Dipartimento per i servizi nel territorio
Dipartimento per lo sviluppo dell'istruzione
Nota 30 maggio 2002
Prot. n. 1413
Oggetto: Indirizzi operativi del Capo Dipartimento
per i Servizi nel territorio e per lo Sviluppo dell'Istruzione sulle
attività di gestione per l'anno 2002
IL CAPO DIPARTIMENTO
VISTA la Direttiva Generale sull'azione amministrativa e sulla
gestione per l'anno 2002 emanata dal Ministro con atto in data 25
gennaio 2002, prot. 5117/MR e registrata dalla Corte dei Conti in data
10 aprile 2002, registro n.1 - foglio 244;
VISTO il Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300 e successive
modificazioni ed integrazioni concernente il riordino delle
Amministrazioni dello Stato a norma degli articoli 11 e 15 della Legge
15 marzo 1997, n. 59;
VISTO in particolare l'articolo 5 del succitato Decreto Legislativo
n. 300/99 con il quale vengono individuate le finalità ed i compiti
dei Dipartimenti, nonché i compiti e i poteri assegnati ai Capi
Dipartimento;
VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica dell'11 ottobre
2001, con il quale i due Dipartimenti operanti presso l'ex Ministero
della Pubblica Istruzione sono stati affidati ad un solo responsabile
che ha assunto la titolarità del Dipartimento per lo sviluppo
dell'istruzione e la reggenza del Dipartimento per i servizi nel
territorio;
CONSIDERATO che il Capo Dipartimento in quanto destinatario della
Direttiva Generale sull'azione amministrativa e la gestione per l'anno
2002, deve perseguire prioritariamente gli obiettivi e le finalità
indicati nella stessa nel rispetto delle linee di politiche generali
del Ministro;
CONSIDERATO che ciò comporta l'esigenza di raccordare, sotto il
profilo programmatorio, organizzativo e funzionale, l'attività delle
Direzioni Generali e i Servizi per dare omogeneità, organicità e
progettualità alla loro azione, assicurando efficienza ed efficacia
al sistema e garantendo allo stesso risultati di qualificato livello;
VISTO il proprio provvedimento in data 2 gennaio 2002 con il quale
sono state disciplinate le attribuzioni degli Uffici di supporto e di
diretta collaborazione del Capo Dipartimento;
RITENUTA l'esigenza di adottare, in attuazione della citata
Direttiva generale sull'azione amministrativa e la gestione e in
funzione del raggiungimento delle finalità sopra accennate, apposito
atto di indirizzo al quale le Direzioni Generali ed i Servizi Centrali
dovranno attenersi nello svolgimento della propria azione, in aderenza
al proprio ruolo istituzionale ed alle proprie funzioni a seconda
della natura e tipologia degli obiettivi da raggiungere singolarmente
e attraverso collaborazioni ed interazioni;
TENUTO CONTO del regime di transizione che caratterizza l'attuale
contesto organizzativo e operativo, in attesa dell'adozione degli atti
di normazione che renderanno effettiva la riunificazione degli ex
Ministeri della Pubblica Istruzione e dell'Università e della Ricerca
Scientifica e Tecnologica;
EMANA
il seguente atto recante indirizzi, istruzioni, indicazioni e piani
operativi riferiti alle attività degli Uffici centrali e periferici
per l'anno 2002.
PREMESSA
A - I profili essenziali della direttiva generale sull'azione
amministrativa e la gestione per l'anno 2002
Si premette un richiamo ai profili essenziali della Direttiva
Generale del Ministro sull'azione amministrativa e la gestione per
l'anno 2002, costituendo gli stessi presupposto e riferimento
obbligato rispetto al presente atto.
I citati profili si distinguono in principi guida e missioni e
obiettivi.
I principi guida possono essere così sintetizzati:
- piena aderenza al D.P.E.F., alle previsioni contenute nella
Legge 448/2001 (Legge finanziaria 2002), agli altri documenti di
programmazione generale, nonché alla legislazione, sia vigente
che in itinere, per la parte concernente questa Amministrazione;
- valorizzazione della centralità dell'alunno e delle famiglie;
- una migliore qualificazione del personale e di quello docente in
particolare;
- razionalizzazione e riqualificazione della spesa;
- promozione e sviluppo degli interventi di riforma intesi a
modernizzare e a rendere più efficiente l'Amministrazione nelle
sue articolazioni centrali e periferiche;
- miglioramento della qualità del servizio scolastico, attraverso
una riforma complessiva del sistema tale da comportare un'offerta
formativa di più alto e qualificato profilo;
- semplificazione e snellimento dell'azione amministrativa;
- valorizzazione delle professionalità più capaci;
- potenziamento delle iniziative di informatizzazione dei servizi
della Scuola e dell'Amministrazione anche nel quadro delle linee
programmatiche individuate e definite dal Ministro per
l'innovazione e le tecnologie;
- aumento della capacità di programmazione e dell'omogeneità
della gestione;
- responsabilizzazione dei Dirigenti in ordine ai risultati delle
attività amministrative e delle gestioni e valutazione degli
stessi secondo criteri oggettivi e misurabili.
