Tra i centri universitari che hanno
invece condotto la ricerca con una politica di sviluppo
ed una programmazione autonoma, si distingue il CRIBECU
- Centro di Ricerche Informatiche per i Beni Culturali 6
della Scuola Normale Superiore di Pisa, che ha maturato
più di venti anni di esperienza settoriale specifica. A
partire dal 1978, con la First International Conference
on Automatic Processing of Art-History Data and
Documents, il CRIBECU ha funzionato come pioniere
italiano ed internazionale per la ricerca e formazione
specialistica rivolta a docenti, tecnici, operatori e
studenti prevalentemente post-universitari, raggiungendo
risultati scientifici notevoli grazie al coordinamento
della storica dell'arte Paola Barocchi.
Il CRIBECU nasce come evoluzione del
precedente "Centro di Elaborazione Automatica di
Dati e Documenti Storico-Artistici", fondato nel
1980. Nel 1984 il CRIBECU promuove una collaborazione
ufficiale tra la Scuola Normale e il Paul Getty Trust,
attivando la Second International Conference on
Automatic Processing of Art-History Data and Documents.
Il Census of Computerization in the History of Art
raccoglie schede illustrative dello stato dell'arte di
allora. Tra i numerosi progetti realizzati dal CRIBECU
si ricordano: il Catalogo dei Sigilli del Museo del
Bargello, il Progetto Musei con il relativo modello di
inventariazione per la schedatura del patrimonio
storico-artistico e archeologico di 204 musei toscani,
il progetto Museo Civico di Gibellina con un sistema per
la gestione dei materiali di arte contemporanea del
Museo. Tra i CD-ROM prodotti dal Centro pisano si
ricordano Le Vite de' più eccellenti pittori, scultori
e architettori di Giorgio Vasari, nelle due redazioni
del 1550 e 1568 e il Carteggio (1496-1563) di
Michelangelo Buonarroti, a cura di P. Barocchi, S.
Maffei, G. Nencioni, U. Parrini e E. Picchi.
Sono state curate edizioni del Trattato della pittura
di Cennino Cennini e di Leonardo da Vinci; il De
pictura di Leon Battista Alberti; il De
Architectura di Vitruvio nella edizione latina di
Fra Giocondo, Venezia 1511 e in altre edizioni. Nel 1993
P. Barocchi, S. Maffei, G. Nencioni, U. Parrini, E.
Picchi hanno curato i fondamentali indici di frequenza e
concordanze delle Vite di Giorgio Vasari, nelle due
redazioni del 1550 e 1568 e nel 1994 hanno pubblicato
gli indici del Carteggio di Michelangelo
Buonarroti.
Nell'ambito dei centri di ricerca
universitari italiani, il gruppo di lavoro coordinato da
Antonio Gisolfi del Dipartimento di Informatica
dell'Università di Salerno ha creato, insieme al Centro
Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello un
appuntamento scientifico annuale con i Convegni sui Sistemi
Multimediali Intelligenti7
dove sono stati discussi i temi della multimedialità,
reti e ipertesti, e presentati prototipi di sistemi
esperti per la catalogazione dei beni culturali 8.
Il CNR - Consiglio Nazionale delle
Ricerche9
promuove e coordina gli enti di ricerca pubblici e
privati nazionali con il "Progetto finalizzato Beni
Culturali"10
che per il 1996-2000 si articola in cinque
sottoprogetti:
- Individuazione delle risorse nello spazio e nel
tempo
- Diagnosi dello stato di conservazione e
metodologie di intervento
- Patrimonio documentale e librario
- Archivio biologico ed etno-antropologico
- Museologia e Museografia
In seguito alla proliferazione
generale delle iniziative è emersa la necessità di
creare degli standard qualitativi e operativi. L'AIPA -
Agenzia per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione11,
assolve a questa funzione di coordinamento nazionale per
l'aspetto squisitamente amministrativo; mentre, per le
questioni tecniche e specialistiche già dal 1975 l'ICCD
- Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
del Ministero dei Beni e le Attività Culturali12,
è deputato ad elaborare i programmi di catalogazione
generale per i Beni Culturali, gestire le metodologie di
catalogazione e documentazione dei beni culturali
inclusa la cura dell'unificazione dei metodi relativi e
curare anche il catalogo generale dei Beni Ambientali,
Architettonici, Archeologici, Artistici e Storici. Forte
di questo ampio mandato, l'ICCD svolge dunque di fatto
la funzione di coordinatore nazionale per la messa a
punto degli standard dei beni storico-artistici.
