Cervello, creatività, innovazione e rimozione dei pregiudizi cognitivi
di Paolo Manzelli
Laboratorio di Ricerca Educativa Università di Firenze (LRE/EGO-CreaNET)
<LRE@blu.chim1.unifi.it>, http://www.chim1.unifi.it/group/education
Il LRE/EGO-CreaNET, ha finalizzato i propri studi e ricerche alla comprensione e divulgazione scientifica delle relazioni evolutive che sussistono tra cervello informazione ed apprendimento. In particolare l'interesse per tale tematica generale è stato orientato recentemente verso lo studio dello sviluppo delle attività mentali in relazione alle azioni operative della organizzazione reticolare della informazione telematica. Infatti con lo sviluppo delle tecnologie interattive viene a modificarsi l'ambiente di apprendimento
Ritenendo possibile la attivazione della flessibilità evolutiva dei processi cerebrali, ci poniamo la domanda di quali problemi insorgano nell'ambito delle relazioni evolutive tra i processi di memorizzazione delle conoscenze e la attività cerebrale creativa
Pertanto riflettendo su tale quesito, iniziamo con il considerare che le funzioni cerebrali sono organizzate come un sistema modulare composto di differenti aree, capace nel complesso di essere percorso da diversi tracciati di integrazione della evocazione della memoria. (1) In particolare nell'emisfero sinistro (ES) si conoscono le funzionalità specifiche delle seguenti aree : a) quella di BROCÀ, area (ES anteriore) deputata alla espressione del linguaggio, b) l'area associativa di WERNIKE, (ES medio-posteriore), limitrofa all'area occipitale, (questultima funzionale alla processazione della informazione visiva). In tale contesto di strutturazione cerebrale a mosaico, l'area di W. assume un ruolo specifico nella gestione dei processi di evocazione cognitiva della memoria, e quindi risulta determinante nell'atto di significazione e comprensione razionale dell'osservato. Sappiamo che difetti genetici, ovvero danni provocati da ictus o da parziali lesioni cerebrali che alterano la funzionalità dell'area di WERNIKE (W), possono, da un lato condurre il cervello dell'individuo a rapportarsi con l'area di BROCÀ e parlare con manifesta perdita di connessioni significative di quanto si viene dicendo,("agnosia cognitiva"); ovvero dallaltro lato, l'interconnettersi con l'area visiva insieme ad una evidente perdita di controllo mnemonico, conduce l'individuo a percepire l'ambiente senza un adeguato riconoscimento significativo del valore d'uso degli oggetti, dimostrandosi più in generale deprivato di una consapevolezza comportamentale in relazione al contesto osservato. ("agnosia visiva")
Quanto sopra delinea brevemente il comportamento conseguente all'handicap mentale correlato alla disfunzionalità dell'area di W; riconosciamo pertanto che tali ricerche hanno permesso di individuare le importanti funzioni specifiche di questa area di W. nell'ambito delle relazioni associative tra informazione percepita e confronto mnemonico significativo della conoscenza (2).
Ci domandiamo ora, cosa avviene quanto nell'area di W. evochiamo associazioni cognitive errate ovvero preconcezioni memorizzate in precedenza, che come tali non facilitano l'emergere di significazioni appropriate, in che grado vengono inibite le nostre capacità di osservazione ed espressione creativa?
In altre parole ci si chiede in che grado il talento e la genialità individuale possano bloccarsi, anche nel caso in cui l'area associativa di W. del nostro cervello sia fisiologicamente funzionante, ma comunque risulti che il confronto con le cognizioni memorizzate sia insufficiente per comprendere ed esprimere una significazione adeguata al cambiamento osservato.
Quanto sopra è ciò che può succedere, dal punto di vista della significazione funzionale attuata dall'area di W., quando l'ambiente di riferimento è soggetto ad una dinamica di trasformazione fortemente innovativa.