Le missioni e gli obiettivi della Direttiva sono individuati come
segue:
- perseguire, assicurando anche continuità al flusso delle
reciproche informazioni, l'effettivo coordinamento tra i
Dipartimenti ed i Servizi centrali, affinché vengano confermate
quelle forme di sinergia indispensabili ad un approccio
trasversale ai programmi da realizzare e agli obiettivi da
raggiungere;
- portare a compimento e conferire effettività alle riforme che
stanno interessando il mondo della Scuola e l'Amministrazione
centrale e periferica anche attraverso una decisa azione di
formazione e riqualificazione del personale della Scuola, nonché
del personale amministrativo e tecnico dell'Amministrazione a
favore del quale, peraltro, è opportuno potenziare le azioni
volte a migliorare la qualità dei servizi offerti;
- avviare le azioni per la realizzazione di un graduale programma
di investimenti (i cui aspetti finanziari atterranno all'area
delle innovazioni tecnologiche, alla valorizzazione professionale
del personale della Scuola, alla dispersione scolastica,
all'istruzione e formazione tecnica superiore, all'edilizia
scolastica, ecc.) finalizzato a colmare il deficit di
competitività del sistema educativo;
- procedere alla revisione e razionalizzazione delle dotazioni
organiche del sistema di istruzione anche nell'ottica del
miglioramento della qualità dei servizi e della piena
realizzazione dell'autonomia;
- reimpostare su nuovi rapporti il sistema dell'istruzione e
quello della formazione professionale, anche sulla base delle
competenze attribuite alle Regioni dalla Legge Costituzionale n.
3/2001 e dalle emergenti situazioni connesse ai profili
federalisti in materia di istruzione e formazione. In tale ambito
sarà necessario procedere alla definizione e realizzazione dei
rapporti con i servizi formativi delle Regioni e degli Enti
locali, anche in attuazione del Decreto Legislativo n. 112/98;
- ridefinire i criteri di fruizione del diritto allo studio in
coerenza con i principi generali enunciati dal Consiglio e dalla
Commissione dell'Unione Europea ed in raccordo con il settore
dell'Università e dell'Alta Formazione Artistica e Musicale, in
previsione dell'inserimento degli studenti nel mondo del lavoro e
delle professioni;
- rafforzare il dialogo fra la società adulta ed i giovani, al
fine di una maggiore partecipazione della stessa alle
problematiche giovanili;
- promuovere, nell'ambito delle iniziative di politica giovanile,
nuove modalità di partecipazione degli studenti e delle famiglie
alla vita della Scuola;
- promuovere e sviluppare iniziative tese ad una più attenta
conoscenza dell'area del disagio giovanile al fine di ridurne la
consistenza;
- proseguire nelle azioni volte alla piena realizzazione del
conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle Regioni,
alle Province ed ai Comuni, di cui al Decreto Legislativo n.
112/98.
In funzione dei principi guida sopraindicati, la Direttiva Generale
sull'azione amministrativa e la gestione per l'anno 2002 reca una
Scheda nella quale sono indicate le attività correlate agli obiettivi
e, per ciascuna di esse, vengono individuate le principali scansioni
operative e temporali.
Su tale ampia base di esplicitazione si innesta la fase degli
interventi di competenza del Capo Dipartimento, chiamato a fornire
indirizzi ed istruzioni nonché a declinare i correlati adempimenti
nei confronti degli Uffici interessati.
B - I destinatari dell'Atto Dipartimentale
Destinatari del presente atto sono gli Uffici centrali e gli Uffici
territoriali che strutturalmente e funzionalmente dipendono dal
Dipartimento per lo sviluppo dell'istruzione e dal Dipartimento per i
servizi nel territorio e che, ai sensi del D.P.R. del 6 novembre 2000
n. 347, sono investiti di compiti e attività direttamente o
indirettamente connessi alle attribuzioni dei Dipartimenti stessi. In
particolare:
- le Direzioni Generali rientranti rispettivamente nel
Dipartimento per i servizi nel territorio e nel Dipartimento per
lo sviluppo dell'istruzione;
- i tre Servizi Centrali, per il raccordo funzionale esistente tra
essi e le altre strutture, per il supporto che debbono fornire nei
tempi utili per l'efficace esercizio dell'azione amministrativa;
- le Direzioni Generali Regionali, che, pur non essendo
strutturalmente incardinate entro i Dipartimenti, debbono
conformarsi alle linee di indirizzo degli stessi e raccordarsi al
disegno complessivo dell'Amministrazione.
In coerenza con l'articolazione unitaria del Ministero, prevista
dal Decreto Legislativo n. 300/99, il Dipartimento per lo sviluppo
dell'Istruzione e il Dipartimento per i servizi nel Territorio
stabiliscono raccordi puntuali col Dipartimento dell'Università e
della Ricerca, con riferimento ai profili e agli aspetti comuni e
interagenti relativi alle rispettive aree di attività.