Tra gli studiosi che hanno condotto
ricerche significative sulla comunicazione visiva,
Corrado Maltese si è distinto per aver adottato un
approccio semiotico-oggettuale, sperimentando formule
per la misurazione delle componenti
cromatico-luministiche dell'opera d'arte mediante
sistemi di riferimento noti come "gradienti di
contrasto". Particolarmente interessante per gli
anni in cui veniva concepita, la metodologia esposta nel
suo volume Dalla Semiologia alla Sematometria13,
che propone un tentativo di lettura semiotica dell'opera
d'arte con ricchi riferimenti sia al potere segnico
delle icone, sia all'analisi matematico-statistica del
dato materiale desunto dalla lettura oggettiva delle
proprietà delle opere. Gli allievi di Maltese hanno
continuato la sua ricerca nel settore diagnostico,
mettendo a punto efficienti sistemi di indagine
diagnostica e relative metodologie.
Presso l'Istituto di Storia dell'Arte
dell'Università La Sapienza, è stato costituito nel
1998 lo STARLAB - Laboratorio di Informatica per la
Ricerca e la Didattica della Storia dell'Arte, con lo
scopo di promuovere e condurre l'informatizzazione
dell'Istituto. È in corso di realizzazione il progetto
di ricerca ARTIUM INDEX che prevede la formazione di una
Mediateca Digitale per la didattica e la ricerca
consultabile in modalità locale e remota14.
IPERTESTI, EDITORIA ELETTRONICA & WWW
La teoria dell'ipertesto precede la
nascita del World Wide Web.
La struttura ipertestuale del sapere non è intrinseca
al media utilizzato, cioè la tecnologia elettronica
specifica, ma la precede già nella tradizionali forme
di espressioni del sapere: in modo implicito nella trama
narrativa di un romanzo e in modo esplicito attraverso
il reticolo di rimandi in nota della letteratura
scientifica. Ma, a differenza dei romanzi e dei saggi
scientifici tradizionali, si verifica finalmente la
possibilità reale e non solo più metaforica della
"non-finitezza" dei rimandi, anche se la non
finitezza dei rimandi non è predeterminata all'interno
dell'ipertesto, ma si realizza nel percorso ipertestuale
e si identifica nella rete in quanto tale. Il concetto
di "non-finitezza" è a sua volta una metafora
della rete.
Ad un tradizionale approccio individuale tipico
dell'intelligenza artificiale si contrappone ora un
approccio sociale degli ipertesti che per propria natura
prevedono l'interrelazione con altri nodi della rete.
Ogni pagina è collegabile mediante un collegamento
ipertestuale ad un'altra pagina qualsiasi della rete: in
questo senso gli ipertesti possono essere visti
"come modelli della struttura interpersonale e
sociale del sapere"15.
OPAC e METAOPAC
OPAC è l'acronimo di Open public
acces catalog, uno strumento informatico e telematico
che permette la consultazione pubblica remota di un
catalogo elettronico di una biblioteca o di un servizio
bibliografico. La maggior parte degli OPAC sono
raggiungibili e consultabili tramite interfaccia Web.
Una tipologia di OPAC, per esempio il catalogo della
Biblioteca Apostolica Vaticana16,
è invece consultabile tramite interfaccia a riga di
comando e servizio Telnet, un programma di cui è
facilmente reperibile una versione di pubblico dominio e
che è già fornito all'interno dei moderni sistemi
operativi.
Il catalogo delle biblioteche statali
italiane è informatizzato secondo gli standard
stabiliti da SBN - Servizio Bibliotecario Nazionale.
Durante la catalogazione dei proprî fondi, le
biblioteche afferenti ad SBN inseriscono ex novo i dati
di una scheda relativa al libro soltanto dopo averne
verificato l'assenza nella memoria centrale; in caso
contrario "catturano" la scheda rintracciata e
vi associano la collocazione dell'opera e tutte le altre
informazioni, che permetteranno in un secondo tempo di
effettuare la localizzazione dell'opera stessa da parte
dell'utente finale e la conseguente eventuale richiesta
di prestito interbibliotecario. Essendo ormai centinaia
le biblioteche in possesso di un proprio OPAC, per
garantire la massima reperibilità delle informazioni,
è stato possibile sperimentare formule di
interrogazione collettiva delle banche dati note come
MetaOPAC17.
Si tratta di una interrogazione multipla effettuata
attraverso delle interfacce sperimentali appositamente
concepite e costituisce il futuro standard della
cosidetta information-retrieval in ambito
biblioteconomico. Alcuni OPAC particolarmente evoluti
permettono di spedire i risultati della ricerca
effettuata direttamente ad un indirizzo personale di
posta elettronica. Studenti e docenti non devono dunque
più consumare tempo prezioso nell'estenuante e ormai
inutile attività di copia manuale delle informazioni
bibliografiche.
