LA CULTURA E LA GESTIONE DEL RISCHIO
-Nota a margine del Seminaro di Studi sul tema:
"EXTENDED ENTERPRISES for “e”-.Society development"- PIN-PRATO
16 ottobre 2000
http://tnserver.pin.rete.toscana.it/tasti2/index.htm
Paolo Manzelli: LRE@blu.chim1.unifi.it
Incontrando problematiche sempre piu’ complesse, ormai non piu’ trattabili con logiche causali lineari, gradualmente si
e’ modificato il ruolo del sapere nella previsione dello sviluppo cosi’ come nell’ ambito
della gestione del rischio.
Ha iniziato la scienza nel 1927 acquisendo il principio detto di “Indeterminazione di Heisemberg”, a dichiarare che alla base delle nostre conoscenze non c’e’certezza deterministica tra cause ed effetti, ma che altresi’, nella soluzione di problemi complessi, si deve ammettere una probabilita’ non nulla che avvengano eventi imprevedibili.
Nell’ epoca del passaggio al III Millennio, la consapevolezza della accettazione del rischio e’ significativa della aumentata complessita’ del sistema di sviluppo sociale ed umano.
Le strategie di gestione del rischio stanno pertanto oggi mutando le basi del vivere sociale ed economico contemporaneo.
Sotto tale aspetto la complessita’ odierna piu’ evidente risiede nella globalizzazione dei mercati che consegue alla combinazione sinergica dell’accumulazione del capitale azionario con il progresso tecnologico accentuata dalla accelerazione di sviluppo resa possibile dalla utilizzazione delle tecnologie di comunicazione interattiva.
Questa complessita’ rende necessaria una gestione del rischio attuabile tramite una proiezione delle conoscenze per la espansione del mercato globale, nel quale si attua una concorrenza fortemente dinamica che viene attivata nella rete ampia come il mondo (World Wide Web), dove ha ormai iniziato a svilupparsi il Commercio Elettronico. (e.Commerce).
La integrazione tra conoscenze e mercato, modifica rapidamente il ruolo sociale
del sapere proprio in quanto esso non puo’ essere piu’ separato dal sistema produttivo e commerciale ; infatti la sua integrazione determina
un piu’ alto valore aggiunto nella capacita’ concorrenziale delle imprese e quindi agisce sulla elevazione del profitti ma anche sulla
crescita dello sviluppo e di nuove opportunita’ di lavoro intellettuale.
La unione tra conoscenze e mercato, rappresenta quindi la scommessa creativa di una epoca cosiddetta NETWORKED DIGITAL ECONOMY ( NET-ECONOMY), che organizzativamente si attua per tramite della creazione di “Extended Enterprises” (1) cioe’ di ampi partenariati di impresa, progettati e coordinati mediante negoziazioni ed accordi detti di Business to Business (BtB) tra centri di studio e di ricerca & sviluppo ed imprese produttive e commerciali.
Da questa nuova situazione dello sviluppo culturale e sociale fondata sulla integrazione tra conoscenze e mercati emergono, sul versante economico finanziario , nuove ed importanti strategie che trovano il loro fondamento su rinnovati criteri di efficienza e flessibilita’ del management cognitivo che si esprimono in termini di “telelavoro” effettuato sia in campo economico che organizzativo.
Innovative strategie finanziarie infatti vengono progettate ed orientate al fine di determinare condizioni sostenibili di equita’ tra i due valori che rappresentano le risorse primarie della NET-ECONOMY. Pertanto l’equilibrio di ridistribuzione delle risorse tra “capitale umano” e “capitale finanziario” (Private Equity) , rappresenta nella nuova situazione favorevole alla economia del lavoro in quanto le innovative applicazioni di tale criterio di equita’ e’ divenuto uno dei fattori fondamentali della sostenibilita’ dello sviluppo nell’ ambito della forte concorrenza e complessita’ che l’impresa produttiva e commerciale, specie se Piccola o Media , si trova ad affrontare per realizzare soluzioni del tipo EXTENDER ENTERPRISES ed per attivare strategie di espansione nel mercato globale.
E’ necessario considerare infatti che, nell’ ambito della NET-ECONOMY , dove si assiste al progressivo passaggio tra capitale Bancario a capitale Azionario (2) la rincorsa al raggiungimento del massimo profitto immediato, rischia di generare gravi disequilibri proprio nell’ambito della esigenza di effettuare una valorizzazione congiunta delle risorse cognitive e monetarie, che sono entrambe necessarie per ottenere posizioni non di rendita passiva ma di efficacia produttiva dei forti investimenti in capitale e conoscenza, entrambi necessari nei settori cruciali di uno sviluppo visto in riferimento alla globalizzazione dei mercati.
Tale e’ la ragione fondamentale per cui iniziano a proporsi nuovi strumenti economici il cui fine consiste proprio nella valorizzazione e ridistribuzione “ equa “ tra le due forme di capitale umano e finanziario. (vedi (3) - Criteri di Equita’ nell’ utilizzazione degli strumenti economici.)
Al fine di trattare questi importanti argomenti e delle applicazioni dei principali strumenti organizzativi e finanziari per la gestione del rischio nell’era della globalizzazione dei mercati, non tanto sul piano teorico, ma principalmente sulla base di Progettazioni di EXTENDED ENTERPRISES (dette anche Virtual Community) , con particolare riguardo all'area EURO-MEDITERRANEA, ed inoltre per la formazione Manageriale dei BRAIN-WORKERS , il LRE-EGO-CreaNET, ed il PIN TASTI Research Group, della Universita’ di Firenze organizzano il seminario di studi internazionali sul tema : "EXTENDED ENTERPRISES for e.Society DEVELOPMENT" (4) (Per informazioni ed iscrizioni : Antonella Casu- lella@pinet.ing.unifi.it)
- P.S The issues of the international conference "EXTENDED ENTERPRISES for e.Society development"-will be discussed also by an interactive mailing real-time procedure. (ask information to Marco Pini - dyipin@tin.it)
Biblionline
(1) https://www.edscuola.it/archivio/lre/extend.html
(2) https://www.edscuola.it/archivio/lre/nuoeco.html
(3) http://www.romaonline.it/TendadeiPopoli/documenti/tesiKarina/CAP5.html