Il preventivato riordino degli Uffici centrali e periferici, per
effetto della disposta riunificazione in un unico soggetto
istituzionale del Ministero della Pubblica Istruzione e del Ministero
dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica,
comporterà fondatamente sostanziali cambiamenti nella parte terminale
dell'anno, in termini di costituzione, assetto e articolazione degli
Uffici esistenti.
Questo, però, non andrà ad incidere sulla natura delle missioni e
delle funzioni del Ministero, che, com'è noto, hanno un'autonoma
rilevanza rispetto all'impianto e alle competenze delle singole
strutture, si legano alle previsioni normative generali, al programma
di azione del Governo relativamente al settore dell'istruzione e alla
Direttiva del Ministro sulla gestione e sull'azione amministrativa.
In costanza dei suaccennati cambiamenti occorrerà, pertanto, solo
ricontestualizzare e ridistribuire le attribuzioni nell'ambito della
nuova architettura di sistema, attraverso uno o più atti di indirizzo
da adottare a norma del richiamato articolo 5 del Decreto Legislativo
n. 300/99.
MISSIONI, COMPITI E OBIETTIVI DEI DUE DIPARTIMENTI
I due Dipartimenti, nelle linee di una strategia comune, debbono
conformare la propria attività ai principi guida, alle missioni e
agli obiettivi individuati per l'anno 2002 dalla Direttiva Generale
sull'azione amministrativa e la gestione, nonché agli adeguamenti che
si renderanno necessari in dipendenza dell'attuazione del disegno di
riforma dell'Amministrazione.
Tra i citati principi guida meritano specifica menzione, in quanto
espressione più diretta dei profondi cambiamenti intervenuti nel
sistema dell'istruzione e della formazione, nell'impianto complessivo
e nell'articolazione dell'Amministrazione scolastica centrale e
periferica:
- la compiuta realizzazione della centralità della Scuola,
dell'alunno e delle famiglie in funzione della crescita umana,
civile e culturale e del protagonismo dei giovani;
- un'offerta formativa di alto e qualificato profilo, all'altezza
delle sfide che ci attendono, che si riveli valida e competitiva
anche in ambito comunitario;
- la realizzazione di servizi scolastici efficienti e sempre più
vicini alle attese ed alle esigenze dell'utenza, dei contesti
territoriali e della società nel suo complesso. E ciò in
coerenza con le logiche organizzative e operative di un sistema a
prevalente struttura reticolare, ordinato per livelli e per
funzioni, con forte connotazione pluralista, aperto al confronto e
alla circolarità degli apporti e alle nuove interazioni con le
Regioni e gli Enti locali;
- la realizzazione di un sistema che segni il superamento del
tradizionale modello ministeriale di tipo piramidale, accentrato,
autoreferente, impostato in logiche burocratiche e
gerarchico-formali.
Alcune delle missioni dei citati Dipartimenti, per la loro ampiezza
e rilevanza e per il fatto di collocarsi in una logica processuale e
progettuale di ampio e articolato respiro, trascendono la durata
dell'anno e, pertanto, nel 2002 faranno registrare esiti non compiuti,
ma solo parziali.
Di qui l'esigenza di pianificare e programmare, per la completa
realizzazione di ciascuna delle suddette missioni, l'intero iter delle
attività da porre in essere e le relative scansioni temporali,
nonché di verificarne gli stati di avanzamento e i risultati.
Gli obiettivi che i Dipartimenti debbono raggiungere sono quelli
indicati dal D.P.R. del 6 novembre 2000 n. 347 e dalla Direttiva
Generale sull'azione amministrativa e la gestione per l'anno 2002 e,
in particolare, quelli riportati nella Scheda che il Ministro ha posto
a corredo della Direttiva stessa.
In funzione di tali obiettivi va definito e composto in maniera
coerente e organica l'insieme delle iniziative e delle attività di
competenza dei vari Uffici, da quelle di carattere programmatorio e
gestionale a quelle di monitoraggio e di verifica. Tra i citati
obiettivi occorre distinguere:
- quelli perseguibili dal singolo Ufficio, nell'ambito delle
proprie attribuzioni istituzionali e mediante le proprie risorse e
strutture. Tali obiettivi, relativi a temi di rilevante interesse,
vanno realizzati col supporto di un'adeguata programmazione e di
una periodica e puntuale verifica delle fasi di attuazione;
- quelli perseguibili col contributo e lo sforzo congiunto di più
Uffici o Centri di responsabilità, non necessariamente insistenti
in un singolo Dipartimento, che, per la loro ampiezza e valenza
complessiva, richiedono l'attivazione di opportuni coordinamenti e
il ricorso a strategie condivise.