Ai fini della ricerca
storico-artistica il più importante OPAC internazionale
è fornito dal Getty information Institute che permette
una consultazione remota del repertorio bibliografico
RILA18,
ormai standard dell'informazione bibliografica
settoriale storico-artistica.
THESAURI
Un thesaurus è un vocabolario
strutturato della nomenclatura di una tipologia
specifica di oggetti. I termini sono collegati tramite
un sistema di relazioni logiche anche molto sofisticato
che permette di navigare concettualmente all'interno del
reticolo logico.
Il Getty Information Institute (Art
History Information Program) fondato nel 1983 come
sezione operativa del J. Paul Getty Trust, ha creato
alcuni thesauri: The Union List of Artist Names (ULAN)19
dei nomi degli artisti, con le varianti, le eventuali
traduzioni, i soprannomi e gli pseudonimi, i nomi dei
parenti e un'altra serie di importanti informazioni
correlate; The Art & Architecture Thesaurus (AAT)20
con la nomenclatura dei termini artistici e
architettonici e il fondamentale The Getty Thesaurus of
Geographic Names (TGN)21
che riporta tutti i nomi geografici mondiali con la
serie completa delle varianti storiche e linguistiche e
la relativa bibliografia.
Particolarmente complesso e
strutturato il thesaurus della suppellettile
ecclesiastica elaborato dall'ICCD - Istituto Centrale
per il Catalogo e la Documentazione22,
che comprende un sistema gerarchico di relazioni che
permette una navigazione controllata e quindi una
ricerca a partire da una descrizione generale
dell'oggetto fino alla descrizione specifica e la
conseguente identificazione dell'oggetto stesso.
MAILING-LIST
La mailing-list è uno
strumento che permette la spedizione automatica di
informazioni a liste di indirizzi di posta elettronica
di utenti iscritti. Gli iscritti sono generalmente sia
mittenti che destinatari. La mailing-list può
essere libera o moderata, a seconda che i messaggi siano
o meno preventivamente approvati per la distribuzione
dal list-owner.
La mailing-list è un sistema
più rapido ed efficiente delle news e dei forum, perché
i messaggi vengono trasmessi in tempo reale direttamente
nelle caselle private di posta elettronica senza
richiedere alcun intervento da parte dell'utente.
Configurando appropriatamente il programma di gestione
della posta elettronica23,
inoltre è possibile smistare automaticamente i messaggi
provenienti da una mailing-list in un folder
apposito, tenendo così separata la posta pubblica da
quella privata.
Le regole di gestione della mailing-list sono
registrate nel programma di configurazione e comunicate
con un messaggio di benvenuto al neo-iscritto.
Una mailing-list di sola lettura prevede
generalmente la diffusione di notiziari in modalità
mono-direzionale di tipo tradizionale. Un solo mittente
spedisce a molti destinatari, che si limitano a leggere
le informazioni. Tale tipo di mailing-list viene
generalmente utilizzata per diramare comunicati stampa o
informazioni circa eventi che non richiedono una
risposta.
La mailing-list generalmente
è tematica e quindi, se ben gestita dal moderatore e
ben utilizzata dall'utente, può costituire un potente
strumento di aggiornamento professionale e anche un
mezzo privilegiato e talvolta esclusivo per la
comunicazione di informazioni. Quando una mailing-list
permette la scrittura di messaggi si possono avviare
discussioni e dibattiti con persone distanti nel mondo
con risultati simili a quelli di una videoconferenza, ma
costi irrisori. Inoltre la conferenza virtuale permette
di essere condotta in un periodo di tempo dilatato
indipendentemente dai vincoli delle disponibilità dei
partecipanti, che spesso limitano la realizzabilità di
una videoconferenza tradizionale. Tali caratteristiche
permettono di creare comunità virtuali basate anche su
argomenti molto specifici, alla stregua di quanto
avviene con l'editoria tradizionale cartacea
tecnico-scientifica, ma, a differenza di quest'ultima,
con la produzione di informazioni in tempo reale. Grazie
ai frequenti scambi e citazioni di indirizzi operati
dagli utenti, la mailing-list può essere utilizzata
anche come strumento per individuare risorse pubblicate
sulla rete Internet sotto forma di siti Web. La
possibilità di raggiungere una comunità tematica di
utenti permette inoltre di interrogare i partecipanti ed
ottenere risposte in modalità interattiva e
cooperativa.
Tra le più importanti mailing-list
in lingua inglese, ricordiamo CAAH, (Consortium of
Art and Architectural Historians24
fondata da Marilyn Aronberg Lavin (Princeton, NJ) nel
marzo 1991 e frequentata quasi esclusivamente da storici
dell'arte ed operatori esperti nel campo delle arti
visive. La caratteristica peculiare di questa mailing-list
consiste nell'ospitare numerose richieste di discussione
su temi di ricerca storico-artistica ed è quindi
un'interessante palestra per i giovani studiosi che se
ne potranno giovare partecipando anche soltanto come
lettori.