È abbastanza evidente il fatto che, non essendo inquadrabile dalla funzionalità dell'area associativa di W. un nuovo evento, in quanto esso non è riconoscibile dai consueti processi mnemonici, la non leggibilità dell'evento nell'ambito delle tradizionali associazioni cognitive, provochi il decadimento della funzionalità di significazione razionale. Quindi la consapevolezza di ciò che osserviamo dovrà trovare altri meccanismi cerebrali, che inducono le attività dell'immaginario creativo, e ciò implica l'inclusione di differenti processi di integrazione cerebrale, molto più ampi, tali che permettano la ricomposizione dell'osservato entro un quadro complessivo più vasto, capace di sostituirsi al più immediato e riduttivo ricorso al sistema di significazione deputato alla funzionalità associativa dell'area di W. Pertanto quando decade la consapevolezza rispetto a quanto osserviamo, a causa della novità od innovazione del fenomeno soggetto alla nostra osservazione, ci accorgiamo che si annullano progressivamente le nostre capacità di utilizzazione anticipativa della memoria, che normalmente ci rendono capaci di attuare strategie euristiche del nostro comportamento.
Se quindi in tali occasioni, non riusciamo ad attivare azioni capaci di utilizzare della memoria operativa a breve termine, in modo da accedere alle risorse dell'immaginario abili nel generare un salto quantico verso l'intuizione di nuove significazioni della realtà, è assai probabile che il nostro intelletto declini in una situazione di "Aprasia Ideativa" e cioè in uno stato di forte inibizione delle capacità creative del cervello umano.
L'"Aprasia Ideativa", non rappresenta pertanto una forma di demenza congenita , ma essa può essere innescata da una atteggiamento di adattamento passivo all'innovazione, come nei casi in cui la novità venga incorporata della prassi operativa, senza aver acceso la coscienza del fenomeno osservato come conseguenza della carenza di una adeguata comprensione dei possibili scenari di sviluppo generati dalla introduzione della innovazione. ( Ricordiamo per inciso che etimologicamente "coscienza" deriva infatti dal latino "con scire" ovvero conoscere assieme).
Le conoscenze neurologiche dei nessi tra strutturazione delle aree funzionali e le corrispondenti strategie cerebrali di apprendimento, rappresentano pertanto una importante conquista concettuale per capire ed attuare strategie di apprendimento creativo nel campo della utilizzazione della innovazione tecnologica; quanto sopra è decisamente importante nel settore innovativo delle applicazioni didattiche delle moderne tecnologie di educazione telematica.
Bisogna considerare pertanto come il comportamento conservatore, che corrisponde, ad esempio, ad un sostanziale rifiuto dei docenti della innovazione telematica nella scuola, possa avere una componente che è conseguente ad un atteggiamento inconscio, atto ad evitare un adattamento passivo al mutamento operativo, datosi che, proprio questa condizione di accettazione acritica del nuovo, tende ad inibire la creatività individuale. Infatti qualora la innovazione venga accettata come prassi senza una adeguata rimozione dei pregiudizi cognitivi, che non la inquadrano nel contesto di trasformazione e sviluppo, l'efficienza mentale può essere inibita proprio per il fatto che è preferibile, agire cognitivamente in modo che ogni nuova esperienza risulti integrata in sincronia con un antecedente substrato di vocazione mnemonica, in modo da evitare una profonda alterazione casualmente divergente dei percorsi di elaborazione della informazione esercitati in precedenza.
Trattando della innovazione telematica nella scuola, quanto sopra significa che e da considerarsi negativa la prassi di proporre corsi di aggiornamento operativo all'uso del computer per la didattica in rete interattiva (3). Infatti è evidente che l'aggiornamento operativo non fornisce alcun effettivo risultato mentale, tale che implichi una modifica dell'atteggiamento di rifiuto a riguardo della innovazione telematica della educazione, proprio perché l'aggiornamento viene attuato senza attivare percorsi cognitivi di rimozione dei preconcetti concettuali, ad es. a riguardo dello sviluppo delle relazioni uomo-macchina (4), ovvero delle rinnovate cognizioni che sono necessarie per la comprensione della percezione in una ambiente di realtà virtuale (5)(6).