In relazione agli obiettivi della prima categoria ciascun Direttore
Generale, in coerenza con gli indirizzi politico-amministrativi e le
linee programmatiche generali, deve impostare la propria attività su
logiche organizzative interne all'ufficio di titolarità, distribuendo
i carichi di lavoro tra i singoli dirigenti di base, dotando gli
stessi delle necessarie risorse umane, strumentali e finanziarie,
fornendo ogni utile apporto e sostegno e vigilando in maniera puntuale
e assidua sulle diverse fasi della gestione.
Con riferimento agli obiettivi della seconda categoria, basati, come
accennato, su rapporti e interazioni fra diversi Uffici e tra i
relativi responsabili, si rivela essenziale il compito del
Dipartimento di ricomporre in un quadro unitario le attribuzioni
dislocate in settori operativi diversi all'interno o all'esterno delle
strutture dipartimentali.
Nell'assolvere ai propri compiti i due Dipartimenti, opportunamente
coordinati dal Capo Dipartimento, debbono ispirarsi a criteri di
funzionalità, efficacia, efficienza, economicità, flessibilità.
Inoltre, debbono operare al proprio interno, in stretta e costante
collaborazione, in maniera da assicurare circolarità alle
informazioni, trasparenza nell'attività, buon andamento ai servizi e
imparzialità nelle scelte.
Tali funzioni, catalogabili in strumentali, di organizzazione e di
gestione, attengono ad ambiti e materie omogenee, riferite ai macro
obiettivi individuati nelle Schede allegate, facenti parte integrante
del presente atto, e vanno svolte nel contesto di interventi organici,
coerenti, sistematici.
In particolare, le predette schede riportano i macro obiettivi ed i
risultati attesi indicati nella Direttiva Generale sull'azione
amministrativa e sulla gestione per l'anno 2002 ed individuano i sotto
obiettivi dipartimentali in funzione dei quali le strutture
programmano e svolgono le loro attività.
Le Schede in questione non esauriscono ovviamente l'intera serie delle
attività facenti carico al Dipartimento, alle Direzioni Generali ed
ai Servizi, ma recepiscono solo quelle di più rilevante portata,
legate a profili di alta amministrazione e con implicazioni esterne.
Per la gestione dei flussi documentali e degli archivi va impiantato
un protocollo unico per i due Dipartimenti, ferma restando la
costituzione di protocolli riservati per il Capo Dipartimento e i
Direttori Generali. La conservazione degli atti rimane affidata a
ciascuna Direzione Generale e agli Uffici del Dipartimento, in
relazione alle rispettive competenze.
IL RUOLO DEL CAPO DIPARTIMENTO
Il Capo Dipartimento è preposto ai due Dipartimenti funzionanti
presso l'ex Ministero della Pubblica Istruzione.
Dal Capo Dipartimento dipendono gli Uffici di livello dirigenziale
generale compresi nei Dipartimenti stessi. Il Capo
Dipartimento, nell'esercizio dei poteri di cui ai commi 3 e 4
dell'art. 5 del Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300:
- svolge compiti di propulsione, coordinamento, direzione,
controllo, vigilanza degli Uffici di livello dirigenziale generale
compresi nei due Dipartimenti;
- elabora e definisce, con la collaborazione dei Direttori
Generali, programmi, strategie e metodi di lavoro per dare
attuazione agli indirizzi del Ministro;
- alloca le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili
per l'attuazione dei programmi e il raggiungimento degli
obiettivi, secondo principi di economicità, efficacia ed
efficienza, nonché di rispondenza dei servizi all' interesse
collettivo;
- assicura organicità, sistematicità, continuità, unicità di
indirizzo alle attività dell'Amministrazione;
- adotta gli atti occorrenti per l'utilizzazione più idonea del
personale, disponendo i movimenti dello stesso all'interno di
ciascun Dipartimento e tra i due Dipartimenti;
- esercita il potere di proposta per il conferimento degli
incarichi di direzione degli Uffici di livello dirigenziale
generale, ai sensi dell'articolo 19, comma 4, del Decreto
Legislativo 3 febbraio 1993, n. 29;
- propone l'adozione dei provvedimenti di revoca degli incarichi
di direzione degli Uffici di livello generale, ai sensi
dell'articolo 19, comma 7, del Decreto Legislativo 3 febbraio
1993, n. 29 ed è sentito nel relativo procedimento;
- si rapporta col Ministro per l'esercizio delle attribuzioni a
questi conferite dall'articolo 14, comma 1, del Decreto
Legislativo 3 febbraio 1993, n. 29;
- assume la responsabilità dei risultati complessivamente
raggiunti dagli Uffici da lui dipendenti, in attuazione degli
indirizzi del Ministro.