Museum-L è una mailing-list
in lingua inglese dedicata esclusivamente ai Musei ed è
stata fondata nell'aprile 199125.
Registra un grande successo di pubblico ed un elevato
numero di messaggi. Grazie ad un software particolare,
gli archivi di Museum-L sono pubblicamente consultabili
con interfaccia Web ed apposite chiavi di ricerca per
data, soggetto e autore.
Sono attualmente in corso
sperimentazioni di nuovi e più complessi servizi, come
HyperNews26,
che integra WWW e Usenet News del Software
Development Group del NCSA - National Computational
Science Alliance, oppure l'IDF - Internet Discussion
Forum , sviluppato da Giuseppe Attardi del Dipartimento
di Informatica dell'Università di Pisa per facilitare
comunicazioni studente - docente e gruppi di lavoro in
ambiente wireless con handheld computers.
EDITORIA E COPYRIGHT ELETTRONICO
Evidentemente uno dei settori
maggiormente strategici nell'attuale evoluzione dell'Information
Technology è costituito dal diritto d'autore, per
la protezione del quale sono nati alcuni organismi con
il compito specifico di stabilire dei protocolli
rigorosamente internazionali che consentano
l'identificazione univoca di ogni oggetto digitale senza
la quale nessuna transazione economica potrà essere
effettuata Il problema dell'identificazione dell'oggetto
digitale coinvolge anche gli storici dell'arte che si
trovano a dover gestire enormi quantità di dati legate
ai beni culturali e a dover autenticare le informazioni
testuali e le fotografie digitali relative alle opere
d'arte riprodotte. Negli Stati Uniti la Fondazione DOI
- Digital Object Identifier è incaricata di
promuovere la creazione di uno standard per
l'identificazione dell'acquirente o utilizzatore
temporaneo.
L'Unione Europea promuove progetti e
reti europee telematiche e multimediali28
con l'obiettivo dichiarato di creare una valida
alternativa al monopolio americano sulla produzione e copyright
del software dei sistemi operativi e dei
programmi di gestione aziendale. La missione europea
consiste nel tentare di ottenere il controllo della
produzione dei contenuti dell'informazione multimediale,
soprattutto nei settori della cultura e dell'arte.
L'Europa potrebbe recuperare il terreno perduto nei
confronti dell'America grazie alla fabbrica dei
contenuti che si rivela essere così la vera e forse
principale novità del Terzo Millennio in cui l'Italia
giuocherebbe un ruolo leader per via della sua
tradizionale rilevanza storica e competenza specifica.
Ovviamente in questo quadro evolutivo la messa a punto e
il controllo di standard europei è una precondizione
fondamentale anche e soprattutto per l'esercizio del
diritto di tutela del copyright elettronico,
finora punto debole del sistema produttivo europeo e
soprattutto italiano. Questa situazione si è
brillantemente risolta a favore dell'Europa grazia
all'attivazione di una piattaforma europea per lo studio
del copyright elettronico ECUP - European Copyright
User Platform29.
Negli Stati Uniti è stato creato il
concetto il concetto del "Fair use" (buon uso)30
per fissare un punto di riferimento culturale per
l'applicazione giuridica delle eccezioni al copyright
destinate a salvaguardare quello che non sembra più
essere un diritto: la copia privata ad uso personale e
di studio, in alcuni casi anche la consultazione
all'interno delle biblioteche per finalità culturali ed
educative istituzionali.
Nella conferenza Electronic
Copyright and digital licensing: where are the pitfalls
? (Roma, 5-6 novembre 1998), promossa
dall'Associazione Italiana Biblioteche sotto il
patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali - Ufficio Centrale per i Beni Librari, le
istituzioni culturali e l'editoria, sono stati
presentati e discussi i problemi sottesi alla nuovissima
tipologia di licenze internazionali ed europee stipulate
che gli editori propongono alle Università per l'uso di
banche dati elettroniche. In tali licenze la facoltà di
negoziazione dei contratti è demandata alla forza
contrattuale dei consorzi che le Università riescono a
promuovere e gestire. Ecco quindi emergere con evidenza
una posizione di assoluto monopolio degli editori
elettronici del futuro che:
- non stampando più copie cartacee delle proprie
edizioni
- conservando spesso esclusivamente presso i propri
server l'intera edizione elettronica
- rendendo consultabile l'edizione stessa
esclusivamente in modalità remota
- in assenza di un'efficace e coerente legislazione
di controllo
- stante la totale novità del fenomeno
acquistano una posizione di monopolio e riescono a
mantenere un fortissimo potere contrattuale con la
conseguente facoltà di imporre condizioni e costi di
consultazione che variano generalmente a favore
dell'editore, in funzione della quantità di licenze
vendute dai Consorzi universitari. Gli editori, infatti,
possono variare il costo di vendita delle licenze di
utilizzo dei prodotti editoriali in funzione della
quantità di abbonamenti acquistata dai Dipartimenti
Universitari membri del Consorzio, riducendo così la
capacità di negoziazione dei contratti da parte dei
Consorzi stessi ad una mera formalità, e, cosa ancora
più grave, riuscendo a costringere le Università,
attraverso la costituzione stessa dei Consorzi, a farsi
carico di una parte del processo commerciale di vendita
dei prodotti che è stato tipicamente a carico dei
distributori e delle librerie e realizzando così un
ulteriore diminuzione dei costi di commercializzazione a
proprio vantaggio.
