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La luce di giorno ed il buio di notte
Paolo Manzelli
Avvicinandoci al meeting su Scienza e Arte del 22 NOV/007 a Firenze (Museo della Specola via Romana 17, vedi Programma in www.egocreanet.it) , come più volte ho asserito, ritengo che sia importante sia per la scienza che per l'arte, porre attenzione ed interesse a fenomeni naturali della vita a partire da quelli che ci sembrano banali; così, invece di pensarci su, si vanno a ripetere sofisticate spiegazioni scientifiche incentrate totalmente su un vecchio modello meccanico o quanto meccanico della scienza, mentre,anche a causa di tale atteggiamento scientifico matematicamente complesso e complicato, l'arte si separa nettamente dalla scienza, scindendo la parte emotiva ed empatica del nostro cervello da quella razionale, fino a provocare una scissione sempre più decisa tra le funzioni complementari dei due emisferi cerebrali. Ciò che vorrei prendere ora in semplice considerazione, rientra senza dubbio nel campo della riflessione e rilettura del perché vediamo la notte buia ed il giorno illuminato. Il giorno è illuminato a causa della diffusione differenziale (SCATTERING) dei fotoni interagenti con l'atmosfera terrestre. Il Cielo della "volta celeste "appare di colore blu, mentre al calare del sole diviene rosso, ciò perché la velocità della luce cambia attraversando strati più o meno densi di aria, cosi che nella direzione dell'orizzonte lo spessore molecolare delle nuvole che si allontanano all'orizzonte e più denso che non nella direzione perpendicolare. Pertanto e noto che “rosso di sera buon tempo si spera”. Inoltre sappiamo che salendo perpendicolarmente con un pallone stratosferico si vede cambiare il colore del cielo dal blu al viola sempre piu' scuro fino al nero del cielo stellato. Resta a spiegare perche' il cielo e buio di notte data la presenza di miliardi di stelle che lo illuminano. La scienza risponde a questo quesito dicendo che dal BIG BANG iniziale in poi l'Universo si raffredda perché è in espansione; inoltre dato che si considera la velocità della luce nel vuoto costante, oltre un certo limite si assume che la velocità di espansione divenga uguale o maggiore della velocità della luce, cosi che possiamo vedere solo la luminosità di stelle che potrebbero esser persino non più attive da tempo immemorabile. Questa la spiegazione della scienza contemporanea sul perché il cielo interstellare è nero. Sinceramente però non posso credere facilmente che il cielo sia buio, come conseguenza incrociata della espansione e della limitatezza della velocità della luce. Fondamentalmente l'occhio è un sistema ricettivo che per mezzo di reazioni fotochimiche e capaci di rilevare le differenze di velocità e di frequenza della luce mentre il cervello risponde a tali dati correlandoli a differenti colori della luce visibile.
Ritengo però che sia un grave pregiudizio pensare che un fotone proveniente da una stella lontana anni luce, mantenga invariata la sua frequenza pur passando da un ambiente ad altissima energia della stella a un ambiente freddo come è lo spazio interstellare. Il fotone infatti non può essere considerato come un sistema chiuso ad elevata conservazione di energia, come fosse dotato di moto perpetuo, così da attraversare uno spazio infinito e assolutamente vuoto, in modo indenne da perdite di energia. Inoltre che dire dell' ENTANGLEMENT tra fotoni? del quale abbiamo parlato più volte? in: www.edscuola.it/LRE.html; www.wbabin.net. E' bene infatti ricordare che i fotoni sono Particelle oscillanti come onde e non raggi diretti verso il centro della terra che si infilano dritti, dritti nell' IRIDE del nostro Occhio. Pertanto la questione del cielo buio di notte contiene ancora a mio avviso svariati pregiudizi. Tra essi annovero quelli che abbiamo inizialmente trattato nella discussione aperta in www.egocreanet.it, su CERVELLO e PERCEZIONE, ciò perche ancora nella Scienza meccanica si pretende di assumere per vera, la arbitraria separazione tra soggetto vedente e oggettività del veduto. In futuro il nostro gruppo di ricerca OPEN NETWORK FOR NEW SCIENCE AND ART, facendo particolare riferimento ad un progetto EUROPEO ad ampia dimensione internazionale, potrà occuparsi più a fondo di tali problematiche di espressione scientifica ed artistica nell'intento di favorire lo sviluppo della Società e della Economia del "SAPERE CONDIVISO". Paolo Manzelli 17/NOV2007 Firenze . |
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