Ai fini suaccennati il Capo Dipartimento:
- convoca la Conferenza permanente, di cui all'art. 7 del D.P.R.
del 6 novembre 2000 n. 347;
- indice riunioni periodiche con i Direttori Generali centrali e
regionali su tutti gli aspetti e i profili più rilevanti della
gestione;
- stabilisce interlocuzioni assidue con i singoli Direttori
Generali;
- assume con continuità informazioni e dati aggiornati sulla
conduzione degli Uffici, sull'andamento della gestione, sullo
stato degli adempimenti e sui provvedimenti adottati o da
adottare, anche attraverso l'utilizzo di procedure e strumenti
operativi atti ad assicurare puntuali riscontri e verifiche;
- costituisce Gruppi di studio e di lavoro preordinati
all'acquisizione di supporti tecnici ed operativi per l'emanazione
di atti di portata generale e/o aventi rilevanza esterna;
- attiva organismi di collegamento tra diversi Uffici centrali per
l'esame e lo svolgimento coordinato e coerente di attività e
adempimenti di carattere trasversale e di comune interesse;
- stabilisce raccordi funzionali con i Servizi Centrali e con le
Direzioni Generali Regionali e fornisce a tali Uffici indirizzi,
supporti, indicazioni coerenti con l'intero disegno organizzativo,
gestionale, operativo dell'Amministrazione scolastica e funzionali
a linee di conduzione omogenee e assistite.
Il Capo Dipartimento, in dipendenza della mutata articolazione e
organizzazione degli Uffici, riserva particolare cura all'esame e alla
soluzione delle questioni e dei problemi legati al miglioramento degli
assetti logistici, alla sicurezza dei luoghi di lavoro, al riordino ed
alla corretta riallocazione e sistemazione degli atti e delle
dotazioni, all'attuazione dei programmi e dei piani di
informatizzazione, di modernizzazione riguardanti la Scuola e
l'Amministrazione.
La sollecita e puntuale attuazione di piani e programmi si rivela
essenziale ai fini di una effettiva e concreta messa a regime del
nuovo modello organizzativo e gestionale dell'Amministrazione e del
sistema scolastico e formativo che ha come nuova centralità la scuola
dell'autonomia e come momenti serventi e di supporto il Ministero
nelle sue articolazioni centrali e periferiche (regionali e locali).
Tale modello, per poter operare ed esprimersi nella maniera più
idonea e per poter produrre i risultati preventivati, deve avvalersi
di un sistema informatizzato che colleghi tra loro in maniera
interattiva e partecipata le varie parti dell'intero contesto (Scuole,
Uffici, Regioni, Enti locali, ecc.) e consenta ai soggetti interessati
di comunicare e di interagire in tempo reale.
Il Capo Dipartimento promuove e incentiva le azioni più opportune a
sostegno di una formazione e riqualificazione del personale
dell'Amministrazione, che risulti funzionale ai rilevanti cambiamenti
in corso e all'ampio processo di riforme della Scuola,
dell'Amministrazione e della società civile.
Inoltre, in esecuzione delle disposizioni vigenti, in conformità
delle prescrizioni e indicazioni di cui alla Direttiva della
Presidenza del Consiglio e al fine di poter disporre degli occorrenti
elementi di conoscenza e di giudizio, deve procedere alla costituzione
e alla messa in funzione del Servizio di valutazione dei dirigenti.
In previsione poi dell'imminente varo della riforma del Ministero e al
fine di poter disporre di una completa e aggiornata base di
riferimenti che consenta la definizione degli organigrammi di ciascun
Ufficio, l'individuazione e quantificazione dei relativi carichi di
lavoro e un'equa distribuzione del personale tra le varie
articolazioni dell'Amministrazione complessivamente intesa (a livello
centrale e periferico), il Capo Dipartimento predispone una puntuale
rilevazione delle attribuzioni e dell'impegno operativo del personale
a qualunque titolo in servizio.
Al fine di avviare a soluzione l'annosa questione del gravosissimo
arretrato relativo alle pratiche di riscatto, ricostruzione di
carriera e corresponsione della pensione definitiva relative al
personale docente e non docente, arretrato che condiziona pesantemente
l'attività e il buon funzionamento degli Uffici regionali e
territoriali, sottraendo, tra l'altro, cospicue risorse professionali
alla gestione corrente degli Uffici stessi, il Capo Dipartimento, di
concerto col Direttore Generale del Personale della scuola e
dell'amministrazione, assume e sostiene ogni utile iniziativa intesa
ad accelerare il passaggio delle competenze dall'Amministrazione alle
scuole e all'I.N.P.D.A.P., e a portare a soluzione il problema degli
arretrati.
Il Capo Dipartimento si occupa, altresì, delle relazioni con le
organizzazioni sindacali aventi ad oggetto materie di particolare
interesse, non riservate alla contrattazione decentrata nazionale,
avvalendosi, a tal fine, della collaborazione dei Direttori Generali
interessati.
Il Capo Dipartimento cura e segue lo svolgimento e la realizzazione di
programmi di utilità e di progetti di particolare rilievo, di
carattere nazionale ed internazionale (in particolare comunitario), in
un'ottica di maggiore diffusione e di valorizzazione dell'impegno
educativo e formativo della scuola e dell'amministrazione. Gli atti di
designazione o di nomina relativi alla costituzione di Comitati,
Commissioni, Gruppi di studio o di lavoro sono di competenza del Capo
Dipartimento, che li assume, su proposta o sentiti i Direttori
generali competenti.