In questo scenario diventa essenziale per un Istituto di
ricerca universitario assicurarsi almeno il controllo e
la disponibilità gratuita di tutte le risorse prodotte
internamente; di tutte le risorse scientifiche e di
almeno una parte di quelle didattiche destinate ad uso
interno.
Senza alcun accordo esterno, ma esclusivamente con una
politica di autoregolamentazione, e quindi senza alcun
costo economico vivo, diretto e specifico, l'Università
può ottenere in primo luogo il controllo delle proprie
risorse. In un secondo momento potrà soddisfare la
sempre più urgente necessità di garantire, anche a
soggetti terzi titolati, l'accesso gratuito alle proprie
risorse culturali per finalità istituzionali di ricerca
e didattiche. In mancanza di un'adeguata e soprattutto
aggiornata posizione di intervento di politica
culturale, tale garanzia diventerà presto un costo e
quindi un lusso per tutti gli stati nazionali europei;
l'Università, nel rinnovato scenario dell'editoria
digitale, dovrà dunque trovare il modo di garantirsi la
possibilità di consultazione gratuita dei materiali che
essa stessa produce.
Il più significativo esperimento di
promozione della editoria elettronica scientifica a
tutela del "Fair use" è la Stanford
University Library's HighWire Press31.
Nata nel 1995, produce ora 127 siti on-line ed è citata
come esempio positivo da seguire nell'ambito delle
iniziative editoriali che consentono una fruizione
agevolata per gli enti universitari e di ricerca
istituzionale. La visione editoriale non è ripiegata
sulla copia del prodotto cartaceo, ma si apre alle nuove
potenzialità offerte del mezzo telematico, con
particolare attenzione allo sfruttamento
dell'interattività, delle immagini ad alta risoluzione
e della gestione avanzata di collegamenti ipertestuali.
Anche se le riviste pubblicate appartengono tutte
all'area medico-scientifica, l'esperimento di Stanford
rappresenta un punto di riferimento mondiale anche per
le discipline umanistiche come esempio di editoria
elettronica universitaria rivolta alla comunicazione
pubblica dei contenuti della ricerca scientifica del
nuovo millennio32.
MULTIMEDIA - MEDIATECA
Una novità importante nella storia
dell'informatica storico-artistica è consistita
nell'implementazione di sistemi multimediali,
comprendenti cioè, oltre al testo anche un commento
sonoro e immagini fisse e in movimento. Ma soltanto il
World Wide Web ha riunito in sé l'ipertesto, la
multimedialità e la telematica in un solo strumento
universale. Una grande rete di informazioni multimediali
estesa su tutto il mondo grazie ad un sistema di
interconnessione di rete (Internet) che assicura lo
scambio in tempo reale delle informazioni. Il luogo
privilegiato di conservazione delle risorse digitali sarà
la mediateca, una biblioteca digitale ristrutturata
secondo le rinnovate esigenze della multimedialità.
Sono stati presentati alcuni progetti
sperimentali ora in corso di realizzazione e più
precisamente il progetto Mediateca Santa Teresa di
Milano sezione digitale della Biblioteca Braidense, le
cui funzioni, secondo gli ideatori, saranno ben più
estese rispetto a quelle tipiche di un'odierna
biblioteca statale, finalizzata prevalentemente alla
conservazione. La Mediateca di Santa Teresa è concepita
anche come centro di ricerca, polo di alfabetizzazione
informatica e promotrice di imprese editoriali
elettroniche in un'inedita e stimolante visione del
sapere33.
Altra mediateca importante in corso
di realizzazione è quella di Bologna, che avrà sede
nella ex sala Borsa e sarà dotata di più di 900 posti
a sedere per una ricettività quotidiana di 4000
visitatori e utenti. Un cablaggio totale collegherà 240
computer multimediali, postazioni TV dotate di
connessione satellitare e, naturalmente, accesso ad
Internet34.