Le capacità di sviluppo dell'immaginario possono invece essere attivate agendo sulla rimozione dei preconcetti cognitivi e delle concezioni obsolete, in quanto tali attività convergono nel rinnovare la funzionalità significativa dell'area di W. e di conseguenza facilitano lo sviluppo di procedimenti di integrazione cognitiva di grande ampiezza. Questi ultimi processi cerebrali di elaborazione della informazione, normalmente sottintendono il ricorso alla elaborazione parallela dell'emisfero destro del cervello, e pertanto permettono di superare il meccanismo del tradizionale svolgimento di giudizio semplicemente fondato sul confronto della memoria a lungo termine attuato nell'area associativa di W. ; dunque l'apertura ad una elaborazione cerebrale integrata a una maggior ampiezza di funzioni specifiche, genera la possibilità di uscire dalla consuetudine di un ragionamento razionale, fondato su concezioni ormai obsolete, che quando vengono applicate alla interpretazione della innovazione, risultano incapaci di generare l'attivazione di processi di intelligenza creativa.
Tenendo conto di quanto sopra detto, le strategie più adeguate a favorire la creatività sulla base della rimozione dei pregiudizi cognitivi, sono state applicate con successo dal LRE/EGO-CreaNET, nelle attività di innovazione cognitiva della scienza nell'ambito della divulgazione scientifica e nell'animazione della utilizzazione della didattica -on line nelle scuole. (vedi : < http://www.edscuola.com/lre.html>). Indubbiamente anche altri gruppi di ricerca educativa hanno utilizzato, molto correttamente, una consimile strategia di rimosione dei preconcetti cognitivi; un buon esempio ben argomentato è visibile nell'ipertesto di Astronomia on-line, "il Planetario Virtuale" del Gruppo Università Scuola di Padova. (Vedi: < http://www.pd.astro.it/~web/PlanetV/1/HOME.html>)
Si comprende dunque come le applicazioni della innovazione tecnologica, necessitano il ricorso a metodi e strategie creative adeguate alla rimozione cognitiva di concezioni obsolete, in quanto tali operazioni concettuali si riflettono a livello cerebrale nella possibile attivazione di processi di integrazione che ampliano i percorsi di integrazione della eleborazione della informazione. (Vedi: ad es. Lateral Thinking in: <http://www.edwdebono.com/>).
Pertanto dal punto di vista della educazione contemporanea, innovazione e creatività, possono essere coordinate dalla stimolazione del pensiero divergente, attuata preferenzialmente una strategia che metta in evidenza il profilo storico del cambiamento, che nell'ambito del pensiero scientifico è correlato alla ristrutturazione critica dei paradigmi cognitivi.
In conclusione, in seguito alle sperimentazioni e riflessioni di LRE/EGO-CreaNET, riteniamo che, l'utilizzazione più completa delle attività cerebrali, ottenuta tramite il ricorso a strategie cognitive adatte a sbloccare e rendere flessibile la attività associativa convergente, propria del funzionamento dellarea di W. dell'emisfero sinistro, possa essere programmata al fine di ottenere una attivazione sincronica della struttura parallela dell'emisfero destro, in modo tale che la più ampia integrazione di differenti funzionalità cerebrali, faciliti efficacemente l'esercizio della creatività in un contesto di sviluppo dominato dall'innovazione tecnologica.
Bibliografia
(1) Richard Restak "Il Cervello Modulare" Longanesi MI (1988)
(2) Le Scienze Dossier n° 1 -Le Scienze MI - (Primavera-1999)
(3) E.Ricci,P.Papini,P.Manzelli et Al. -Università-Scuola/ OnLine -Quaderno 5 , RST ED. Regione Toscana-(1996)
(4) AA.VV. "Il rapporto Uomo -Macchina nelle tecnologie multimediali avanzate" - Quaderno 4 , RST ED. Regione Toscana-(1995)
(5) P. Manzelli et Al., "Calore, Colore, Percezione" - -Quaderno 10 , RST ED. Regione Toscana-(1997)
(6) M.Costa , P.Papini, P. Manzelli ed Al. , "Calore,colore,perczione", -Audiovisivo n° 397/A - Centro Didattico T.V. Università di Firenze