Il Capo Dipartimento in conformità di quanto previsto dal Decreto
Legislativo n. 300/99, mantiene relazioni con gli Organi competenti
dell'Unione Europea per la trattazione di questioni e problemi
attinenti i Dipartimenti.
Il Capo Dipartimento, per la realizzazione degli obiettivi dei due
Dipartimenti e per dare uniformità e coerenza all'azione degli
stessi, si avvale degli Uffici di supporto e diretta collaborazione,
previsti dal D.P.R. del 6 novembre 2000 n. 347. Tali Uffici operano,
nell'ambito di un disegno unitario e di linee progettuali comuni, con
le Direzioni Generali e i Servizi centrali e regionali e svolgono le
loro azioni in maniera sinergica.
In tale logica gli adempimenti vanno definiti e gestiti, pur
nell'ampiezza del contesto di riferimento, nel quadro di una
programmazione e pianificazione unitaria, superando la frammentazione
e la parcellizzazione dei compiti, attraverso un'opera costante di
propulsione, coordinamento, controllo, vigilanza e monitoraggio; ciò
anche come logica e ulteriore esplicazione di quanto stabilito con la
nota dipartimentale n.2 del 2 gennaio 2002, e proseguendo nell'azione
di cui al provvedimento di organizzazione di pari data.
Nell'ottica sopra descritta gli Uffici sopramenzionati interfacciano
la loro attività con gli Uffici centrali, assicurando una costante
interazione con le Direzioni Generali e i Servizi e dando
circolarità, visibilità e significato al proprio ruolo.
Nel rispetto di una linea programmatoria, organizzativa e operativa
unitaria che coinvolga l'intera struttura ministeriale, il Capo
Dipartimento stabilisce rapporti puntuali e assidui con il
Dipartimento dell'Università e della Ricerca con riferimento ai
profili comuni delle rispettive aree.
IL RUOLO DELLE DIREZIONI GENERALI CENTRALI
Le Direzioni Generali centrali, per il perseguimento dei propri
obiettivi, fatte salve le variazioni e gli adeguamenti resisi
necessari in funzione di una graduale messa a regime del modello di
riforma di cui al D.P.R. del 6 novembre 2000 n. 347 o di situazioni
contingenti, si avvalgono delle risorse umane, strutturali e
strumentali alle stesse assegnate con provvedimenti in data 20 marzo e
9 maggio 2001.
Tale assetto, come si è già accennato, non è da considerare
definitivo e stabile, sia in previsione dell'imminente riordino
conseguente alla fusione dei due ex Ministeri, sia perché va
effettuato un esame approfondito delle reali esigenze degli Uffici in
funzione di una precisa definizione dei compiti cui gli stessi debbono
attendere.
Le Direzioni Generali pongono in essere, nell'ambito delle proprie
competenze, gli atti di gestione occorrenti per il raggiungimento dei
propri obiettivi.
In relazione a tanto è fatto carico ai Direttori Generali di
predisporre e adottare tutte le iniziative, gli interventi e le
soluzioni atte ad assicurare livelli organizzativi idonei e la massima
efficacia, efficienza e trasparenza all'azione dei rispettivi Uffici.
In tale ottica, tenuto conto dei significativi mutamenti intervenuti
da qualche tempo nell'articolazione e nelle competenze dei servizi del
Ministero, mutamenti che hanno inciso notevolmente sulle attribuzioni
del personale, provocando comprensibili disorientamenti e disagi, i
Direttori Generali debbono riservare prioritaria cura ai rapporti col
proprio personale, assicurando che lo stesso si inserisca senza
particolari difficoltà nei nuovi compiti, acquisisca cultura e
consapevolezza in ordine agli stessi e sia sostenuto dalle giuste
motivazioni.
Al fine poi di raccordare in maniera coerente il proprio impegno con
l'azione complessiva e unitaria del Ministero, le Direzioni Generali
valutano ed approfondiscono col Capo Dipartimento tutti i profili più
significativi della gestione e dell'azione amministrativa, da quelli
che chiamano in causa, direttamente o indirettamente, il ruolo e la
responsabilità del vertice politico, a quelli che hanno comunque
rilevanza esterna e/o carattere generale.
In tale ottica gli atti diretti al Capo di Gabinetto e agli Organi del
vertice politico, da sottoporre all'esame e/o alla firma dei medesimi,
vanno inoltrati tramite il Capo Dipartimento perché possano essere da
quest'ultimo debitamente esaminati per l'ulteriore seguito.
IL RUOLO DEI SERVIZI
Ai sensi dell'art. 5 del D.P.R. 6 novembre 2000 n. 347, i Servizi
attendono a funzioni strumentali, con valenza trasversale, nel senso
che sono tenuti a fornire i necessari supporti alle Direzioni Generali
dei due Dipartimenti per la migliore e più efficace realizzazione
degli obiettivi e delle priorità indicati nella Direttiva sull'azione
amministrativa e la gestione, nonché negli atti di indirizzo del Capo
Dipartimento.