Da ricordare inoltre il piano
d'azione del Ministero per i Beni Culturali e ambientali
Mediateca 2000, rivolto alla alfabetizzazione
informatica e all'educazione alla multimedialità come
strumenti chiave per l'inserimento nel mondo del lavoro
anche in vista della creazione di mediateche. Va
segnalato che la quasi totalità dei più di
quattrocento giovani formati con la prima fase del
progetto Mediateca 2000 proviene dal settore
umanistico. Un ruolo molto significativo è stato svolto
dall'AIB - Associazione Italiana Biblioteche, che ha
accumulato importanti competenze, presentandosi come
centro nazionale di eccellenza nel settore delle nuove
tecnologie informatiche e telematiche per la
catalogazione e gestione dei beni culturali35.
Utile per orientamento didattico è
l'ormai classica pubblicazione Dove studiare il
multimedia in Europa, Where to get multimedia training
in Europe !, curata dall'Istituto Nazionale degli
Audiovisivi francese, con il supporto del Programma
Media dell'Unione Europea36.
FOTOTECHE DIGITALI
Scala Istituto Fotografico Editoriale
Spa ha costituito un archivio elettronico digitalizzando
le proprie collezioni fotografiche. Tramite interfaccia
Web sono disponibili entrambi i servizi di
fotoriproduzione classica e di fornitura di immagini
digitali.37
Museums Online è un servizio Web
che unisce in rete alcuni Musei per fornire
fotoriproduzioni delle opere d'arte ivi conservate38.
La rete crea uno sportello unico intermuseale aumentando
la visibilità delle singole strutture; accorcia i tempi
di consegna delle fotografie; crea economie di scala e
conseguente risparmio sui costi del servizio sia lato
committente sia lato utente; assicura il pagamento delle
royalties ai Musei; cataloga per via informatica
tutte le opere di cui fornisce la fotografia, creando
una grande banca dati fotografica museale e garantisce
infine la corrispondenza biunivoca tra il proprio
archivio e i dati contenuti negli archivi dei centri di
ricerca internazionali, come il Thesaurus dei
nomi degli artisti del Getty Information Institute.
STANDARD
Gli standard garantiscono l'interoperabilità
e la qualità delle strutture informatiche. Molti
standard sono in continua evoluzione, altri sono ancora
in attesa di un riconoscimento internazionale.
Lo standard del World Wide Web è l'HTML
- Hypertext Markup Language39,
elaborato da un apposito Consorzio e costantemente
aggiornato. I documenti composti secondo lo standard
HTML possono essere letti senza modifiche all'interno di
qualsiasi sistema operativo, come una sorta di esperanto
informatico realizzato per facilitare la comunicazione e
la condivisione delle risorse informative in rete.
Il SICI - Serial Item
Contribution Identifier40
potrebbe diventare un importante punto di riferimento
per le citazioni bibliografiche del futuro, che saranno
completamente diverse da quelle attuali perché faranno
sempre riferimento a pubblicazioni elettroniche, di cui
dovrà essere garantita prima ancora che la reperibilità
in rete, l'identificazione univoca grazie ad una chiave
composta da un numero di elementi la cui complessità
sarà direttamente proporzionale alla quantità
complessiva di oggetti digitali presenti
contemporaneamente in Internet.
DOI - Digital Object Identifier è
un'iniziativa statunitense per la gestione del copyright
elettronico.41
L'adozione generalizzata di standard
permette l'integrazione delle risorse e questa, a sua
volta, un'inedita reperibilità delle informazioni.
Grazie a speciali agenti software di ricerca automatica
sparsi per il mondo, le parole-chiave contenute negli
appositi METADATA appositamente predisposti
all'interno dei file HTML vengono indicizzate ed
inserite nei motori di ricerca. La mancanza dei METADATA
può rendere irreperibile o difficilmente reperibile
un'informazione, per esempio creando confusioni
semantiche.
Gli standard sono le regole della società
dell'informazione. Vi sono moltissime tipologie di
standard: dei formati grafici; dei formati dei
documenti; delle transazioni di rete; della struttura
degli archivi elettronici; dell'accessibilità dei
documenti in base ai contenuti; della gestione e
amministrazione di processi e servizi; ultimamente ne
sono stati proposti anche per l'ottimizzazione della
docenza scolastica nell'ottica della qualità.
Un'attenta analisi delle potenzialità di questi nuovi
strumenti permetterà il miglioramento dei servizi
universitari, quali assegnazione e catalogazione delle
Tesi di Laurea e di Specializzazione; conduzione e
promozione dei progetti di ricerca; aggiornamento dei
dati bibliografici; organizzazione tempestiva di
convegni e workshop; attivazione di progetti europei che
richiedono la partecipazione di partner internazionali
grazie al lavoro di rete; condivisione di banche dati di
immagini e documenti e tutte le altre attività
cooperative che richiedono la condivisione di risorse in
rete.
Roma, 21 maggio 1999
NOTE
Il presente saggio è stato
pubblicato per la prima volta con il medesimo titolo in L'occhio,
la mano e la macchina. Pratiche artistiche
dell'Ottocento, a cura di Silvia Bordini, Roma,
Lithos, 1999, pp. 153-169.
Per errore era saltata la nota numero 1, che ora viene
reinserita nel testo.
Tutti i diritti sono dell'autore.
Ringrazio vivamente Silvia Bordini per avermi
sollecitato a scrivere il testo.
1
Strumenti della ricerca storico-artistica dalla
tradizione all'innovazione, promosso dal direttore
dell’Istituto di Storia dell’Arte prof. Maurizio
Calvesi, attivato presso la cattedra della prof.ssa
Silvia Bordini e tenuto da Stefano Colonna Ph.D. nell’a.a.
1998/99, è il primo Corso di Informatica e Storia
dell'Arte dell’Istituto.
2
Ernst Cassirer, Filosofia delle forme simboliche,
vol. II, Il pensiero mitico, Firenze, La Nuova
Italia, 1964. Titolo originale: Philosophie der
symbolischen Formen, II: Das mytische Denken,
Oxford, 1923, p. 3.
3
Ernst Cassirer, Filosofia, etc., op. cit.,
p.5.
4
Ludovico Geymonat, Il neokantismo di Cassirer, in
Id., Storia del pensiero filosofico e scientifico,
Milano, Garzanti, 1972, pp. 152-167.
5
Il mondo virtuale di Giulio Camillo, a cura di
Viviana Normando e Natascia Moroni, Roma, Università La
Sapienza – FESTINA LENTE Centro Internazionale di
Ricerca Storico-Artistica, 1997.
6
<http://www.cribecu.sns.it>
completo di riferimenti bibliografici.
7
Sistemi Multimediali intelligenti. Beni Culturali e
Formazione, Atti del Convegno SMI ’96, Ravello,
Villa Rufolo, 13-15 novembre 1996, a cura di Antonio
Gisolfi, pagg. 48-49.
8
P.es.: Catalogazione della numismatica medioevale di
Salerno.
9
<http://www.cnr.it/>
10
Nella pubblicazione Progetto Finalizzato Beni
Culturali 1996-2000, Roma, CNR, 1997, si trovano
l’elenco completo dei progetti, i nomi e gli indirizzi
dei responsabili, il titolo e la descrizione della
ricerca.
11
<http://www.aipa.it>
12
<http://www.iccd.beniculturali.it/>
L'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
(ICCD) è uno dei quattro Istituti Centrali del
Ministero per i Beni Culturali e Ambientali ed è stato
istituito dal D.P.R. 3-12-1975, n. 805, che ne ha
fissato le funzioni e la struttura operativa, in un
quadro organico con l'ordinamento e le competenze degli
altri Istituti Centrali: Restauro, Catalogo Unico delle
Biblioteche, Patologia del Libro.
13
Corrado Maltese, Dalla Semiologia alla Sematometria.
Studi sulla comunicazione visiva, Roma, Il Bagatto,
1983.
14
Lo staff operativo dello STARLAB è costituito da
Mario D’Onofrio (Direttore Scientifico), Claudia Cieri
(Vice-Direttore Scientifico), Silvia Bordini
(Coordinatore dei Progetti di Ricerca), Antonella
Sbrilli (Responsabile Mediateca, Responsabile posta
elettronica), Stefano Colonna (Consulente per la Ricerca
Applicata e Responsabile WWW).
Nella Commissione Informatica sono presenti, oltre ai
docenti già menzionati, anche Silvia Danesi Squarzina e
Simonetta Lux.
15
Marcello Frixione, Le reti della memoria: Ipertesti,
reti semantiche e struttura della conoscenza, in Sistemi
Multimediali intelligenti. Beni Culturali e Formazione,
Atti del Convegno SMI ’96, Ravello, Villa Rufolo,
13-15 novembre 1996, a cura di Antonio Gisolfi, pagg.
48-49.
16
<telnet://librs6k.vatlib.it>.
17
<http://www.aib.it/aib/lis/opac/op1mai.htm>
Pagina di preselezione degli OPAC italiani consultabili,
disponibile al pubblico dal 18 maggio 1999.
18
<
http://www.ahip.getty.edu/aka/aka_form_pub.html>.
19
<http://shiva.pub.getty.edu/ulan_browser/>.
20
<http://shiva.pub.getty.edu/aat_browser/>.