In tale ottica i rapporti e le interlocuzioni tra i Dipartimenti e i
Servizi debbono svolgersi con assiduità e puntualità e debbono
riferirsi a tutti i profili che presentino significative connessioni
con la gestione o che producano concreti effetti sull'andamento e gli
esiti della stessa.
Del pari i Servizi debbono partecipare a tutte le iniziative di tipo
programmatorio e progettuale che impegnano il ruolo e le funzioni
degli Uffici suddetti.
I Servizi stessi, nell'espletamento di compiti aventi rilevanza
generale o comunque attinenti ad aree che presentino notevole
complessità, promuovono approfondimenti con il Capo Dipartimento e i
Direttori Generali attraverso interlocuzioni puntuali ed apposite
riunioni.
I Servizi, anche al fine di poter verificare l'efficacia e la
rispondenza della propria azione sia a livello centrale che
territoriale, ricevono dal Capo Dipartimento informative periodiche in
ordine ai risultati dell'attività complessiva dell'Amministrazione
nella sue articolazioni centrali e periferiche.
Per quel che concerne il personale in assegnazione ai Servizi valgono
le stesse considerazioni espresse per le Direzioni Generali centrali.
IL RUOLO DELLE DIREZIONI GENERALI REGIONALI
Compito fondamentale delle Direzioni Generali Regionali è quello
di dare attuazione nei territori di rispettiva competenza alle
politiche e agli indirizzi elaborati in sede nazionale, adattandoli
alle caratteristiche dei diversi contesti in un'essenziale opera di
raccordo con le Regioni e gli Enti locali, portatori di specifiche
competenze nel settore dell'istruzione e della formazione.
Le indicazioni provenienti dalla Direttiva Generale del Ministro e dal
presente atto di indirizzo, ancorché aventi come destinatari diretti
i titolari degli uffici centrali, costituiscono il quadro essenziale
di riferimento anche per i titolari delle strutture periferiche,
proprio perché le loro attribuzioni, declinate sul territorio, si
inquadrano nelle medesime aree funzionali.
Tali riferimenti, unitamente alle competenze gestionali che trovano la
loro fonte nel tessuto normativo vigente e che configurano un nucleo
di competenze esclusive, individuano gli ambiti e le linee portanti su
cui deve svilupparsi l'attività complessiva delle Direzioni Generali
Regionali.
Ciò precisato, ferma restando l'autonomia del ruolo delle Direzioni
Generali Regionali, occorre creare le condizioni necessarie perché le
stesse osservino livelli di coerenza e di omogeneità comportamentale
e operativa, con riferimento ad ambiti e profili della gestione aventi
rilevanza generale e realizzino raccordi funzionali con
l'Amministrazione Centrale.
In tale ottica i Dipartimenti, opportunamente coordinati dal Capo
Dipartimento e in funzione di linee progettuali comuni, forniscono
alle Direzioni Regionali indirizzi, orientamenti e istruzioni,
supporti interpretativi, ecc. e ne verificano la coerenza in sede di
attuazione.
A tal fine il Capo Dipartimento, con riferimento a temi, adempimenti e
problematiche di più significativa portata e aventi rilevanza
generale, stabiliscono interazioni e interlocuzioni puntuali e
ricorrenti con i citati Uffici, sia attraverso gli ordinari flussi di
comunicazione, sia attraverso lo strumento delle Conferenze di
servizio, sia, infine, attraverso occasioni e momenti di incontro, di
confronto e di approfondimento.
Inoltre i Dipartimenti, le Direzioni Centrali e i Servizi, con
riguardo a questioni ed a problematiche particolarmente complesse e
impegnative, definiscono e attuano interventi di sostegno e di
supporto all'attività degli Uffici regionali, se necessario anche
attraverso l'invio di proprio personale in loco.
I Dipartimenti verificano, poi, la regolare corrispondenza dei
risultati intermedi e finali agli esiti individuati con gli atti
sopracitati, predisponendo e pianificando l'utilizzo di mezzi e di
soluzioni utili allo scopo.
LE ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO
Per poter verificare i livelli di corrispondenza tra gli obiettivi
preventivati e i risultati raggiunti occorre realizzare un idoneo ed
efficiente servizio di monitoraggio degli esiti intermedi e finali e
delle azioni e degli adempimenti correlati agli obiettivi stessi. Le
azioni di monitoraggio presuppongono un'adeguata programmazione che
consenta di individuare gli obiettivi prioritari, di definire gli
interventi da porre in essere, di organizzare le risorse umane e
strutturali a disposizione, di prevedere le soluzioni e le risposte
possibili, di individuare i correttivi eventualmente necessari, se del
caso anche attraverso una riprogrammazione degli obiettivi.
Del monitoraggio debbono farsi carico sia i Dipartimenti attraverso i
rispettivi Uffici, che le Direzioni Generali.