21
<http://shiva.pub.getty.edu/tgn_browser/>.
22
Metodologie di catalogazione. Suppellettile
ecclesiastica, a cura di Benedetta Montevecchi e
Sandra Vasco Rocca, Firenze, Centro Di, 1989.
23
All’indirizzo <http://www.pegasus.usa.com>
si trova il programma Pegasus, uno dei client
di posta elettronica più diffusi al mondo, che
consiglio perchè è freeware e possiede comunque
le più evolute funzioni previste nei programmi
commerciali. Inoltre permette di salvare gli archivi dei
messaggi anche in formato Unix, che è uno standard di
fatto.
24
Riporto di seguito il messaggio di benvenuto della mailing-list
CAAH, estrapolandolo da un messaggio di posta
elettronica del 29 settembre 1998 spedito dal moderatore
ai lettori:
« WELCOME TO CAAH (Consortium of Art and Architectural
Historians) founded March 1991.
CAAH is a restricted listserv for the exchange of
information concerning scholarship and research in the
fields of art and architecture history. When admission
is requested, scholars are asked to state field(s) of
interest and research, and academic affiliation.
Discussion is encouraged on: Research and theory
questions of a broad nature; Questions of principles and
ethics in the field; Teaching approaches; Bibliographic
searches; Access to archives and collections; Costs of
photographs and publication permissions; copyright
issues; Contents of colloquia (often with abstracts of
papers) Previews of Tables of Contents of scholarly
journals with abstracts of articles when possible;
Technical problems and innovations when they have to do
with art and architectural scholarship ». Le richieste
di iscrizione e i comandi vanno spediti all’indirizzo:
LISTSERV@PUCC.Princeton.Edu
25
L’indirizzo degli archivi della mailing-list
Museum-L: <http://home.ease.lsoft.com/archives/museum-l.html>
Le FAQ – frequently asked questions: <
http://museums.state.nm.us/nmmnh/museum-l.html>.
26
<
http://www.hypernews.org/HyperNews/get/hypernews/about.html>.
27
<
http://www.di.unipi.it/~attardi/hp/proposal98.htm>.
28
<http://www.kaapeli.fi/~eblida/>
EBLIDA - European Bureau of Library, Information and
Documentation Associations.
29
<http://www.kaapeli.fi/~eblida/ecup/>.
30
<http://fairuse.stanford.edu>
è un punto di riferimento per la pubblicistica relativa
al Fair-use.
31
<http://intl.highwire.org/>
«vOur fondamental desire is to return to universities
and other academic institutions, such as scholarly
societies, the control of the literature of scholarship
» Michael A. Keller, University Librarian - Stanford
University, <http://hul.helsinki.fi/finelib/geleijnse/sld013.htm>.
32
<http://intl.highwire.org/about.dtl>
« Stanford is vitally interested in the communication
of research results ».
33
Flavia Strinati, La presentazione del Progetto
Mediateca di Santa Teresa, in: "BTA -
Bollettino Telematico dell'Arte" (ISSN 1127-4883),
22 aprile 1999, n. 180, <http://www.bta.it/txt/a0/01/bta00180.html>.
34
<http://www.comune.bologna.it/Iperbole/docs/Chiara/index.html>
Stefano Chiara, La Telematica e la Città. Il Progetto
Iperbole a Bologna, Università di Bologna, Facoltà di
Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Discipline delle
Arti della Musica e dello Spettacolo, Tesi di laurea in
Comunicazioni di massa, a.a. 1997-´98, Relatore Chiar.ma
Prof.ssa Nora Rizza, correlatore Prof. Roberto Grandi,
2.1.1.7 Biblioteca Multimediale.
35
<http://www.aib.it/>.
36
Edizione italiana a cura di SMAU, consulenza e
aggiornamento di Chiara Sottocorona, traduzione di Lucia
Sottocorona, Milano, SMAU, 1997.
Martine Colarossi, Direzione della Ricerca INA, <Colarossi@ina.fr>.
37
<http://www.scala.firenze.it/>.
38
<http://www.museums-online.com/catalogue/>.
39
<http://www.w3.org>.
Sito ufficiale del W3 Consortium. Contiene tutti i draft
e gli standard HTML e XML.
40
SICI - Serial Item Contribution Identifier – ISSN:
1041-5653 ANSI/NISO Z39.56-1996 Version 2 approved
August 14, 1996 by the American National Standards
Institute <http://sunsite.berkeley.edu/SICI/index.html>.
« This standard defines the requirements for providing
in coded form an identifier for each item of a serial
and each contribution contained in a serial ».
41
<http://www.doi.org>.
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system for intellectual property in the digital
environment. Developed by the International DOI
Foundation on behalf of the publishing industry, its
goals are to provide a framework for managing
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