Il monitoraggio costituisce uno strumento irrinunciabile in quanto
consente di:
- valutare adeguatamente i risultati di volta in volta raggiunti;
- intervenire con eventuali aggiustamenti in corso d'opera;
- attivare gli opportuni flussi di comunicazione con il Capo
Dipartimento;
- acquisire gli elementi sintetici per l'azione di reporting verso
il livello politico;
- corrispondere alle richieste del Servizio di controllo interno
cui compete il controllo strategico.
Il complesso delle attività che concretizzano il lavoro di
monitoraggio deve articolarsi attraverso precise procedure e tecniche
che consentano al Dipartimento di colloquiare con gli Uffici secondo
appositi programmi e codici di comunicazione ed a ciascun Ufficio di
effettuare i propri riscontri interni secondo linee omogenee.
Nell'anno decorso il Dipartimento per i servizi nel territorio ha
adottato un Progetto denominato PRO.MO. (Programmazione e Monitoraggio
dipartimentale) finalizzato alla programmazione, al monitoraggio, alla
valutazione ed al costante riorientamento delle azioni. La prevista
riunificazione dei due Dipartimenti in un unico Dipartimento e la
positiva esperienza acquisita suggeriscono di estendere l'utilizzo di
tale strumento anche alle Direzioni Generali comprese nel Dipartimento
per lo sviluppo dell'istruzione ed ai Servizi centrali.
Proprio in vista di tale estensione sono state già intraprese
apposite iniziative con i Dirigenti interessati ai quali sono state
anche fornite indicazioni sulle caratteristiche del Progetto e sulle
procedure da attivare.
Dettagliati indirizzi sulle modalità di attuazione del Progetto
PRO.MO. sono stati forniti con apposito atto nel corso del 2001.
A quanto evidenziato va aggiunto che il quadro istituzionale di
riferimento in materia di monitoraggio dell'azione amministrativa è
stato arricchito dall'emanazione della Direttiva della Presidenza del
Consiglio del 15 novembre 2001, la quale, oltre ad individuare una
fase "ascendente" nella determinazione degli indirizzi
dell'azione amministrativa (che si sostanzia nella Direttiva generale
del Ministro e relativi indirizzi strategici e nella programmazione
operativa dei macro obiettivi e sotto obiettivi), individua "una
"fase discendente" di monitoraggio e verifica sui tempi e
sul grado di realizzazione degli obiettivi relativi ai singoli
settori", che deve trovare attuazione secondo gli indirizzi
impartiti con la Direttiva del Presidente del Consiglio dell'11
ottobre 2001.
Nella citata Direttiva del 15 novembre 2001 della PCM - che integra il
quadro istituzionale tracciato dal d.lgs. 286/99 in materia di
controlli interni - si precisa che la programmazione deve indicare
anche un sistema di monitoraggio in grado:
- di misurare, secondo criteri quanto più possibile oggettivi e
verificabili, se gli obiettivi previsti sono effettivamente
raggiunti;
- di far emergere i motivi degli eventuali scostamenti;
- di stimolare gli interventi correttivi necessari e di consentire
la valutazione dei dirigenti per i risultati.
Inoltre i risultati delle politiche pubbliche saranno misurati,
nell'ambito della valutazione e del controllo strategico (effettuato
dal Servizio di Controllo Interno), "anche avvalendosi di
indicatori di impatto e di contesto, che consentano un monitoraggio
sulla qualità dei servizi….".
Le metodologie e gli strumenti di monitoraggio adottati con il
Progetto PRO.MO., in gran parte già in linea con le previsioni della
citata direttiva della Presidenza del Consiglio, andranno pertanto
inseriti in questo nuovo contesto, opportunamente potenziati ed
ulteriormente condivisi con le strutture, proseguendo con le azioni
informative già avviate.
Ciò richiede, inoltre, sinergie di intervento tra il Dipartimento ed
il Servizio di Controllo Interno, atteso anche il rapporto esistente
tra il momento della programmazione operativa e del monitoraggio e
l'azione di supporto che il Servizio di Controllo Interno, ai sensi
della normativa richiamata, è chiamato a svolgere per
l'individuazione di strumenti e parametri per il monitoraggio e la
valutazione dell'attuazione degli obiettivi.
Dal punto di vista operativo, le schede di programmazione allegate al
presente atto di indirizzo - che rappresentano la prima fase
nell'ambito del ciclo di programmazione e monitoraggio di PRO.MO. -
possono costituire il riferimento per l'impianto del sistema di
monitoraggio dipartimentale.
Partendo dagli obiettivi, dai programmi di azione e dai risultati
attesi individuati nelle predette schede di programmazione, saranno
predisposte apposite schede di monitoraggio che consentiranno la
rilevazione dei risultati raggiunti e costituiranno la base essenziale
per l'eventuale riorientamento delle azioni delle strutture e per la
necessaria e periodica azione di reporting verso il livello politico.
IL CAPO DIPARTIMENTO
Pasquale Capo
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